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Di Albino Campa (del 11/08/2010 @ 23:31:07, in Grafite è Musica, linkato 3908 volte)

Il 13 Agosto durante la rassegna "Neviano d'estate" l'artista Paola Rizzo si esibirà in una performance che la sta portando in giro fra i locali e gli eventi della Provincia di Lecce e non solo, dal titolo "Grafite è Musica" nella quale realizzerà "live" sul palco il ritratto a Gaetano Carrozzo che contemporaneamente si esibirà con il gruppo della Bandadriatica, capeggiato dall'organetto di Claudio Prima.

PAOLA RIZZO è pittrice laureata nel 1997 all’Accademia delle belle Arti di Lecce con una tesi in anatomia artistica dal titolo “Fisicità e psichicità di un linguaggio universale: il volto”. Bravissima con la matita, nei chiaroscuri, il suo talento sembra esprimersi al meglio nella tecnica della pittura ad olio. Nature morte, vedute marine, paesaggi bucolici, panorami, soggetti religiosi, scene di vita quotidiana, ritratti di volti umani o fantastici, sono stati i soggetti della sua prima produzione artistica. Poi improvvisamente incontra un soggetto che è diventato quasi la costante della sua opera: l’ulivo, la pianta che per eccellenza rappresenta l’ambiente, la natura della terra salentina, cui si aggiunge nel corso degli ultimi anni l’amore per la fotografia e per la musica. Musica e pittura, in connubio tra loro, divengono per lei inscindibili. Nascono così i suoi famosi ritratti a matita di alcuni musicisti di fama nazionale ed internazionale protagonisti della conosciutissima mostra itinerante “Grafite è musica”. Attualmente è impegnata in una personale di pittura al “Dona Flor”, lo storico american bar del Teatro Petruzzelli. Paola Rizzo dipinge e disegna con la musica. Non come colonna sonora, che pure non manca mai nel suo studio d'arte, ma come moto dell'anima-artista. Le sue tele e i suoi ritratti sono spartiti musicali su cui si adagiano note in bianco e nero e note di colore, spalmate con pennelli o incise nel tratto al cui ritmo risuona l'armonia del creato. Nei suoi dipinti, i colori a volte stridono e lottano in contrasto come rulli di tamburi e tamburieddhri, a volte sfumano malinconici sul diesis o sul bemolle di un ottone a fiato o di un'armonica a bocca, a volte esplodono nella maestà degli ulivi che si ergono nella gloria dei cieli come trombe o antiche canne di un organo solenne.I volti di Paola Rizzo e le loro espressioni li trovi ovunque nei suoi quadri. La natura delle sue tele non è mai morta, ma viva, pulsante, danzante, cantante. Il pennello o la matita di Paola finiscono per essere nelle sue mani come la bacchetta di un direttore d'orchestra, e i suoi volti e le sue immagini la composizione e l'esecuzione più bella della sua pittura lirica. Questi volti stanno cantando e suonando: tendete l'orecchio, liberatevi dal tappo che ostruisce ed ottura, e li sentirete anche voi.

 
Di Albino Campa (del 03/06/2012 @ 22:49:37, in Grafite è Musica, linkato 4057 volte)

Venerdì 8 giugno ore 22.00 inaugurazione mostra itinerante "Grafite È Musica", presso lo Skatafashow Aradeo. Performance artistica di Paola Rizzo che ritrarrà Francesco Arcuti (Cesko from Après la Classe) e musica di Beppe Vivaz. Non potete mancare amici: Arte musica gastronomia...
In esposizione i ritratti a matita di alcuni musicisti di fama nazionale ed internazionale, conosciuti personalmente nel corso di questi anni. ritratti come quello di Caparezza, Terron Fabio, Roy Paci, Raffaele Casarano, Giuliano Sangiorgi. Marco Ancona, Marco Rollo, Giancarlo dell'Anna, Cesare dell'Anna, Luca Aquino, Ludovico Einaudi...

Paola Rizzo dipinge e disegna con la musica. Non come colonna sonora, che pure non manca mai nel suo studio d'arte, ma come moto dell'anima-artista. Le sue tele e i suoi ritratti sono spartiti musicali su cui si adagiano note in bianco e nero e note di colore, spalmate con pennelli o incise nel tratto al cui ritmo risuona l'armonia del creato. Nei suoi dipinti, i colori a volte stridono e lottano in contrasto come rulli di tamburi e tamburieddhri, a volte sfumano malinconici sul diesis o sul bemolle di un ottone a fiato o di un'armonica a bocca, a volte esplodono nella maestà degli ulivi che si ergono nella gloria dei cieli come trombe o antiche canne di un organo solenne. I volti di Paola Rizzo e le loro espressioni li trovi ovunque nei suoi quadri. La natura delle sue tele non è mai morta, ma viva, pulsante, danzante, cantante. Il pennello o la matita di Paola finiscono per essere nelle sue mani come la bacchetta di un direttore d'orchestra, e i suoi volti e le sue immagini la composizione e l'esecuzione più bella della sua pittura lirica. Questi volti stanno cantando e suonando: tendete l'orecchio, liberatevi dal tappo che ostruisce ed ottura, e li sentirete anche voi. (Antonio Mellone)

 

L’iniziativa rientra nel calendario di appuntamenti frutto della collaborazione tra il Museo, la Coop. Imago e l'associazione 34°Fuso nell’ambito del progetto MuseoWebLab, vincitore di Principi Attivi 2012.

Il Museo Civico P. Cavoti, situato nel suggestivo Ex Convento dei P.P. Domenicani oggi Palazzo della Cultura, racconta la storia della Città di Galatina. 
A cominciare dalle opere di Martinez del XX Sec. indietro nel tempo fino alla lastra con iscrizione messapica, i vari oggetti formano un panorama nel quale l’opera artistica diventa testimonianza del gusto, delle scelte estetiche e culturali degli autori ma anche del contesto storico di cui è frutto.

Vi aspettiamo muniti di smartphone, tablet, videocamere, fotocamere e tanta voglia di condividere l’esperienza. Con i vostri post, selfies, tweets, video potrete dare libero sfogo alla vostra partecipazione e far rivivere le collezioni.
Gli hashtag da utilizzare sono #invasionecavoti, #museoweblab #invasionidigitali e #Lecce2019.

Con l'invasione del Museo P. Cavoti, aderiamo al programma delle #invasionidigitali di #Lecce2019 per REINVENTARE EUTOPIA.

PROGRAMMA DELL’INVASIONE
h.18.00
Ritrovo presso il Museo e inizio visita guidata

Seguire il percorso museale del Museo Cavoti è come effettuare un viaggio nel passato, alla scoperta della storia della città di Galatina e dell’intero Salento:

Si parte dalla prima sala dedicata agli artisti del XX Secolo ed in particolare a Gaetano Martinez, scultore autodidatta e voce viva e consapevole del dibattito artistico del Novecento italiano, che come scriveva il critico Cozzani “si è provato a scolpire per lo stesso intimo mistero per cui Giotto sulle rocce di Colle disegnava i montoni del suo branco”.
Nella seconda e terza sala si possono ammirare le opere del Fondo Cavoti (XIX sec.) che rendono omaggio al patriota, storico e artista galatinese Pietro Cavoti. La collezione è principalmente composta da bozzetti, disegni e acquerelli che illustrano vari momenti di vita dell’autore e i suoi interessi: si spazia dalle caricature, ai ritratti e ai costumi a lui contemporanei, passando attraverso l’architettura.
La quarta e la quinta sala sono invece dedicate rispettivamente alla scultura antica del XVIII - XVII secolo e ad affreschi, documenti antichi e reperti archeologici del XV secolo.

Chi siamo? 34esimo Fuso è un’associazione che riunisce giovani professionisti del patrimonio culturale, dell’economia e della comunicazione. Questo mix di competenze trasversali permette loro di sperimentare e progettare nuove forme di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e paesaggistico, delle arti e della creatività.

Cos'è Museoweblab? Museoweblab è un progetto vincitore del bando "Principi Attivi 2012" il cui obiettivo è quello di sperimentare approcci e strategie innovative per la valorizzazione e promozione di piccole e medie realtà museali, attraverso l’uso del web 2.0 e l’adozione della sua filosofia partecipativa.


p.s. Dimenticavo. Io vi racconterò la vera storia di Carlo Mauro, Avvocato e Politico Galatinese dei primi anni del '900. 

Ci sarà da divertirsi. Vi aspetto.
 
Di Redazione (del 02/10/2019 @ 21:44:48, in Comunicato Stampa, linkato 1309 volte)

Dopo una bellissima estate rigenerativa, Levèra riapre con una grande festa a suon di vinili selezionati per voi da Frank Lucignolo, dal rock al punk al surf. Un'occasione per reincontrarci e condividere le novità di questo nuovo anno associativo, ma soprattutto per divertirci insieme!

La serata sarà arricchita da una collettiva d'arte a cura di:

Frank Lucignolo, di San Donato, classe 1989. Il suo percorso artistico come welter lo ha portato a collaborare con il collettivo d'arte South Italy Street Art, realizzando numerose opere in tutta Ialia e all'estero.

