gen222016
Mi sembrava di trovarmi nel bel mezzo di un “The Truman Show” oppure in uno spettacolo del teatro dell’assurdo (non uso volutamente la metafora del Campidoglio per non urtare la suscettibilità di qualcuno), martedì 20 gennaio 2016, nel corso del meeting serale tra alcune associazioni nohane che ha luogo con una certa periodicità (black-out trimestrali permettendo) nei locali del centro cosiddetto Polivalente di Noha (“polivalente” nel senso che non si sapeva bene, l’altra sera, se si fosse al Polo Sud o a Polo Nord).
Il livello del dibattito era quello che era, vale a dire prossimo allo zero (con le dovute eccezioni, e qualche timido tentativo da parte di qualcuno di addivenire a più miti consigli), probabilmente per non stridere troppo con la temperatura che si registra in questa stagione dell’anno all’interno dell’aula magna di quel complesso (o meglio complessato) di edilizia pubblica.
Le frasi idiomatiche volanti e alcune irripetibili carinerie, proferite a chissà quanti decibel - con evidente rischio alle coronarie e possibile nocumento alle corde vocali degli urlatori, non disgiunto dai reali pericoli di lesioni alle membrane timpaniche dell’orecchio medio degli ascoltatori – si riverberavano senza ritegno e in ogni direzione sulle pareti di quell’auditorium-chiamatemi, sicché l’effetto trambusto, la resa cicaleccio caotico, e il risultante frastuono babelico han potuto rivelare un’altra singolare caratteristica di quei locali: un’acustica da fare invidia a quella del Cavallino Bianco.
L’ingresso trionfale dell’assessore Coccioli, e soprattutto le sue parole agghiaccianti (appunto) sono riuscite a portare temperatura e livello del dibattito fino allo zero assoluto (che come noto è la temperatura più bassa che teoricamente si può ottenere in qualsiasi sistema macroscopico, corrispondente a –273,15 °C).
L’ingegnere Coccioli, dopo essersi compiaciuto della “passione [sanguigna] con la quale si discute a Noha” (che simpatico), ha iniziato a blaterare (se sostituiamo balbettare non sbagliamo) del fatto che “purtroppo gli uffici non avevano fatto quello che avrebbero dovuto fare” [ah, ora la dimenticanza della famosa cabina elettrica è colpa della burocrazia. Ndr.] e che “speriamo che la situazione si sblocchi” [come speriamo? Come puoi sperare che avvenga qualcosa in un ente pubblico comunale senza una delibera, un provvedimento, una determina, un’azione amministrativa, o politica? Boh? Mistero della fede, anzi della speranza. Ndr.] e poi ancora che “l’immobile è agibile, però chi vuole può usufruirne in inverno, altrimenti rimane a casa” [certo: chi ha freddo d’inverno rimanga a casa; mentre d’estate chi ha caldo vada a servirsi dell’aria condizionata del supermercato, anzi del centro commerciale Pantacom, ora che lo costruiranno a Collemeto. Così come chi non può salire le scale, se l’ascensore non funziona, rimanga al piano terra; mentre chi non ci vede al buio si porti appresso un gruppo elettrogeno. E, infine, se proprio i bambini vorranno festeggiare il Carnevale Nohano al centro Polivalente non vi accedano travestiti da Zorro, maschera ormai anacronistica e fuori moda, ma da abominevole uomo delle nevi, o Yeti, ricoperti di folta pelliccia dalla testa ai piedi, così non rompono le scatole per il gelo. Ndr.] e, infine, che “mi assumo tutta la responsabilità per aver fissato le date e poi non aver potuto dare seguito…”, ed altre cazzate del genere. Si riferiva, il Coccioli, alle promesse non mantenute.
Era del tutto inutile ricordargli, su quest’ultimo punto, che responsabilità è una parola importante, e che non si può proferire senza scrupoli e senza alcun riguardo per gli altri. E soprattutto che in Politica c’è un solo modo per manifestare la propria responsabilità nei confronti dei cittadini gabbati: dimettersi.
Antonio Mellone
P.S.1 Però così non vale. Sono stato battuto sul tempo, anzi sul filo di lana, da questa notizia dell’ultim’ora: l’assessore Coccioli si è dimesso. Non mi par vero. E un po’ mi dispiace pure. Ora, auguriamoci di non doverlo rimpiangere.
Pare che prenderà il suo posto un politico il cui cognome è tutto un programma: Tempesta. Poi uno si chiede chi è che ha seminato vento.
P.S.2 Come mai in questo pezzo ho lasciato in pace la nostra Daniela Sindaco? Semplice. Intanto per darle un po’ di tregua; e poi perché essendo stata così gentile con me nel porgermi una fetta di torta tagliata con le sue stesse mani (torta pasticciotto offerta dalla fidas di Noha, per la precisione) non potevo mica scrivere qui della sua promessa di acquisto della cabina elettrica a sue spese, o di altre sviolinate simili. Suvvia, signori, un po’ di pragmatismo.
P.S.3 Ad un certo punto della serata, sempre nel match di cui sopra, un paio o forse tre gentili signore si sono scagliate con urla, pianti e invettive contro il sottoscritto, reo, a loro dire, di aver osato definirle, in qualche articolo, come delle oche.
Probabilmente le signore si riferiscono alla mia lettera aperta indirizzata alla delegata della frazione di Noha, Daniela Sindaco (e non a loro), pubblicata su Noha.it il 15 marzo 2015. Orbene, premesso il fatto che non potevo usare nei loro confronti l’epiteto che ricorda il noto bipede palmato e starnazzante, se non altro per il fatto che al tempo non avevo il piacere di conoscerle, anzi non avevo la più pallida idea della loro esistenza (e, invero, anche oggi ho non poche difficoltà ad associare la loro fisionomia ai rispettivi nomi), volevo spiegar loro che la metafora del pollaio è strettamente connessa alle zuffe (da stia, appunto) che sul tema del centro polivalente, “restaurato” come tutti sappiamo, sono portate avanti dalle oche (politiche) a destra e a manca (cioè dai partiti di destra e di sinistra). Punto. Tutto il resto, le congetture, le rivendicazioni, le interpretazioni capziose, le lacrime, eccetera, denotano quanto a volte non si sappia leggere (oltre a non saper scrivere).
Mi dispiace che le signore si siano sentite coinvolte (come spiegato sopra, non era mia intenzione).
Aggiungerei, però, che io non posso farci proprio nulla se uno ha la coda di paglia. O piumata.
A.M.
ott042013
DONAZIONE DEL SANGUE DOMENICA 06 Ottobre 2013 dalle ore 8,30 alle 11,30
Clicca qui per leggere il notiziario della fidas Leccese.
gen112013
Domenica 13 gennaio si incomincia dalle ore 8:30 alle 11:30 con la donazione del sangue nella Casa del Donatore in Via Calvario, 15.
Alle ore 18:00 celebrazione s. Messa nella Chiesa Madonna delle Grazie, al termine trasferimento presso il Salone dell’Oratorio dove alle ore 19:15 ci sarà il saluto del Presidente a seguire la premiazione dei soci Benemeriti che hanno raggiunto le 7-15-30-50 donazioni al 31/12/12 e consegna dei premi della Lotteria pro-fidas.
Si continua alle ore 20:00 con lo spettacolo di cabaret con gli Alti & Bassi dal nome “C’è poco da ridere”, tra la I^ Parte e II^ parte dello spettacolo ci sarà un buffet offerto dall’Associazione.
lug102013
Caro donatore/donatrice,
Siamo lieti di invitarTi a partecipare alla festa estiva a bordo piscina dell’Hotel Hermitage di Galatina che abbiamo organizzato per giovedì 25 luglio 2013 alle ore 20.30.
Ti invitiamo a ritirare il tagliando di partecipazione presso la nostra sede nei giorni 17-18-19 luglio dalle ore 20.00 alle ore 21.00, con il contemporaneo versamento della quota simbolica di € 3,00. Per i bambini sotto i 10 anni la partecipazione è gratuita (ritirare solo il tagliando).
Ti ricordiamo che puoi estendere questo invito a parenti e amici che vorranno prendere parte alla nostra festa.
Durante la serata è previsto (volendo) il bagno in piscina, giochi di squadra, balli di gruppo e musica di ogni genere.
Gare di karaoke con premiazioni del 1° e 2° classificato, e nel bel mezzo …. un prelibato buffet al profumo di mare.
Certi di un tuo gradito riscontro cogliamo l’occasione per porgeTi i nostri più cordiali saluti.
nov102015
Domenica 15 Novembre presso la Casa del Donatore (Via Calvario, 15 - Noha) saremo attivi con un'altra giornata dedicata alla donazione del sangue. Si può donare dalle ore 8:30 fino alle 11:30.
I medici consigliano di fare sempre una piccola colazione prima della donazione.
Puoi bere caffè, tè, succhi di frutta.
Puoi mangiare Fette biscottate e biscotti secchi.
Da evitare invece, latte e creme.
TI ASPETTIAMO.
giu142016
Lunedì 13 maggio 2016 in contrada Magnarè si è svolta la seconda festa organizzata dalle associazioni fidas, Acli, Gruppo Masseria Colabaldi, L’Altro Salento, CNA di Galatina e I dialoghi di Noha in collaborazione con Noha.it in onore di Sant’Antonio di Padova
lug192012
fidas Noha e Casa Betania presentano lo spettacolo musicale culturale artistico dal nome "Note Libere in tour" a cura di Luigi Moscara, siete tutti invitati venerdì 20 Luglio ore 21.00 presso il campo di calcetto Madonna delle Grazie di Noha.
Mentre sabato 21 Luglio dalle ore 17.30 alle ore 19.30 donazione straordinaria del sangue presso la Casa del Donatore di Sangue in via Calvario, 15 di Noha.
A tutti i donatori di questo sabato speciale in regalo un bellisimo set BEACH TENNIS e due biglietti della lotteria 2012.
nov132012
Noha, 13 Novembre 2012
LETTERA APERTA A:
-Gentilissimo signor Sindaco del Comune di Galatina, Dottor Cosimo Montagna.
-Assessore con delega alle Politiche sociali, alla Cultura e polo biblio-museale, al Diritto allo studio e servizi scolastici, Prof.ssa Daniela Vantaggiato.
Oggetto:
Istanza riguardante l’attuazione di un procedimento amministrativo al fine di apporre un vincolo giuridico (finalizzato al loro recupero) dei Beni Culturali di Noha.
Gentilissimo Signor Sindaco e Assessore, con la presente, mi faccio carico di riassumere in breve i vari sforzi profusi dai nohani al fine di tutelare e valorizzare i Beni Culturali di Noha:
A questo punto mi chiedo e Vi chiedo, se è giusto che un dipendente dello Stato (o comunque in possesso di incarico) non si faccia vivo (come forse suo dovere), ed attenda invece che sia un privato cittadino, come il sottoscritto, a sollecitare una risposta, qualunque essa sia.
Non pensate che anche i Beni Culturali di Noha abbiano un minimo di dignità e dunque, anch’essi, una specie di diritto di cittadinanza? Non trovate deprimente lo scempio infinito cui questi beni vengono sottoposti, prima dai privati proprietari e poi dal pubblico (che dovrebbe limitare un po’ l’ignavia del privato, così come previsto dalla Legge)?
Vi ritengo, gentile Sindaco e Assessore, persone degne di fiducia e attente agli impegni di cui Vi siete fatti carico. Per questo Vi chiedo di incontrarci al più presto, affinché possa meglio spiegarVi lo stato dell’arte del lungo processo che porterà (porterebbe) al vincolo di salvaguardia sui suddetti beni culturali. Sono certo che un Vostro intervento nei confronti della Sovrintendenza accelererà, anzi sbloccherà l’iter che sembra essersi inceppato per chissà quali strampalati marchingegni. Ogni giorno trascorso senza un nostro intervento equivale ad un colpo di piccone alla bellezza, all’arte e dunque al benessere di tutta la collettività.
Distinti saluti
Marcello D’Acquarica
mag162013
DONAZIONE DEL SANGUE DOMENICA 19 Maggio 2013 dalle ore 8,30 alle 11,30
feb122012
Incontro con Antonio Mellone, fondatore de L’Osservatore Nohano
Come è stato il 2011 per la nostra Galatina e qual è la tua speranza per 2012?
Queste le domande fatte al collega Antonio Mellone, direttore de L’Osservatore Nohano.
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Abbiamo deciso di smettere per scelta strategica, pensando che L’Osservatore Nohano avrebbe forse dato più fastidio da morto che da vivo. Ciò detto, ribadisco il fatto che il sito noha.it continua ad essere vivo e vegeto e ricco di contenuti. Anche attraverso questo sito (il discorso vale anche per gli stupendi ed utilissimi siti di Galatina, che consulto ogni giorno) si può riuscire a scorgere nella vita quotidiana locale molti elementi di generalità ed universalità.
Dunque, caro professore Contaldo, qui non parlo che in veste di direttore di me stesso, o - il che è lo stesso - di cittadino. Dovremmo capire una buona volta, cioè, che la vera autorità locale non è il sindaco, o il parroco, o il vescovo, o il direttore della posta o della banca, o l’onorevole di turno, o il direttore di un giornale, o il capo di un partito, o un consigliere comunale o regionale, eccetera eccetera; la massima autorità dovrebbe tornare ad essere il Cittadino (scritto finalmente con la maiuscola) dal quale tutte le (ormai ex) autorità summenzionate dovrebbero sentirsi i dipendenti. Concetto scontato soltanto a parole; un po’ meno nei fatti.
Non c’è unto dal Signore che tenga, né un leader al quale affidare il futuro e noi stessi. La parola leader, si badi bene, è un insulto per il popolo. Non dovremmo aver bisogno di leader o di eroi! Guai seri sarebbero per quel popolo che si affidasse al leader, che poi inevitabilmente si trasforma in padrino locale, anzi in caporale locale. E noi non abbiamo bisogno di caporali, ma di Uomini!
Ognuno è responsabile di se stesso e verso la società. Basta con il velo sugli occhi, con la deferenza, con il servilismo sciocco, con le nebbie dell’incenso, col timore reverenziale, con il belato caprino o ovino, con la paura della verità.
Ma, caro professore, veniamo al dunque, alle risposte, cioè, alla sua domanda sul nuovo anno, sul nuovo che avanza (sperando di non imbatterci nel vecchio che è avanzato). Per questioni di spazio mi limito a guardare avanti più che fare un bilancio dell’anno testé passato, evidenziando cosa mi aspetto e cosa auspico per me e per gli altri concittadini.
Galatina, la più bella terra del mondo, sta attraversando ormai da un decennio una stagnazione politica terribile, che si riflette ovviamente nel campo sociale ed economico. E’ dunque giusto e pio che il Cittadino apra finalmente gli occhi, si svegli dal torpore, diventi parte attiva delle scelte politiche, e, smettendo di essere allergico al nuovo, faccia finalmente piazza pulita - attraverso una X apposta sulla scheda elettorale - di faccendieri, miopi arrivisti, millantatori, navigatori sotterranei conto terzi, malati di logorrea, protagonisti di batracomiomachie e zuffe da pollaio. Qui non si richiede quella corbelleria meglio conosciuta come “ricambio generazionale” (in quanto si può essere giovani a ottant’anni e rincoglioniti a venti), ma, magari, una discontinuità di volti e soprattutto un ricambio di vocabolario. Abbiamo bisogno di una nuova grammatica dello stare insieme, e un nuovo linguaggio che aborra, ad esempio, lemmi della serie: “apparentamento”, “ricaduta elettorale”, “visibilità”, “personalismo”, “vertice di maggioranza”, “poltrona”, “appoggio esterno”, e soprattutto quel luogo comune triviale, anzi quello slogan volgare che è la “politica del fare”…
Detto questo, aggiungo anche che non basterebbero uno o più politici virtuosi per il riscatto di Galatina, Noha, Collemeto e Santa Barbara. Infatti non sempre succede che un uomo pubblico virtuoso riesca a rendere virtuosa la propria città; ma è certo invece che una città virtuosa sa esprimere sempre uomini politici virtuosi. E i cittadini virtuosi sono quelli che si chiedono cosa possono fare per la comunità e non cosa la comunità possa fare per loro.
Dunque bisogna capire che le parole sono importanti, ed è arrivato il momento di impadronircene. Non si capisce perché ultimamente gli arroganti sono diventati intraprendenti; i buffoni, simpatici; i delinquenti, furbi che sanno stare al mondo; i cinici, intelligenti; né si comprende, per contro, perché gli onesti sono diventati fessi; i coraggiosi, visionari; e gli intransigenti, noiosi moralisti.
Serve un nuovo linguaggio comunitario (e laico) che parli finalmente di tutela del territorio, di risparmio energetico, di micro-generazione di energia, di valorizzazione dei beni culturali, di recupero e riciclo delle risorse, di sviluppo sostenibile e quindi anche di decrescita felice, di ristrutturazione del patrimonio edilizio piuttosto che di cementificazione…
A Galatina serve più aria pura e meno CDR, più libri e meno televisione, più conflitti e meno interessi, più centro antico e meno centri commerciali, più passeggio pedonale e meno auto, più incontri pubblici e meno isolamenti casalinghi, più autoregolamentazione e meno divieti (una cittadinanza culturalmente evoluta, ad esempio, non va in giro nel centro storico - ma anche in periferia - in automobile, quando invece può benissimo andare a piedi o al più in bicicletta, e senza il bisogno di vincoli o proibizioni).
Questo auspico per il nuovo anno. Non so se questo sia chiedere troppo.
Va bene, allora, se concludo dicendo che illudersi è pericoloso, mentre sperare obbligatorio?>>
Virgilio Contaldo
nov162010
mag252016
Le giornate migliorano e noi ci prepariamo alla passeggiata settimanale.
Preparatevi anche voi e partecipate alla "Quattropassi Insieme", troverete amici e divertimento... specialmente al rientro.
Vi aspettiamo Giovedì 26 Maggio - raduno alle 20:30 in fidas.
Antonio Mariano
giu112016
Nel mio paese Antonio non è un nome proprio, ma un nome comune di persona. E’ così diffuso che, quanto a tiratura, compete con quello del Santo Patrono: Michele.
Sicché il 13 giugno, festa onomastica degli Antonio e dei Fernando (Fernando è l’antico nome di battesimo del Santo di Padova, ovvero quello de zitu), a Noha è tutto un andirivieni di telefonate, messaggi, scambi di auguri che manco a Pasqua o a Natale.
Questo pezzo non è autoreferenziale, né scaturisce da una richiesta di auguri da indirizzare per l’occasione al sottoscritto. Figurarsi.
