ott242016
Ragazzi è dura. Raccontare balle è più facile che smontarle. Una scemenza si proferisce in pochi secondi: per confutarla, invece, devi impiegare almeno dieci minuti, un quarto d’ora. Capite bene ora qual è l’improbo compito nostro di fronte ad una serie infinita di minchiate così generosamente elargiteci dai sostenitori della novella schizzoforma costituzionale.
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A questo proposito vi racconto una storia. Vera. E attualissima.
Di recente ho dato una mano a DX (nome che non svelerò mai), una mia compagna di università, di qualche anno più piccola di me, per il superamento del famoso concorso pubblico per la scuola: classe d’insegnamento A017 - Discipline Economico-Aziendali, la mia specialità. Ora dovete sapere che DX, pugliese d’origine, è già una professoressa (ma precaria) in un istituto superiore dell’Italia del nord. Lecco, per la precisione.
Come è possibile fare il tutor a distanza? Facile. Basta avere esperienza nel campo, passione (leggere, studiare e insegnare è uno tra i miei hobby preferiti) e, in questo caso, anche l’ausilio di telefono, telelavoro, telepass e, visto il contesto, telelecco.
Quella testé trascorsa è stata una settimana cruciale: non so più quante volte ci siamo sentiti e scritti in merito alle ultime dritte per l’orale di questo benedetto concorsone. Che alla fine, devo dire, DX ha superato brillantemente il pomeriggio inoltrato di venerdì 14 ottobre 2016.
Sempre venerdì scorso, dopo i numerosi contatti mattutini per gli ultimi dettagli, verso le 21 tutta contenta la mia prof.- discente mi chiama per ringraziarmi e per raccontarmi per filo e per segno l’andamento della lezione simulata, i particolari del colloquio, e il voto al termine della lunga interrogazione da parte dei commissari.
Dopo le congratulazioni, e i miei soliti “hai visto?”, “che ti dicevo io?”, “meno male che mi hai ascoltato”, “io non sbaglio mai”, eccetera eccetera, vista l’attualità, le faccio: “Senti DX, dopo tutto questo, mi dici cosa voti al referendum sulla Costituzione?”.
Mi risponde sicura: “Siiissimo”.
- Siiissimo? E come mai ne sei così convinta?
- Ovviamente per cambiare.
- Per cambiare cosa?
- Questo stato di cose, questo schifo.
- Bè se volessi veramente cambiare questo stato di cose, basterebbe votare NO e mandare a casa chi fa finta di governarci da un paio d’anni con chiacchiere e distintivo. Se voti Sì, invece, dai ancora più forza a questi figuri che rimarranno al potere senza più limiti, e se possibile con ancor più spocchia. Anzi se davvero volessimo cambiare questo “stato di cose o questo schifo” – come dici tu - basterebbe provare a realizzare i principi della nostra Costituzione, non a buttarla nel cesso. Ma al di là di questo: hai letto la nuova carta, o meglio i 47 articoli che vogliono cambiare?
- Veramente no, sono stata impegnata con il concorso.
- Bè, allora in base a cosa voterai sì, in base agli slogan che ti raccontano a reti unificate? Ma ti rendi conto che tu sei una professoressa? E’ questo il metodo che insegni ai tuoi ragazzi?
- E questo che c’entra.
- Come che c’entra. Mica s’insegna a ragionare o a scegliere per sentito dire. Mica fai una ricerca utilizzando fonti di seconda mano. Ma hai letto la riforma del senato, e in particolare l’articolo 70, e poi di seguito il 71 e il 72?
- No.
- Bè, provaci. Se riesci a capirli e a spiegarmeli è capace che voto anch’io per il sì. Ma ti sei accorta che è scritta con i piedi? Anzi con i calli dei piedi?
- Ti dico che non l’ho letta. Ma voto sì per mandare a casa la vecchia classe politica che vota NO compatta, tipo i D’Alema, i Brunetta, i Fini, e anche Berlusconi.