Paola Rizzo, nata a Noha, truccatrice, pittrice, ritrattista, restauratrice, appassionata di fotografia e della musica. Proprio attraverso la musica, collante per artisti, conosce alcuni tra i suoi musicisti preferiti, così scatto dopo scatto ferma le loro espressioni e la loro anima che poi viene impressa nei tratti decisi del suo segno. Nasce così "Grafite è Musica" una mostra itinerante di ritratti a matita dei volti di musicisti di fama nazionale ed internazionale.

Massimo Pasca, classe 1974, è uno dei più attivi live painter italiani. Già dal 1994 porta sulle coste del pugliesi il concetto di live painting con numerosi happening in compagnia di dj, musicisti e poeti. Ha dipinto per collezionisti privati, istituzioni, centri sociali, cineclub, teatri, musicisti e per la moda. I suoi disegni sono finiti su maglie, borse e copertine di dischi, libri e manifesti.

Vi aspettiamo sabato 5 OTTOBRE h 21.30

Levèra Noha

 
Di Redazione (del 08/04/2019 @ 21:03:19, in Comunicato Stampa, linkato 1396 volte)

Lunedì 8 aprile alle ore 21:15 sul canale Sky arte HD la trasmissione “ITALIE INVISIBILI” avrà come tema “La Contea di Soleto e la Grecia Salentina”. Un viaggio affascinante che riporta alla luce e rievoca, come in tanti ritratti, territori, strade e confini che non ci sono più, ma che sono stati nel passato luoghi straordinari per arte, cultura, storie e bellezze naturalistiche. "Il racconto del territorio troverà in Galatina un momento fondamentale di snodo di un’epoca caratterizzata da un fervore artistico di cui ancora godiamo i benefici - spiega Nico Mauro, assessore al turismo per il Comune di Galatina - L’attenzione che continua ad avere la nostra Città sui media e in particolare sui canali televisivi conferma la necessità di lavorare in maniera sinergica verso la promozione delle nostre peculiarità, ormai solide basi per la costruzione di una destinazione turistica fondamentale per chi vuole visitare il Salento”. Nella nuova stagione di Italie Invisibili il paesaggio è il protagonista indiscusso. In una mescolanza di passato, presente e futuro, ogni episodio ci condurrà attraverso emozionanti panoramiche alla scoperta di tanti luoghi evocativi e spesso poco conosciuti, come il Ducato di Urbino, lo stato Borromeo e Isolabella, Amalfi e la Terra del Sole tra Romagna e Toscana.

Lunedì 8 aprile sarà la volta di Galatina e il suo legame con gli Orsini del Balzo e Maria D’Enghien, le ragioni della sua indiscussa centralità, fino alla narrazione dei fenomeni antropologicamente rilevanti come il tarantismo. Un appuntamento che può essere un’occasione di riflessione, ma anche un momento di emozione e di orgoglio.

Ufficio Stampa Amante

 
Di Albino Campa (del 27/06/2012 @ 21:00:46, in Eventi, linkato 3552 volte)

Il 29 giugno, per i Venerdì del Sunrise, protagonisti della serata sono gli Ulivi di Paola Rizzo, preziosa artista salentina con il dono di leggere nelle radici secolari di quei tronchi che tanto rappresentano la nostra terra, traducendo fin nell’anima le nostre tradizioni. Ed è proprio Paola a raccontarci che “Alla base del mio dipingere ulivi è aver visto nell'ulivo l'archetipo per affacciarmi in un mondo inesplorato, risalire alle origini del mio stesso essere donna, per fortificarmi. Ho scelto l'ulivo come simbolo di vita ma anche di sofferenza. L'ulivo ha un'anima. E' proprio il quell'avvitarsi su se stesso, in quel dibattersi per vincere e far vincere il principio armonico della natura più autentica dell'essere, che trovo il massimo dell'esaltazione dello spirito”. Gli ulivi come metafora della sofferenza e delle conquiste della nostra umanità quindi, intrisi di un’aurea quasi magica di sensazioni primordiali.
La selezione musicale è a cura del dj set di Sandro Litti, personalizzata sull’ispirazione del momento pescando dalla tradizione funky. Ingresso gratuito.

Paola Rizzo espone fino all’8 luglio anche allo SkatafaShow di Aradeo, con “Grafite è Musica”, la serie di ritratti a matita di alcuni musicisti di fama nazionale ed internazionale, conosciuti personalmente nel corso di questi anni. Le sue opere sono visibili presso il laboratorio-galleria permanente in Piazza Castello, 14 a Noha – Galatina.

L'evento è organizzato da D'IO - Creative factory & Movements - in collaborazione con Gruppo Editoriale Enotria, Sunrise e ColorMe.

Info & prenotazioni: 3478060346 Frank / 3313345765 Marco / 3400728871 Donato

 

I dirigenti della Showy Boys Galatina hanno riservato una bellissima sorpresa agli allievi della Scuola Volley. Camillo Placì, maestro di volley, pluripremiato coach internazionale e talent scout, ha fatto visita, nel corso di una seduta di allenamento, ai gruppi under 17 e under 19. Dopo aver visitato la sede di piazza San Pietro, il tecnico originario di Specchia, che per motivi di salute ha lasciato la panchina della compagine russa del Fakel Novy Urengoy, si è diretto verso la palestra per salutare tecnici e atleti della Showy Boys.

Ad accoglierlo il responsabile della Scuola Volley biancoverde Marco Corina: “Sono particolarmente emozionato perché mi sento molto legato a mister Placì. E’ stata la prima figura del mondo della pallavolo che ho conosciuto quando mi sono approcciato da giovanissimo a questa disciplina. Entrai per la prima volta nel tensostatico di Parco Ricchello a Taviano e rimasi colpito dalla sua persona e dai suoi allenamenti. Da quel momento mi avvicinai sempre più al volley. Mister Placì, oltre ad avere una grande conoscenza tecnica, trasmette un forte carisma e tante motivazioni. In particolare, penso che le sue esperienze, dentro e fuori dal campo, possano essere da stimolo per tutti i ragazzi che praticano la pallavolo. Il nostro sport ha bisogno di queste persone e di questi allenatori di levatura mondiale e con competenze e conoscenze straordinarie”.

Dopo il benvenuto di un entusiasta mister Corina è arrivato il saluto di Camillo Placì che ha debuttato con un messaggio diretto ai giovani atleti biancoverdi: “Ragazzi dovete essere orgogliosi della maglia che indossate, è una maglia gloriosa. La Showy Boys è una delle società più blasonate in Puglia per longevità e storia. Quando si parla di pallavolo Showy Boys è il nome che spicca subito alla memoria. In questa società sportiva hanno militato grandi nomi del volley. Prima di venire in palestra ho voluto fare una visita alla vostra sede in piazza San Pietro e devo dire che mi sono emozionato nel vedere tanti amici ritratti nelle foto, tanti ricordi, tante esperienze vissute e un archivio storico che è qualcosa di davvero unico”.

Prima di congedare i ragazzi per proseguire l’allenamento, mister Placì ha voluto condividere un messaggio: “Fino alla fine, non mollare mai: non è solo una frase ma deve essere uno stile di vita”.

 Showy Boys Galatina

 
Di Redazione (del 09/10/2019 @ 20:01:43, in Comunicato Stampa, linkato 5772 volte)

Il viso è il riflesso dell’anima. Ogni viso ha una storia, parla, rappresenta il mondo dimenticato dell’anima e dello spirito che in esso si riflette. ll workshop ha come finalità quella di favorire e migliorare lo sviluppo di capacità artistiche e abilità tecniche per realizzare il ritratto di un volto umano.

Ognuno dei partecipanti sarà in grado di:

- Squadrare il foglio ed eseguire una corretta inquadratura del Ritratto da realizzare;

- Effettuare con maggiore sicurezza nel tratto il disegno, evidenziandone i contorni con una linea continua e semplice;

- Eseguire con manualità tecnica il chiaroscuro, conoscendone le differenti gradazioni di tono, in relazione a luce ed ombra.

- Utilizzare il “Metodo della Quadrettatura”

- Realizzare la copia di un ritratto con la tecnica del chiaroscuro a matita.

 

Alla fine del Workshop è prevista una mostra finale con gli elaborati dei partecipanti presso il Circolo Arci Levèra.

 

Il workshop sarà strutturato in 8 incontri da 2 ore ciascuno e avrà inizio il 14 OTTOBRE dalle ore 18.00 alle ore 19.00 con un numero minimo di 5 iscrizioni.

 

Il corso è aperto a tutte e a tutti e non sono richieste precedenti esperienze artistiche, né attitudini particolari. E' rivolto persone dai 15 anni in su. Non è richiesta alcuna competenza tecnica specifica.

MATERIALE utile a carico dei partecipanti:

- Album Fabriano 4 Ruvido 33x48 cm

- Matite morbide numero 0B , 2B, 4B, 6B (matita staedtler o matita lyra artdesign)

- Gomma pane

- Gomma matita

- 2 squadrette da disegno geometrico

- 1 riga lunga per disegno geometrico

- Tempera matita in acciaio

- FOTOGRAFIA IN BIANCO E NERO del ritratto che si intende realizzare

 

info e iscrizioni: levera.arci@gmail.com | 3894250571

 

Paola Rizzo - Pittrice affermata, con piu di 20 anni di esperienza.