Non potrei arrivare a tanto, se non altro per un paio di motivi.
Intanto perché non ho le carte in regola, nel senso che sono il primo a scordarmi (non per cattiveria: è più forte di me) di tutti gli onomastici e dei genetliaci dei miei amici più cari e dei parenti più prossimi. Tuttavia, ultimamente, dopo 48 anni di vita, sto riuscendo a “ricordare” i compleanni di chi conosco grazie face-book, a condizione che costui o costei abbiano evidenziato sulle rispettive bacheche la data di nascita e siano annoverati tra gli “amici”. Siccome molti dei miei conoscenti, soprattutto per loro naturale ritrosia, non compaiono (ancora?) sul libro delle facce, io continuo a scordarmi bellamente delle scadenze di queste particolari forme di cambiali annuali (che tuttavia, bontà loro, non vengono consegnate al pubblico ufficiale per la levata del protesto da parte dei creditori).
In secondo luogo, perché il mio nome pare si pronunci non disgiunto dal cognome, tanto che mi si appella con una sola emissione di fiato, come in un’unica locuzione, o un solo lemma: Antoniomellone (voce ancora sconosciuta nell’annuario del culto e della venerazione agiografica).
*
Tutto questo panegirico (sic!) per dirvi che lunedì 13 giugno prossimo, solennità di Sant’Antonio di Padova, a Noha le benemerite associazioni locali che rispondono ai nomi di Acli, Ragazzi del Presepe vivente Masseria Colabaldi, L’Altro Salento, la CNA di Galatina, Noha.it, nonché molti, molti altri cittadini liberi e pensanti, organizzano un momento di fraternità nelle immediate vicinanze della cappella dedicata al Santo.
La festa ha inizio nel pomeriggio inoltrato sul sagrato della chiesetta, con la benedizione e la distribuzione del “pane di Sant’Antonio”, e proseguirà per tutta la serata (tranquilli, non si farà tardi) in località Magnarè (nomen omen: nel senso che se magna), sempre all’ombra del campanile del tempietto e della sua bella cupola maiolicata.
Non sarà una sagra incontinente con ghiottonerie da centro commerciale, ma una molto più frugale festa di paese con distribuzione di panini imbottiti con salsiccia cotta al momento o pezzetti di carne al sugo. Dolci e altre prelibatezze locali completeranno la cenetta antoniana. Il tutto sarà innaffiato da acqua, birra e vino, mentre bandite saranno finalmente le solite bibite dolci, gassate e multinazionali (oltretutto dannose al corpo, alla mente, all’ambiente e all’economia).
Infine, per chi proprio non riuscirà a farne a meno, potrà assistere in diretta alla proiezione su maxischermo della partita di calcio Belgio vs Italia, valevole per il campionato europeo. Quando si dice unicuique suum.
*
Il party si concluderà, come tradizione vuole, con un piccolo spettacolo di fuochi pirotecnici e con il suono della campana di Sant’Antonio.
Il ricavato della serata sarà devoluto alla fidas di Noha, l’associazione dei donatori di sangue, nel pieno dei festeggiamenti per il suo trentennale dalla fondazione.
Tutti sono invitati a questa bella festicciola di paese, alla quale non possono assolutamente mancare tutti gli Antonio e i Fernando locali.
*
Un antico adagio nohano così recita: ‘Ntoni, li rari su li boni, e quiddhri ca su boni, su focu de Sant’Antoni’ [traduzione: chi si chiama Antonio raramente è una persona di valore, ma se lo fosse sarebbe d’inestimabile valore, vale a dire fuoco di Sant’Antonio].
Sono convinto che quasi tutti gli Antonio e i Fernando di Noha siano “fuoco di Sant’Antonio”. E che, dunque, per schiodarsi dal divano (per venire alla festa) non sia necessario un miracolo del Santo Taumaturgo per antonomasia.
Antonomasia: mai figura retorica fu più azzeccata al caso.
Antonio Mellone
giu092016
Lunedì 13 giugno le associazioni del territorio (tra le quali: la fidas Noha, il Gruppo Masseria Colabaldi, I dialoghi di Noha in collaborazione con Noha.it, le ACLI, L'Altro Salento, la CNA di Galatina e molti altri cittadini liberi e pensanti) sono liete di organizzare la FESTA DI SANT'ANTONIO.
Una festa semplice e genuina nelle immediate adiacenze dello storico sito in C/da Magnarè, meglio noto “sotta a Santantoni". Troverete bella musica, Pittule, Pucce con le olive, Carne alla griglia, Vino buono e tanto altro ancora, (il ricavato della manifestazione sarà devoluto in beneficenza alla fidas, la benemerita associazione dei donatori di sangue di Noha).
I festeggiamenti inizieranno con la Celebrazione eucaristica alle ore 9:30 nell’antica cappella gentilizia nohana della famiglia Bianco, ubicata in Contrada Magnarè - Noha si riprenderà alle ore 20:00 con la benedizione dei pani e continuerà fino a tarda notte.
Siete tutti invitati a questa bella manifestazione di solidarietà e fraternità e in particolare tutti quelli che portano il nome del Santo:
Antonio Mariano
mag312016
La fidas Noha organizza una gita ai "MASSI DELLA VECCHIA" di Giuggianello e alla "CAVA DI BAUXITE" di Otranto per Domenica 5 Giugno 2016.
PROGRAMMA:
Raduno presso la Casa del Donatore alle ore 14:30 per l'iscrizione e registrazione gratuita e con auto propria, su cui sarà applicato un numero di identificazione sui vetri ant. e post.
La partenza è fissata per le ore 15:00 in colonna, con arrivo previsto entro le ore 16:00 e rientro in serata.
La fidas Sarà lieta di offrire il Coffee Break tra un'escursione e l'altra.
La manifestazione rientra nelle attività del 30° Anniversario di Fondazione di fidas Noha
Antonio Mariano
mar252013
L’altro giorno m’è arrivato per posta da parte della fidas di Noha - tra i cui soci s’annovera ormai da qualche decennio anche il sottoscritto - l’invito graditissimo a partecipare alla festa del trentennale del gemellaggio tra l’associazione dei donatori di sangue fidas di Vicenza e quella Leccese.
Il calendario dell’iniziativa, che verrà pubblicato anche su questo sito, è ricco di eventi, incontri, momenti formativi e conviviali, donazioni del sangue presso la nostra Casa del donatore di Noha (una delle più attrezzate, accoglienti e confortevoli d’Italia), ed, infine, visite guidate nei centri storici di Galatina, di Gallipoli, e, non ultimo, quello di Noha.
Che bello - ho pensato – trecento amici vicentini verranno nel Salento e addirittura a Noha per godere della nostra ospitalità, del nostro ambiente, delle nostre ricchezze storiche, artistiche, culturali, eno-gastronomiche…
E mentre riflettevo su tutto questo già mi prefiguravo il gruppo di turisti vicentini che passavano dal loro centro storico (che ho più volte visitato tempo addietro) ricco, pulito, intonso (come se il Palladio vivesse ancora), ben illuminato, chiuso al traffico, al nostro, ancor bello, a misura d’uomo, particolare nella sua morfologia e nel suo mistero.
I nostri compagni di avventura potrebbero incominciare il percorso turistico nohano con la visita alla nostra piazza San Michele, il salotto buono, quello sul quale si sporgono da un lato la maestosa facciata della nostra chiesa madre (sul cui fastigio scolpito a tutto tondo in pietra leccese campeggia l’antico stemma di Noha con le tre torri e i due velieri, sormontato dalla corona baronale e abbracciato quasi dai due rami rispettivamente di arancio e di alloro) e dall’altro, di fronte, come se da tempo immemorabile dialogassero del più e del meno, la torre dell’orologio del 1861 (o quel che ne rimane). Potremmo raccontar loro che purtroppo l’orologio è fermo da un quindicennio se non di più, che le campane sono mute, che i loro battagli o martelli sembrano svaniti nel nulla, che però il meccanismo interno dell’antico cronometro a corda è esposto nell’atrio delle scuole di Noha. Arrampicandoci sugli specchi potremmo pure raccontar loro la palla megagalattica secondo cui la torre e il balcone civico verranno restaurate “quanto prima” secondo le intenzioni dell’amministrazione comunale. E che s’è anche pensato di chiudere finalmente al traffico il nostro centro storico, liberandolo una buona volta da auto in transito, parcheggiate, o spesso fermate a casaccio. Mica possiamo dir loro tutto, ma proprio tutto, come per esempio il fatto che i nostri rappresentanti politici, inclusi gli attuali, non ci sentano da un orecchio, e dunque preferiscano costruire circonvallazioni interne e discutere di nuove aree mercatali da cementificare in quattro e quatto otto, ma anche di comparti e di centri commerciali food e non food da far nascere in mezzo alla campagna di Collemeto, sempre in nome delle “ricadute sull’occupazione e lo sviluppo”, il ritornello buono per ogni occasione, ripetuto a mo’ di un salmo responsoriale un po’ da tutti i pecoroni di destra e manca.
Ma ci converrebbe tirare innanzi, senza indugiare più di tanto su certi argomenti: i nostri amici vicentini potrebbero accorgersi del nostro imbarazzo e magari smascherare così su due piedi le nostre magagne comunali.
Potremmo poi condurli in via Pigno per far loro ammirare il nostro orgoglio, la torre medievale nohana - che rispetto a quella di Pisa ha solo il decuplo del rischio crollo - con quel grazioso motivo di archetti e beccatelli quale corona alla sommità, con il ponte levatoio, con le catene tiranti, e con il passaggio segreto. Tutta roba che però i nostri ospiti potranno solo immaginare, senza poter vedere né toccare, perché la torre, il ponte, la vasca ed il passaggio, che stanno in piedi da oltre settecento anni quasi per quotidiano miracolo, sono – oltre che privati - nascosti dietro un alto muro di cinta, il muro di Berlino di Noha mai abbattuto però (arricchito ultimamente anche da un murales policromo). Continuando nella nostra pantomima potremmo insistere nel dire ai vicentini che siamo certi che nei prossimi settecento anni qualcosa si muoverà. Ma non diciamo loro cosa, se la torre, il ponte, il muro dei Galluccio, o finalmente qualche neurone nohano.
Sconsolati appena un po’ potremmo proseguire oltre, portandoli di fronte al palazzo baronale, anzi, forzando un po’ la mano, addirittura prima nell’atrio e poi nel cortile o piazza d’armi del castello. Il che è il massimo che si riuscirebbe ad ammirare di quest’altro bene culturale nostrano: da quando sono state sfrattate le gentili signore che vivevano al piano nobile del palazzo sembra che se la siano svignata anche i fantasmi del passato aggrappati alle sue chianche oltre che alle volte dei secoli, lasciando il posto alle tarme, all’umidità, alle muffe, e a qualche altro verme solitario o in colonia.
Ma poi, lasciandoci alle spalle cotanto oltraggio (e sottacendo accuratamente il fatto che sotto i loro piedi si cela un grande antico frantoio ipogeo visitabile soltanto dagli speleologi coraggiosi, mica dai turisti) potremmo riuscire a riveder le stelle o le stalle conducendoli nei pressi delle famose casiceddhre e raccontare loro la storia dello sciacuddhri. Però, ahimè, anche qui, i nostri poveri viaggiatori, pur a bocca aperta, dovrebbero rimanere a debita distanza da questa meraviglia per il pericolo di caduta massi in testa. Anche qui i nostri amici avrebbero a che fare con rovine e stupidità: ultimamente anche il campanile è crollato, ridotto ad una piccola torre mozza, una montagna spaccata, un rudere, uno sgorbio, mentre il resto delle casiceddhre, ridotte a poco più che macerie allo stato puro, sembrano quelle stesse che ancor oggi si contemplano nel centro storico de L’Aquila, “ricostruito” dal governo del cavaliere mascarato. Soltanto che qui a Noha non c’è stato il terremoto, ma probabilmente qualcosa di peggio.
Poi chiuso questo capitolo, li indirizzeremo da lì ad una cinquantina di metri verso la “casa rossa” (magari nel frattempo li avremo bendati ben bene, come al gioco della mosca cieca, per non fargli scorgere il sito archeo-industriale scoperchiato e diruto del Brandy Galluccio).
Eh già, eh sì, la leggendaria casa rossa, la casa pedreira nohana che sembra disegnata e fatta costruire dall’architetto spagnolo Antoni Gaudì, ricca di cunti e storie, e destinata a diventare poco più o poco meno che la dependance di un paio di casini (in minuscolo, e non nel senso volgare del termine). Ma forse sarebbe meglio stendere un velo pietoso anche su quest’altra roba che non sapremmo più come definire. Meglio non nominarla invano facendo finta di nulla? Come se non esistesse? Forse sì. Se sapessero e vedessero in che stato versa l’interno e l’intorno di quello che un tempo era uno splendore gli amici vicentini potrebbero risponderci con degli insulti se non con degli improperi espressi con altrettante sonore pernacchie.
Non so se sarebbe il caso di andare oltre conducendo il gruppo dei malcapitati nei pressi della masseria Colabaldi ancora una volta messa in vendita dagli acchiappagonzi con tanto di comparto approvato da chissà quale illuminata maggioranza di consiglieri comunali per la costruzione di una ottantina di villette a schiera acquistabili con comode rate cinquantennali. Ma forse no, meglio lasciar perdere anche qui e cambiare itinerario, meglio accompagnare i donatori (di pazienza) nella nostra amena splendida fertile multicolori campagna nohana, per esempio verso lu Runceddhra.
Ma a pensarci bene purtroppo anche là ad attenderci non ci sarebbero che scempio e tristezza, come quei quaranta e passa ettari di impianto fotovoltaico, inutili o di certo non utili alla popolazione o al comune (come invece tanti allocchi - inclusi i nostri rappresentanti politici - credevano dapprincipio o temo credano ancora).
No, no, come non detto, meglio ritornare alla casa del donatore, senza nemmeno dirgli che quell’edificio color rosa antico adiacente è il vecchio cinema paradiso di Noha, il nostro “Cinema dei fiori”, ormai in balia di funghi, muschi e licheni.
Però, se non per rifarci, almeno per darci un tono, potremmo dire che abbiamo oltretutto anche un centro sociale nuovo di zecca, con tanto di funzionalissima sala convegni, come quella della vecchia scuola elementare di piazza Ciro Menotti ristrutturata un paio di anni fa ed inaugurata in pompa magna il primo dicembre scorso. Il fatto che sia ancora chiusa al traffico dei pensieri e delle opere è una quisquilia: manca ancora l’elettricità come Dio comanda, anzi come comanda la legge. Embè? Cosa vuoi che sia. Inezie, dettagli. Prima o poi l’Enel allaccerà ‘sto benedetto cavo e tutto potrà partire secondo i programmi. Quali, non si sa ancora. Ma i nostri rappresentanti “disponibilissimi e preparatissimi” ci hanno assicurato: “tutto secondo i programmi”. Punto.
Forse sarebbe meglio abbassare la cresta e l’enfasi sulle nostre meraviglie: rischieremmo che i nostri ospiti, gli amici donatori di sangue venuti dal nord, turisti per caso o loro malgrado, affranti di fronte a tanta bellezza spriculata, esprimendosi in vicentino stretto, rivolgano a noi queste semplici ma significative parole a mo’ di giusto guiderdone per la nostra responsabilità - fosse anche solo quella di esserci voltati più volte dall’altra parte: “Nohani, cu pozzati buttare lu sangu!”.
dic122017
E’ domenica mattina. Anche se si è lavorato tutta la settimana e quindi si è stanchi, quando il cielo è azzurro e l’aria mite, è preferibile stare fuori all’aperto piuttosto che impigrirsi nel letto.
Quindi ci ritroviamo davanti alla sede fidas-Noha di via Calvario, pronti e puntuali, come esige il buon rapporto con impegni collettivi, come questo organizzato da fidas - Leccese per la formazione dei suoi quadri dirigenziali.
La prima parte della giornata formativa, tratta un argomento che accomuna l’interesse di molti di noi: la malattia oncologica oggi. Purtroppo stiamo vivendo già da alcuni decenni, un periodo storico che possiamo paragonarlo a quello della peste nera. Come me credo che un po’ tutti siamo sul chi va là per via della specificità della materia, quella della medicina e ci attendiamo una mattinata difficile per via della probabile astrusità dei termini tecnici. Ma al contrario delle aspettative, il dottore Alessandro Cocciolo, che fra l’altro sostituisce la dott.ssa Assunta Tornesello, Direttrice U.O. di Oncoematologia Pedriatica “V. Fazzi”, Lecce, è molto chiaro nell’esposizione, usa una terminologia alla portata delle mie (e credo di tutti) conoscenze e porta una ventata di relativa positività sulla situazione sanitaria del Salento.
Mi sorprende infatti sentirgli dire, in più occasioni, che il Salento, in quanto a percentuali di tumori, è in linea con l’Italia. Per la prima volta, una raccolta dati (quella di AIRTUM: Associazione Italiana Registro Tumori), è testimone di una notizia simile, in questi ultimi anni, molte testate giornalistiche hanno diffuso allarmi tutt’altro che positivi in area Lecce, Maglie e Galatina (Per esempio: “Noteremo che i distretti di Maglie e Galatina hanno numeri abnormi. E la spiegazione non può essere il fumo di tabacco. Di certo, c’entra la pressione ambientale.” http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/29/salento-e-emergenza-tumore-ai-polmoni-ma-a-nessuno-interessa-sapere-motivi/726641/).
Per la prima volta sento dire: “Incidenza tumori in calo”; “Mortalità in calo”.
Sento parlare di fare Prevenzione Primaria, e cioè eliminare e non produrre più inquinanti, di aumentare la Prevenzione Secondaria (indagini, screening, ecc) cosa ancora non ben radicata (forse) qui nel nostro Salento. Di evitare l’uso di prodotti alimentari conservati, e invece la grande distribuzione ce li impone.
Anche qui penso e mi riallaccio alla differenza fra i grandi centri commerciali alle grandi catene di supermercati (vedi l’ennesimo Pantacom) e ai nostri vecchi e numerosi negozietti di paese.
E poi, dulcis in fundo, la ciliegina sulla torta, il dr. Cocciolo apre il capitolo delle intolleranze alimentari ed esordisce: “Non ci sono incidenze tumorali, anzi se una persona sorveglia le proprie intolleranze abbatte l’incidenza tumorale e le relative problematiche”.
