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Le associazioni del territorio: "No ad altro opificio insalubre a Galatina"
Di Redazione (del 28/03/2023 @ 19:31:56, in NoiAmbiente, linkato 643 volte)

Le associazioni “Coordinamento Civico Ambiente e Salute della prov. di Lecce”, “Natural-mente NO RIFIUTI – Collemeto di Galatina”, “NoiAmbiente e Beni Culturali di Noha e Galatina”, “Medici per l’Ambiente-ISDE ItaliaForum Amici del Territorio ETS”, “Nuova Messapia”, “Forum Ambiente e Salute”, “Associazione Bianca Guidetti Serra”, “Associazione Adotta Dog”, “Organizzazione di Volontariato Mobius Circle- ODV”, “CAS Coordinamento Ambientale Salento”, “Salento km0 APS” scrivono al responsabile della task force regionale per l’occupazione Leo Caroli “per esprimere parere contrario alla proposta di destinazione dell’impianto Minermix Galatina aduna ulteriore industria insalubre”.

Si parla di un’azienda di calce e derivati che ha sedi a Galatina e a Fasano (Br), il cui principale committente è l’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia.

Appena un mese e mezzo fa l’azienda è stata sotto i riflettori per il rischio licenziamenti paventato nell’ultimo periodo. Ad inizio febbraio si è tenuto un incontro proprio con la Task force regionale, a Bari, in cui l’azienda ha annunciato l’impegno di sospendere i licenziamenti (sono 59 i dipendenti) ed avviare la procedura di richiesta della cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività. La proprietà ha confermato la scelta di carattere industriale di interrompere l’attività, dichiarandosi disponibile a valutare percorsi che conducano alla cessione.

Veniamo dunque alla lettera di cui sopra.

La lettera

“Gentilissimo dott. Leo Caroliin risposta alle recenti preoccupazioni espresse dalla popolazione galatinese a seguito diun possibile impianto di trattamento rifiuti speciali e non a Santa Barbara e dellesegnalazioni di emissioni anomale presso il cementificio Colacem, rimbalza su alcunepagine social la proposta avanzata dalla task force regionale, istituita per il salvataggio delcalcificio Minermix, di chiamare a raccolta altri cementieri o comunque produttori di rischioper la salute.Questa proposta, come forse lei saprà, si inserisce in un quadro territoriale molto delicato.Le autorità sanitarie e gli enti locali che siedono al tavolo provinciale V.I.S. (ValutazioneImpatto Sanitario) per valutare – secondo quanto riporta ASL Lecce – i danni e l’impattosanitario e ambientale con riferimento alle potenziali ricadute cumulative di tutte le attivitàproduttive presenti nell’area industriale, in particolare del cementificio Colacem Galatina,non possono ignorare che l’area Galatina/Soleto e comuni limitrofi, come confermatodall’Istituto Superiore di Sanità, dai rapporti Ambiente e Salute RePOL, dallo studioPROTOS, dai dati LILT e dell’OER Puglia, è un cluster che registra dati epidemiologiciallarmanti, in particolare per neoplasie polmonari, per l’esposizione ambientale come quellederivanti dalle emissioni di grandi camini industriali. Come riportato nei giorni scorsinell’ultimo Rapporto di Puglia Salute in tutta la Provincia di Lecce, in particolare nel Distrettodi Galatina, la fotografia dell’incidenza delle neoplasie è in peggioramento.Nell’area galatinese, la più industrializzata e malsana della provincia di Lecce, con lamaggiore concentrazione di grossi impianti industriali insalubri IPPC, il quadro sanitario eambientale non è stato sufficientemente rappresentato nei lavori della task force regionaleimpegnata nella vertenza Minermix.Lo stabilimento della Minermix Srl, attivo dal 1990, è adibito alla produzione, macinazione emiscelazione di ossido di calcio, calce idrata, premiscelati di minerali, grassello e malte peredilizia. È inserito nella ASI Galatina Soleto a poche centinaia di metri dall’area densamenteurbanizzata, insieme ad altri opifici di trattamenti rifiuti e comunque fortemente nocivi.Come Associazioni, abbiamo preso parte alla CDS del mese di marzo 2022, e in quellaoccasione abbiamo preso atto che la stessa Dr.ssa Teresa Alemanno, presente inconferenza di servizi per il riesame A.I.A. per il Dipartimento di Prevenzione ASL Lecce, puressendo stata molto concisa, ha evidenziato chiaramente la questione “area sensibile”,in riferimento all’area cluster tumore polmonare del Distretto di Galatina, chiedendoquindi ad ARPA se avessero loro effettuato delle verifiche sulle emissioni, con chiaroriferimento al potenziale apporto di ulteriori danni all’ambiente.Occorre ricordare che a Galatina insiste un cementificio Colacem attivo sin dalla fine deglianni ‘50, uno degli impianti più grandi d’Europa. Le ricordiamo che i cementifici sonocompresi nell’elenco delle industrie a maggior impatto ambientale in EUROPA, comeindustrie insalubri di Seconda Classe, cioè di impianti che devono osservare speciali cautelenei confronti del vicinato. L’insostenibilità ambientale è legata non solo alle emissioni diparticolato, di PCB (prodotto clorato simil diossina), metalli pesanti, (Mercurio, piombo,cadmio, cromo esavalente), tutte sostanze gravemente nocive per la salute, cancerogeneed interferenti endocrine, ma anche alla portata di consumo di acqua e suolo.Nel 2017 Colacem Galatina ha prodotto complessivamente 2.658.578 t di Clinker,2.883.528t di cemento, ha consumato 244 litri di acqua per ciascuna delle 309.900tonnellate di cemento prodotto, ovvero 75,6 milioni di litri di acqua. Il consumo è abnormeper un territorio già fortemente penalizzato dalla sua stessa conformità naturale, dove lospessore medio del sottosuolo riferito al livello del mare è di circa 60 metri, con scarsacapacità di filtraggio delle acque pluviali per via della sua condizione carsica, e con unafalda esigua che presenta forti infiltrazioni inquinanti.Le concentrazioni contaminanti e il correlato rischio mortalità mostrano un trend inpeggioramento, secondo quanto indicato in uno studio realizzato nel 2014 dall’istituto diScienze dell’Atmosfera e del Clima ISAC – CNR in collaborazione con l’Istituto di FisiologiaClinica del CNR attraverso una valutazione preliminare nei comuni di Sogliano Cavour,Galatina, Cutrofiano, Corigliano d’Otranto e Soleto.Gli impegni dichiarati anche da alcuni rappresentati politici locali pare che siano finalizzatinel voler salvare i 20 posti di Galatina, e forse anche i 39 di Fasano, con il rischio però diritrovarci un nuovo opificio maggiormente inquinante, chiamando a raccolta altri cementierio comunque opifici produttori di rischio.Inoltre, va tenuto conto dei riferimenti legislativi alla salute della popolazione e all’integrità