Laureata nel 1997 presso l’Accademia delle belle Arti di Lecce con una tesi in anatomia artistica sul Volto, aspetto fisico e psicologico.

Nature morte, vedute marine, paesaggi bucolici, soggetti religiosi, scene di vita quotidiana, ritratti di volti umani o fantastici, sono stati i soggetti della sua prima produzione artistica.

Subito dopo gli studi accademici ha incontrato un soggetto che è diventato la costante della sua opera: l’ulivo. L’ulivo è l’albero che per eccellenza rappresenta l’ambiente, la natura della nostra terra, quella salentina. Sembra esserci ormai una dipendenza, quasi ancestrale, tra lei e quest’albero considerato “sacro” dai nostri avi, alla stessa stregua di un nume tutelare del luogo. La tecnica che predilige nella rappresentazione dell’ulivo è quella dell’olio su tela. Amante dei dettagli, ha sperimentato anche altre tecniche. Cosicchè la produzione artistica relativa agli ulivi si avvale oltre che di grandi tele, anche di una serie di grafiche eseguite con la tecnica della china su carta ed alcune con la tecnica del chiaroscuro a matita.

Parallelamente entrano a far parte del suo mondo l’amore per la fotografia e la musica, quest’ultima diviene fonte di ispirazione primaria. Ama dipingere e disegnare con la musica. Non come colonna sonora, che pure non manca mai nel suo studio d'arte, ma come moto dell'anima-artista. La musica, collante per artisti la porta a frequentare gli ambienti musicali conoscendo alcuni tra i suoi musicisti preferiti. Così, scatto dopo scatto ferma le loro espressioni e la loro anima attraverso la fotografia. Anima impressa nei tratti decisi del suo tratto a matita e polvere di grafite. Nasce “Grafite è Musica” una mostra itinerante di ritratti di musicisti di fama nazionale ed internazionale, eseguiti con la tecnica del chiaroscuro a matita. Tra i ritratti quello di Caparezza, Terron Fabio, Roy Paci, Raffaele Casarano, Claudio Prima, Gaetano Carrozzo, Roshaun Bay-c Clark (T.O.K), Cesare Dell’Anna, Giancarlo Dell’Anna, Eneri, Carmine Tundo (La municipal), Ludovico Einaudi, Marco Ancona, Giuliano Sangiorgi (Negramaro), Luca Aquino, Uccio Aloisi, Greta Panettieri, Nandu Popu, Mannarino.

 

Il workshop ha come finalità quella di favorire e migliorare lo sviluppo di capacità e abilità già presenti in coloro i quali vogliono approcciarsi all’arte. Le finalità prevedono che ognuno dei partecipanti sarà in grado di:
- Squadrare il foglio ed eseguire una corretta inquadratura del disegno da realizzare;
- Effettuare con maggiore sicurezza nel tratto il disegno, evidenziandone i contorni con una linea continua e semplice;
- Eseguire con manualità tecnica il chiaroscuro, conoscendone le differenti gradazioni di tono, in relazione a luce ed ombra, del nero, dei colori primari, dei colori secondari e dei colori terziari;
- Utilizzare il “Metodo della Quadrettatura” per copiare una qualsiasi immagine, o un’opera d’arte, applicandone ad essa gli effetti di chiaroscuro con i pastelli a matita acquarellabili o con la matita;
- Acquerellare e rappresentare vari soggetti (come paesaggi marini, fumetti) con gli acquerelli, conoscendone i vari metodi di applicazione sul foglio;
- Dipingere con la tempera avendo correttamente sperimentato e miscelato tra loro i colori primari, i secondari e le loro combinazioni, per ottenere le differenti gradazioni di tono.

Biografia:
Paola Rizzo si è laureata nel 1997 all’Accademia delle belle Arti di Lecce con una tesi in anatomia artistica sul volto”. Bravissima con la matita, nei chiaroscuri, il suo talento sembra esprimersi al meglio nella tecnica della pittura ad olio. Costante della sua opera: l’ulivo, la pianta che per eccellenza rappresenta l’ambiente, la natura della terra salentina. Sembra esserci ormai una dipendenza, quasi ancestrale, tra Paola e quest’albero considerato “sacro” dai nostri avi, alla stessa stregua di un nume tutelare del luogo.
Nel corso degli anni continua a dedicarsi anima e corpo all’arte, entrano a far parte del suo mondo l’amore per la fotografia e la Musica. Proprio attraverso la musica, collante per artisti, comincia a frequentare gli ambienti musicali conoscendo alcuni tra i suoi musicisti preferiti, così scatto dopo scatto ferma le loro espressioni e la loro anima che poi viene impressa nei tratti decisi del suo segno. Nasce così “Grafite è Musica” una mostra itinerante di ritratti a matita dei volti di musicisti di fama nazionale ed internazionale.
L’esperienza artistica come pittrice e ritrattista ha rappresentato il filo conduttore con il make up artistico, il trucco cinematografico , gli effetti speciali e il body painting.


QUANDO
Ogni Venerdì, a partire dal 3 maggio, per un totale di 8 incontri, ore 17:30 – 19:30 .

DOVE
Levèra, via Bellini 24 – Noha (di Galatina)

PRENOTAZIONE entro il 28 aprile.

INFO e ISCRIZIONI: 3894250571 | 3891081226

 
Di Albino Campa (del 09/08/2006 @ 18:42:02, in Libro di Noha, linkato 4099 volte)
La foto è stata scattata in un Autogrill - stazione di servizio, in provincia di Foggia.
Uno dei due, ritratti nella foto, è un benzinaio addetto alla distribuzione (che non conosciamo); l'altro invece, riconoscibilissimo, è il nostro grande Presidente della Regione Puglia, il Governatore Nichi Vendola.
La particolarità della foto è questa:
Nichi Vendola, stringe nelle sue mani una copia del nostro libro: "Noha. Storia, arte, leggenda".

E NON SI TRATTA DI UN FOTOMONTAGGIO!

Sensazionale!!!

Per ulteriori approfondimenti, circa la consegna del testo al nostro Presidente, presto leggeremo (o su questi schermi o su quelli del sito salento.us) la cronaca stilata da Matteo Mellone.
 
Di Albino Campa (del 27/07/2010 @ 17:02:35, in Grafite è Musica, linkato 4121 volte)

Image
Uno dei ritratti live di Paola Rizzo
Riappropriarsi dello spazio, del tempo, che segna le distanze fra  ciò che abbiamo ricercato, attraverso il contatto percettivo, e ciò che ne resta.

Se Walter Benjamin parlava di "aura" in riferimento all'opera d'arte e della conseguente perdita di "unicità" del gesto artistico, non si può non considerare tutto questo in rapporto all'evoluzione delle tecnologie, come lo stesso autore tedesco aveva già affermato parlando della fotografia e della sua selezione percettiva che riduceva, accostandolo al numero zero, il valore stesso dell'irripetibilità dell'arte.


Hans Plomp in "La battaglia per l'immaginazione" su "Encyclopedia  Psychedelica, Londra 1986" scriveva che «Ognuno interpreta un ruolo in un dramma, partecipa ad una storia differente con interpretazioni differenti, anche se molti drammi sono solo noiose imitazioni di altri drammi. Ognuno di noi alla nascita era un originale divino, molti di noi moriranno come una brutta copia.»

Il divino che è proprio dell'originarietà, dunque, va a ricongiungersi all'atto della creazione artistica nella filosofia di Walter Benjamin in quel nesso che serve a stabilire ed indicare come divino nient'altro che il senso unico e irripetibile del Gesto che si rende e trasforma in arte, azzerando i frutti dell'omologalienazione di ispirazione tecno/urbana di diretta appropriazione di un apparato socioculturale derivante dall'appiattimento dell'immaginario, in virtù di uno sragionamento della ragione stessa come esaltazione della nullificazione delle masse.

E se il poeta Edward E. Cummings ebbe a dire che «La conoscenza è una parola cordiale per morire, ma non per seppellire l’immaginazione» la capacità pittorico/emozionale del catturare l'unicità dell'immagine e la sua irripetibilità che si realizza nell'atto del ritrarre - dell'artista salentina Paola Rizzo - fa in modo che la massificazione del prodotto-oggetto di matrice fotografica assuma caratteristiche di una poetica dell'eccesso, in un gioco di anime che intrecciano i loro sguardi nell'atto unico dell'istante poetico-visivo.

Così, il 28 luglio a Caprarica di Lecce durante l'ottava edizione del festival "Caprarica in Jazz", l'artista Paola Rizzo si esibirà in una performance che la sta portando in giro fra i locali e gli eventi della Provincia di Lecce - ma anche al di fuori di essa - dal titolo "Grafite è musica" nella quale realizzerà "live" il ritratto al chitarrista Guido Di Leone che contemporaneamente si esibirà col quartetto del sassofonista statunitense Jim Snidero.