Mi viene da dire: grazie dr. Cocciolo, per queste “buone notizie”. Lo penso davvero, ma il mio pessimismo mi porta a indagare, ad andare avanti nell’arte dell’osservare con il dubbio. Ciò non toglie che comunque una ventata di aria fresca il dr. Cocciolo ce l’abbia fatta passare veramente.
Questo non ci deve consolare, in quanto i numeri di mortalità sono alti, basta guardare anche solo a Noha quante sono le persone morte prematuramente a causa dei tumori. I casi di mortalità in ambito nazionale, dice il dr. Cocciolo, sono molto più numerosi di una guerra (176000 morti all’anno). Quindi il fatto che il Salento sia allineato con il resto del Paese Italia va bene, ma NON deve farci abbassare la guardia, soprattutto a noi di fidas, che avendo una certa sensibilità e responsabilità, siamo degli osservatori attivi nel volontariato.
E’ stato interessante sapere che le cellule tumorali si manifestano per il 20% da familiarità e per l’80% per predisposizioni genetiche combinate con fattori ambientali. Questo vuol dire che non possiamo più fare a meno di ascoltare e interpretare i segnali che il nostro corpo ci dà (prevenzione) e soprattutto non possiamo più trascurare l’ambiente, in quanto attore e protagonista della nostra salute. Il dr. Cocciolo non si è limitato a parlarci di cellule e di percorsi processuali delle loro variazioni, ma ha chiarito concetti che spettavano e spettano alle istituzioni come Arpa e Asl, ecc. che si devono occupare degli inquinanti pericolosi quali amianto, benzene, catrame, carbon fossile, ecc. (questo argomento mi ha subito richiamato alla mente i 14 km quadrati di carbone che Colacem di Galatina tiene stoccati a cielo aperto). Quindi ascoltando la lezione del dr. Cocciolo nascono interessanti intrecci con altre notizie e questo ci permette di essere più informati. Essere informati vuol dire anche essere dei buoni diffusori.
Il quadro di rappresentazione del contesto in cui viviamo e dei prodotti che adoperiamo è stato veramente ampio, non solo limitato al campo specifico della medicina, insomma un vero e proprio documentario alla Piero Angela. Se dovesse ripetersi lo ascolterei ancora molto volentieri e lo consiglio a tutti.
Non possiamo più delegare e ignorare, questo ha voluto in sintesi farci intendere il dr. Alessandro Cocciolo con la sua serena esposizione di fatti anche drammatici.
La seconda parte della giornata di formazione, ahimè costretta nella fase digestiva del dopo “colazione”, non risplende di cotanto trasporto, ma alla fine anche qui, la diabolica maestria espositiva e simpaticissima voce del nostro Presidente Emanuele Gatto (Gerry Scotti in confronto è un vero dilettante), ci permette di aggiungere al nostro bagaglio culturale anche le pesantissime note relative alla riforma del Terzo Settore e di come si abbatterà sulla nostra Associazione.
Così, fra numeri di articoli che si susseguono velocemente, registri telematici in arrivo, decreti legislativi, non più Onlus, non più Associazioni di Volontariato, ma semplicemente ETS (Ente del Terzo Settore), non più albi regionali ma un unico Nazionale, tra piattaforme virtuali e nuovi certificati relazionali, in attesa di un nuovo organo di controllo, finiremo tutti per confluire in una rete associativa, e speriamo che sia di maglia non tanto larga per tenerci tutti uniti. Perché solo uniti si può vince.
Marcello D’Acquarica
giu122017
Galatina avrà il suo capo. Il voto dei cittadini premierà la repubblica o la monarchia (chi rappresenta cosa non lo so)? Un’analisi dei risultati ottenuti dai vari candidati, però, a questo punto è doverosa. Lo spasso, infatti, che ci hanno regalato i vari comizi e confronti elettorali ha fatto sembrare Antonio de Curtis, in arte Totò, un dilettante.
Iniziamo con colei che ha preso meno voti, Sindaco Daniela.
Considerato che la suddetta si è presentata con ben sette liste, l’aver preso meno voti di tutti non è una sconfitta, ma una disfatta. Infatti, se solo avessero votato tutti i parenti dei soli candidati nelle sue varie liste civiche, mamme e papà, fratelli e sorelle, zii, nonni e cugini e cognati degli aspiranti consiglieri o assessori, la candidata avrebbe dovuto prendere almeno il doppio dei voti ottenuti. Poiché ciò non è accaduto, si capisce che la signora Daniela non ha convinto neanche quelli di famiglia: o non ha funzionato il suo programma, o non hanno funzionato i suoi candidati, o non ha funzionato lei. Una cosa è certa: lei vuole la politica, ma la polis non ha voluto lei e, poiché esistono infinite arti, questo forse sarebbe l’invito a fare altro nella vita.
Segue, a pochi voti di distanza, Roberta Forte.
È un volto conosciuto ai galatinesi, folta chioma e sorriso smagliante. Se io però avessi dovuto scegliere tra l’appoggiare il programma spaziale americano e il suo di programma, di certo mi sarei schierato per il primo in quanto, mentre la conquista dello spazio sembra avere possibilità di successo, il secondo contempla le stelle senza telescopio. Se poi consideriamo il fatto che il suo modello di sostenibilità e sviluppo è Napoli, allora è chiaro che Roberta ha le idee poco chiare in quanto il capoluogo partenopeo non è proprio un gioiello di welfare. Essendo queste le premesse, tutti quei voti sono anche troppi poiché vaneggiare è mestiere molto deprimente. L’invito emerso dalle urne però è chiaro: è vero che tentar non nuoce, ma è vero altresì che perseverare è diabolico.
Eccoci a Paolo Pulli del M5S.
È il vero vincitore. Considerato che il signor Paolo si è presentato con una sola lista, coerente con il movimento pentastellato, più di milleseicento voti sono una vittoria. È un volto, il suo, che trasmette onestà e trasparenza (consapevole del fatto che non si giudica dall’apparenza). Il suo programma è comprensibile, realista, visionario, una ventata di novità che suscita interesse in un paese in cui l’età media della popolazione guarda al cimitero mentre i giovani che la Fornero definì choosy emigrano come rondini in primavera. Quanto emerge dalle urne è un invito a Pulli a crederci ancora, poiché una grande fetta d’elettorato crede in lui.
Giunti al podio, al terzo posto Paola Carrozzini.
Presentatasi con cinque liste, la signora Paola pensava che il simbolo del partito democratico gli avrebbe garantito la vittoria. Ma poiché dietro a quelle due lettere (PD) incombe l’ombra diabolica del Burns Renzi Simpson, e considerato che Renzi equivale a fandonie, allora è chiara la sconfitta: se Renzi è uguale a frottole e PD è uguale a Renzi, allora la candidata del centrosinistra e il suo programma equivalgono a frottole, esattamente come i primi due.
Siamo al secondo classificato, Marcello Amante.
Le sue cinque liste civiche gli hanno garantito il successo sperato. Faccia pulita la sua, occhiale intellettuale, trasparente nell’immagine, meno in ciò che intende fare. Il suo è un programma pieno di lacune, da cui non si comprende quale vuole essere il suo punto di forza. La grande paura è che la sua, semmai vincerà al ballottaggio, possa essere un’amministrazione del “un po’ qui e un po’ là” ed è già chiaro che non sarebbe nulla di splendido. Ma noi, umili e delusi cittadini, ci accontenteremmo dell’ordinaria amministrazione, cioè di quella che non c’è mai stata. Caro Marcello, non volendoti sopravvalutare, credi che almeno per l’ordinario tu potresti esserne capace? Ai posteri, anzi a posteriori la sentenza.
Primo classificato della fiera, Giampiero De Pascalis.
Vince il centrodestra, anzi, mi correggo, con le sue sette liste, vincono tutti, proprio tutti. Lo scopo, infatti, era mettere in campo quante più persone possibile in quanto la matematica non è un’opinione: più candidati, più voti (non sempre l’equazione si verifica: vedi Sindaco). Qui l’armata brancaleone riesce nell’intento. Se costui però, qualora dovesse vincere al ballottaggio, amministrerà con la stessa sensibilità con cui si è rivolto (durante un confronto con gli altri candidati davanti all’associazione fidas) a qualcuno che ha dovuto giustificargli la presenza con il fatto di essere iscritto all’ordine dei giornalisti, partiamo veramente male. Se poi Berlusca gli ha insegnato la mossa dell’ “alzati e vattene” come fece con Lucia Annunziata, gli si richiede almeno che lasci il confronto con più stile di quello dimostrato finora. Di chi sia Giampiero e di cosa abbia fatto per il Comune di Galatina non ci interessa (siamo costretti a non interessarci, altrimenti dovremmo già screditargli la vittoria). Il problema grosso, però, è che non abbiamo capito un sola virgola di che cosa voglia fare, ed è ancor più preoccupante il fatto che non lo abbia capito neanche lui. Praticamente, come al solito vi toccherà votare sulla fiducia.
Vediamo cosa chiedere al prossimo sindaco.
Decoro, decoro, decoro. Lavoro, lavoro, lavoro.
Galatina e frazioni sono abbandonate ad un’incuria inaccettabile; gli spazi pubblici, già pochi sulla mappa, sono la cartina tornasole delle ultime passate amministrazioni e di anni di commissariamenti. La desertificazione ha raggiunto ormai da anni un livello inaccettabile (sfido chiunque a trovare un po’ d’ombra sotto quattro rami). Rifiuti dovunque, strade disastrate, criminalità, un debito del Comune vergognoso, tasse altissime, servizi inesistenti, beni artistici abbandonati all’incuria.
Quello che c’è da fare, dunque, è evidente. Creare opportunità lavorative per i giovani che si affacciano sul mondo del lavoro, offrire istruzione adeguata, garantire ai cittadini tutti i servizi di cui hanno bisogno, a partire dal trasporto pubblico che deve essere promosso e incentivato. Prendersi cura degli spazi comuni, del verde pubblico, programmando un serio e meticoloso rimboschimento di tutte le aree possibili. Fontane pubbliche funzionanti. Rifacimento del manto stradale e scrupolosa disamina delle concessioni edilizie future. Controllo accurato delle campagne affinché non si verifichino incendi incontrollati, sanzioni salatissime a chi da fuoco ai rifiuti, soprattutto quelli tossici. Vigilanza sulla raccolta dei rifiuti che deve essere fatta scrupolosamente in modo differenziato, controllando anche che gli operatori della raccolta facciano bene il proprio lavoro, e incremento delle raccolte straordinarie di spazzatura disseminata per tutto il territorio. Recupero e utilizzo appropriato delle strutture a disposizione della comunità. Maggior efficacia nel recupero dei crediti e nel risanamento del debito. Azzerare lo spreco. Incrementare i fondi e reperirne quanti più possibile per il restauro delle opere d’arte, apertura al pubblico dei siti d’interesse storico, archeologico ed artistico, costruzione di un marciapiede con annessa pista ciclabile dal paese di Noha al suo cimitero, cura o affidamento a privati dei rondò e delle isole pedonali. Maggior sforzo per eliminare il randagismo. Rilancio del quartiere fieristico. Promozione turistica e maggior sensibilità alla sicurezza stradale (in media abbiamo più incidenti stradali mortali noi che tutta la città di Milano). E qui mi fermo.
Il futuro sindaco potrebbe però chiedermi: “Io devo fare tutto questo?”. Certo che devi, altrimenti fatti da parte poiché noi non siamo disposti a darti un solo euro se tu sei incapace di fare quello per cui ti sei candidato. Hai tutto il tempo per farlo (se sarai in grado di non farti commissariare prima): cinque anni, vale a dire milleottocentoventicinque giorni.
C’è il rischio, dunque, che dopo anni di malagestione e commissariamenti, il nuovo arrivato si senta come lu pulice intru la farina ca se ntise capumulinare. Chi indosserà la fascia tricolore però, lo sa bene quale sarà la sua responsabilità e costui stia pur certo che noi vigileremo, eccome se vigileremo. Osserveremo ogni sua mossa, leggeremo ogni sua delibera, ascolteremo ogni sua parola e, se non dovesse svolgere bene il proprio incarico, allora costui si prepari poiché quelli che hanno a cuore questo paese, vicini e lontani, residenti e non, insomma quelli come me, dei rompicoglioni, gli daranno filo da torcere.
La fascia non è un simbolo di potere: al contrario essa rappresenta chi è al servizio della comunità e non a capo di essa. C’è un’altra figura che indossa la fascia (seppur al contrario rispetto al sindaco, e cioè dalla spalla sinistra al fianco destro) nella chiesa cattolica e ortodossa, ed il diacono. È la stola che nell’antichità serviva a tenere il canestro per la distribuzione dei beni. Diacono, dunque, vuol dire schiavo, servo della comunità. Sindaco, invece, significa “difensore di una comunità”. Che cosa dovrebbe difendere il nuovo sindaco glielo abbiamo detto, come dovrebbe farlo sta a lui capirlo.
Fabrizio Vincenti
gen122016
Domenica 17 gennaio fidas Noha compie 30 anni, l'associazione darà una festa per celebrare l'anniversario, si inizia la mattina con la prima donazione dell'anno per finire a sera con lo spettacolo comico del gruppo "BashaKa Indie"
lug202014
2 camper, 20 giorni di viaggio e quasi 8.000 chilometri da percorrere.
E tutto questo per ricordare l’importanza del dono del sangue.
È fidas On The Road, l’evento organizzato dalla fidas, Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue, che vedrà, per l’appunto, due camper targati fidas attraversare l’Italia e raggiungere 36 località con altrettanti appuntamenti di informazione, prevenzione e valorizzazione del dono del sangue, oltre che di intrattenimento e di divertimento.
In questo intenso “tour della solidarietà”, ben 4 le tappe pugliesi e Lunedì 21 Luglio quella a Galatina.
A partire dalle 18.30 ci sarà l’accoglienza del camper “griffato” fidas in Piazza San Pietro con l’esibizione del Concerto Bandistico “San Gabriele dell’Addolorata” di Noha, per poi proseguire con la donazione collettiva alla cui realizzazione contribuiranno le Sezioni fidas Leccese di Galatone, Sternatia, Noha e Collemeto.
“Questo grande tour della solidarietà - spiega il Presidente Provinciale della fidas Leccese, Emanuele Gatto,- rappresenta un’importante per trovare sempre nuovi modi di parlare di donazione di sangue soprattutto in questo periodo dell’anno in cui costantemente i centri trasfusionali della Provincia di Lecce vanno in emergenza a causa dell’aumento del fabbisogno. Ed è proprio per questo motivo che, all’interno del grande momento di festa programmato per Lunedì prossimo a Galatina è stata programmata una raccolta straordinaria con l’equipe del SIMT di Lecce, guidata dal primario Dott. Fernando Valentino, che speriamo porti ad un ottimo risultato in termini donazionali”.
Subito dopo la donazione straordinaria comincerà una serata all’insegna del divertimento e dell’intrattenimento. Infatti in Piazza San Pietro ci sarà lo spettacolo musicale “Note libere in tour”, oltre all’esibizione del grande Stefano Scarpa, l’uomo bandiera, vincitore di Italia’s Got Talen testimonial fidas, nonché fresco Guinness World Recordman 2014, il quale incanterà gli spettatori con le sue acrobazie aeree.
Nel percorso fidas On The Road, che si avvale del patrocinio del Centro Nazionale Sangue, della Società Italiana di Medicina Trasfusionale, dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, della Polizia di Stato, dei Carabinieri, dell’Anas e dell’Asaps, fidas ha scelto di percorrere le strade delle vacanze anche per sottolineare l’attenzione alla sicurezza stradale e ai corretti stili di vita. L’estate, infatti, è spesso caratterizzata dall’aumento di incidenti stradali che richiedono una maggiore disponibilità di sangue; fidas On The Road porta la missione del donatore non solo in strada ma soprattutto sulla strada, per coloro che ne sono vittime, ricordando che “il sangue è meglio donarlo che versarlo”
mag172017
Rieccoci! Con la bella stagione riprendiamo con la "Quattropassi Insieme" giunta alla quarta edizione.
Vi aspettiamo numerosi giovedi 18 maggio alle ore 20.30 presso la "Casa del Donatore" per fare insieme una bella passeggiata.
Partecipazione libera per tutti.
fidas Noha
feb222015
La “Via Crucis” di don Donato, mio zio, ha raggiunto lentamente il suo “Calvario” proprio ieri sera, verso le ventuno, allorché, con l’ultimo respiro, si è abbandonato nel bacio del Signore.
La “sosta” in quel di Casarano, all’Euro-Italia prima, e al reparto di Ortopedia dell’ospedale civile di quella città poi, è durata un paio di mesi all’incirca: tanti quanti bastano per dare l’ultimo tocco alla vita d’un uomo che ha vissuto la sua santità nel più semplice e schietto dei modi, nella più intima e sofferta unione con Cristo crocifisso. Lì, in quel reparto, in quella “terza parrocchia” (dopo quelle rispettivamente di Santa Maria al Bagno e poi di Noha) don Donato ha celebrato ogni giorno le sue messe più belle, quelle dove poneva sull’altare delle offerte la sua sofferenza, “a completamento delle sofferenze di Cristo, a pro del suo Corpo, che è la Chiesa” (cf. 1 Cor 1, 24).
Ma i malanni di don Donato partono da lontano.
Io davvero non ho mai capito come mio zio riuscisse ad essere sempre gioviale, sorridente e spiritoso con tutti, oltre che a partecipare, negli “anni ruggenti” della sua “arcipretura”, a tutte le celebrazioni liturgiche, ad organizzare il coro, a seguire i diversi gruppi parrocchiali, a dare una mano ai bisognosi, ad impelagarsi nella costruzione di una nuova chiesa, insomma a fare il prete (anzi, di più: il parroco), nonostante gli acciacchi che lo tormentavano da decenni, come ad esempio i gravi problemi alla vista (forte miopia da sempre, e poi distacco di retina - con l’aggravante di un intervento chirurgico mal riuscito che gli aveva fatto perdere la funzionalità dell’occhio destro già a partire dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso – e ancora glaucoma, e infine una cataratta non operabile, all’altro occhio, quello “buono” diciamo), le disfunzioni alla circolazione sanguigna a gambe e piedi, e successivamente l’“artrite reumatoide deformante” alle mani già a partire dai primissimi anni ’90, e la gotta che martoriava molte delle sue articolazioni (“sento come tante punture di spilli” diceva), tanto che le processioni solenni erano per lui un vero e proprio supplizio (al quale, non so come, si sottoponeva con gioia), l’abbassamento di udito…
La caduta con conseguente rottura del femore di qualche anno fa, e l’ischemia che gli aveva bloccato il braccio sinistro si può dire che sono storia dell’altro giorno, le classiche “ciliegine sulla torta”.
