Il mondo dei social si mobilita con il messaggio #andratuttobene: un messaggio di speranza e di condivisione che in questi giorni circola sia su Face-book che su Whatsapp.
Si tratta degli arcobaleni realizzati da tanti bambini, insieme alle loro mamme e ai papà (e quando il caso anche dai nonni) su fogli, cartoncini o lenzuola da tenere in casa o da esporre sul balcone.
“Andrà tutto bene” è uno slogan rivolto a tutti gli italiani, con l’invito a essere responsabili, restando chiusi in casa (cercando così di limitare per quanto possibile i contatti e quindi i contagi), in attesa che sia definitivamente debellata la diffusione del Coronavirus.
È un'iniziativa sociale per infondere fiducia e speranza, soprattutto tra i bambini. Non è un caso che sia stato scelto l'arcobaleno quale simbolo dell’iniziativa. L’arcobaleno è infatti quel fenomeno che quasi sempre appare dopo i fenomeni meteorologici della pioggia o della tempesta.
L'idea è stata condivisa in pieno anche dagli alunni della scuola Materna, Primaria e Secondaria dell'Istituto Comprensivo "POLO 2" di Noha e Galatina.
Grazie a Giorgia Giannico tutte le immagini degli arcobaleni, frutto della fantasia e dell’impegno dei nostri ragazzi, sono state raccolte in questo breve video da lei realizzato avvalendosi anche dell’aiuto di Rossetti Natascia, con la certezza che davvero “Andrà tutto bene”.
Albino Campa
Con delibera numero 276 del 6 marzo 2020 la Asl di Lecce ha assunto, per un anno, un’addetta stampa utilizzando una graduatoria del Policlinico di Bari. In un momento emergenziale, qual è quello che stiamo vivendo in tutta Italia, desta perplessità che la priorità della Asl sia quella di reclutare una giornalista quando mancano medici e infermieri negli ospedali.
La Asl si preoccupa di aspetti che in questo periodo non sono essenziali visto che la comunicazione sul coronavirus è centralizzata a Bari e le uniche informazioni che stanno catalizzando l’attenzione di tutti sono quelle che riguardano l’epidemia.
Senza voler sminuire l’importanza di un ufficio stampa in Asl, ora abbiamo bisogno di ben altro. In primo luogo le assunzioni del personale necessario a fronteggiare l’epidemia e il potenziamento dell’Ospedale di Galatina con la riattivazione della Cardiologia. I medici e gli infermieri stanno lavorando in condizioni difficili, stanno pagando un prezzo altissimo per il rischio contagi. L’Ospedale di Copertino è momentaneamente chiuso perché si era sviluppato un focolaio di infezione. Persone che lavorano con turni massacranti, compresi i tanti precari che prestano servizio anche nei pronto soccorso. Ci aspetteremmo supporti concreti a queste persone, ci aspetteremmo interventi strutturali per la sicurezza degli ambienti sanitari, ci aspetteremmo che si risolvesse lo scandalo di un solo servizio igienico nel pronto soccorso di Galatina: sia per i casi sospetti, sia per tutti gli altri, ci aspetteremmo concorsi per l’assunzione dei precari, ci aspetteremmo un mea culpa sul piano di riordino. E cosa fa la Asl? Assume l’addetta stampa.
Poi ci sono coincidenze “fortunate” che si possono rilevare grazie al web che non dimentica. La persona oggi assunta come addetta stampa della Asl di Lecce era stata già al centro di una forte polemica nel 2015 quando l’Azienda tentò di darle un incarico. A novembre 2014 era stato pubblicato l’avviso pubblico per assumere una persona da destinare alla Comunicazione Istituzionale della Asl. Parteciparono in 23 e a dicembre fu conferito l’incarico a Sonia Pellizzari, giornalista e già candidata alla Camera per il partito dell’allora presidente della Regione Puglia, Vendola. All’epoca intervenne anche Assostampa. Il suo presidente affermò: «Più che per la singolare contiguità fra la vincitrice dell’avviso pubblico e il partito del presidente della Regione, aspetto che andrebbe approfondito in altre sedi, l’annullamento del bando si rende necessario perché scarsa è la pubblicità che è stata data alla procedura di selezione. In una regione che ha fatto della trasparenza la propria bandiera non è possibile alimentare i sospetti di chi afferma che ci si trova di fronte all’ennesimo avviso pubblico cucito addosso ad un vincitore già individuato».
La neo assunta ha partecipato a un regolare concorso in cui si è piazzata settima e vanta molte collaborazioni con l’allora presidente Vendola, i tanti precari della Asl non hanno la fortuna di poter essere assunti.
Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis
Giampiero De Pascalis
Tutti in casa impegnati a fronteggiare l’espandersi del Coronavirus, tutti chiamati a rispettare, con responsabilità e senso civico, le misure del governo per contribuire al contenimento della diffusione del Covid-19. Così anche il mondo dello sport si è fermato, come ordinato dal DPCM del 9 marzo 2020 che blocca tutte le competizioni e gli allenamenti. In questo delicato momento per l’intero Paese, agli sportivi è richiesto uno sforzo particolare che è quello di restare lontani dal campo di gioco e impegnarsi a riorganizzare, tra le mura domestiche, le proprie giornate che, sino a poco tempo fa, erano scandite da ore di attività fisica, momenti di aggregazione e preparazione delle partite.