Francesco Aprile
2010/7/26
fonte: www.salentoinlinea.it

 
Di Albino Campa (del 10/03/2011 @ 15:00:00, in Grafite è Musica, linkato 3777 volte)
"Grafite è Musica" in connubio con "I dialoghi di Noha" è passata da noi domenica 6 marzo 2011 in prima serata. 
 La bottega della Paola Rizzo, come sempre, è stata fucina di incontri, dialoghi, idee, quadri belli come il sole, ritratti d'artisti e la musica, senza la quale la nostra vita sarebbe senz'anima.
 I musicisti ospiti della serata (grandissimi, straordinari!): Marco Rollo alla tastiera e Giancarlo Dell'Anna alla tromba. Il Dell'Anna è l'artista ritratto stavolta dalla grafite della Paola nel corso di questa splendida serata.
 L'appuntamento è andato benissimo. Ora ci attendiamo tanti nuovi artisti in quel vero circolo culturale che è la bottega d'arte di Paola Rizzo, la pittrice più in gamba del Salento. 
 

Eccovi un scorcio della serata in un video girato a più mani da improvvisati cameramen.

 
Di Albino Campa (del 03/10/2010 @ 14:50:06, in NohaBlog, linkato 5962 volte)

Bari. E’ un pomeriggio afoso e umido di fine agosto. Uno di quei giorni in cui rimpiangi di non essere rimasto a mollo nell’acqua del mare. La Città è quasi deserta, scarso il traffico, anche in un punto nodale come le vie intorno al teatro Petruzzelli. Cerco ombra e refrigerio nell’american bar posizionato nel corpo laterale del riaperto politeama. Devo incontrare un collega giornalista; vorrei parlare con lui di Puglia di come la regione sia regina del turismo estivo e di quanto i toni siano differenti nell’approccio giornalistico. Terra incantata quasi magica nelle narrazioni turistiche e racconti senza pace dal sapore pasoliniano in cronaca. Un ossimoro che necessita di una sintesi.

 

Penso questo mentre attraverso la strada incredibilmente libera dal traffico ed mi infilo nel caffè. Appena entrato vengo colpito dai quadri sulle pareti. Frustate di colori, sensazioni, atmosfere. Giro la testa velocemente ce ne sono dappertutto. Mi avvicino al primo “Vento di passione”, poi “Il viaggio della vita”, “Precario equilibrio”, “Amore universale” e tanti altri. Sono entrato in un bosco di ulivi secolari: gli ulivi di Paola Rizzo, pittrice salentina. Il barista mi osserva. Impiego alcuni minuti a riprendermi. Quelle opere scendono troppo in profondità. Mi ricordano la mia infanzia trascorsa fortunatamente e in parte sotto ulivi come quelli dipinti. Paesaggi dell’anima sospesi tra sogno e realtà. Gli ulivi di Paola si muovono, danzano o fuggono in mezzo ai campi di papaveri e margherite nella luce meridiana. Se ti avvicini alle sue opere senti e scorgi il vento. Lo stesso vento che sento sotto gli ulivi della mia terra. Tra le fronde essi sussurrano parole antiche, parlano lingue sconosciute, echeggiano tra i rami fonemi messapici, greci, latini, longobardi, normanni, svevi, franco-provenzali, spagnoli, in dialetto salentino e in griko. Gli ulivi di Paola restituiscono dignità alla Puglia.

Ecco la sintesi che cercavo. Al barista non ho chiesto una consumazione, ma “Chi li ha fatti?”. Mi indica un biglietto da visita, sopraggiunge l’amico che attendevo, apparentemente finisce tutto lì. Passano i giorni, mi allontano dalla Puglia, penso spesso a quei colori, a quelle linee ora dolci dei prati, ora corrugate dei nodosi rami, alla musicalità di quelle pennellate tra cielo e terra. Chiunque, ammirandoli, può sentire la suggestione di quei monumenti vegetali che si abbracciano teneramente nella brezza del meriggio, che piangono all’aurora e che ridono beffardi al tramonto. Torno a vedere le opere di Paola, una, due, tre, quattro volte. Temo che la mostra sia finita, invece, con immensa gioia i suoi ulivi sono ancora lì. Forse i proprietari non se la sentano di affrontare una deforestazione del locale e temono di deludere i clienti più sensibili e raffinati. Anch’io non riesco a scrivere subito un pezzo. Ho bisogno di approfondire, osservare, capire. . . Così apprendo che Paola Rizzo è una pittrice laureata nel 1997 all’Accademia delle belle Arti di Lecce, che vive e lavora a Noha, vicino Galatina, con studio d’arte in piazza Castello, 14 bis. Bravissima con la matita, nei chiaroscuri, il suo talento sembra esprimersi al meglio nella tecnica della pittura ad olio.

Dopo le prime esperienze artistiche, la pittrice improvvisamente incontra un soggetto che è diventato quasi la costante della sua opera: l’ulivo, la pianta che per eccellenza rappresenta l’ambiente, la natura della terra salentina. Sembra esserci ormai una dipendenza, quasi ancestrale, tra Paola e quest’albero considerato sacro dai nostri avi, alla stessa stregua di un nume tutelare del luogo. L’artista in esclusiva per la Gazzetta Economica ha dichiarato: “Quando dipingo, non penso mai ad un albero, ma ad una vecchia cassapanca stracolma di ricordi, a un libro di storia dalle pagine ingiallite, alle mani di un vecchio che troppe volte hanno sfiorato la terra arida del Salento, ad un amico cui confidarmi. In questo modo – continua Paola - pongo me stessa, e gli altri insieme a me, di fronte ad un'identità di una cultura come quella salentina, che passa anche attraverso i suoi ulivi. Li offro come chiave di lettura di un mondo che mi appartiene per nascita e formazione, ma ne faccio anche un pretesto per riflettere sui processi morfologici che si pongono alla base della vita.

Con un esempio di colta similitudine, - conclude la pittrice - vorrei favorire il riscatto della mia terra d'origine e della mia gente, scegliendo di vincolare all'interno dell'ulivo-simbolo esseri umani. E' proprio in quell'avvitarsi su se stessi, in quel dibattersi per vincere e far vincere il principio armonico della natura più autentica dell'essere, che trovo il massimo dell'esaltazione dello spirito”. Nel corso degli anni Paola continua a dedicarsi amina e corpo all’arte: paesaggi, nature morte e soggetti religiosi. Entrano a far parte del suo mondo l’amore per la fotografia e la musica. Lei pensa che sia bellissimo fermare scatto dopo scatto, un istante in una foto. La musica rappresenta per Paola l’altra fonte di ispirazione primaria. Musica e pittura, in connubio tra loro, divengono così inscindibili l'una dall'altra. I sui dipinti prendono vita da note che guidano ed accompagnano i tocchi di pennello sulla tela. La musica, collante per artisti, la porta a frequentare gli ambienti musicali conoscendo alcuni tra i suoi musicisti preferiti. Nascono così i suoi ritratti a matita. L’american bar sotto il Petruzzelli di Bari è tappezzato anche di ritratti di alcuni musicisti di fama nazionale ed internazionale, conosciuti personalmente dalla pittrice nel corso di questi anni come Caparezza, Terron Fabio, Roy Paci, Raffaele Casarano, Claudio Prima, Emanuele Coluccia, Roshaun Bay-c Clark, Cesare Dell’Anna, Eneri, Romeus. La passione per il ritratto è antica, Paola si è laureata presso l’Accademia proprio con una tesi in anatomia artistica dal titolo “Fisicità e psichicità di un linguaggio universale: il volto”. La pittrice salentina ha trasformato il caffè del Petruzzelli in un luogo di moda e alla moda: non c’è locale vicino ad un grande teatro che non sia pieno di ritratti di artisti. Per quelli del passato ci hanno pensato talentuosi ritrattisti e pioneristici fotografi con dagherrotipi e pellicole in bianco e nero.

Ora è il momento di Paola Rizzo. Ritrarre artisti contemporanei sarà un grande investimento per il futuro. A parte i ritratti quello che colpisce di Paola sono gli ulivi. La critica a tale proposito ha detto: “Gli ulivi, impressi per sempre nella tela, illuminati da fiotti di luce, scaturiti da un pennello come una carezza, sono forza, longevità, lavoro di padri con calli alle mani” (Antonio Mellone). E ancora: “Gli oli di Paola infondono luminosità, i suoi orizzonti soffici pensieri che assorbono la mente e trasportano lontano nel tempo e nella stessa storia della nostra terra” (Marcello D’Acquarica). Paola Rizzo “Facendo leva sulla sua fervida creatività, mimetizza abilmente, all’interno della rugosa corteccia di quei vetusti giganti vegetali, figure umane che si avvitano e si divincolano (quasi fossero prigioni michelangiolesche) entro gli stretti legami della materialità esistenziale” (Marisa Grande). L’artista “Si sente impegnata in un cordiale contatto con la natura che traduce, grazie ad un solido e consapevole impianto compositivo, ad un particolare timbro stilistico e ad disinvolto gusto narrativo” (Michele Fuoco).

Per quanto mi riguarda, posso dire che in un assolato ad afoso pomeriggio di fine agosto, nel centro di Bari, ho trovato refrigerio sotto i frondosi ulivi di Paola Rizzo e lì, in mezzo alle case degli uomini, sono stato dissetato da una goccia di sapienza antica tramandata nei secoli dai giganti vegetali del Salento.