Ma nonostante tutto don Donato appariva, sì, stanco, malato, vegliardo, ma mai vinto.
Pare che funzioni così: lì dove vengono meno le forze fisiche, sovrabbonda la forza, incredibilmente più potente della preghiera. Eh sì, come tutti sanno, non riusciva a fare a meno di questa portentosa medicina, prima durante e dopo i pasti.
· *
Ora che la “cronaca” deve lasciare il posto alla “memoria”, qualcuno m’ha chiesto quale sia il momento in cui la figura di mio zio mi si presenta alla mente nella sua interezza: in quella sua “umanità” così esemplare e ricca del sorriso incoraggiante di chi sta bene con se stesso e con gli altri, nonostante tutte le infermità o le indisposizioni. Bisogna, tuttavia, superare le risposte ovvie: quali sarebbero ad esempio l’inaugurazione della nuova chiesa Madonna delle Grazie, o i grandi festeggiamenti delle feste patronali, o le messe del fanciullo, o le suonate all’organo, o i grandi raduni, o le feste in famiglia…
Ciascuna e tutte queste risposte sarebbero valide e belle, da mettere insieme in altrettanti spazi d’una antologia, come dire, sacra ma anche profana.
Le diapositive, invece, che in questo momento conservo più care nella memoria sono quelle della domenica pomeriggio, quando dopo il pranzo, lo accompagnavo a casa sua, e dandogli il braccio, il bastone nell’altra mano, mi ringraziava e mi salutava cordialmente prima di chiudere il portoncino, mentre io gli rispondevo: “buon riposo”.
Ecco, in quello stesso modo voglio salutarlo per l’ultima volta anche oggi: buon riposo, zio Donato.
· * *
P.S. Sento il dovere di ringraziare tutte le persone vicine e lontane che in un modo o nell’altro hanno partecipato al dolore mio e a quello dei miei famigliari.
Non è possibile citare qui tutte le persone verso le quali mi sento debitore. Per alcune di esse, tuttavia, la citazione deve essere esplicita. Ringrazio innanzitutto il parroco di Noha, don Francesco Coluccia, per la delicatezza, la presenza e l’aiuto che non ha mai fatto mancare a mio zio e alla mia famiglia. Grazie all’arcivescovo di Otranto, Mons. Donato Negro, e a tutti i confratelli sacerdoti che hanno celebrato i funerali del “patriarca di Noha”. Grazie alla parrocchia di Noha, alle associazioni religiose, al Circolo Cittadino Juventus, al circolo culturale “Tre Torri”, alla parrocchia di Santa Maria al Bagno, alla fidas Noha, al delegato della frazione di Noha, avv. Daniela Sindaco, all’arcidiocesi di Otranto, per i manifesti commemorativi di don Donato. Tanti ringraziamenti al coro parrocchiale e all’organista, Michele Scalese, per la partecipazione. Grazie ancora a Sergio, Silvana, Gerardino, Maria Luce, Biagino, comandante Tundo, ing. Vincenzo Paglialunga, don Emanuele, Patrizia, Antonietta, Antonella, Paola, Fabrizio, Angela, Marcello, P. Francesco D’Acquarica, Michele, Rinaldo Pignatelli, Antonella, Giusy, i seminaristi di Noha, Luigi e Giuseppe, e tanti altri partecipanti alle esequie. Grazie anche ad Albino Campa, al sito Noha.it, e ai suoi internauti. Grazie ancora per i tantissimi “mi piace” degli amici di Face-Book.
Concludo, come concludeva don Donato, alla fine delle celebrazioni eucaristiche più importanti, allorché, trovandosi ad esprimere i suoi sentimenti di “lode e ringraziamento” nei confronti di interminabili liste di nominativi, diceva a mo’ di epilogo: “Penso di non aver dimenticato nessuno, ma se avessi dimenticato qualcuno, anche questo qualcuno si senta da noi ringraziato ed applaudito”.
Antonio Mellone
mag312018
Come sempre ci siamo illusi che qualcosa possa cambiare in questo paese. Si, siamo cocciuti e ostinati e osiamo perfino sperare. Il “ci” è riferito alle persone che non solo si riconoscono nel nostro Laboratorio di Fareambiente, ma anche a tante altre persone perbene di Noha. E ce ne sono, e sono pure la maggior parte.
E quindi, dopo la bellissima fioritura dei mesi di quest’ultima primavera, arrivato l’atteso secco di stagione, altrettanto bello, la nostra speranza è andata, come si suol dire, a farsi friggere. In fumo.
Ecco come sono andati i fatti: passando davanti alla Masseria Colabaldi, la domenica 15 maggio, in occasione della passeggiata per le vie di Noha, organizzata dall’Associazione Arci Levèra e coadiuvata dalle altre Associazioni: fidas Noha, Faremabiente Laboratorio di Galatina-Noha e la Scatola di Latta, ci siamo accorti che c’erano dei materassi nell’erba. Appena finita la passeggiata, ci siamo precipitati per togliere i materassi dall’erba e li abbiamo riposti sul marciapiede di via Dalla Chiesa, per favorirne la raccolta da parte degli operatori di Monteco s.r.l., l’azienda addetta alla raccolta differenziata in questo Comune e frazioni.
Qualche giorno dopo, ritornati sul posto per verificarne il ritiro, notavamo nell’erba sul bordo della strada altri sacchetti di rifiuti e un albero di natale completamente smontato. Non passano nemmeno due giorni, il tempo per far sgomberare quegli altri rifiuti, che ci ritroviamo con il primo incendio doloso della stagione, nell’abitato di Noha.
Albero di Ntale, rifiuti e prato andati in fumo, arrostiti.
Oggi, 30 maggio, alle spalle del campo sportivo, la discarica dei soliti piroglioni, che evidentemente insistono, apre le sue illecite attività, alla faccia del tanto atteso Eco centro di Galatina.
Ci rivolgiamo al senso di responsabilità dell’autorevole sito Noha.it, affinché faccia appello alle persone civili di questa comunità per denunciare chi sparge e incendia i suoi rifiuti fuori dalla porta delle nostre case. Ci appelliamo alla responsabilità di chi insegna a questa popolazione il senso civico e il rispetto della Natura e della Vita. Ci appelliamo agli autori di questi atti criminosi, di non gettare la loro sporcizia in giro per il paese, per il loro stesso bene e dei loro figli.
Il Direttivo di Fareambiente, Laboratorio di Galatina-Noha
nov162018
Avvisiamo donatori e cittadini tutti che Sabato pomeriggio 17 Novembre ci sarà la donazione del sangue dalle ore 15:30 alle ore 18:30.
"Ai donatori è consigliato di mantenersi leggeri a pranzo e di evitare formaggi, grassi e bevande alcoliche."
Per l'occasione sarà allestito uno stand all'esterno dove tutti potranno gustare le buonissime e bollenti CALDARROSTE FINO A TARDA SERATA.
fidas Noha
dic272011
C’era una volta tanto tempo fa, in un piccolo casale dell’antica Terra D’Otranto, un Signorotto il cui unico impiego e passatempo pareva esser lo sfruttare e tormentare la gente che viveva sulle sue terre. Il suo cervello non aveva altro impiego, dalla mattina quando si alzava sino al momento in cui prendeva sonno.
Quando passava per i campi a controllare le colture anche gli animali cercavano di scappare al suo sguardo. I cavalli si facevano piccoli piccoli nascondendosi nei ripari per cani, questi ultimi correvano nelle tane dei conigli, questi si infilavano giù per i cunicoli delle formiche, le quali non avendo altro posto dove nascondersi si facevano prendere dalla frenesia andando a suicidarsi sotto gli zoccoli dei cavalli dei soldati che accompagnavano il Signorotto.
Accomodante con i sui sgherri ai quali permetteva di tutto, faceva fustigare senza pietà in pubblica piazza chiunque del volgo osasse incrociare il suo sguardo. Il luccichio delle alabarde e il filo delle spade dei suoi soldati bastavano a scoraggiare chiunque avesse in animo la ben che minima protesta.
Ma il peggio di se lo dava con le donne. Credendosi di rara ed inestimabile bellezza, nonostante la sua bassa statura, la pancia sporgente, l’ampia calvizie, un lungo naso adunco e due occhi strabici sporgenti al limitare di una fronte eccessivamente ampia, correva dietro ad ogni sottana che incrociava per strada, convinto che nessuna potesse resistere al suo fascino.
Le fanciulle più belle del casale erano così costrette a stare rinchiuse in casa per non essere viste, o ad uscire solo quando erano sicure che il Signorotto fosse ben lontano in giro per i suoi poderi. Per sfuggire al suo occhio interessato nessuna si curava del proprio aspetto, anzi facevano a gara, con l’aiuto delle loro madri, a sembrare quanto più brutte fosse possibile. Solo quelle a cui madre natura non era stata generosa, non avevano alcuna remora a camminar per le stradine del casale, forse anche con la segreta speranza di essere rapite da qualche soldato sufficiente inebriato dal vino per non accorgersi del cattivo affare.
Questa era la regola non scritta di cui tutte le fanciulle erano osservanti. Tutte tranne una. Una fanciulla di incredibile bellezza che non aveva alcun timore ad incrociare il Signorotto per strada, anzi pareva quasi che con il suo sguardo lo sfidasse apertamente ogni qual volta lo incontrasse. Pur essendo figlia di contadini servi del Signorotto, i suoi abiti anche se modesti erano sempre in ordine, i suoi lunghi capelli neri erano sovente intrecciati con fiori di campo che sulla sua testa parevano una corona di ricche pietre preziose degna di una regina.
Il Signorotto, invaghitosi di lei, aveva giurato a se stesso che l’avrebbe avuta a qualunque costo, consenziente o con la forza.
Gli eventi precipitarono una sera dopo che a palazzo si era consumata una lunga e abbondante cena e il vino era scorso a fiumi. Dinanzi al camino acceso, uno dei soliti sgherri che lo attorniavano, ormai da tempo tra le braccia di Bacco, disse – “Brindo ora alla salute di quel giovane che domenica avrà la fortuna di sposare la più bella del paese!”.
Neanche il tempo di portare il bicchiere alle labbra che un fulmineo e pesante manrovescio lo fece piroettare nel vuoto mandandolo privo di sensi con il sedere per terra.
Il Signorotto furibondo, con gli occhi ardenti come due tizzoni dell’inferno, urlando come un forsennato si mise a spaccare tutto ciò che gli capitava a portata di mano. Mettendo mano alla spada, si mise a menar fendenti a dritta e manca alla cieca. I suoi sgherri, uomini temprati dalle guerre, intimoriti dalla sua furia animalesca cercarono di trovar riparo in ogni dove. Ci fu chi si arrampicò su per la canna fumaria del camino, preferendo aver le chiappe rosolate pur non di capitargli a tiro. In due si infilarono in un’armatura e ci volle una settimana per farli uscire. Coloro che non riuscivano a trovar rifugio si lanciavano dalla finestra, preferendo aver una gamba rotta anziché la testa aperta in due come un’anguria.
Quando si ebbe a calmare e attorno a lui non vi era più nulla da rompere disse –“Non accadrà giammai!”. Pronunciata la frase,crollò su una sedia e stette lì con lo sguardo perso nel vuoto per il resto della notte, senza che nessuno osasse avvicinarsi a lui.
Quella notte un’ombra furtiva uscì da una porticina laterale del palazzo e si perdette tra le stradine del casale.
Arrivò così il giorno delle nozze. All’interno della piccola chiesa il promesso sposo, un bel giovane alto e abbronzato dal sole dei campi, attendeva nervoso la sua promessa. Tutto il paese era accorso, desideroso di vedere questa rara bellezza e poterla ammirare nel suo abito bianco.
Un’esclamazione meravigliata accolse la giovane quando giunse sul piccolo sagrato. Lo splendido vestito, che chissà quanti sacrifici era costato ai poveri genitori, e il suo portamento la facevan sembrare una principessa pronta ad essere incoronata.
Pronta a compiere il primo passo per entrare in chiesa accompagnata al braccio da suo padre, venne bloccata da alte grida e rumori di zoccoli provenienti alle sue spalle. In men che non si dica, una decina di uomini a cavallo arrivarono sulla piazza bloccando il suo ingresso in chiesa. Due di loro scesero da cavallo con spade in pugno e, minacciando di morte tutti coloro che si stavano per avvicinare, afferrarono la giovane issandola su un cavallo e così come erano venuti andarono via.
Tutti avevano riconosciuto negli sgherri del Signorotto gli autori di quella bravata. Potete immaginare i pianti e le grida di rabbia e dolore che si levarono all’interno della chiesa. Il giovane promesso sposo rimasto sorpreso dalla velocità con cui l’azione si era compiuta, aveva ripreso coscienza e si stava per lanciare fuori dalla chiesa con un candelabro in mano, quando un’anziana signora gli si parò davanti e, trattenendolo per un braccio, gli disse – “Aspetta! Ricorda quello che ci siamo detti! Vieni con me!”.
Nel frattempo la povera fanciulla era stata portata nel giardino del palazzo e fatta salire a forza su per le scale che conducevano nell’antica torre. Ad attenderla all’interno c’era in trepidante attesa il famelico Signorotto che non vedeva l’ora di averla tra le sue braccia e che, per il nervosismo e per ingannare l’attesa, si era già dato a spaccar mobili.
Quando oramai si apprestava a rosicchiare la spalliera del letto non essendoci altro da rompere, due soldati fecero entrare a forza la fanciulla, spingendola dentro e chiudendo alle sue spalle la pesante porta.
L’incredibile bellezza della fanciulla, ancora vestita con il suo abito da sposa, ebbe il poter di calmarlo come neanche un colpo di maglio ben assestato in testa sarebbe riuscito a fare.
“Mia bellissima fanciulla” – disse il Signorotto facendo un maldestro inchino – “ti chiedo scusa per i modi scortesi e villani dei miei soldati. Purtroppo non sono avvezzi a riconoscer la beltà quando gli si para dinanzi”. Nel mentre andando vicino alla porta si mise a sollevar il ponte levatoio di accesso alla torre. “Così nessuno di quei cafoni ci potrà disturbare” – e terminò la frase con un rumoroso rutto.
La fanciulla nel frattempo si era posta quasi al centro della stanza stando ben attenta a stargli lontano. “Mi perdoni il mio Signore se ho l’ardire di parlare” – disse con voce soave la giovane – “ma una richiesta ho da fare”.
Il Signorotto che era completamente in estasi rispose – “Per te mia madonna qualunque desiderio verrà esaudito! Ordina e il mio esercito conquisterà il mondo per te”.
“Mio Signore sono pronta ad esser vostra, ma vorrei che veniste da me saltellando su due piedi e quando mi giungerete dinanzi, tre gran balzi dovrete fare” – disse la fanciulla guardandolo con occhi languidi.
Il Signorotto, dopo essersi dato una grattatina al di dietro, rispose – “Saltando,in ginocchio o con le capriole, come la mia signora vuole” – e così dicendo si mise a saltellare.
Giunto dinanzi alla giovane stava per allungare le sue rozze e sudice mani, ma la fanciulla lo fermò dicendogli – “Ricorda mio Signore la promessa. Ora ti mancan tre vigorosi salti per conquistar la mia virtù”.
Il Signorotto completamente inebetito iniziò così a saltare – “Guarda mio amore che vigore ho nelle gambe”.
E così dicendo fece il primo salto, poi il secondo e quasi parve spiccare il volo con il terzo. Ma quando i suoi piedi toccarono pesantemente terrà, un sinistro rumore gli fece sgranare gli occhi per la paura, facendogli svanire dal volto quell’aria da ebete. Mentre vedeva il soffitto allontanarsi sempre più e il pavimento avvicinarsi velocemente alla sua faccia, ebbe appena il tempo di dire – “Che tu sia maledetta! La botola!” – e scomparve.
Dovete sapere che la stanza sotto il piano nobile della torre era solitamente utilizzata come deposito per le balle di fieno del cavallo preferito dal Signorotto. Purtroppo per lui quel giorno ad attendere il suo nobile didietro non vi era della soffice paglia ma un gran ammasso di rovi.
Completamente ricoperto di spine in ogni dove, già si apprestava a lanciare urla e a recitare la solita giaculatoria di bestemmie, che un ombra alle sue spalle inizio a tempestarlo di colpi lasciandolo più morto che vivo in mezzo ai rovi.
I soldati che erano a guardia della torre udirono qualche grido lontano e soffocato ma pensarono a tutt’altro dicendosi l’un l’altro – “Senti come si diverte il nostro Signore! Beato lui, quanto vorrei essere al suo posto!”.
E’ tempo che il mistero venga svelato!
Il Signorotto, ahimè per lui, non sapeva quanto fosse meglio avere dinanzi un temibile nemico conosciuto piuttosto che un servitore nell’ombra infedele. Quella sera in cui era andato su tutte le furie alla notizia del matrimonio della giovane, non sapeva che tra i servi che servivano il cibo alla sua tavola vi fosse una zia della fanciulla. La donna vista la reazione del Signorotto e temendo una sua bravata, quella stessa notte era uscita furtivamente dal palazzo andando ad avvertire i due giovani promessi.
Sapendo che dianzi ad una sottana il suo signore diventava docile ed obbediente come un cagnolino, aveva istruito la nipote escogitando l’espediente per farlo cadere nella botola.
Con l’aiuto di un incolpevole soldato aveva riempito il giorno prima la stanza sotto il piano nobile con dei rovi, dicendogli – “Il nostro signore non vuole più vedere nel suo giardino quel cespuglio pieno di spine. Ha dato disposizione di tagliarlo”.
Infine, dopo il rapimento della fanciulla, con uno stratagemma era riuscita a far entrare dalle cucine il giovane promesso e per un cunicolo noto a pochi lo aveva fatto entrare nella stanza sotterranea, dandogli un mattarello in mano.
Come andò a finire?
Per qualche settimana il Signorotto se ne stette buono buono nel suo palazzo a guarire le sue ferite sotto le amorevoli cure di un’anziana serva che, ogni qual volta entrava in stanza per accudire il suo signore, doveva fare un grande sforzo per trattenersi dal ridere.
E dei due promessi sposi?
