giu042017
Oggi Noha si è svegliata con l'ennesimo prato tinto di nero. Anzi a dire il vero, i prati neri sono stati due.
Al prato nero di via Degli Astronauti, nell’area verde (quasi mai) angolo via O. Flacco, nel pomeriggio si è aggiunto quello di via Aradeo. E mentre scrivo, brucia anche il campo in fondo a via Giotto inizio via Roncella. L’inferno è a Noha. Amen.
In via Aradeo il solito (speriamo) "piroglione" (termine che sta a definire in sintesi il solito piromane coglione) ha pensato bene di allargare la sua coglionaggine mettendo in serio pericolo le abitazioni, in particolar modo quella della famiglia Gabrieli, i quali si sono ritrovati la casa immersa in una nuvola di un denso fumo nero irrespirabile. Questo accadeva alle 16, circa di oggi, 3 giugno 2017. Ora Mesozoica Nohana.
Qualcuno si è anche sentito male a causa del fumo, l’intervento dei pompieri non è stato dei più rapidi in quanto in questo periodo i campi sono pieni da vegetazione secca e il caldo completa l’opera.
Ricordo solo agli amanti della pulizia “brucia e fuggi”, che per una cosa così si può anche morire intossicati. E ricordo anche che la legge punisce i proprietari di terreni incolti, in cui non viene eseguita la fascia di sicurezza anti incendio. E’ sufficiente chiamare i carabinieri della forestale di Gallipoli (0833 266292) per farli intervenire prima che avvenga il disastro. Questo sia che riguardi terreni privati che demaniali.
Non ci sono parole che possano definire la condizione psico-de-mentale degli autori di questi incendi. Di sicuro non sono sani de capu. Le parti derivanti dalle combustioni sono della stessa pericolosità di quelle sprigionate dai camini dell'Ilva, o dalla centrale a carbone di Cerano (altra vergogna dello stato, volutamente piccolo), o dalle fantomatiche varie Colacem nostrane. Quindi non sono da sottovalutare le parti di diossina e le fibre tossiche varie che si diffondono nell’aria e che tutti gli abitanti del circondario respirano a causa di questi evitabilissimi e inutili incendi.
A questo punto credo che sia necessario fare qualcosa. Tanto stare a guardare senza reagire, è certo che il risultato è quello a cui assistiamo, e cioè rifiuti abbandonati e sparsi ovunque e incendi conseguenti che con l’alibi di tener lontani topolini e serpenti, molti si sentono rassegnati a subire. Come se fosse l’undicesima piaga del Signore allargata dall’Egitto al Salento, tanto ci divide solo un pezzo di mare.
Quindi l’appello che faccio, a nome dell’Associazione Fareambiente Laboratorio di Galatina, a tutti i cittadini che si rendono conto del grave danno che genera questo tipo di vandalismo senza senso, è quello di denunciare i campi a rischio che non sono evidentemente puliti con almeno la fascia di sicurezza e di non permettere a nessuno che siano abbandonati rifiuti e ancor peggio che questi siano incendiati. Non permettiamo che pochi grezzi primitivi ignoranti tengano sotto scacco un’intera popolazione. Non ha senso rassegnarsi mai.
Fareambiente Laboratorio di Galatina
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