apr182016
Eccovi un articolo molto interessante redatto dall’Associazione Egerthte di Galatina a proposito di un progetto al quale, nella parte finale, ha partecipato la classe terza B della scuola secondaria di primo grado di Noha. Questo, a dimostrazione del fatto che i nostri ragazzi non si tirano mai indietro. Il lavoro presentato dagli alunni della scuola di Noha è stato eccellente. Bravissimi nel trasformarsi in insegnanti per un giorno calandosi nei panni di uno straniero nelle mille situazioni in cui si trova a vivere quotidianamente.
Auguri, ragazzi. Che i vostri desideri diano ordini al futuro.
E, per favore, continuate ad insegnarci come va la vita: anche noi, a volte stranieri in patria, abbiamo tanto ancora da imparare da voi.
Noha.it
Da alunni ad insegnanti per un giorno
Quando la diversità diventa momento di incontro e ricchezza
La nostra associazione a partire da gennaio ha curato e realizzato presso i locali della biblioteca Civica “P. Siciliani” a Galatina un laboratorio gratuito di italiano per stranieri, per coloro che hanno una conoscenza di base della lingua e volessero migliorarla. Approfittando di un bando comunale abbiamo ottenuto un locale e così a gennaio abbiamo dato il via ai lavori: tre mesi di incontri due volte alla settimana, quattro studenti iniziali che grazie al passaparola sono aumentati fino a nove nel corso del tempo, una bravissima mediatrice culturale, Alessandra, che avuto notizia del corso ci ha chiesto di poter essere dei nostri ed è diventata da subito la nostra volontaria preferita.
Il lavoro maggiore non è stato tanto quello di spiegare e fare esercizi di grammatica, quanto quello di creare un ambiente di condivisione e conoscenza reciproca arricchente e all’insegna del rispetto e del dialogo, cosa non sempre facile non solo per le differenti provenienze (Gambia, Mauritania, Mali, Pakistan, Ghana e per un tratto del percorso, Stati Uniti e Thailandia ) ma anche per il fatto che se è vero che la diversità è una risorsa è anche vero che tante sono anche le frustrazioni e le incertezze che i migranti si trovano ogni giorno a dover affrontare e la tentazione all’isolamento è forte. Tanti i temi trattati con gli studenti e ad essi per una precisa scelta didattica abbiamo voluto dare un taglio pratico volto a dare risposta ai bisogni comunicativi essenziali di chi avevamo di fronte: la carta di identità e il rapporto con gli altri, il servizio sanitario nazionale, la ricerca del lavoro, la religione, le tradizioni culinarie, muoversi e orientarsi nella città …
Il nostro progetto è partito dal nostro desiderio di mettere a disposizione degli altri le competenze professionali acquisite, in una forma di volontariato puro e il percorso non è stato facile anche se molto stimolante:da subito abbiamo dovuto fare i conti con la necessità di cercare le strategie didattiche più adeguate alle persone coinvolte, di indagare sulle culture di origine per evitare indelicatezze che potessero procurare imbarazzo, di fissare anche regole generali e condivise di rispetto. Cercare strategie efficaci per risolvere le nostre difficoltà ci ha aperto però anche alle difficoltà anche esistenziali che portano con sé i migranti, sia giovani che adulti: il racconto di sé e la ricostruzione del viaggio fino all’approdo in Italia, la fatica di comprendere e farsi comprendere, la necessità di un lavoro e spesso la mancata scolarizzazione, i tempi lunghi e le mancanze della burocrazia e la paura di poter passare da un momento all’altro dallo stato di assistito a quello di “fuori-legge”… Imparare la lingua italiana insomma è impresa difficile e nel contempo è innegabilmente il passaporto per una nuova vita in Italia, fondamentale se vuoi riuscire ad esprimere i tuoi bisogni e comprendere quello che ti viene richiesto,per cui un corso d’italiano diventa per uno straniero una pratica di cittadinanza, un diritto – dovere e il primo passo verso l’inclusione.
Con questo sguardo sull’altro e la responsabilità di una scelta di volontariato di parte, abbiamo voluto anche l’ultimo incontro: una lezione di italiano “alla pari”realizzata dagli studenti della terza media del Polo 2 di Noha, una piccola sfida in cui la mondialità potesse essere non tanto l’obiettivo da raggiungere quanto il luogo stesso dell’educazione. Una sfida che da quello che i nostri studenti ci hanno voluto rimandare - forse possiamo dire di aver affrontato con onore, che ha reso la nostra biblioteca un luogo di cultura viva e realizzata nell’incontro gioioso delle culture e nella condivisione accogliente dell’altro.
Egerthe – Galatina
Commenti
Dobbiamo,ricordarci questo giorno indistintamente dal "credo"politico.
Uniti tutti e tutte si tende,a realizzare un futuro per i nostri figli/e,nipoti/e,senza debiti come invece,c'e'ne sono tantissimi,per ogni bambini/e che,nascono in questo "paese"chiamato Italia.
Essere,convinto di cio'ci deve far inorgoglire di essere italiani/e,se non si valorizza cio'si ha solo anarchia e confusione totale.
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