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La torre di origine medievale è situata nel giardino retrostante il castello baronale. Molto probabilmente si presume avesse funzione di avvistamento e di difesa. La torre è a pianta quadrangolare e s’innalza su due piani raggiungendo i 10 metri di altezza. Il primo piano, che nella storia viene raccontato come il piano nobile, e una stanza sottostante dalla volta molta alta e a botte. Un’apertura ora chiusa da conci di tufo mi ha dato l’idea della botola che si rompe sotto il peso del Signorotto saltellante. Quel giorno all’interno ho trovato un ammasso di rovi, che mi sono stati utili anch’essi nel raccontare quegli eventi immaginari. Sempre in questa stanza vi è un cunicolo che conduce in un’ampia sala in cui sono custodite immense botti di legno; a cosa servisse questo piccolo budello lo ignoro e molto probabilmente venne chiuso in epoche successive.
La sommità della torre è finemente decorata con un elegante motivo ad archetti.
Un’elegante scalinata conduce verso la torre a cui si accede grazie un piccolo ponte levatoio azionabile dall’interno.
La torre, così come il resto del complesso, è in stato di completo abbandono.
di Massimo Negro
ott272015
Nell’archivio del compianto don Donato Mellone (1925 – 2015) abbiamo rinvenuto gli appunti per un’omelia tenuta giusto vent’anni fa in occasione di una delle prime feste dei donatori di sangue di Noha. La riproponiamo di seguito in concomitanza del quarantennale della fidas-Leccese, testé festeggiato in grande stile presso il teatro Italia di Gallipoli nel corso di una bella serata di memoria e spettacolo alla quale abbiamo avuto il piacere di partecipare in compagnia di tanti amici provenienti da ogni dove. Auguri fidas-Leccese, auguri fidas-Noha. (Mel)
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Quest’oggi, l’Associazione Donatori di Sangue della sezione di Noha è in festa. Leggendo il manifesto, esprimo la mia soddisfazione per le tante iniziative intraprese volte ad incrementare donatori e donazioni: iniziative indovinate, iniziative l’una più interessante dell’altra.
Ebbene, quando i dirigenti della Sezione di Noha, guidati dal sig. Antonio Mariano, vennero per invitarmi a celebrare la messa in onore dei donatori di sangue, ci fu qualcuno che mi disse: “Mi raccomando, don Donato, cerca di dirci delle belle parole perché la nostra Associazione si affermi e si sviluppi sempre di più”.
Certo, non sono contrario a questa proposta, in quanto le belle parole sono utili, servono eccome. Quando ci sentiamo delusi le belle parole servono ad incoraggiarci; quando siamo tristi servono a confortarci; quando ci sentiamo deboli le belle parole servono a sostenerci. E quindi non sono contrario alle belle parole. Però temo che le belle parole siano come un fuoco di paglia: anche il fuoco di paglia illumina, riscalda e brucia, però dura poco, e alla fine non rimane che cenere, e poi ritorna il buio di prima.
Quindi non ci possiamo fermare alle belle parole. Anche perché il Vangelo ci mette in guardia: “Non chi dice: Signore, Signore...” Il vero cristiano non è colui che dice belle parole, fa delle belle preghiere, ma chi fa la volontà di Dio, chi osserva i suoi comandamenti.
Ed è molto significativa la parabola che leggiamo sempre nel Vangelo di oggi nella quale si parla di un uomo che, mentre scendeva da Gerusalemme a Gerico venne assalito da alcuni malviventi, i quali non solo lo derubarono di quanto possedeva, ma lo malmenarono fino a lasciarlo moribondo sul bordo della strada.
Sennonché si trovò a passare di là un sacerdote, il quale lo vide, certamente sentì compassione, però continuò per la sua strada. Passò di là anche un levita, cioè un giovane, anche lui addetto al servizio del tempio; però anche lui lo vide, ne sentì compassione, e andò avanti per la sua strada. Si trovò a passare di là anche un Samaritano, un uomo, diciamo così, poco raccomandabile nel mondo di allora, eppure proprio quell’uomo vide il ferito-moribondo sulla strada, scese dal suo cavallo, curò le ferite alla miglior maniera con olio e vino, e poi lo condusse all’albergo. Qui, diede due denari all’albergatore e gli disse: “Prenditi cura di quest’uomo. E se spenderai qualcosa in più, al mio ritorno, sarai rimborsato.”
Dei tre personaggi chi si è comportato meglio? Certamente il terzo, il buon Samaritano. E, conclude la parabola: “Va’, e anche tu fa’ lo stesso”.
Ebbene, ci sono dei cristiani che si comportano come il sacerdote o il levita della parabola: questi si commuovono, ma non si muovono, e non fanno nulla per aiutare il prossimo.
Voi, invece, Donatori di Sangue potete benissimo vedervi rappresentati dalla figura evangelica del buon Samaritano. Voi dite, voi fate, voi date. E siccome il sangue è il simbolo della vita, voi date la vita al fratello che ne ha bisogno.
Quante persone sarebbero destinate a morire e invece continuano a vivere grazie al sangue di voi donatori!
Nella preghiera che tra poco verrà letta, voi non chiedete al Signore nessuna ricompensa, né soddisfazione alcuna, e fate bene perché quando si fa il bene la destra non deve sapere ciò che fa la sinistra. E fate bene anche a chiedere al Signore che mantenga in voi la salute, perché possiate continuare a donare il vostro sangue agli altri, proprio come ha fatto Lui che ha dato il suo sangue, e la sua vita per noi.
Nel concludere vorrei formulare l’augurio proprio facendo mie le parole del presidente della vostra, o meglio della nostra associazione: auguro che la fidas-Noha abbia ad affermarsi e a svilupparsi sempre più.
Che la nostra vita, come la vita di Cristo, e come quella dei donatori di sangue, diventi un dono continuo di amore a Dio e ai fratelli.
Sac. Donato Mellone
[Immagine d’archivio – Pignatelli Fotografi – Noha]
gen122018
Certi risultati non possono passare inosservati, sono così grandi che il gruppo dirigente della fidas di Noha lo vorrebbe comunicare al mondo intero, e sabato 13 gennaio prossimo inizierà a farlo comunicandolo ai propri donatori, veri protagonisti di questo magnifico risultato.
Non siamo alla caccia di numeri, tant’è che fidas Noha non si prefigge obbiettivi irraggiungibili, il nostro intento è raggiungere i risultati dell’anno precedente e se possibile, fare una donazione in più per essere soddisfatti per aver raggiunto il nostro scopo, “dare il nostro contributo a chi ne ha bisogno”.
Nel 2016 le donazioni sono state 450 e non pensavamo che la nostra piccola comunità potesse arrivare a raggiungere traguardi più alti, ecco perché cerchiamo di osare quanto basta, ma nonostante le nostre previsioni che si limitavano a raggiungere il traguardo del 2016, l’anno 2017 è stato chiuso con un segno positivo di più 40 donazioni, facendoci ben sperare circa la possibilità di varcare molto presto la soglia delle 500 donazioni. Un risultato che riempie il cuore di gioia, per aver aiutato centinaia di persone in un solo anno a continuare a vivere, per aver permesso ad alcuni di trascorrere le feste a casa con i propri cari, per aver consentito a qualcuno di riabbracciare i propri figli, i genitori, fratelli e sorelle, oppure semplice amici, colleghi di lavoro e a qualcuno far sperare ancora di trovare il grande amore della sua vita.
Questo è stato possibile con la generosità dei nostri donatori che diventano sempre più numerosi. Senza di loro niente di quanto detto prima potrebbe realizzarsi, tutto perderebbe colore, tutto il sistema trasfusionale crollerebbe insieme alla speranza di tante persone, di tanti bimbi, che non hanno nessuna colpa ad essersi ammalati.
Sabato 13 gennaio, questa gioia fidas Noha la condividerà con i suoi donatori e con la comunità intera, alla festa del Donatore e di ringraziamento, dove tutti sono invitati a partecipare. Non solo quindi la festa del donatore, ma ci piace pensare che sia la festa di una comunità intera, perché è grazie anche al sostegno morale di tanti cittadini che certi risultati vengono raggiunti, diversamente tutto si complicherebbe.
Quale sarebbe il sostegno morale è presto detto:
l’affetto per la fidas che dimostrano gran parte dei Cittadini Nohani fa si che in casa fidas si lavori in un clima cordiale e sereno come quello che si respira nel Consiglio Direttivo che mi onoro di rappresentare. Questo facilità il lavoro di tutti noi e viene proiettato all’esterno, coinvolgendo e suscitando la sensibilità di donatori e non.
L’appuntamento di Sabato quindi è fissato anche per ringraziare tutti e in particolare i “Soci Benemeriti” con la consegna dei premi per aver raggiunto i traguardi previsti da statuto in numero di donazioni effettuate.
Ci saranno da premiare più di 70 donatori e quest’anno per effetto delle modifiche statutarie ci sarà anche una donatrice alla quale spetta la medaglia d’oro per aver effettuato 60 donazioni tra Sangue, Plasma e Piastrine. Non ci resta altro quindi che attendere la festa di cui proponiamo la locandina con il programma.
Antonio Mariano
[fidas NEWS ANNO 6 N. 01.2018]
apr082013
giu232015
Uomini e donne che si occupano di attività diverse tra loro, ma con un comune denominatore: la solidarietà. Succede nella nostra piccola comunità, dove un gruppo di associazioni si sono preoccupate delle difficoltà economiche della fidas-Noha, la quale negli ultimi tempi ha dovuto impegnare tutte le sue (già scarse) risorse per mettere a norma, secondo le nuove disposizioni di legge, la casa del Donatore di Sangue, “patrimonio comune”.
La somma spesa per ottenere i requisiti necessari all’accreditamento della nostra Casa alla raccolta delle donazioni di sangue ammonta a quasi 14.000 euro. Ma ne è valsa la pena: la nostra associazione ha ottenuto l’“idoneità”, fra le pochissime in Puglia, proprio qualche settimana fa.
Per quanto ovvio, la nostra fidas non aveva questa somma a disposizione ed è dovuta ricorrere al credito di fornitura per circa 10.000 euro, grazie alla fiducia accordataci dagli artigiani locali, molti dei quali hanno pure prestato la loro opera gratuitamente - a meno, ovviamente, delle spese vive. Spese vive che, come detto, sono tante e a cui bisogna far fronte entro tempi ragionevoli.
Ecco allora che alcune Associazioni locali come ACLI, Gruppo Masseria Colabaldi, L’altro Salento, CNA Galatina, Noha.it e i Dialoghi di Noha in pochi giorni hanno organizzato una festa semplice ma bellissima (o forse bellissima proprio perché semplice) che si è svolta il 13 giugno, solennità di San Antonio, in contrada Magnarè, all’ombra dello stupendo tempietto nohano con cupola maiolicata e campanile.
Scopo della festa, onorare prima di tutto il Santo taumaturgo di Padova, anche attraverso la benedizione e la distribuzione del “pane di Sant’Antonio”, avvenute sul sagrato della chiesetta, e il successivo piccolo spettacolo pirotecnico in Suo onore. Dopo il suono a festa dell’antica campana sono iniziati, diciamo così, i festeggiamenti civili (“civili” in tutti i sensi), con la distribuzione dei panini e della birra e la connessa raccolta fondi. I dolci sono stati gentilmente offerti da alcuni soci organizzatori e da più di un invitato, ospite di buona volontà.
Al netto delle spese è stata raccolta una somma pari a 615,99 Euro, somma interamente devoluta in beneficenza alla fidas di Noha.
A prima vista potrebbe sembrare un piccola somma di denaro, ma, visto lo sforzo di tutti, il brevissimo lasso temporale impiegato per la programmazione della serata (e senza nemmeno un manifesto pubblicitario), potremmo definirla un piccolo miracolo di Sant’Antonio.
Approfitto dell’occasione per ricordare che nella storia della nostra associazione abbiamo registrato altri eventi di solidarietà straordinari come questo. Qualche anno fa, per esempio, presso i Parrucchieri Mimì di via Collepasso (ma vi partecipò anche il Parrucchiere Maurizio di via Aradeo), ha avuto luogo la “giornata pro-fidas”, una giornata intera nella quale titolari e dipendenti di questi saloni nohani decisero di lavorare gratis devolvendo, insieme alle offerte volontarie dei clienti, tutto il ricavato all’associazione dei donatori di sangue di Noha.
Orbene, il 13 Giugno scorso questa magia si è ripetuta. E la cosa più bella di tutto questo è che associazioni con scopi e obiettivi tra i più disparati hanno dimostrato (e dimostrano quotidianamente) di avere un corposo comune denominatore: fare del bene agli altri in maniera disinteressata, essere solidali, contribuire alla crescita della comunità, valorizzare i “nostri gioielli” (frase presa in prestito).
Ecco, in questa occasione la fidas di Noha si è sentita come un gioiello da custodire con cura, perché a sua volta svolga il suo compito più importante: quello di donare la speranza agli altri.
In questi giorni e fino a gennaio prossimo i volontari della fidas saranno impegnati nella vendita dei biglietti di una lotteria: necessaria, anche questa, per portare un po’ di ossigeno alle nostre casse. Siamo fiduciosi nei nostri concittadini e negli amici che hanno sempre sostenuto la nostra associazione. Chiediamo a tutti costoro un ulteriore aiuto con l’acquisto di qualche biglietto del costo di 1 Euro, e con 500 Euro di premi in buoni-acquisto in palio.
Grazie a nome di tutta la fidas alle Associazioni locali che hanno organizzato questa gara di solidarietà, e a tutte le persone che ci hanno aiutato anche in questa particolare occasione. E grazie a tutti coloro che continueranno ad aiutarci. Ovviamente per permetterci di aiutare gli altri.
Antonio Mariano
nov142023
Anche quest’anno si avvicina l’attesissima “Festa dell’Albero 2023” con il bellissimo slogan “Pianta un Amico” e per questo l’associazione Legambiente “La Poiana” con sede a Galatina, ha deciso di piantare qualche amico sul nostro territorio!
Quest’anno saranno varie giornate: si parte venerdì 17 Novembre alle ore 15:00 con la piantumazione di un bellissimo albero di Melo Verde presso la scuola per l’Infanzia sita in via Montecassino a Galatina, con la quale l’associazione “La Poiana” aveva già intrapreso delle attività sul tema dei diritti naturali dei bambini.
A seguire ci sarà Sabato 18 Novembre a Noha, dalle ore 11:00, la piantumazione di un’essenza arborea presso un’area verde in via Tito Lucrezio ed inoltre un momento di convivialità insieme a tutti i cittadini e all’associazione “Città Nostra” APS con presidente Dino Bandello, che in bicicletta raggiungeranno l’area verde succitata con l’animazione della bravissima Marta Sfragara, in arte “BlueLady” che allieterà i più piccoli con giochi con bolle di sapone e tante altre sorprese.
Il terzo incontro e il terzo “amico” piantato da Legambiente sarà a Collemeto, Domenica 19 Novembre alle ore 9:30, insieme alle associazioni “fidas” Collemeto di Carlo Perrone e “Natural-mente NO Riufiti” di Antonio Geusa, presso la nuova Palestra in via La Spezia.
Martedì 21 Novembre alle ore 10:30 invece ci sarà la quarta piantumazione all’interno dell’area verde dell’Asilo Comunale di Via Arno, a Galatina, appartenente al Polo 2, con un momento di festa insieme ai piccolini che conosceranno il loro nuovo amico e compagno d’avventure dell’anno scolastico.
“Anche quest’anno ci impegniamo con delle piantumazioni, da quando abbiamo fondato il nostro circolo, abbiamo portato sul territorio di Galatina oltre 60 alberi” , dice il presidente del circolo Legambiente, Silvana Bascià, “tanti li abbiamo perduti, perché purtroppo non è semplice come sempre piantarli e prendersene cura, nonostante le promesse fatte e le euforie dei primi giorni da parte degli istituti scolastici, e far comprendere quindi a grandi e piccini che l’albero ha bisogno di cure e attenzioni proprio come un essere umano, ecco perché quest’anno ne pianteremo solo quattro su Galatina e in zone dove è garantita l’acqua e la cura”.
Vi aspettiamo in tutte e quattro le date per festeggiare “La Festa dell’Albero 2023” e per, un giorno, staccarsi dalla quotidianità frenetica e, ormai troppo spesso, virtuale,
per sporcarci le mani, sentire il profumo della terra e della corteccia, per stare qualche ora con i nostri bambini e dare il buon esempio, per credere e “fare” il mondo migliore, un mondo più verde, un mondo più pulito.
“E’ bellissimo quest’anno fare queste giornate oltre che con l’appoggio dell’Amministrazione, anche con il sostegno di altre associazioni attive sul nostro Territorio, fare Rete è l’unica soluzione per uscire dall’immobilismo e creare Bellezza concreta. Infine è bene sapere che è tutto frutto di volontariato quindi sarà anche un modo per conoscere le realtà che mettono a disposizione il loro tempo, fatica e denaro per la nostra Società, per poter anche unirsi e sostenerle!” conclude Silvana Bascià, con l’augurio di vedere una partecipazione attiva della nostra Galatina.
Per qualsiasi info:
327 7315048 ref. Legambiente
328 3871121 ref. fidas
331 3698818 ref. Naturalmente NO Rifiuti
320 7817591 ref. Città Nostra aps
feb252021
Certi gesti, lo confesso, li faccio per tornaconto personale, diciamo pure per mero egoismo. Questo, per esempio, ritratto nelle immagini gentilmente inviatemi da un amico (nossignore, non è il vaccino, bensì un prelievo di sangue), mi consente di allungare la vita. Ma mica quella degli altri: la mia.
Ebbene sì, uso sbracciarmi perfino fuori stagione, e mi chiamano addirittura Donatore. Lo sono, ammetto, per tirare avanti, vagabondare senza dazi, arraffare tempo, e chissà che non anche conquistare in sodalizio scampoli di eternità.
Tu autorizzi il medico a introdurre un ago nel tuo braccio, in compenso hai il permesso di ficcare il naso nei fatti di chi poi ti darà un alveo in cui scorrere. No, non sei un imbucato, ma un invitato a gocce nelle storie altrui. Sei dentro una trasfusione, una lotta continua, un ultimo sforzo per sopperire a un deficit. Certo, non vi conoscerete mai di persona, né nome, né indirizzo, né censo, ma nulla vieta a te e ai tuoi ospiti di immaginarvi seduti insieme a tavola, in platea a teatro, in riva al mare a far due chiacchiere, a parlare di libri magari ancora da leggere.
Sicché Dono non è sottrazione, ma moltiplicazione, forse elevazione a potenza, e grammatica che non contempla patrizi sulle spalle di plebei: ognuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i propri bisogni.
Una sacca riempita diviene ponte levatoio, valico, passaggio segreto per torri e castelli in terra: è assicurazione sulla tua biografia, invece che su quella di chi scarterà il presente.