VINCENZO LEGROTTAGLIE

cultura@gazzettaeconomica.com

 
Di Albino Campa (del 23/03/2010 @ 14:12:23, in Eventi, linkato 6139 volte)
25 Marzo 2010 alle ore 22.00

 
Paola Rizzo ha fermato la magia della musica impressa nell'anima del volto di chi la esegue.
Una piccola anteprima di una mostra di ritratti di musicisti famosi:
  • Caparezza
  • Raffaele Casarano
  • Claudio Prima
  • Roy Paci
  • Cesare Dell'Anna
  • Roshaun Bay-C Clarke
  • Terron Fabio
Infine LIVE: ritratto ad Eneri che accompagnerà Paola nell'esecuzione dell'opera.
 
Dettaglio Evento.
 
 
Di Albino Campa (del 26/04/2010 @ 14:08:59, in Grafite è Musica, linkato 4983 volte)
In mostra dal 30 Aprile al 14 di Maggio presso il circolo “Arci kilometro Zero” di Galatina le opere del nuovo progetto artistico della pittrice salentina Paola Rizzo.
In esposizione i bellissimi ritratti da lei abilmente e artisticamente eseguiti a matita di alcuni musicisti di fama nazionale ed internazionale, conosciuti personalmente nel corso di questi anni.
ritratti come quello di Caparezza, Terron Fabio, Roy Paci, Raffaele Casarano, Claudio Prima, Emanuele Coluccia, Roshaun Bay-c Clark, Cesare Dell’Anna, Eneri, saranno esposti nelle piccole e accoglienti sale del circolo Arci.
La mostra sarà ospite di un contesto, in cui non mancherà certamente il buon vino o la birra tutta di produzione salentina e le specialità tipiche della nostra gastronomia, né mancherà di certo la musica.
Ad accompagnare Paola nella serata inaugurale del 30 Aprile, che avrà inizio alle ore 22.00, mentre disegnerà live il ritratto a Romeus, il cantautore salentino esibitosi alla 60esima edizione del festival di Sanremo, la musica elettronica dalle sperimentazioni abstract hip hop, minimal tekno, aphex twin, boards of canada e molta improvvisazione del duo Vault Tec. composto da Mirko De Lorenzis e Giacomo Merchich.
Il connubio è vincente. Arte, musica, la bella compagnia ed il buon vino!
 
www.myspace.com/alistairtower
www.myspace.com/overtuner
 
Paola Rizzo è pittrice laureata nel 1997 all’Accademia delle belle Arti di Lecce con una tesi in anatomia artistica dal titolo “Fisicità e psichicità di un linguaggio universale: il volto”.
Bravissima con la matita, nei chiaroscuri, il suo talento sembra esprimersi al meglio nella tecnica della pittura ad olio.
Nature morte, vedute marine, paesaggi bucolici, panorami, soggetti religiosi, scene di vita quotidiana, ritratti di volti umani o fantastici, sono stati i soggetti della sua prima produzione artistica.
Poi improvvisamente incontra un soggetto che è diventato quasi la costante della sua opera: l’ulivo, la pianta che per eccellenza rappresenta l’ambiente, la natura della terra salentina.
Sembra esserci ormai una dipendenza, quasi ancestrale, tra Paola e quest’albero considerato “sacro” dai nostri avi, alla stessa stregua di un nume tutelare del luogo.
Chiunque, ammirandoli, può sentire la suggestione delle piante che si abbracciano teneramente nella brezza del meriggio che muove dolcemente l’erba; che piangono all’aurora, che ridono beffardi; che danzano o fuggono in mezzo ai campi di papaveri e margherite nella luce meridiana.
Nel corso degli anni continua a dedicarsi amina e corpo all’arte, poi entrano a far parte del suo mondo l’amore per la fotografia e la Musica.
Lei pensa che sia bellissimo fermare scatto dopo scatto, un istante in una foto. Poi quando la riguarderà, ricordi affioreranno e inevitabilmente saranno anch'essi impressi come su di una pellicola fotografica nella sua mente.
La musica rappresenta per Paola fonte di ispirazione primaria. Musica e Pittura, in connubio tra loro, divengono così inscindibili l'una dall'altra.
Nascono così i sui dipinti, prendono vita da note che guidano ed accompagnano tocchi di pennello sulla tela.
La musica collante per artisti la porta frequentare gli ambienti musicali conoscendo alcuni tra i suoi musicisti preferiti, così scatto dopo scatto ferma le loro espressioni e la loro anima che poi viene impressa nei tratti decisi del suo tratto. Nascono così i suoi ritratti.
Paola Rizzo dipinge e disegna con la musica. Non come colonna sonora, che pure non manca mai nel suo studio d'arte, ma come moto dell'anima-artista.
Le sue tele e i suoi ritratti sono spartiti musicali su cui si adagiano note in bianco e nero e note di colore, spalmate con pennelli o incise nel tratto al cui ritmo risuona l'armonia del creato. Nei suoi dipinti, i colori a volte stridono e lottano in contrasto come rulli di tamburi e tamburieddhri, a volte sfumano malinconici sul diesis o sul bemolle di un ottone a fiato o di un'armonica a bocca, a volte esplodono nella maestà degli ulivi che si ergono nella gloria dei cieli come trombe o antiche canne di un organo solenne.
I volti di Paola Rizzo e le loro espressioni li trovi ovunque nei suoi quadri. La natura delle sue tele non è mai morta, ma viva, pulsante, danzante, cantante.
Il pennello o la matita di Paola finiscono per essere nelle sue mani come la bacchetta di un direttore d'orchestra, e i suoi volti e le sue immagini la composizione e l'esecuzione più bella della sua pittura lirica.
Questi volti stanno cantando e suonando: tendete l'orecchio, liberatevi dal tappo che ostruisce ed ottura, e li sentirete anche voi.
 
www.myspace.com/paolarizzo
www.paolarizzo.net
 
Di Redazione (del 22/06/2022 @ 13:56:05, in Comunicato Stampa, linkato 1331 volte)

È con grande piacere che la pittrice Rossana Giannico inaugurerà  il suo nuovo Studio/Galleria d'Arte a Galatina in via Lillo 45, domenica 26 Giugno alle ore 19.

Dapprima presente con la sua sede sulla città di Lecce, l'artista e insegnante, nata a Taranto nel 1973 e diplomata in Scenografia all'Accademia di Belle Arti di Bari, sceglie di trasferirsi a Galatina, comune in cui vive e che, mediante il nascente fervore culturale che inizia ad affacciarsi nell'ombelico del Salento, è diventata per lei fonte d'ispirazione per le sue innumerevoli attività creative, che spaziano dalla realizzazione di ritratti, falsi d'autore e trompe l'oeil alla produzione di manufatti artigianali ed elementi decorativi, nella continua ricerca e sperimentazione di tecniche che creino un connubio tra tradizione e innovazione.

La Galleria, inoltre, com'era già nel capoluogo di provincia, sarà fucina aperta e operosa attraverso i corsi di disegno e pittura per tutti coloro vorranno avvicinarsi all'arte senza timori, guidati da una docente ( la "mescia" simpaticamente battezzata dai suoi allievi), attenta alle esigenze e alle peculiarità di ognuno, attraverso un approccio personalizzato, facile e divertente.

Per info:
tel.:  333.9312131
E-mail: rossanagiannico@libero.it
FB: Studio d'Arte Rossana Giannico
Instagram: rossanagiannicoarte