- Bè, in effetti certi personaggi a volte sono controproducenti alla causa della Costituzione e dunque a quella del NO. E comunque D’Alema, Fini, Berlusconi e anche Brunetta sono ormai belli che cotti. Diciamo che i danni, li hanno già fatti a tempo debito. Invece tra gli esponenti della “nuova classe politica”, quella che vota compatta per il sì, si annoverano quegli altri gigli di campo (santo) che rispondono ai nomi di Casini, Pera, Urbani, Verdini (che sta di fatto con un piede dentro il governo), e poi c’è quell’altro virgulto che è Napolitano (più vecchio della costituzione che vorrebbe cambiare perché “vecchia”, per dire), senza scordarci di Alfano (il fratello di suo fratello), e anche Maurizio Lupi, Flavio Tosi (stavo per dire Flavio Briatore: che ovviamente vota sì). Più che il nuovo che avanza, il vecchio che è avanzato. E poi, cara DX, mica uno vota perché certi “vip” si esprimono in un senso o nell’altro. Tu sei una prof – lo vuoi capire una buona volta? - e non puoi dar retta a questo o quell’altro. Dovresti, diciamo così, provare a ragionare con la tua testa.
- Vabbé, ma il senato.
- Il senato, cosa? Hai visto che il senato esisterà ancora, nonostante le chiacchiere? Ti è chiaro almeno che non è più elettivo, e che non potremo più sceglierci direttamente nemmeno un senatore? Nel senso che il 5% dei senatori sono scelti dal capo dello stato (che a sua volta verrà scelto come verrà scelto: puoi immaginare come), 21 sono tra i sindaci di chissà quali città, mentre 74 senatori saranno nominati tra i consiglieri regionali. E poi mi dici quando sindaci e consiglieri regionali, con questo doppio incarico, avranno il tempo di viaggiare alla volta di Roma, studiarsi le leggi, proporne di nuove, apportare gli emendamenti, discuterli, votarli? Come potranno far bene nel loro doppio ruolo di sindaci e/o consiglieri e poi anche di senatori? Non trovi che qui si sta stravolgendo tutto, a cominciare dall’articolo 1 della Costituzione che parla di sovranità popolare, nel senso che i membri degli organi legislativi dovrebbero essere eletti direttamente dal popolo?
- Ma si risparmiano un sacco di soldi.
- E dagli con ‘sti soldi. Per risparmiare quel “sacco di soldi” basterebbe ridurre di un 10% non di più gli stipendi di tutti i parlamentari e un po’ di privilegi. E’ che tu e quegli altri che parlano per partito preso pensano ai costi della democrazia e non invece a quelli dell’autoritarismo. Ci sono mille modi per ridurre davvero le spese della politica, e non questa pigliata per fessi.
- E poi la riforma del titolo V, ma dai.
- Scusa DX, ma hai almeno capito quali sono le novità di questa schifezza chiamata riforma a proposito di titolo V?
- Veramente…
- Bè, te lo dico io. Il nuovo articolo 117 (che fa parte di questo benedetto titolo V) parla di competenze, anzi di potestà legislativa esclusiva in determinate materie. Ma lo sai che il governo centrale avrà il diritto di fare tutto quel cavolo che vuole, e senza possibilità di appello, in tema di porti, aeroporti, autostrade e cosiddette infrastrutture per l’energia? Con questa riforma il controllo del territorio viene sottratto alle regioni per passare al governo centrale. Punto. Il che significherà mani libere su tutto: cemento, discariche (anche di scorie nucleari, per esempio sulla Murgia - ci hanno già provato una volta, ricordi? No), Tap, Tav, trivellazioni in mare e in terra, ponte sullo stretto, strade a chissà quante corsie (e follie), tempa rossa, Ilva, per non parlare delle altre grandi opere inutili, dannose e costose che grazie a Dio non mancano mai in agenda. Dimmi, DX, sei contenta se non conti più un cazzo?
- Antonio, con te non si può ragionare.
p.s. 1 Chiedo scusa se ho dovuto accorciare il resoconto stenografico della telefonata con DX. Ribadisco che fatti e personaggi sono reali e non frutto di un'invenzione letteraria. Purtroppo.
p.s. 2 Ringrazio Marcello D’Acquarica per la sua ennesima sagace e mordace vignetta.
Antonio Mellone
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