Ed è per questo supplemento di vita da ricevere più che dare che ogni tanto io e i miei amici ci rimbocchiamo le maniche, congratulandoci per la fiducia.
Da anni, per buona ventura, si fidano di noi. Quindi si fidas di Noha.
Antonio Mellone
mar062023
Chiudere l’anno 2022 con 631 donazioni effettuate è stata la conferma di un lavoro costante svolto dal Consiglio Direttivo della fidas sezione di Noha.
A dire il vero già il 2021 si chiudeva con un altro record, infatti le donazioni furono 630 e anche se quest’anno abbiamo chiuso con una sola donazione in più è sempre un record superato. Questo numero sarebbe dovuto essere molto più alto se non fosse stato che a novembre sono state bloccate alcune giornate di raccolta tra cui la nostra in programma per la domenica del 20 novembre. Sicuramente quella raccolta avrebbe fruttato come le altre con una media di almeno 40 donazioni. Ma siamo contenti aver registrato che a Novembre c’era un esubero di sangue in tutta la Puglia, cosa mai successa, ma per fortuna è successo. Vuol dire che in quel periodo la richiesta era diminuita oppure si è donato più di quanto servisse nel mese precedente. Bene così.
Ad ogni modo è stato un traguardo degno di lode per cui dobbiamo ringraziare i nostri donatori sempre disponibili ad essere protagonisti della storia di fidas Noha, nonché tutto il personale medico, tecnico e infermieristico del C. T. del Centro Trasfusionale dell’Ospedale di Galatina.
A proposito di storia: fidas Noha il 12 febbraio ha festeggiato il suo 37° anniversario di fondazione e lo ha fatto nella semplicità di un pranzo sociale svolto al Re dei Re, con tanti donatori e accompagnatori. Prima di andare a sedersi a tavola però è stata celebrata una Messa che ha reso più emozionante la giornata, allorquando uno scroscio di applausi dopo il discorso del Presidente Antonio Mariano, ha fatto si che il suo ringraziamento ai donatori arrivasse dritto al cuore dei fedeli presenti.
Durante il pranzo sociale sono stati premiati diversi donatori che hanno raggiunto i vari traguardi fissati per statuto.
I soci benemeriti sono stati ben 85 ai quali è stato assegnato loro dall’attestato di merito, alla medaglia di bronzo o di argento, fino alla targa a seconda del traguardo raggiunto.
Il Consiglio Direttivo non si ferma qui, infatti, è già al lavoro per affrontare un altro anno che sicuramente non farà sconti in termini di impedimenti e difficoltà a svolgere il nostro lavoro, ma è altrettanto sicuro che ci riserverà ancora una volta delle grandi soddisfazioni.
C.D. fidas Noha
(fonte: fidas News Gennaio – Febbraio 2023)
lug172018
Amici Donatori e concittadini tutti, con questo caldo ci vuole proprio un poco di refrigerio.
Proponiamo quindi una piacevole serata nei giardini del nostro Castello Baronale.
La partecipazione è aperta a tutti, l'unico vincolo è passare dalla sede fidas, dalle ore 20.30 alle 21.30 nei giorni 16-17-18 luglio, a ritirare il tagliando di partecipazione (gratis), il tutto ci serve per sapere quanti siamo e per poter preparare delle cose buone per tutti.
fidas NOHA
mag192016
Mentre scriviamo mancano poco al raduno per la terza passeggiata della QUATTROPASSI INSIEME.
Vi aspettiamo alle 20:30 puntuali presso la sede fidas.
Non mancate.
Antonio Mariano
apr032018
Nonostante gli ottimi risultati raggiunti nel 2017, la locale sezione della fidas quest’anno ha escluso diversi momenti ludici. A farne le spese principalmente risultano le passeggiate della “Quattropassinsieme” che si ferma alla terza edizione. Si fermano anche le varie escursioni fuori porta ed altri eventi che hanno caratterizzato l’attività associativa degli ultimi anni per concentrare le poche risorse in formazione e prevenzione.
Il motivo di questi cambiamenti sono evidenti sul registro soci dell’associazione, in cui si evidenziano delle perdite importanti di donatori nonostante il numero delle donazioni sia cresciuto. “È nostro dovere monitorare sempre la salute della sezione e i numeri dei donatori iscritti parlano chiaro” - è questa l’idea maturata dal Consiglio Direttivo, che in effetti registra una forte emorragia di donatori iscritti tra gli attivi che per diversi motivi hanno lasciato fidas Noha. Si nota un calo di donatori sotto i 28 anni, mentre crescono i donatori che raggiungono il limite massimo di età per donare o che per ragioni di salute non possono più farlo. Molti infine risultano i giovani iscritti che lasciano il paese per studiare fuori, mentre altri tentano altrove una posizione lavorativa. In ultimo, ma non meno importante, non si può trascurare l’emorragia di donatori galatinesi ormai consolidati fidas, che sono stati attirati in un’altra associazione nata da poco sul territorio galatinese. Sicuramente i motivi di questa migrazione di donatori non sono soltanto legati alla vicinanza, perché se fosse così non si spiega come mai prima venissero a donare da noi invece di andare direttamente in ospedale. Abbiamo motivo di credere invece che c’è un vero atto di richiamo, perché a quanto pare risulterebbe più facile andare a pescare nei contenitori altrui di donatori confermati, che prodigarsi per cercarne di nuovi.
Ad ogni modo non si può restare fermi a guardare dalla finestra ma agire, ecco quindi, il motivo per cui quest’anno fidas Noha inizia un nuovo percorso informativo, di progetti nelle scuole e di incontri, con cui si spera di arrivare al cuore della gente e cercare nuovi donatori, quello insomma che altri a quanto pare non riescono a fare.
Il primo incontro è in programma per il 12 Aprile p.v. dove parleremo del gas RADON, un nemico invisibile che a moltissimi risulta ancora sconosciuto, ragion per cui fidas Noha, offrirà la possibilità di far conoscere questo pericolo nascosto.
La concentrazione di casi di tumore al polmone infatti, da qualche anno nella nostra zona è in crescita e il gas radon che respiriamo potrebbe essere la causa di tutto ciò. All’incontro avremo modo di vedere quali sono gli effetti del radon sulla salute e i casi in cui è necessario misurarne la concentrazione. Nei prossimi mesi saranno organizzati altri incontri che vedranno il coinvolgimento, rispettivamente, delle donne, dei giovani diciottenni e delle famiglie.
Con queste nuove iniziative fidas Noha sarà più diretta e attraverso l’informazione e la prevenzione, cercherà di arrivare al cuore dei cittadini.
Antonio Mariano Presidente
fidas Noha
mag112020
Carissime donatrici, carissimi donatori «Siamo entrati nella “fase 2” di questa dolorosa pandemia. Con immenso orgoglio sento di esprimere la mia gratitudine e di tutto lo staff fidas a voi Donatori: è stato grazie alla vostra generosità che la nostra associazione ha potuto rispondere in modo eccellente a tutti i consigli e richiami impartiti dal Ministero della Salute.
Vi abbiamo chiamato quando tutti avevano timore di uscire di casa e recarsi in ospedale, ma non avete esitato e siete venuti a donare in tantissimi.
Vi abbiamo sottoposto a triage infiniti, e pazientemente vi siete resi disponibili.
Vi abbiamo detto di fermarvi quando le scorte erano in esubero e diligentemente avete seguito le nostre richieste. Con l’inizio della fase 2, tutti gli Ospedali hanno ripreso gradualmente le attività ordinarie e di conseguenza, le scorte di sangue iniziano a scendere e scarseggiare. Per questo sono qui a chiedere specialmente ai donatori che non donano da molto tempo, ma che possono donare, “sempre rispettando le norme in uso dall’inizio della pandemia”, di fare un piccolo sacrificio. Rivolgo l’invito caloroso a tutti coloro che possono, a contattarci al n. 3356278338 per fissare una donazione su appuntamento per poter donare in assoluta sicurezza, evitando assembramenti, lunghe code e inutili attese (già testato durante la donazione del 19 Aprile).
Vi ricordo che si può donare anche presso il Centro Trasfusionale di Galatina, sempre previo appuntamento per la donazione sia di sangue che di plasma.
Ora più che mai faccio appello al Vostro essere “forti e generosi”. Dimostriamo ancora una volta, come sempre nei tanti momenti difficili che abbiamo vissuto insieme, di essere in grado di rialzarci dalle difficoltà incontrate sul nostro cammino. Diamo esempio anche in questa prova del grande senso civico dei donatori della fidas di NOHA.
Sono ancora una volta sicuro della vostra risposta positiva. Vi abbraccio virtualmente con la speranza di poter riprendere presto le nostre belle attività associative.
VI ASPETTIAMO domenica mattina 24 Maggio alla donazione che si svolgerà presso la nostra sede dalle ore 8:30 alle ore 11:30.
Note: ricordate che si può fare una piccola colazione prima di venire a donare ma senza assumere latte e latticini in genere; un caffè, oppure un tè o un succo di frutta vanno bene, accompagnato da 2-3 biscotti secchi oppure 2-3 fette biscottate spalmate con marmellata o miele – va bene anche la frutta fresca.
Il presidente
Antonio Mariano
P.S. facciamo presente a tutti Voi che nella nostra sede sono rispettate tutte le norme di sanificazione e igieniche e si osserva scrupolosamente il protocollo per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19. Ricordate inoltre che gli spostamenti per donare sono consentiti, “un valido motivo per uscire di casa senza dover trovare una scusa”.
gen112011
Si svolgerà domenica 16 Gennaio la Festa del Donatore e di Ringraziamento presso il salone dell’Oratorio Madonna delle Grazie di Noha. Quest’anno i festeggiamenti coincidono anche con l’apertura del nostro XXV° Anniversario di Fondazione “25 anni di Vita dedicati alla Vita”. Il programma prevede la Santa Messa alla ore 18, a cui seguirà la premiazione dei soci benemeriti e la consegna dei premi Lotteria pro-fidas. Alle 20.30 grande divertimento con Piero Ciacchy “Il comico del Salento” e il suo monologo “Stiamo megghiu quandu stiamo pesciu”.
Un’ora e passa di risate che si susseguono ininterrottamente: questo lo spettacolo di Piero Ciakky, che regala attraverso un’analisi delle tradizioni locali, uno spaccato della vita di coppia. I contrasti tra l’infanzia di un tempo e quelli odierni raccontano di come il benessere e la ricchezza abbiano mortificato il modo di sentirsi, di come i figli si siano nel tempo trasformati.
La civiltà contadina, in cui spicca la “madre” centrale nella famiglia, lascia il posto ad una donna fragile, attenta a sé, all’avanzare degli anni e a bambini circondati di firme, marche di nomi sempre meno italiani. Una riflessione che sarebbe amara se la comicità non fosse dirompente. La “lingua” ha nello spettacolo una forza a sé e rende viva e continua comunicazione con il pubblico.
Ci si ritrova catapultati in uno ieri che si è vissuto attraverso le figure delle nostre madri ed un oggi “spersonalizzato”che fa apparire spesso ridicola la nostra presunta emancipazione.
Con questa piccola presentazione di Piero Ciakky al quale è stato dato l’appellativo “il comico del salento” abbiamo voluto dare idea della dimensione artistica del cabarettista, che con la sua comicità siamo certi di regalare a tutti i Soci, ai Donatori, ai sostenitori e alla comunità Nohana una serata indimenticabile per il contenuto altamente divertente dello spettacolo.
Domenica 16 Gennaio 2011
Ore 18:00
Santa Messa (Chiesa Madonna delle Grazie)
Ore 19:00
Trasferimento presso il Salone dell’Oratorio
Ore 19:15
Saluto di benvenuto
-Premiazione dei Soci Benemeriti -Consegna premi Lotteria pro-fidas
-Apertura festeggiamenti per il 25° di fonda- zione con un brindisi di buon augurio.
Ore 20:30
“Stiamo megghiu quandu stiamo pesciu” con Piero Ciacchy “il comico del salento”
feb032016
Non potevano iniziare meglio di così i festeggiamenti per il 30° Anniversario di Fondazione. 35 donazioni nella mattinata del 17 Gennaio, data in cui la fidas Noha ha inaugurato l’inizio di una serie di manifestazioni che si svolgeranno nel corso dell’anno.
Dopo l’ottimo risultato per le 35 donazioni effettuate nella mattinata, c’è stato il raduno dei donatori nello spiazzo antistante la Chiesa della Madonna delle Grazie, dove è stata celebrata la Messa. La musica del Concerto Bandistico San Gabriele dell’Addolorata ha accompagnato il lancio di 30 Mongolfiere colorate, che rappresentavano ognuna un anno dei 30 festeggiati, che hanno acceso e colorato il cielo.
La musica, le mongolfiere e i donatori che applaudivano sono stati una bella cornice della festa iniziale prima della Messa, durante la quale Don Francesco nella sua omelia, ha messo in evidenza l’atto del dono e in particolare la donazione del sangue.
Bello anche il momento in cui tutti i partecipanti alla Messa e tra questi tanti donatori, hanno accolto con un affettuoso applauso il discorso di ringraziamento del Presidente della fidas Noha per il quale era evidente il suo stato emotivo per le 432 donazioni raggiunte nel 2015.
All’uscita dalla Chiesa ancora uno spettacolo, nel cielo senza stelle sono volati 30 palloni colorati e luminosi per scandire ancora una volta l’eccezionale evento. La serata è proseguita presso la sala convegni dell’Oratorio Madonna delle Grazie. Ospiti, alcuni personaggi di rilievo che hanno accompagnato fidas Noha in questi lunghi 30 anni o parte di essi: il Dirigente Medico del Centro Trasfusionale di Galatina, Dr. Catello Mangione, il Presidente della fidas Leccese Emanuele Gatto e il Presidente della fidas Puglia Italo Gatto. Tutti, in base alla loro esperienza vissuta, hanno ricordato una parte della storia in cui anche loro sono stati protagonisti e contribuito alla crescita della sezione di Noha.
Degna di nota inoltre, è stata la premiazione dei Soci Benemeriti tra cui 20 donatori che hanno effettuato le prime 7 donazioni e premiati con un attestato; 10 donatori premiati con la medaglia di bronzo per aver effettuato 15 donazioni; 6 donatori premiati con medaglia d’argento per aver effettuato 30 donazioni; un donatore che ha raggiunto le 50 donazioni premiato con una targa e per la prima volta ad una donna la medaglia d’oro consegnata a Rosanna Mariano per le sue 75 donazioni.
La manifestazione serale è stata allietata dal gruppo comico “BashaKa indie” con lo spettacolo “CabaRock”.
fidas Noha
mar032016
Lodevole iniziativa quella di Mimì Parrucchieri, una nota azienda locale che nella domenica di San Valentino apre eccezionalmente il salone per uno scopo ben preciso. Aiutare l’associazione in evidenti difficoltà economiche per via delle ingenti spese sostenute nel 2015 per ottenere l’accreditamento regionale quale sede idonea e autorizzata alla raccolta del sangue.
Così Domenica 14 Febbraio, nella giornata dedicata all’amore, tutto lo staff di Mimì Parrucchieri con a capo l’ideatore della iniziativa Gianni De Ronzi e la sorella Serena, si è gentilmente offerto per prestare il servizio di acconciatura gratuitamente alle sue clienti, fatte salve le loro offerte volontarie.
Non c’è storia quindi, quando c’è da darsi da fare per il sociale, il gruppo Mimì si distingue sempre e non è la prima volta che accade.
Si, perché già qualche anno fa fu ripetuta uguale iniziativa in occasione della "Festa della Donna" registrando un successo anche di donazioni di sangue, perché fu organizzata persino una raccolta in loco. Buone furono anche le donazioni in denaro, come lo sono state in questa occasione.
Alla fine di una intensa mezza giornata di lavoro, dove tante clienti hanno partecipato più che a "farsi belle" a sostegno dell’iniziativa lasciando offerte anche superiori al costo del servizio usufruito, si può dire che l’iniziativa è stata molto proficua per la nostra associazione e le offerte devolute serviranno a qualche rata di affitto della nostra sede di via Calvario.
Alla manifestazione di beneficenza ha partecipato anche l’Ass. Cult. "Gruppo Masseria Colabaldi", che si è offerta di preparare le "pucce con le olive", (nel linguaggio paesano: pagnotte di pane casareccio con olive nere), una vera prelibatezza salentina, che appena sfornate sono state regalate per l’occasione alle clienti partecipanti all’niziativa.
Le signore quindi hanno non solo ricevuto la piega gratis, ma hanno anche portato sulla loro tavola tre "pucce con le olive", devolute alla nostra Associazione.
A fine giornata sono state contate le offerte date per un totale di € 700,00. Per tutto questo corre l’obbligo ringraziare il "Gruppo Mimì" per l’impegno nel sociale nelle persone di Gianni e Serena De Ronzi e il Gruppo Masseria Colabaldi" tramite il suo Presidente Giuseppe Cisotta.
Non possiamo inoltre esimerci dal ringraziare tutte le clienti del salone e quanti si sono recati presso "l’improvvisata panetteria" attratti dall’inconfondibile profumo del pane caldo lasciando anche loro un offerta volontaria in cambio di qualche puccia.
Antonio Mariano - Presidente fidas Noha
gen202009
giu132018
ll 14 giugno si celebra la 14^ Giornata mondiale del Donatore di Sangue (World Blood Donor Day) promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per ringraziare i donatori volontari di sangue e incoraggiare nuovi donatori in particolare i giovani al fine di garantire il necessario ricambio generazionale.
fidas NOHA ringrazia i suoi donatori dando una festa in loro onore.
Vi aspettiamo Giovedi 14 Giugno presso il Circolo ARCI LEVèRA alle ore 21.00.
fidas Noha
mag112016
Informiamo tutti i Donatori, amici e simpatizzanti che domani 12 Maggio si svolgerà la seconda passeggiata della Quattropassi Insieme della fidas Noha.
Graditi anche animali domestici al guinzaglio.
Vi aspettiamo alle 20:30 puntuali presso la sede fidas.
set222016
Avvisiamo tutti i donatori che finalmente possiamo donare di pomeriggio anche a Noha.
Fatto carico delle insistenti richieste di alcuni donatori abbiamo chiesto e ottenuto di organizzare una donazione pomeridiana.
Pertanto, chi può donare l'aspettiamo SABATO 01.10.2016 dalle ore 15.30 alla ore 18.30 presso la Casa del Donatore di Sangue di via Calvario 15 a Noha.