Da qui l’idea del format “#iorestoacasa e … mi alleno” che la Showy Boys Galatina ha proposto agli allievi della Scuola Volley per riempire questo periodo certamente difficile con immagini e video che, svelando il lato più “casalingo”, possano offrire un piccolo contributo alla campagna di sensibilizzazione volta ad incoraggiare il rispetto delle norme attuate dal Governo nella limitazione dell’espansione contagiosa del Coronavirus.
Un format ideato per una campagna social che, sfruttando le opportunità che i mezzi tecnologici ed il mondo digitale permettono, lancia, attraverso i messaggi dei più giovani, l’invito importantissimo di restare a casa in un momento di emergenza per tutto il territorio nazionale.
"Ognuno di noi deve impegnarsi per fare la sua parte – spiegano dalla società Showy Boys - dobbiamo cercare di restare uniti proprio come in una squadra vincente. Quindi, cerchiamo di fare un’azione straordinaria come non uscire di casa proteggendo noi stessi e gli altri”.
Le immagini e i video realizzati dagli allievi della Scuola Volley sono pubblicati sul sito internet www.showyboys.com e aggiornati periodicamente.
SHOWY BOYS A.S.D.
E’ emergenza nazionale coronavirus: inutile tergiversare. E lo sport, pallavolo in primis, ha bloccato ogni sua attività sin dal 24 febbraio, giorno in cui ha adottato misure più stringenti di quelle emanate dal DPCM del 04 e dell’11 marzo.
Il messaggio inviato a tutte le società pallavolistiche dal Presidente Federale Pietro Bruno Cattaneo ha inteso chiarire i motivi e le ragioni che hanno spinto la FIPAV, in questo momento delicato per il Paese, a prendere provvedimenti ancor più restrittivi del decreto presidenziale.
“L’obiettivo principale della Federazione, dichiara il numero uno di Via Vitorchiano, è la tutela della salute di tutti i nostri tesserati. Questa deve essere la stella polare dei nostri comportamenti che deve condizionare tutte le nostre decisioni. La salute di tutti gli affiliati è un bene primario che va tutelato al di sopra di ogni interesse, pertanto tutta l’attività sportiva dei campionati di serie B nazionale, regionali e territoriali è sospesa fino al 03 aprile”.
Un’analoga decisione è stata adottata dalle Leghe di serie A maschile e femminile, che hanno la gestione di quei campionati, con la sospensione delle gare programmate a porte chiuse a decorrere dall’otto marzo.
Una responsabilità sociale e sanitaria quindi che ha coinvolto la maggior parte della società pallavolistiche locali con l’astensione dagli allenamenti dei propri gruppi di ogni ordine e grado. Rimangono vietate anche le sedute ginniche in impianti arieggiati e chiusi al pubblico in ossequio al DPCM dell’undici marzo.
Ripartire dunque il 04 aprile sarà impossibile; ripartire a metà aprile quasi impossibile stante le indicazioni dell’ordine dei medici che consigliano di non riprendere l'attività fino a netto miglioramento dell'emergenza Covid 19.
Ipotizzare la data del 02 maggio e la ripresa degli allenamenti a porte chiuse dopo Pasqua, per far ritornare in forma fisica gli atleti, è la soluzione più realistica ma il futuro dei vari campionati è nettamente segnato. Si rischia se il blocco delle attività sportive non dovesse essere rimosso dopo il 03 aprile, un affollamento di gare infrasettimanali da recuperare che logisticamente diverrebbe impossibile calendarizzare.
Efficienza Energia, come tutte le altre società, è ferma dal 22 febbraio dopo la vittoriosa trasferta di Sorrento e dovrebbe recuperare le gare casalinghe con Casarano, Napoli, Ischia e Tricase intervallate da un turno di riposo: in trasferta l’attendono Martina, Avellino e Marcianise.
Analoga situazione in serie C per Salento Best Volley: Grottaglie, Potenza, Triggiano e Bari, sponda ASEM, sono le trasferte che attendono il gruppo di mister Dicillo, a fronte di incontri casalinghi con Ruffano, Lecce e Modugno.
Nella peggiore delle ipotesi il perdurare del blocco farebbe slittare le date delle varie fasi di play off (16 maggio), coppa Italia (8 e 11 aprile), con la sovrapposizione di eventi improcrastinabili.
Si pensi alle manifestazioni in agenda tra maggio e giugno delle varie finali nazionali U.14-16-18 e dei campionati Europei Under 18 in programma a Lecce dal 10 al 19 luglio che potrebbero essere cancellate, come non è da escludere che la crescita epidemica con valori esponenziali possa portare all’annullamento dei vari campionati.