Giorgia Giannico

 
Di Albino Campa (del 12/05/2010 @ 12:59:11, in Grafite è Musica, linkato 4687 volte)
In mostra dal 21 Maggio al 23 di Maggio presso il “Tequila” di Alezio le opere del nuovo progetto artistico della pittrice salentina Paola Rizzo.
In esposizione i bellissimi ritratti da lei abilmente e artisticamente eseguiti a matita di alcuni musicisti di fama nazionale ed internazionale, conosciuti personalmente nel corso di questi anni.
ritratti come quello di Caparezza, Terron Fabio, Roy Paci, Raffaele Casarano, Claudio Prima, Emanuele Coluccia, Roshaun Bay-c Clark, Cesare Dell’Anna, Eneri, Romeus, saranno esposti nelle sale del Tequila Pub di Alezio.
La mostra sarà ospite di un contesto, in cui non mancherà certamente il buon vino o la birra, le specialità tipiche della nostra gastronomia, né mancherà di certo la musica.
Ad accompagnare Paola nella serata inaugurale 22 Maggio, che avrà inizio alle ore 22.00, mentre disegnerà live il ritratto a Ludovico Einaudi, la musica dei Bon–Tone con Paolo Marzo, Angela Persano, Marco Tuma, Alessio Borgia.
Il connubio è vincente. Arte, musica, la bella compagnia ed il buon vino!
www.myspace.com/alistairtower
www.myspace.com/overtuner
Paola Rizzo è pittrice laureata nel 1997 all’Accademia delle belle Arti di Lecce con una tesi in anatomia artistica dal titolo “Fisicità e psichicità di un linguaggio universale: il volto”.
Bravissima con la matita, nei chiaroscuri, il suo talento sembra esprimersi al meglio nella tecnica della pittura ad olio.
Nature morte, vedute marine, paesaggi bucolici, panorami, soggetti religiosi, scene di vita quotidiana, ritratti di volti umani o fantastici, sono stati i soggetti della sua prima produzione artistica.
Poi improvvisamente incontra un soggetto che è diventato quasi la costante della sua opera: l’ulivo, la pianta che per eccellenza rappresenta l’ambiente, la natura della terra salentina.
Sembra esserci ormai una dipendenza, quasi ancestrale, tra Paola e quest’albero considerato “sacro” dai nostri avi, alla stessa stregua di un nume tutelare del luogo.
Chiunque, ammirandoli, può sentire la suggestione delle piante che si abbracciano teneramente nella brezza del meriggio che muove dolcemente l’erba; che piangono all’aurora, che ridono beffardi; che danzano o fuggono in mezzo ai campi di papaveri e margherite nella luce meridiana.
Nel corso degli anni continua a dedicarsi amina e corpo all’arte, poi entrano a far parte del suo mondo l’amore per la fotografia e la Musica.
Lei pensa che sia bellissimo fermare scatto dopo scatto, un istante in una foto. Poi quando la riguarderà, ricordi affioreranno e inevitabilmente saranno anch'essi impressi come su di una pellicola fotografica nella sua mente.
La musica rappresenta per Paola fonte di ispirazione primaria. Musica e Pittura, in connubio tra loro, divengono così inscindibili l'una dall'altra.
Nascono così i sui dipinti, prendono vita da note che guidano ed accompagnano tocchi di pennello sulla tela.
La musica collante per artisti la porta frequentare gli ambienti musicali conoscendo alcuni tra i suoi musicisti preferiti, così scatto dopo scatto ferma le loro espressioni e la loro anima che poi viene impressa nei tratti decisi del suo tratto. Nascono così i suoi ritratti.
Paola Rizzo dipinge e disegna con la musica. Non come colonna sonora, che pure non manca mai nel suo studio d'arte, ma come moto dell'anima-artista.
Le sue tele e i suoi ritratti sono spartiti musicali su cui si adagiano note in bianco e nero e note di colore, spalmate con pennelli o incise nel tratto al cui ritmo risuona l'armonia del creato. Nei suoi dipinti, i colori a volte stridono e lottano in contrasto come rulli di tamburi e tamburieddhri, a volte sfumano malinconici sul diesis o sul bemolle di un ottone a fiato o di un'armonica a bocca, a volte esplodono nella maestà degli ulivi che si ergono nella gloria dei cieli come trombe o antiche canne di un organo solenne.
I volti di Paola Rizzo e le loro espressioni li trovi ovunque nei suoi quadri. La natura delle sue tele non è mai morta, ma viva, pulsante, danzante, cantante.
Il pennello o la matita di Paola finiscono per essere nelle sue mani come la bacchetta di un direttore d'orchestra, e i suoi volti e le sue immagini la composizione e l'esecuzione più bella della sua pittura lirica.
Questi volti stanno cantando e suonando: tendete l'orecchio, liberatevi dal tappo che ostruisce ed ottura, e li sentirete anche voi.
 
Di Antonio Mellone (del 26/06/2021 @ 12:15:11, in Fetta di Mellone, linkato 982 volte)

Alla fine ho accettato di farmi effigiare da Papel, intanto perché mi fido degli amici e poi perché son così bravi da riuscire a trasformare un cesso in un’opera d’arte. Signori: il cesso non sono (non sarei) io, ma il set fotografico un po’ dadaista con le sue cinquanta e passa sfumature di grigio. Roba da fare invidia a Duchamp, Cattelan, Oldenburg, e chissà quanti altri ancora.

L’unico guiderdone per tale scatto in omaggio sarebbe stata la sua pubblicazione sulla mia bacheca sociale al momento dell’inaugurazione dello Studio, vale a dire le 13.30 in punto di martedì 8 giugno 2021. Secondo voi me lo son ricordato? Niente, o meglio nada: ma sì, cosa vuoi che siano due settimane abbondanti di amnesia.

Sia ben chiaro che il sottoscritto non è assolutamente il Ragazzo Immagine di codesto atelier delle visioni (sarebbe già morto e sepolto nella culla, l’atelier delle visioni dico), ma uno, anzi l’ultimo fra i circa cento figuranti che in un modo o nell’altro ci hanno messo (soprattutto) la faccia.

Papel, dallo spagnolo Carta (è inutile girarci attorno: tutto nasce su carta, anche il più virtuale dei progetti), non è un laboratorio etereo o incorporeo, è invece una bottega fisica al primo piano delle Gallerie Tartaro di Galatina dove Daniele Pignatelli, Alessio Prastano e Gianni Notaro – giovanotti ma esperti del mondo cinema-fotografico (e dintorni) - han posto le basi per sfornare immagini fisse o in movimento con dentro i più svariati annunci.

È vero che gruppi musicali, attori, modelli, dj, ballerini, pittori scultori e architetti, registi e scrittori, oratori, politici e scienziati (tipo i ritratti dell’8 giugno scorso), e a volte intere comunità hanno la necessità di lasciare un messaggio nella bottiglia, affidarlo al mare magnum universale per far conoscere in qualche modo arte e leggenda; ciò nondimeno da Papel potrebbe rivolgersi anche tutta una platea di piccole ma analogamente grandi imprese (dai profumi al design, dagli abiti al tris-bike, dalla masseria alla pescheria…), o di sposi promessi, o di chiunque pensi valga la pena di fissare su carta fotografica (antico e affascinante processo, finalmente redivivo) o su altri supporti le loro storie. Stiamo parlando di spezzoni di film che si chiamano clip, di album che si chiamano book, di manifesti che si chiamano poster, e di foto che vivaddio si chiamano ancora foto.

Secondo una presunta affermazione di Nietzsche non ci sono fatti ma solo interpretazioni. Il che calzerebbe a pennello con il lavoro di Papel. Ma diciamo che questi ragazzi non sono così come dire nichilisti, sicché (questo per la verità lo sapeva bene pure Nietzsche) per interpretare devi avere qualcosa da interpretare, un punto di partenza, se non proprio uno d’arrivo: dunque un fatto, un attimo, un volto, ecco un’occasione da immortalare, una cosa scritta o meglio sovrascritta dalla realtà. E là dove questo non dovesse essere sufficiente, per l’opera finita soccorre l’inventiva, l’alta fantasia, il talento: insomma di ciò di cui non si può riferire si deve raccontare (e qui Wittgenstein c’entra ben poco se non per l’assonanza con un suo celebre aforisma).                

Questa in sostanza la possibile narrativa di un’inquadratura che vede un obiettivo puntato su di me nel luogo più democratico del mondo: una toilette.

Ora mi auguro veramente di non averla fatta fuori dal vaso.

Antonio Mellone

#eldiadepapel

@papelstudio.it

 
Di Redazione (del 08/06/2019 @ 10:44:15, in Comunicato Stampa, linkato 1257 volte)

Galatina è stata scelta, con Petra in Giordania ed Elba, come meta “d’esperienza” da “MARCO POLO”, la rivista di viaggi più venduta in Italia e testata leader del settore.

Nel numero di Giugno 2019, così la redazione presenta i contenuti della rivista: “andiamo alla ricerca di qualcosa: relax, divertimento, novità, avventura, tranquillità e sempre, in fondo, noi stessi. Per questo abbiamo dedicato la copertina ai Luoghi del silenzio: mete diverse tra loro ma accomunate dall’essere un’occasione di fuga dal rumore, dal caos e dallo stress quotidiani. A cominciare dalla Puglia, ma non quella frequentatissima della costa salentina: siamo stati nei borghi da scoprire, i piccoli gioielli dell’entroterra come Galatina che – tra Barocco, ritmi slow e cucina verace – fanno assaporare i piccoli, grandi piaceri della vita. E poi l’Isola d’Elba, dove rilassarsi in un buen retiro tra il verde e il mare (e a proposito di mare, vi segnaliamo le Bandiere Blu 2019). E ancora la Giordania, con la bellezza suggestiva di Petra, del deserto e del Mar Morto. Infine, l’Umbria, in un itinerario tra paesini incantevoli e dolci colline. Gli sportivi, invece, troveranno suggerimenti per vivere da veri tifosi Madrid e Barcellona, location della finale di Champions e del Moto GP. Per finire, il trend gastronomico dei fornelli, ossia i macellai dove mangiare in loco la carne appena cotta sulla griglia. Per iniziare l’estate con gusto.”

L’Assessore al Turismo Nico Mauro afferma: "Sono orgoglioso dell'attenzione riservata a Galatina. Dopo "FORBES", un’altra rivista prestigiosa rende merito alla nostra Città e richiama un turismo che vuole privilegiare l’entroterra, alla ricerca di un ritmo lento che aiuta a ritrovare l’essenza dei luoghi. L’impressione è che dopo anni di grande attenzione verso un Salento “a tutto mare”, la bellezza ed il fascino dei borghi e dei centri storici farà la differenza nella nuova proposta turistica. L’interesse di Antonio Scolari e Christian Pizzinini, per la nostra Città, di cui sono tra i più significativi animatori e promotori culturali, ha permesso di realizzare il lungo reportage che apre la rivista.

L’accuratezza descrittiva alterna splendidi “ritratti” di luoghi, ai palazzi barocchi, l’incanto della Basilica di Santa Caterina alla imponente facciata della Chiesa Matrice.  Nelle diciannove facciate dedicate, Galatina è descritta come l’Assisi del Sud, e si snoda tra botteghe e sapori, racconti tra mito e tradizione. Luoghi, eccellenze enogastronomiche e dolciarie, artigiani e pasticcieri, artisti e commercianti “raccontano in un fiato” la bellezza della Città in cui viviamo".

