giu042018
Annarita non c’è più. Il suo grande cuore ha cessato di battere improvvisamente venerdì notte, a casa sua, a Bologna. Aveva 56 anni.
Era mia cugina, medico, veniva spesso a Noha, e ci eravamo visti meno di un mese fa. Sì, stava benone.
Non è stata per niente facile la sua vita. Da giovane, forse non aveva ancora diciotto anni, i suoi reni avevano iniziato a non voler far più il loro dovere costringendola per anni alla dialisi a giorni alterni. Ma mai l’abbiamo sentita lamentarsi e mai si è data per vinta, questa piccola grande donna. Ha sempre lottato, dando (lei!) il coraggio agli altri.
Poi finalmente arrivò il trapianto del rene. Che tutto fu men che una passeggiata. Ma poi per fortuna tutto andò per il meglio.
E così terminò i suoi studi al Magistrale; si iscrisse a Medicina a Bologna dove finalmente si laureò con ottimi voti. Molti pensavano fosse una psicologa per le sue capacità di capire gli altri, di tirar su il morale a tutti, e per il suo sorriso contagioso. Invece no, era un Medico Chirurgo che più di una volta aveva vestito i panni della sofferenza (e credo che anche per questo, oltre che per la sua indole buona, fosse empatica e ricca di umanità con tutti i suoi pazienti).
Sapevo che era uno dei responsabili nazionali del servizio PICC della ANT (la fondazione nazionale dei tumori), cioè dell’impianto del catetere venoso centrale (lei che per anni ne aveva avuto uno nel suo povero braccio) per i pazienti oncologici. Questa “trovata” sembra sia una forma di sollievo notevole per l’ammalato, in quanto azzera la frequenza della venopuntura per l’infusione delle terapie, e soprattutto riduce lo stress del trasporto in ambulanza e del ricovero, potendo il paziente usufruire del servizio direttamente a casa propria. Per questo era sempre in giro in Italia, da un ospedale all’altro, da un paziente all’altro.
Io voglio ricordarla così, mentre scoppia in una fragorosa risata al racconto romanzato dei tempi che furono e alle mie battute sulle allegre comari (senza tralasciare i compari) di Noha.
*
Ora siamo in attesa del suo feretro. Che arriverà a Noha per i funerali nella giornata di domani. Sì, Annarita aveva sempre desiderato ritornare “in patria” per riposarsi un po’. Ora lo farà per sempre accanto ai suoi amati genitori, zio Pippi e zia Linda.
Proprio l’altro giorno, passando vicino casa sua, in vico Congedo, tra l’asfalto e il cemento del marciapiede, ho visto spuntare un fiore.
Antonio Mellone
Commenti
Sentite condoglianze a tutti i suoi cari.
E'sempre una grossissima sofferenza,la vita che viene a spezzarsi.
Ma nel ricordo,delle sue grandi lotte c'e'il richiamo alla vita per tantissimi/e altri/e.
Riposo in Santa Pace.
L'Annarita sorrideva, scherzava e quando le chiedevo un consiglio o un aiuto mi rispondeva concretamente. Con concretezza, appunto.
Non ci voglio credere!Il 26 agosto dello scorso anno è venuta a Treviso e ci ha "ridato"la speranza dopo la diagnosi del male di nostro padre;l'ho sempre chiamata Angelo e quando glielo scrivevo,lei sorrideva e mi diceva che esageravo.Oggi,che ho purtroppo scoperto nel peggiore dei modi,il motivo per cui non mi rispondeva più....mi sono sentita gelare!Ancor di più quando ho letto la sua storia:infondeva fiducia e forza in tutti i modi,e MAI avrei pensato avesse potuto avere problemi di salute...Un forte abbraccio a tutti i suoi cari!Mi mancherai Dottoressa Angelo
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