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Ho perso un amico
Di P. Francesco D’Acquarica (del 24/02/2015 @ 19:41:02, in NohaBlog, linkato 2179 volte)

Persona semplice, modesta, schiva da ogni forma di protagonismo, ma aperta al rinnovamento, don Donato, alle soglie dei 90 anni, se n’è andato.

L’ultima volta che l’avevo incontrato (qualche mese fa) ero andato a trovarlo per salutarlo, come facevo ogni tanto quando capitavo a Noha, ma anche per chiedere informazioni sulla storia della chiesa di Noha. Per me era come un archivio e mi capitava di tanto in tanto di doverlo consultare.

Anche se so che mi ripeto, mi sembra utile puntualizzare che fu lui a mettermi la pulce nell’orecchio per cominciare a fare le prime ricerche nel 1973 e scrivere su Noha. Quella prima edizione della “Storia di Noha” stampata e venduta sulla porta della chiesa nel 1973 fu promossa da lui. Da lui ho avuto libero accesso, senza nessuna remora burocratica, agli archivi e registri parrocchiali. Fu lui a portarmi per consultare gli archivi della diocesi di Nardò da cui allora dipendeva la chiesa di Noha. Con lui portammo un po’ di novità nel gruppo delle giovani di Azione Cattolica degli anni “Settanta”, quando tornato dall’America, chiedevo di rinnovare il gruppo con nuove esperienze. Anche i vari cori per l’animazione liturgica (siamo ai primi anni del dopo concilio): coro per giovani e coro per giovanissimi nacquero allora. Ma di lui ricordo volentieri anche la sua facilità nell’entrare in nuove esperienze ricreative, formative e di aggiornamento.

Nel 2013 nel fargli gli auguri per i suoi 65 anni di sacerdozio gli avevo scritto un messaggio invitandolo ad aspettarmi per quando li avessi compiuti anch’io. Fra poco io ne compirò 54. Gli avevo detto che sarebbe stato sufficiente se mi aspettava anche solo per il mio sessantesimo. Rimane un sogno non realizzato.

Quando nel 2001 fu inaugurata la nuova chiesa della Madonna delle Grazie, da don Donato tenacemente voluta (a me confidava la fatica nell’affrontare tutto l’iter burocratico), dopo il suo discorso e i vari ringraziamenti alle persone che avevano collaborato e contribuito, l’Arcivescovo Donato Negro volle andargli incontro e portandolo al centro, di fronte all'altare, disse: Ha ringraziato tutti, ma ora noi tutti ringraziamo don Donato. Un lungo applauso tributato a don Donato dai presenti, tutti in piedi, nella nuova Chiesa, che la gremivano all'inverosimile, fu l'espressione della gioia e della partecipazione più bella e più toccante. Voglio immaginarmi così l’ultimo saluto della gente di Noha.

So di aver perso un amico. Giorno triste quello di questa prima domenica di quaresima 2015. Triste perché don Donato non mi ha aspettato, triste perché non ho potuto partecipare al suo funerale. Ma sono grato a lui per tutto il bene che mi ha voluto e per tutto quello che ha fatto per me.

P. Francesco D’Acquarica

 

Commenti

  1. # 1 Di  Marcello D'A. (inviato il 24/02/2015 @ 21:41:40)

    Quando un amico muore, non lo si perde, ma va a stare al sicuro, dove ci aspetta insieme a tutti gli altri e dove saremo al sicuro a nostra volta.

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