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Antonio Mellone (del 29/07/2014 @ 07:30:11, in Comunicato Stampa, linkato 3713 volte)

La bottega della pittrice Paola Rizzo va sempre più prendendo le sembianze di una cassa armonica, palcoscenico dell’Opera delle feste del Salento. Avevi già da tempo la sensazione che quello Studio d’Arte non avesse più pareti ma alberi d’ulivo, tronchi e chiome con anima dentro, radici per terra e testa verso il cielo; non più tetto ma volta celeste o stellata, a seconda; non più pennelli e matite e pastelli ma bacchette in mano ad un direttore d’orchestra.
E ne hai avuto la conferma anche oggi.
Paola ti ha invitato nel suo laboratorio nel centro di Noha a dare un’occhiata all’abbozzo di una sua nuova creatura impressa su carta spalmata di grafite, un sassofono ed una mano d’artista in atto di pigiar tasti per creare musica, un grande manifesto di chiaroscuri da esporre nella sua scuola, l’Accademia delle Belle Arti di Lecce, per il Locomotive Jazz Festival 2014.
La matita e le dita delicate di Paola diventano scalpello e colpi nel profilare l’ottone e la mano del sassofonista: sì, perché il foglio con i suoi giochi di luci e ombre sembra acquistare qui la terza dimensione, sicché l’immagine t’appare non più come un disegno su cartoncino ma come una statua a tutto tondo: all’inizio come un “Prigione” da sbozzare, incidere, levigare, spianare; alla fine, nella sua completezza, come una scultura pronta ad animarsi, riempirsi di fiato, muoversi, comunicare, emettere suoni.
Non sei solo a mirare l’opera nascente di Paola che s’affanna a togliere il bianco superfluo della superficie di carta: con te ci sono anche Caparezza, Nandu Popu, Roy Paci, Raffaele Casarano, Giuliano Sangiorgi, Cesare Dell’Anna, Romeus di Noha e tanti altri che fan capolino talvolta impertinenti dai loro ritratti di “Grafite è musica”, e non stanno mai fermi: sembra abbiano l’“arte-etica”; e parlano, ridono, si sfottono, provano e riprovano i loro strumenti musicali, concertano, s’accordano, e diffondono le loro note ancor prima delle serate ufficiali del Festival del Jazz. Note vagabonde nel sole, nel mare, nel vento; note di coinvolgimento, di talento, fermento.
                

Antonio Mellone

 


LOCOMOTIVE ART live painting Paola Rizzo
Giovedì 31 Luglio 2014 – presso ACCADEMIA DI BELLE ARTI – Lecce.

  • Ore 10:30 Inaugurazione SAXOPHOBIA, mostra dedicata al bicentenario della nascita di Adolphe Sax, inventore del saxofono, a cura di Attili Berni
  • Vernissage performativo di presentazione del Locomotive Art Festival in  collaborazione con ”VILLAGGIO DEI 5 SENSI’ e live painting a cura dell’artista PAOLA RIZZO.

L'opera dal titolo "Omaggio ad Adolphe Sax" resterà in esposizione dal 31 Luglio al 5 Agosto 2014, presso l'accademia delle Belle Arti di Lecce.

 
Di Albino Campa (del 22/05/2012 @ 00:00:00, in Recensione libro, linkato 3399 volte)

Mi fido del vento. Soprattutto quando sono fuori dal mio Salento e poi è maggio, il cielo è terso e il sole impotente. Mi fido del vento perché ho scoperto che dietro ai suoi sbuffi, all’apparenza casuali, tende quasi sempre a nascondere qualcosa. Per poco, però, perché so anche che non riesce a mantenere a lungo i segreti.
C’è vento, appunto, un vento pungente, quando Giorgio mi avverte che è arrivato un pacco per me. “Ecco, sarà stato il vento”, penso io allora, rincorrendolo all’interno della portineria. In realtà mi consegna un sacchetto giallo ocra del quale decido di non conoscere subito contenuto e mittente. Non lo apro, quindi: ho intenzione di godermi sino in fondo questa strana sensazione che mi fa vibrare come una corda di violino, emettendo di continuo delle mute onde di curiosità che mi solleticano il palato. Lo abbandono sul letto e vado a fare una passeggiata, convinto che ci sia troppo vento per restarsene chiusi in casa.
È ancora giorno quando rientro deluso dalla magra pesca: il sacchetto dal contenuto ignoto mi guarda ansioso, lo afferro di scatto e non posso fare a meno di vedere sul lato corto nome, cognome e indirizzo del mittente, che mi affretto a coprire con il palmo della mano illudendomi forse di aver fatto in tempo a non leggere. Apro col sorriso e tiro fuori un libro, anzi il libro, quello che Raffaella Verdesca qualche giorno prima aveva promesso di farmi avere.
Lo guardo, lo annuso, lo giro e lo rigiro tra le mani, incredulo dinanzi a cotanta fatalità: il vento, ancora una volta il vento soffia, ora sulla copertina dell’ultimo lavoro di Raffaella. Una fanciulla in bianco e nero siede sugli scogli, un elegante gioco di pieghe e svolazzi sul costume da bagno, i suoi capelli fluttuano confondendosi con le onde del mare sullo sfondo, un ghigno all’improvviso le si tratteggia sul viso, come carta che s’increspa, senza tuttavia riuscire a intaccarne la grazia. “Volti di carta”, leggo.
Ad occhi chiusi sembra quasi di apprezzare l’odore del Salento che si diffonde lentamente dalla copertina per poi inondare le narici quando sprovveduti ci si accosta alla lettura delle venti brevi storie che hanno forza e intensità di mille testimonianze. Con la pazienza che si addice al pescatore di storie, l’autrice ascolta, raccoglie e poi suggella incantevoli ritratti di parole tra le pagine di “Volti di carta. Storie di donne del Salento che fu” (Albatros, 2012). Si ha come l’impressione che Raffaella Verdesca abbia atteso pazientemente seduta in un angolo che quella valigia di cartone, rimasta per troppo tempo dimenticata in soffitta, si inginocchiasse dinanzi alla volontà del vento, e al momento giusto non ha esitato a chinarsi anche lei per cogliere documenti, fotografie, lettere, perfino medaglie al valore per una guerra lontana e oramai dimenticata. La immagino, quindi, rincorrere insieme al vento quei ricordi che aspettavano solo di essere salvati da un mondo che cerca in tutti i modi di cancellare per mancanza di spazio, cercare di afferrare gli stormi di pagine e volti levatisi in volo e inseguire le stagioni di vite passate miste alle foglie, agli sguardi pietosi, ai taciti onori, alle risa festose di un presente maturo.
La scrittrice tesse parola dietro parola incantevoli merletti che non si limitano ad abbellire e restaurare i documenti sbiaditi e danneggiati dal tempo, ma hanno la capacità di ridare vita e significato agli “abitanti” di quella misteriosa valigia, restituendo al lettore storie che hanno il sapore dei frammenti di libri.
- Voglio dire, cosa diavolo scriveva in quei ritratti?
- Scriveva delle storie, disse Rebecca. (…) Jasper Gwyn mi ha insegnato che non siamo personaggi, siamo storie. Ci fermiamo all’idea di essere un personaggio impegnato in chissà quale avventura, ma quel che dovremmo capire è che noi siamo tutta la storia, (…) diceva che tutti siamo qualche pagina di un libro, ma di un libro che nessuno ha mai scritto e che invece cerchiamo negli scaffali della nostra mente. (da “Mr Gwyn” di Alessandro Baricco, Feltrinelli, 2011).
Raffaella Verdesca, come il Mr Gwyn di Alessandro Baricco, parte da un soggetto, nel caso specifico vecchie fotografie, singoli volti di donne, tracce residue di storie e percorsi umani (dalla prefazione di Pier Paolo Tarsi), e si cimenta in bellissimi ritratti di parole capaci di prendere per mano le donne del Salento che fu e riportarle finalmente a casa, nel nostro Salento.
Se il vento non l’avesse aiutata …l’eternità sarebbe ancora in cerca delle proprie radici.

Michele Stursi

Scheda del libro:
Autore: Raffaella Verdesca
Titolo dell’opera: Volti di carta – Storie di donne del Salento che fu
Editore: Gruppo Albatros Il Filo
Anno di stampa 2012
Formato: 21x14cm – 171 pagine
Numero illustrazioni: 26. Prezzo: 12 Euro
Prefazione di Pier Paolo Tarsi. Patrocinio della Fondazione Terra d’Otranto
Cod: ISBN 978-88-567-5710-1
Il libro può essere ordinato all’indirizzo mail ordini@ilfiloonline.it o direttamente al numero 0761 1763012 e in qualsiasi libreria italiana fornita da PDE.
Inoltre, sulla pagina web dedicata all’opera interna al sito internetwww.gruppoalbatrosilfilo.it, il testo potrà essere ordinato direttamente dall’e-shop del sito.

 
Di Redazione (del 08/01/2014 @ 00:00:00, in NohaBlog, linkato 6959 volte)

In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando MiriInaugurammo la quinquennale fortunata stagione dell’Osservatore Nohano con la prima uscita su Noha.it della nostra rivista on-line (che divenne immediatamente anche cartacea) il 7 febbraio 2007.