E’ della scorsa settimana la volontà di Efficienza Energia e della Salento Best Volley di sospendere ogni attività che per voce dei rispettivi presidenti Luigi Santoro e Corrado Panico hanno adottato il principio di massima cautela emanando il seguente comunicato:
In merito all’emergenza sanitaria nazionale in atto, S.B.V. ed OLIMPIA GALATINA hanno reputato d’intraprendere ogni possibile azione preventiva tesa a contenere la propagazione del virus, sospendendo tutti gli allenamenti collettivi già programmati. Il momento così delicato richiede la massima comprensione e collaborazione da parte di tutti al fine di tutelare la sicurezza pubblica e personale”.
RESPONSABILE AREA COMUNICAZIONE
SBV OLIMPIA GALATINA
Carissimi Fratelli e Sorelle,
cerco di raggiungervi, come posso, per condividere con voi la Parola che ci disseta per ristorarvi in questo tempo di deserto, dettato dalla condizione di solitudine di questi giorni e nell'ora più calda della nostra vita che rischia di non farci vedere bene il futuro e di farci tanto soffrire. Ascoltiamo il vangelo.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 4,5-42)
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo;da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete;ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito;in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte;voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato;altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
Parola del Signore.
Entriamo insieme nel testo che abbiamo appena letto e ascoltato.
Gesù incontra una donna presso un pozzo.
I pozzi sono importanti nelle Scritture e lo sono anche nella nostra vita: senza acqua, infatti, non viviamo. Abbiamo bisogno di acqua e perciò abbiamo bisogno di pozzi. Il nostro organismo è costituito per il 60% di acqua, in un neonato abbiamo l'80%. Anche per questo motivo l’acqua, la sete, diventano metafore profonde della condizione umana, soprattutto dei suoi desideri, diremmo dell'essenziale.
Viviamo, infatti, anche di desideri, di speranza; abbiamo fame e sete di vita, di futuro, del bene che si può realizzare nella nostra vita. Ma dove andiamo ad attingere l'acqua?
La donna del vangelo si reca ogni giorno alla stessa ora, quella più calda, ad attingere acqua, allo stesso pozzo e nonostante tutto ha sempre sete. Forse ci rechiamo da cisterne screpolate, che non danno acqua buona.
Quali sono queste cisterne? Di cosa riempiamo la nostra vita per cui abbiamo sempre sete, come se ci mancasse sempre qualcosa? É necessario fermarci e probabilmente questi giorni di fermo forzato possono aiutarci. Tante cose intorno a noi, tanti impegni, ma è proprio questo ciò che serve alla nostra vita? Diremmo:«Sono tutte cose importanti!». Certo! Ma non è che ci hanno fatto perdere il gusto di una parola condivisa, di una stretta di mano fatta in tutta calma, di uno sguardo aperto al futuro? In definitiva della capacità di amare con il cuore? Non importa ciò che facciamo o quanto facciamo, ma come lo facciamo.
Alla donna Samaritana Gesù rivela che a dissetarci davvero è solo il dono di Dio: «Se tu conoscessi il dono di Dio!». A questa donna, che è corsa dietro a tanti uomini senza incontrare lo sposo vero, Gesù si rivela come colui che, con il suo dono, con la sua presenza, con il suo amore, può colmare per sempre la sua sete.
Gesù ci rivela chi siamo e come possiamo essere. L’acqua che egli ci dona, infatti – scrive San Paolo ai Romani – è l’amore di Dio che lo Spirito Santo riversa nei nostri cuori (II Lettura). A causa della mancanza di acqua, gli Israeliti nel deserto dubitano che Dio sia in mezzo a loro (I Lettura).
A causa della mancanza di amore possiamo arrivare a dubitare della presenza di Dio e senza il suo amore non siamo nulla. La Samaritana lascia la brocca e corre. Lascia le sue sicurezze e si abbandona all'amore.
Se lasceremo le nostre sicurezze e ci abbandoneremo all'amore anche la nostra vita cambierà.
Nel dono di Dio, che è lo Spirito, scopriamo sorpresi che la nostra sete è saziata perché Dio è dentro di noi, e noi diventiamo suo tempio, sua dimora: adoratori in spirito e verità.
Oggi non possiamo vivere l'eucarestia domenicale insieme, ma possiamo adorare Gesù nel nostro cuore, la prima chiesa è il nostro corpo. Dentro di noi siamo ristorati dal Suo Amore e riconciliati con noi stessi diventiamo capaci di donare amore. In questi giorni poiché non possiamo farlo con gesti ravvicinati, facciamolo con uno sguardo, con una parola, con un servizio fatto con amore. Coraggio! Non siamo soli Gesù Cristo è con noi. Egli è il nostro sposo che si dona incessantemente. Il suo sguardo ci riempie d'amore, ci ristora e ci disseta. Non attendiamo sempre l'altro faccia il primo passo, lasciamo le vecchie abitudini e manifestiamo amore.
Ora, tornate a rileggere e poi a pregare il vangelo ascoltato. Egli saprà parlare ancor di più al vostro cuore.
Vi abbraccio nella preghiera.
Don Francesco Coluccia