"Venite a trovarci allo stand fidas durante la festa del Santo Patrono nei giorni 29 e 30 Settembre per prenotare la vostra donazione"
fidas Noha
mag092016
Sarà stata l’aria primaverile, sarà stata la giornata calda e soleggiata, o l’incantevole cornice del Parco naturale di Porto Selvaggio a rendere tutto bellissimo, oppure tutto insieme, chissà. Fatto sta che il gruppo della “Quattropassi” della fidas Noha, Si è divertito alla grande.
Già alle prime ore del mattino di Domenica 17 Aprile, il gruppo composto da una sessantina di partecipanti con in spalla zaini colmi di ogni ben di Dio, si sono dati appuntamento presso la “Casa del Donatore di Noha, dove sono stati accolti dai volontari della fidas.
Giusto il tempo per organizzare la partenza e presto fatto eravamo già arrivati a poco più delle 9:30.
Bello l’arrivo presso la Torre dell’Alto, ad attenderci una tavola bandita per la colazione che la fidas ha offerto ai partecipanti, dove fra tante cose buone non potevano certo mancare i pasticciotti, uno dei nostri dolci più prelibati e ricercati dai salentini e oggi a quanto pare non solo da noi salentini.
Non so poi esattamente quanti scalini abbiamo dovuto fare per scendere e risalire quel sentiero ricavato nella roccia dal tempo. Quel tempo che sembrava si fosse fermato lì tra la natura incontaminata del parco, poiché raramente si possono ammirare luoghi così.
Personalmente devo dire che il percorso non è stato facile per raggiungere la spiaggetta, un vero paradiso tra terra e mare, a me purtroppo ancora sconosciuto.
Un “Bel Vedere” in tutti i sensi, enfatizzato dal suggestivo racconto del nostro Socio Donatore Antonio Mellone, bravo conoscitore della storia dei luoghi e delle abitudini di quei luoghi, un racconto portato a termine con la recita de “l’Infinito di G. Leopardi” che ben si collocava all’interno del racconto.
La breve gita al parco, è proseguita fino a sera, e dopo una collettiva pausa pranzo tutti i partecipanti sono ritornati bambini dando sfogo per qualche ora ai giochi di una volta, fino a quando ormai esausti il gruppo ha ripreso la via del ritorno, o meglio “le scale del ritorno”.
A conclusione della bellissima giornata, resta quella malinconia tipica di quando finisce qualcosa di bello, ma stavolta credo la malinconia abbia lasciato il posto alla gioia di aver trascorso una bellissima gita con persone altrettanto belle, con le quali è interessante stare insieme confrontarsi e condividere tantissime cose, e in questo caso condividere il concetto del dono di una parte di noi stessi per gli altri.
E allora, avendo potuto ammirare se pur in parte e per breve tempo tali bellezze della natura, di aver avuto la possibilità di condividere spazi, pensieri, giochi e ogni ben di Dio alimentare, nonostante la fatica per raggiungere il cuore del parco e quello di guadagnare nuovamente il rientro, restando nel contesto leopardiano è proprio il caso di dire che “il naufragar m'è dolce in questo mare”.
Antonio Mariano
Presidente fidas Noha
gen182011
giu252015
Prepariamoci per la prossima passeggiata di Giovedì 25 Giugno e ricordatevi che è la num. 8 quindi ci sarà il secondo Stepp, ossia ci ritroveremo a fine passeggiata presso un giardino messo a disposizione da amici per la festa con premiazione dei partecipanti assidui e le delizie che porterete da casa.... E IL DOLCE??? Tranquilli quello lo porteremo noi.
Antonio Mariano
Ho posto questa domanda ad un po' di persone di mia conoscenza. Ecco cosa mi hanno risposto.
Albino Campa: "Tiro a campare." Antonio Congedo: "Come fisico, bene." Lory Calò: "Tra alti e bassi." P. Francesco D'Acquarica: "Grazie a Dio, bene." Andrea Coccioli (assessore): "Mentirei se glielo dicessi." Marcello D'Acquarica: "Ti faccio una vignetta?" Michele Pignatelli: "Che flash." Don Donato Mellone: "Sono al settimo cielo." Paola Rizzo: "E' un trucco?" Elisabetta Congedo: "Con questa terapia passerà il dolore." Valentina Scrimieri: "A pelle, bene." Stefania Tundo: "Sogno." Anita Rossetti: "Resisto." Ilaria Rizzo: "C'è qualcosa che non mi quadra." Don Emanuele Vincenti: "Meglio metterci una croce sopra." Antonio Mariano (fidas): "Sono in vena." Michele D'Acquarica: "Mi sento elettrizzato." Giuseppe Marco D'Acquarica: "Di merda." Luca D'Acquarica (classe '67): "A carte, quarantotto." Luigi Longo: "Meglio non parlarne." Antonella Marrocco (poetessa): "Bene (a capo) grazie." Giancarlo Coluccia (farmacista): "Bene, soprattutto se manca la salute." Cosimo Montagna (sindaco): "Faccio finta di non aver sentito." Adriano Scrimieri: "Vedo blu (bay). E che te lo dico a fa'." Fra' Ettore Marangi: "E' tutta un'altra chiesa." Giancarlo D'Acquarica: "Faccio la spola." Fabio Solidoro: "Attento al treno." Fabio Mariano (avvocato): "Tutto nella norma." Crocifisso Aloisi: "Mai metterci una croce sopra." Pina Marzo: "E' una pena capitale." Michelino Barrazzo (fuochista): "Non hai letto che è proibito fum...." Piero Colaci: "Non si può dire in due parole." Pasquale Marannino: "Chi non muore si rivede." Antonio Baldari: "Tutto fumo. Niente arrosto." Samantha Pozzi: "Si Salvini chi può." Loredana Tundo: "Tutto quadra." Maria Luce Coluccia (Le Putìe): "L'appetito non manca." Enrica Mariano (cardiologa): "Basta aver del cuore." M Rosaria Paglialonga: "Abbiamo tanta strada da fare." Gianni De Ronzi (Mimì parrucchieri): "Ho un diavolo per capello." Giancarlo Ballarino: "Amici....il mattino.....a loro in bocca." Daniela Vantaggiato (assessore): "Qui a Galatina bene, e voi lì a Galatina?" Raimondo Rodia: "Qui è fantasilandia." Fratelli Bonuso: "Siamo a cavallo." Daniela Sindaco: "Bene... se mi... sfotteresti di meno." Francesca Stefanelli: "Mutuo un motto: di lusso, a cinque stelle." Ilaria Pellegrino: "Bene quando sento il profumo di casa." Ada Merico: "Sfotti?" Leonardo Rizzo (Zucchero Ecannella): "Al bacio." Claudia Giannini: "Bene, facendo le corna." Michele Chirivì (gommista): "Ho sbalzi di pressione." Giuseppe Chirivi: "Sono un po' in carne." Antonio Pepe: "Ci vorrebbe un altro po' di sale." Lino Frassanito (sparafuochi): " Siamo in pieno boom." Angelo Nocco: "Con un'Aspirina, molto meglio." Paola Congedo: "In parole povere, bene." Monia Negusini (astronoma): "Bene, grazie al cielo." Alessio Cioffi (carrozziere): "Uno schianto." Rosario Pallara (notaio): "Rogito ergo sum." Tiziana Salinaro: "Hai del tempo da dedicarmi?" Antonio Gugliersi: "Mi cogli impreparato." Antonio Mandorino: "C'è poca luce." Antonella Guadalupi: "Come mi trovi?" Andrea Rizzo (collega): "Vengo." Roberta Forte: "Questa è una domanda sinistra." Daniele Pignatelli: "Non guardare all'obiettivo." Oreste Caroppo: "Finché c'è lotta c'è speranza." Rosy Rizzo: "Ma io ti conosco?" Stefano Giacomo Congedo: " Prima bevi qualcosa?" Noha Web: "Bene, tra un necrologio e l'altro." Pasquino Galatino: "Sa, ho tanti pensieri."
Antonio Mellone: "Secondo chi?"
Antonio Mellone
feb172018
E' proprio il caso di dire che quando tutto gira bene si raggiungano grandi traguardi.
L’anno che ci siamo lasciati alle spalle è stato un anno straordinario; primo perché nel mese di Luglio abbiamo superato alla grande la prima visita ispettiva dell’ASL dopo due anni dall’accreditamento della nostra sede, e poi perché abbiamo raggiunto un traguardo che non ci aspettavamo: le 490 donazioni in un solo anno.
I nostri donatori in questo sono stati dei grandi protagonisti, insuperabili, bravi, è grazie a loro che certi traguardi si raggiungono. E quando parlo di traguardi non mi riferisco al mero risultato pocanzi detto, ma mi riferisco alle centinaia di vite salvate. Questo i donatori della nostra sezione (non solo Nohani) lo hanno capito bene e rispondono ai nostri appelli ad oltranza, come una partita giocata ai calci di rigore, una volta io, una volta tu.
Questo penso che sia stato anche il motivo per cui nel 2017 siamo stati “premiati” diciamo così assegnandoci ben 12 giornate di raccolta tra cui 6 di Sabato pomeriggio e 6 di domenica mattina. “Premio” maggiorato per il 2018 con l’assegnazione di ben 14 giornate di raccolta, 5 pomeridiane e 9 di domenica mattina. A mio avviso questo ha favorito i nostri donatori che hanno più possibilità di organizzare le loro donazioni, perché se un donatore è impossibilitato una volta probabilmente sarà disponibile per la prossima. È chiaro che dal punto di vista trasfusionale, ogni raccolta deve essere produttiva per non disperdere le poche risorse che ci sono, sia quelle economiche , sia quelle umane. Possiamo dire però che la nostra sezione ha sempre garantito e registrato raccolte superiori alla media e a volte anche di gran lunga. Tiriamoci su le maniche quindi e iniziamo a darci da fare tutti insieme per un altro anno di vite da salvare, perché se un anno finisce un altro è già iniziato e come sempre è iniziato con la Festa del Donatore e di ringraziamento appunto, svolta Sabato 13 Gennaio, nella quale alla presenza di donatori e cittadini comuni, sono stati premiati ben 73donatori benemeriti, tra cui la donatrice Mariella Serafini premiata con la medaglia d’Oro, dal Presidente della fidas Leccese Emanuele Gatto per aver effettuato 60 donazioni.
La nostra donatrice Mariella è la quinta tra i nostri donatori che hanno raggiunto tale traguardo ed anche la seconda tra le donne che ha donato di più, eccola ritratta nella foto scattata durante la Festa del Donatore insieme al Presidente Provinciale Emanuele Gatto.
Antonio Mariano
fidas News Febbraio 2018
gen232021
In occasione della Giornata della memoria, celebrata a livello internazionale il 27 gennaio, il Patto Locale per la Lettura di Galatina e la Biblioteca comunale “P. Siciliani” organizzano, in collaborazione con il Servizio civile universale In Reading 2018, MEMORIE NARRANTI: a partire da lunedì 25 saranno trasmesse sulla pagina facebook del Patto locale una serie di interviste inedite (e non solo) a uomini e donne che hanno vissuto in maniera diretta e indiretta gli anni della prigionia nel corso della seconda guerra mondiale. L’organizzazione dell’iniziativa è stata coordinata dall’Assessore al Polo bibliomuseale Cristina Dettù e dalla bibliotecaria Maria Grazia Barnaba.
La Giornata della memoria viene istituita per commemorare le vittime dell’Olocausto e, per questo motivo, l’iniziativa del Patto locale per la lettura di Galatina nasce dalla volontà di raccogliere testimonianze sul territorio da uomini e donne di Galatina o dei paesi limitrofi per conoscere e trasmettere alle generazioni future il racconto di vicende che in qualche modo hanno interessato anche le nostre terre e i nostri nonni.
Il lavoro parte dalle vicende che hanno avuto luogo a S. Maria al Bagno, dove, all'indomani della liberazione degli internati nei campi di concentramento, fu allestito un campo profughi per gli ebrei provenienti soprattutto dall'Est Europa.
Le interviste sono state raccolte attraverso dei video amatoriali in modo tale da poter con-dividere le emozioni, osservare le espressioni del loro viso durante la narrazione di storie vere, che sono storie della loro vita. Il lavoro successivo sarà quello di trasformare le interviste su carta in una raccolta di scritti che rappresenterà, appunto, memorie narranti, nel corso degli anni, per non dimenticare.
Nello specifico, Matilde Diso (Università Popolare A. Vallone) ha raccolto la testimonianza di Nino Congedo, mentre Rosanna Valletta (Università Popolare A. Vallone) di Edoardo Santoro su suo padre Nicola. Simona Ingrosso (Circolo Acli Noha) intervista Pina Vincenti e Anna Francesca Magnolo su Enzo Vincenti e Antonella De Luca sugli zii Tina Sambati e Bussell. Sonia Venuti (fidas Collemeto) raccoglie l’intervista di Paolo Pisacane. Saranno presenti anche dei contributi video a cura di Giorè e del Liceo Scientifico “A. Vallone” di Galatina.
“Abbiamo il dovere di non dimenticare – ricorda l’Assessore Dettù – e ciò può avvenire solo conoscendo la storia. Partire dal nostro territorio, dai nostri conterranei che hanno vissuto quegli anni e attraverso la loro voce raccontare la storia: questo il senso profondo di MEMORIE NARRANTI, che racchiude parole drammaticamente vere, che arrivano dal profondo del cuore e della mente per non dimenticare, appunto, per insegnare a chi ancora non conoscere e per scuotere le coscienze”.
Ufficio stampa Marcello Amante
sindaco di Galatina (LE)
gen142017
Carissimi amici c'è in atto una vera emergenza di sangue. Manca in tutti gli ospedali e si stanno rimandando gli interventi, non possimo quindi starcene con le mani in mano ma dobbiamo adoperarci tutti per dare il nostro sostegno.
Domani mattina (Domenica 15 Gennaio) si dona il sangue presso la casa del Donatore di Sange della fidas Noha.
Vi aspettiamo dalle ore 8:30 alle ore 11:30
Antonio Mariano
giu232009
giu062010
apr222011
Carissimi lettori come ben saprete, la legge finanziaria dello Stato italiano ha stabilito la possibilitaÌ di destinare il cinque per mille dell’imposta sui redditi, (IRPEF) anche alle Associazioni di Volontariato riconosciute e iscritte all’albo regionale del volontariato e tra queste vi eÌ anche la fidas Leccese iscritta al n. 54 di cui la Sezione di Noha ne fa parte.
La fidas Leccese opera sul territorio ormai da anni, tanto che eÌ sentita dall’opinione pubblica come parte integrante del tessuto sociale cittadino. Essa opera affincheì, a tutti i cittadini che necessitano del “farmaco” sangue, venga loro riconosciuta la terapia salvavita senza che nessuno abbia a preoccuparsi di una eventuale carenza.
Pertanto, per portare avanti tutte le attivitaÌ comprese quelle della propaganda, necessitano dei fondi. Per questo, chiediamo di aiutarci e in fase di dichiarazione dei redditi, a favorire la nostra Associazione inserendo il nostro codice fiscale nell’apposito spazio riservato, che eÌ il seguente: 90000020751
Grazie per la vostra disponibilita
Per info:
0836 602181
335 6278338
Antonio Mariano
mag132022
Si è svolto a Noha presso il Circolo Levèra un convegno sulla plasmaferesi, ossia sulla donazione del plasma.
A relazionare in merito è stato il dottor Giacomo Bellomo - dirigente medico del Centro Trasfusionale dell’Ospedale di Galatina - che in 30 minuti di intervento ha spiegato le parti più interessanti sull’emocomponente, ossia: Cos’è il plasma, a cosa serve, come si dona, chi può donarlo, quando e dove si dona. Molto coinvolta è stata la folta platea dei partecipanti dove alcuni hanno rivolto delle domande al relatore che ha prontamente fatto chiarezza su dubbi e perplessità di tale pratica.
Tutto si è svolto in meno di un’ora come previsto in fase di organizzazione, tempo ritenuto congruo perché non calasse l’attenzione dei presenti. Volevamo organizzare un convegno leggero tra amici donatori per conoscere le basi della plasmaferesi, e così è stato.
Da questo incontro - ha sottolineato il Presidente della Sezione Antonio Mariano - partono le basi per formare un gruppo di donatori convinti che vogliono avvicinarsi a questo tipo di donazione. Faremo in modo che in accordo con il responsabile del C. T. venga riservata una giornata al mese ai donatori di fidas Noha, per recarsi al centro e effettuare la propria donazione di plasma.
Alla fine dei lavori è stato estratto tra tutti i presenti, un buono omaggio consistente in una cena per due presso un noto ristorante del posto. Ad aggiudicarselo è stata la donatrice Anna Maria, componente di una famiglia di assidui donatori.
Al Convegno hanno portato i loro saluti: il Sindaco di Galatina Dottor Marcello Amante e il presidente della fidas Leccese Avv. Emanuele Gatto.
Hanno infine partecipato alcuni delegati delle sezioni fidas di: Collemeto, Corsano, Gallipoli, Melissano, Monteroni, Sannicola, Sternatia, Taviano e Tuglie.
A. M.
(fonte fidas News Maggio)
giu122017
1° Torneo calcio Balilla Umano misto Maschi/Femmine a Noha. Si affronteranno in un clima di divertimento 4 associazioni di Noha:
- ACLi - Fare Ambiente - Azione Cattolica e naturalmente fidas.
L'evento è organizzato in collaborazione con "Pasticceria Zucchero & Cannella".
Vi aspettiamo.
Antonio Mariano
apr122016
Carissimi amici Donatori e non, la fidas Noha comunica che organizza una Gita al Parco naturale regionale e Torre dell'Alto di Porto Selvaggio, per Domenica 17 Aprile 2016.
PROGRAMMA:
Raduno presso la Casa del Donatore alle ore 8:00 per l'iscrizione e registrazione gratuita e con auto propria, su cui sarà applicato un numero di identificazione sui vetri anteriori e posteriori.
La partenza è fissata per le ore 8:30 in colonna, con arrivo previsto entro le ore 9:15 e rientro nel pomeriggio.
All'arrivo la fidas Sarà lieta di offrire la colazione a tutti i partecipanti.
Pranzo a sacco autogestito.
E' gradito un messaggio di conferma con nome e cognome dell'Autista e il numero dei partecipanti entro le ore 16.00 di Sabato 16 Aprile al numero 320.3549127.
Vi spettiamo numerosi.
La manifestazione rientra nelle attività del 30° Anniversario di Fondazione di fidas Noha.
mag142018
L'importanza della prevenzione e della diagnosi precoce per una sempre più efficace lotta al tumore, in questo caso il tumore al seno. Sarà questo il tema centrale del prossimo convegno organizzato dalla sezione fidas di Noha.