Il comitato di redazione decise all’unanimità di dedicarne il primo numero a Gino Tarantino, Venardìa, una persona straordinaria di Noha che un mese prima, l’8 gennaio per la precisione, appena 53enne, s’era congedato da questa vita.

Son trascorsi esattamente sette anni da quel giorno, ma il ricordo di Gino sembra non subire l’ingiuria del tempo o il rischio dell’oblio nella mente di molti nohani, i quali nutrivano nei confronti di questo ragazzo una vera e propria forma di venerazione.

E’ il caso di Antonio Miri detto Fernando, romano d’adozione, che incontrandoci a Noha nel corso del testé trascorso Natale ci ha proposto di rendere omaggio a Gino Tarantino con la galleria di foto d’epoca di sua proprietà pubblicata a corredo di questo trafiletto. Ovviamente abbiamo accettato la proposta della pubblicazione di questi stupendi documenti con grande entusiasmo e gratitudine.

* *

Gino Tarantino era un artista, una persona sensibile, colta, integerrima. La sua opera rappresentata da sculture, fotografie, ritratti, quadri, installazioni, scenografie, architetture d’interni, e via di seguito, fu addirittura recensita da Flash-art, una rivista d’arte e cultura conosciuta in tutto il mondo (soprattutto dai cultori e dagli addetti al settore).

Era sì, un tipo eccentrico, Gino, alto, dinoccolato, un tipo originale, un anticonformista, estroso e creativo (tanto che il solito perbenista di facciata - quello che non ha mai prodotto in vita sua un pensiero non del tutto elementare – potrebbe definire come un “comunista” o scansaeliberasignore addirittura un “anarchico”).

Ma qui non stiamo mica a sondare i due millimetri di profondità del pensiero di chi sa solo vendere fumo o di chi lo compra a buon mercato, ma celebrare Gino Tarantino, il suo spirito libero, il suo pensiero, uso a volare alto, non influenzato dalla banalità dei pettegolezzi o dalle immagini dei programmi della televisione (“non ho neanche l’antenna” - diceva), né legato alla schiavitù dell’avere (nemmeno un’auto, nemmeno la patente, per scelta di vita).

Gino era questo, e molto altro ancora. Era avanti, precorreva i tempi, sempre attento all’ecologia, all’archeologia, alla cultura, alla bellezza, alla salvaguardia dei beni culturali, allo studio della storia, insomma all’amore vero e non sbandierato nei confronti dell’Umanità. Era, diciamo, un Osservatore Nohano ante-litteram.

Un profeta. Ma purtroppo, come molti profeti, non ascoltato in patria.

Oggi Gino Tarantino è più vivo che mai. E forse, come un tempo, ci guarda ancora dall’alto. Compatendoci. 

 Antonio Mellone

 

In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri
In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri
In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri
In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri
In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri
In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri
In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri
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In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri
In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri 

 

 

Eccovi un’inedita omelia del 1972, molto bella, pronunciata da don Donato Mellone (Noha, 1925 – 2015) in occasione dell’inaugurazione del nuovo organo a canne della ditta Continiello di Monteverde (Av), installato nella chiesa madre di Noha. I personaggi (viventi) ritratti nella foto d’epoca dell’archivio Studio Fotografico Pignatelli - Noha son pregati di farsi, appunto, vivi in qualche modo, con un commento, un ricordo o almeno con l’indicazione delle loro identità.

* * *

Grande festa oggi in tutta la chiesa. Ed il motivo ben lo conosciamo: dopo Cristo anche una creatura umana, la Vergine Santissima, la crediamo assunta in anima e corpo alla gloria del cielo.

Sulla bocca stessa della Madonna possiamo cogliere una giustificazione, tra gli altri misteri, anche del mistero odierno. Difatti nel Magnificat la Vergine Santa, riconoscente a Dio, così esclama: “Grandi cose ha operato in me il Potente”.

Dio dunque ha operato grandi prodigi nella Vergine Santissima sua madre e tra tutti i prodigi non poteva mancare quello della sua gloriosa assunzione in cielo, che ne è quasi come il coronamento.

Maria Santissima assunta in cielo perché Immacolata. Se infatti è stata preservata dal peccato originale non poteva non essere preservata anche dalle conseguenze di quel peccato. Quindi assunta in cielo perché Immacolata.

Ancora: il Figlio di Dio volendo diventare uomo prendeva un corpo e un’anima nel seno purissimo di Maria. Quindi Cristo ha avuto il corpo da Maria, perciò la glorificazione del corpo di Cristo non sarebbe stata completa e perfetta senza la glorificazione del corpo di Sua Madre. Assunta in cielo perché madre di Dio.

Assunta in cielo perché nostra corredentrice. Come nella caduta dell’uomo troviamo una donna, così nella redenzione dell’uomo, accanto a Cristo, troviamo una donna: Maria Santissima. E la vediamo lì, sul monte calvario, davanti alla croce del Figlio, soffrire nel cuore ciò che il figlio soffriva nel corpo. Unita a Cristo nel dolore, non poteva non essere unita a Lui anche nella resurrezione e nella glorificazione. Perciò assunta in cielo, perché nostra corredentrice. E’ un grande mistero del quale però il Vangelo non parla. Ci saremmo infatti aspettati che nel Vangelo di oggi ci venisse raccontata la morte, la risurrezione e l’assunzione di Maria Santissima in cielo ed invece abbiamo ascoltato un semplice episodio della Sua vita e propriamente quello della visita della Madonna a sua cugina Elisabetta. Il Vangelo dunque non parla di questo mistero, ma non per questo possiamo metterlo in dubbio, in quanto si tratta di una verità di fede giunta a noi per Tradizione, trasmessa cioè da padre a figlio, di generazione in generazione, sino a noi. E’ una verità quindi alla quale dobbiamo credere come crediamo a tutto il Vangelo, e cioè con la mente, con le labbra e con il cuore.

Dobbiamo credere con la mente: anche se la nostra intelligenza non riesce a comprenderla dobbiamo crederci ugualmente.

Dobbiamo crederci con la bocca. E le nostre labbra oggi si aprono per inneggiare alla grandezza di questa Donna umile ed alta più che creatura.

Ma le nostre voci sono deboli, per questo molto opportunamente anticipando i tempi previsti è stato benedetto l’organo, perché alle nostre deboli voci si aggiungesse la voce potente e maestosa dell’organo a canne. Direi allora che le nostre voci fondendosi con quella dell’organo costituiscono un coro meraviglioso di lode a Dio ed alla Vergine Santissima.

Voglia il Signore gradire questa opera realizzata in Suo onore. Voglia ricompensare Lui tutte le famiglie che hanno dato il contributo per la realizzazione di quest’opera molto bella.

Ormai l’organo è una realtà della quale possiamo sentirci orgogliosi, non solo perché ci siamo giunti superando enormi difficoltà, ma anche quando noi non ci saremo più l’organo rimarrà quale testimonianza della nostra fede.

Le nostre preghiere, i nostri canti accompagnati dall’organo giungano d’ora in poi più graditi al cuore di Dio, al cuore della Madonna, perché saranno il segno della nostra fede che professiamo con la bocca.

Ma la nostra fede nella Madonna, in questo mistero della Sua assunzione al cielo, la dobbiamo professare anche con il cuore. Quest’oggi dobbiamo rinnovare l’impegno di amare la Madonna. Ma il nostro amore verso di Lei non è vero se non ci impegniamo ad ascoltare la Sua voce, a seguire i suoi insegnamenti. Ed oggi la Madonna, attraverso la struttura dell’organo a canne, ci dà un altro insegnamento.

Di quante canne, infatti, è formato un organo? Canne diverse tra loro per lunghezza, posizione, per suono, eppure tutte insieme quelle canne formano un’unica meravigliosa armonia. Quale insegnamento per noi: anche noi siamo tanto diversi uno dall’altro, per età, condizioni sociali, per cultura, per lavoro, eppure se ci amiamo gli uni cogli altri, se ci aiutiamo a vicenda, anche noi, come le canne dell’organo, formeremo una meravigliosa armonia. Questo l’insegnamento che ci dà la Madonna: amatevi come fratelli, perché con l’amore si costruisce, nell’odio e con la violenza si demolisce.

Quelle canne dell’organo noi le vediamo: sono tutte dritte, elevate verso il cielo. Sembra quasi che ci dicano: il destino dell’uomo non può essere limitato dall’orizzonte terrestre, ma sconfina in un orizzonte infinito. Ci dice la Madonna attraverso le canne dell’organo: guarda anche tu, o uomo o donna, guarda verso il cielo, quando soffri o per malattia o per una delusione o per una qualsiasi tribolazione, quando soffri nel corpo, almeno il tuo cuore levalo in alto, come le canne dell’organo.

Raccogliamo anche questo insegnamento della Madonna ed il nostro cuore sia sempre levato in alto, verso il cielo, dove un giorno anche noi con l’anima e con il corpo in quel regno beato ed insieme agli angeli ed ai santi, insieme alla Vergine Maria Santissima, canteremo al Signore ed insieme a Lui regneremo per i secoli eterni.

Sac. Donato Mellone

 

Canto notturno di un pastore ...

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