La salute dei nostri donatori è sempre più al centro della nostra attenzione e lo vogliamo dimostrare dando un poco di informazione in più che non basta mai. E’ vero che, oggigiorno, esistono molteplici possibilità per informarsi, ma noi vogliamo essere d’aiuto ai nostri donatori e alle nostre donatrici in quanto la loro salute ci sta molto a cuore.
Così come teniamo alla salute di tutti i cittadini, in quanto potenziali donatori e donatrici, con la speranza che “magari un giorno qualcuno di loro decidesse di diventare un donatore di sangue”.
Entrando nello specifico della prevenzione del tumore al seno, occorre mettere in evidenza come questa consenta di ridurre, laddove si è in tempo, gli interventi di chirurgia invasiva e quindi anche la richiesta di sangue ed emocomponenti, che com’è ormai noto, in certi periodi è incessante e molto spesso supera la reale disponibilità. Ecco allora l’obiettivo che si prefigge fidas Noha: fare prevenzione ed incrementare le donazioni di sangue. Un binomio dal quale possiamo solo raccogliere buoni risultati.
Antonio Mariano
mag112022
Domenica 10 Aprile ore 18:00, alla presenza del Sindaco Dott. Marcello Amante, dell’Assessore Loredana Tundo e di un nutrito gruppo di donatori è stata inaugurata la fioriera adottata dalla fidas con la benedizione del parroco Don Francesco Coluccia.
Si tratta della fioriera antistante gli uffici dell’anagrafe che dopo anni di abbandono a se stessa torna a risplendere grazie all’intervento della fidas.
Dopo la scopertura della targa commemorativa affissa sulla facciata della fioriera, il Presidente della fidas Antonio Mariano, ha ringraziato i presenti e prima di dare la parola al Sindaco, sottolinea che l’inaugurazione deve essere vista sotto un triplice aspetto: il primo è quello sotto gli occhi di tutti, cioè la bellezza dei 6 metri della fioriera completamente restaurata, rivestita da tutti i quattro lati, dove sono state messe a dimora piante scelte con gusto al fine di avere verde e fiori per tutto l’anno; il secondo aspetto: è la speranza di un ritorno alla “vita normale” dopo la pandemia che sembra ora stia volgendo al termine; il terzo aspetto rappresenta la solidarietà che passa anche attraverso l’adozione. Quell’adozione, che se vogliamo, rappresenta tutte le persone bisognose di sangue per continuare a vivere, che noi donatori abbiamo adottato donando loro il nostro sangue senza nulla avere in cambio, se non la contentezza di aver fatto qualcosa di veramente grande e di nobile considerazione. L’adozione di questo spazio verde rappresenta quindi la vita che riprende il suo corso pieno di cose belle e di colori come quello che ci donano le piante con tanti fiori.
Il Sindaco nel suo intervento continua sui valori poco prima espressi dal Presidente, sottolineando che quando c’è collaborazione tutto è più facile da realizzare. “Questa adozione rappresenta quindi un grande senso di collaborazione e civiltà - continua il Sindaco - e la fidas questo lo ha sempre manifestato e lo dimostra anche con questi gesti. Sono sicuro - continua ancora nel suo discorso - che questo spazio verde e così ben curato, sarà mantenuto e custodito nel tempo come si presenta oggi.” La risposta del Presidente Mariano arriva prontissima con un netto: “stia tranquillo sindaco!”
fidas NOHA
(fonte fidas News Maggio)
set252015
lug302018
Non entriamo nel merito delle ragioni per cui viviamo in un contesto diciamo così, poco curato, si aprirebbe una voragine incolmabile di accuse verso “altri” assenti e/o vandalismi indefinibili, e mentre attendiamo il ritorno del buon senso civico di chi non rispetta il bene comune e la restituzione di diritti elementari come può essere il decoro, pur condividendo il principio per cui nessuna associazione, cooperativa, onlus, e così via, debba sostituirsi allo Stato, presi da un tracollo sfrenato di dignità, noi di Fareambiente Laboratorio di Galatina-Noha, con il contributo di: alcuni cittadini privati, aziende commerciali, fidas Noha, Acli, e la stessa Amministrazione Comunale (Deliberazione della Giunta Comunale n. 206 del 17-07-2018) , abbiamo deciso di ovviare (solo in una piccola parte) all’incuria e al degrado del bellissimo spazio verde, che è il Giardino Madonna delle Grazie. Molto c’è da fare per riportare il giardino ai fasti di quando venne inaugurato, seppur corredato con semplicità, era comunque fornito di panchine, cestini, vialetti recintati e alberi curati. Poi pian piano, non si capisce bene la ragione, anche questo angolo di bellezza, costato fatica e risorse economiche non trascurabili, sta rischiando di diventare come molte altre aree verdi nostrane. Abbiamo così deciso di restituire un po’ di decoro tramite l’installazione di alcune panchine, indispensabili ai familiari che accompagnano i loro bimbi al parco, e alle stesse persone che vogliono godersi il verde, una goccia d’ossigeno in questo mare di cemento che sterilizza, tutto e tutti, terra compresa.
Sappiamo benissimo che non basteranno poche panchine a ridare decenza al nostro giardino, tantomeno la mancanza dei vialetti o dei cestini per i rifiuti possono essere l’alibi per approfittarne e riempire il circondario di escrementi di cani (la colpa naturalmente non è dei cani, ma dei loro padroni che non provvedono puntualmente a raccogliere i "bisognini" che i loro animali lasciano per strada). E quindi, in attesa che l’Amministrazione Comunale provveda alle responsabilità per cui è chiamata, compresa la sorveglianza e la punizione di chi non rispetta le regole, crediamo sia prioritario salvaguardare il nostro stesso decoro che non è certo ben rappresentato dall’incuria che ci circonda. Ai “vandalini”, cioè i ai figli dei vandali, chiediamo di sfogare altrove la loro esuberante imbecillità.
Quindi, giusto per iniziare, stiamo organizzando l’acquisto e la relativa installazione di dieci panchine (nel 2002, come si evince dalla foto allegata, le panchine installate erano 20) corredate di targhette identificative del donatore, naturalmente coadiuvati e autorizzati per il rispetto delle normative, dagli Enti Tecnico/Amministrativi preposti.
Chiediamo a chiunque desideri essere parte di una comunità che vuole salvaguardare la propria immagine, di contribuire al progetto, comunicando le proprie intenzioni a questa redazione attraverso il sito “Noha.it”.
Il Direttivo di Fareambiente Laboratorio di Galatina-Noha
dic282015
Il collaudato miracolo del presepe vivente di Noha che si rinnova annualmente in occasione del Natale è da ascriversi alla collaborazione, anzi all'unione che fa la forza dei seguenti gruppi associativi:
Mel
mag292017
L'incontro si svolgerà Martedì 30 Maggio alle ore 20:30 presso la sala convegni dell'Associazione "L'Altro Salento" sita in Via Collepasso n. 25.
L'incontro tratterà argomenti che riguardano le associazioni di Volontariato operanti sul territorio.
I Soci Donatori e le varie Associazioni locali sono invitate a partecipare.
fidas Noha
lug292020
Il “Patto locale per la lettura di Galatina”, anche in questa estate così anomala, ha deciso di offrire uno sguardo diverso sulla città proponendo un programma di “passeggiate letterarie”. Dopo un duro periodo, ciascuno costretto nelle proprie case, queste prossime settimane possono rivelarsi momenti ideali per riscoprire la propria città, guardandola con occhi diversi, per riprendersi i propri spazi.
Partendo proprio dal libro e dalla lettura, della cui promozione il “Patto locale” ha fatto un obiettivo fondamentale della propria attività, i suoi sostenitori accompagneranno i viandanti alla scoperta (o ri-scoperta) di alcuni palazzi e luoghi della città, raccontando le storie degli illustri galatinesi che, in qualche modo, hanno legato ad essi il loro nome. Si tratterà non tanto d’itinerari turistici tradizionalmente definiti, ma di “passeggiate”, dove a guidare i visitatori, saranno alcuni libri che racconteranno di quei luoghi attraverso la voce dei promotori del “Patto”. D’altronde, proprio nel narrare di luoghi e persone, i libri non potranno che essere guide quanto mai attendibili, che orienteranno i curiosi viandanti attraverso un viaggio nel tempo e nello spazio, che cercherà di abbracciare un po’ tutte le epoche: si andrà, perciò, dalle atmosfere medievali di Maria d’Enghien fino al ventesimo secolo, si farà la conoscenza del filosofo Zimara e del pittore patriota Gioacchino Toma. Saranno diverse anche le forme di narrazione, con il teatro e la danza a sottolineare la “parola scritta”.
Sono stati organizzati cinque percorsi differenti, comprese due piccole “trasferte” nella vicina frazione di Collemeto, mentre, per i piccoli visitatori, è stato pensato un itinerario speciale: un viaggio “da fermi”, alla scoperta della città, sulle ali di tanti meravigliosi albi illustrati.
Si partirà, dunque, Sabato prossimo 1° Agosto, con il percorso dedicato a “Maria D’Enghien e Marcantonio Zimara”, curato dall’Università Popolare “A. Vallone”, con le letture teatralizzate di T. Buccarella e l’accompagnamento musicale del violinista A. Pizzola; appuntamento alle 19, al Palazzo della Cultura di P.za D. Alighieri.
Secondo percorso, Giovedì 6 Agosto: il gruppo “fidas” racconterà la “Storia della Chiesa di Collemeto”; alle ore 20, ritrovo in piazza Italia, vicino la Chiesa della B.V.M. di Costantinopoli.
Il giorno successivo, Venerdì 7 Agosto, si fa ritorno a Galatina, dove, dalle 19, con ritrovo presso il Palazzo della Cultura, l’associazione “Giorè” e la cooperativa “Polvere di Stelle” cureranno il terzo percorso dedicato al “Tarantismo”.
Un salto di qualche settimana per arrivare a Giovedì 27 Agosto, quando si tornerà a Collemeto, per una serata dedicata ai più piccoli: “Il Paese delle Storie: Letture ad alta voce per bambini dai cinque ai dieci anni”. Sarà Daniela De Santis ad attendere i piccoli partecipanti, alle ore 19, in piazza Madonna di Costantinopoli. Raccomandata la prenotazione, per un massimo di quindici partecipanti, accompagnati dagli adulti.
Ultimo percorso, il giorno successivo, Venerdì 28 Agosto: la sezione “Acli” di Noha proporrà una serata dedicata a “Baldassarre Papadia” con le letture dialogate di S. Ingrosso e A. Panico, mentre A.M. Mangia racconterà “Gioacchino Toma, . Ritrovo alle 20, presso il Palazzo della Cultura.
Per tutte le informazioni e le relative prenotazioni ci si può rivolgere alla Biblioteca comunale “P. Siciliani”, in P.za D. Alighieri, 51, a Galatina (Tel. 0836-565340 – mail: chiedialbibliotecario@comune.galatina.le.it – pattoperlalettura@gmail.com).
Per tutti i percorsi, il numero dei partecipanti non potrà essere superiore alle venti persone, come previsto dalle Ordinanze Regionali.
“Sfogliando Galatina” è un’iniziativa organizzata dal Comune, dalla Biblioteca “P. Siciliani”, dal “Patto locale per la Lettura” e da “LiberMedia – Servizi e Formazione per i Beni Culturali”. (Maria Grazia Barnaba)
gen182010
gen082015
Qualcuno penserà: “che c’è di strano ad avere i botti a Capodanno?” Nulla di strano infatti, ma se a far rumore non sono i botti ma IL BOT-TO, c’è da chiedersi “cosa sarà mai successo nella sezione di Noha?”
Nel 2002 fece già rumore quando raggiungemmo il tra-guardo delle 300 donazioni. Ci sembravano veramente tante, ma già l’anno dopo avevamo fissato l’obbiettivo per le 400 che più volte abbiamo sfiorato, ma quel muro non siamo mai riusciti a sfondarlo.
Così, anno dopo anno, siamo cresciuti, un poco alla volta, ogni anno qualche donazione in più e domenica 28 Dicembre grazie alla presenza di 33 donatori abbia-mo finalmente raggiunto e sorpassato l’obbiettivo delle 400 donazioni totalizzandone ben 425. Un risultato che porta la firma di centinaia di donatori, fieri di fare parte della fidas.
C’è da dire che le tante iniziative organizzate hanno sicuramente contribuito al raggiungimento di tale tra-guardo, giusto per citarne qualcuna: fidas On The Road, il Summer Party, la Quattropassi, l’Emoraduno, sono state sicuramente quelle che hanno dato quell’occasione e motivazione in più al donatore, per venire a donare.
Ora ci assale la paura di non poter più donare in sede se la stessa non sarà accredita, potrebbe verificarsi (ipotesi tra l’altro molto vicina alla realtà) un gap negativo che ci riporterebbe indietro negli anni, gap reso ancora più catastrofico dall’obbiettivo appunto, raggiunto nel 2014.
Ma non vogliamo essere così pessimisti, perciò, il Di-rettivo si sta già allenando per affrontare questa nuova e grande sfida, anche se questa non ci lascia per niente indifferenti. Questa sfida da tempo annunciata è lo stimolo ulteriore che ci permette di lanciare una contro sfida: “FERMATECI SE CI RIUSCITE” oppure fate largo, (molto consigliato) non abbiamo paura di niente e di nessuno! I requisiti, “quelli tanto richiesti da un rego-lamento scellerato”, sono strutturati nei nostri cuori, ed è difficile smuoverli, che ci provino!
Intanto ringraziamo di cuore i nostri donatori che hanno contribuito e gustiamoci questo risultato annuale che festeggeremo domenica 18 Gennaio con la nostra Festa del Donatore e di Ringraziamento che stiamo preparan-do.
Antonio Mariano
nov062009
mar182017
Vi invitiamo a venire a donare Domenica 19 Marzo "Festa del Papà".
Per l'occasione abbiamo preparato un simpatico omaggio per tutti i papà.... ma non solo.
Vi aspettiamo dalle ore 8:30 alle ore 11:30 presso la "Casa del Donatore" in via Calvario, 15 Noha.
fidas Noha
feb072016
A San Valentino la BELLEZZA diventa BUONA.
Gruppo Mimì parrucchieri, nella domenica della festa degli innamorati, apre eccezionalmente il suo salone di Noha dalle 9 alle 13 per un'iniziativa di beneficienza.
Il 14 febbraio 2016 le clienti che vorranno usufruire del servizio piega lo potranno fare con un'OFFERTA LIBERA che sarà INTERAMENTE devoluta alla fidas di Noha.
Una bella iniziativa, in collaborazione con l’associazione culturale L’Altro Salento, che si trasforma in splendida occasione di solidarietà.
Vi aspettiamo!
L'invito di Gruppo Mimì è rivolto anche ai colleghi che possono partecipare nel modo che ritengono più opportuno, scegliendo di offrire la propria prestazione d'opera o, perchè no, di farsi fare la piega. Protagonisti, comunque.
PS: l'Associazione del Presepe Vivente di Noha dà il suo contributo all'evento preparando delle ottime pucce con le olive che saranno offerte a chi parteciperà a questa giornata di "bellezza e buone azioni".
Pane caldo di domenica mattina...profumo di bontà.
(Gradito prendere appuntamento)
feb222013
DONAZIONE DEL SANGUE DOMENICA 24 Febbraio 2013 dalle ore 8,15 alle 11,30
mag312017
Nella sala convegni dell’Associazione “Altro Salento” di Noha, di fronte a una nutrita platea, si è svolto l'incontro con i candidati sindaco al Comune di Galatina. Assente per impegni precedenti il candidato Paola Carrozzini.
L'evento è stato organizzato dalla fidas NOHA. Moderatore dell’incontro il presidente dell’associazione Antonio Mariano che ha posto quattro domande sul tema dell'associazionismo e del volontariato operante sul territorio.
giu112015
Le Associazioni Organizzatrici
Noha, 13 giugno 1988: alcuni flash della benedizione della Cappella del Santo di Padova da parte dell'allora Vescovo di Nardò - Gallipoli, mons. Aldo Garzia (1927 - 1994)
dic212022
Giovedì 22 dicembre 2022 si svolgerà a Noha l’ultimo imperdibile appuntamento con MAGIC CHRISTMAS.
L’evento, ideato e voluto da Michele Spagna (commerciante del posto), patrocinato dal comune di Galatina e realizzato con l’attiva partecipazione del consigliere comunale delegato per Noha, Pierluigi Mandorino, di Natasha Rossetti, dell’Associazione L’Agorà e della fidas, farà rivivere a Noha la magica atmosfera Natalizia. Nella prima giornata prevista, 10 dicembre 2022 , l’evento si è svolto solo in parte a causa delle avverse condizioni meteo.
Giovedì 22 dicembre a partire dalle ore 17,00 oltre alla casetta di Babbo Natale ed alla partecipazione degli alunni del Polo 2 che saranno impegnati nei canti natalizi, ci saranno “bancarelle” di giocattoli, frutta secca e caldarroste, prodotti dolciari, degustazioni di dolci tipici delle attività produttive di Noha a cura dell’Associazione L’Agorà, il truccabimbi per la gioia dei più piccoli nonché gli artisti di strada che allieteranno la serata.
A partire dalle ore 18 e sino alle ore 21, a cura dell’associazione fidas, sezione di Noha, presso la casetta sita in piazza San Michele, Babbo Natale consegnerà ai bambini i regali precedentemente portati presso la sede di Via Calvario n° 15.
Alle ore 19 presso la Chiesa di San Michele Arcangelo ci sarà il concerto d’organo a cura del Maestro Mattia Greco.
La SV e’ inviata alla manifestazione.
Michele Spagna
ago202010
apr122013
Alcuni momenti della mattinata di sabato 6 Aprile trascorsa a Noha dagli amici Vicentini in occasione del gemellaggio della fidas Lecce e fidas Vicenza.
feb152008
gen062010
Sabato 9 gennaio, l’Associazione fidas di Noha, organizza la:
Festa del donatore e di ringraziamento
Programma della serata:
L’ingresso alla manifestazione è libero.
set282010
mar252011
set212018
Cari amici è finita l'estate ma non è finito lo spirito di altruismo e di solidarietà verso il nostro prossimo.
Sabato pomeriggio 22 Settembre dalle ore 15:30 alle ore 18:30 si svolgerà la prima donazione autunnale.
Siete invitati a partecipare, specialmente chi non può donare la domenica mattina.
Vi aspettiamo presso la Casa del Donatore di Sangue di fidas Noha.
fidas Noha