dell’ambiente esterno descritti nel d.lgs. n. 81/2008, N.81, sono norme che fanno esplicitoriferimento alla “salute della popolazione” e all’“ambiente esterno”.Da un lato, l’art. 2, comma 1, lett. n), definisce proprio il concetto di “prevenzione” comequel «complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità dellavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispettodella salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno».Dall’altro, l’art. 18, comma 1, lett. q), impone al datore di lavoro e al dirigente l’obbligo di«prendere appropriati provvedimenti per evitare che le misure tecniche adottate possanocausare rischi per la salute della popolazione o deteriorare l’ambiente esternoverificando periodicamente la perdurante assenza di rischio» (la violazione di taleobbligo è sanzionata dall’art. 55, comma 5, lett. c), d.lgs. n. 81/2008 con l’arresto da due aquattro mesi o con l’ammenda da 1.474,21 a 6.388,23 euro).Il Dispositivo dell’art. 452 bis Codice Penale, reato di inquinamento ambientale,determina quanto segue:• È punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro100.000 chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramentosignificativi e misurabili:1. 1) delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o delsottosuolo;2. 2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna.Quando l’inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolopaesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in dannodi specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata.Dalle norme, si evince come esse siano essenzialmente dirette ad evitare la possibile“esternalizzazione” dei rischi cui sono sottoposti i lavoratori nel contesto produttivo,obbligando l’impresa ad adottare tutti quei provvedimenti necessari affinché lapredisposizione delle misure di salute e sicurezza dei lavoratori non determini unriversamento all’esterno delle nocività presenti nell’ambiente di lavoro, pregiudicando lasalute della popolazione e l’integrità dell’ambiente [15].E’ vero che i galatinesi hanno bisogno di posti di lavoro, il lavoro è nel diritto costituzionale,per tutti, anche di chi va a cercarlo altrove. È vero che è necessario fare il possibile persalvare quei pochi posti esistenti, ma è altrettanto vero che il diritto alla salute èsacrosanto e altrettanto costituzionale, e va individuata una strada occupazionaleperseguibile, che tenga conto dell’intera cittadinanza.Come ben sappiamo tutti, a Galatina non c’è famiglia che non abbia un lutto a causa delcancro, o una patologia che tende a degenerare in tumore. Lo si dice dappertutto:nelle Cds aziendali, nelle Asl, nello studio Protos, nei recentissimi dati LILT, che vede laprovincia di Lecce seconda solo al Piemonte e alla Liguria in numero di morti per tumori, allapari con la Lombardia. Che il quadro sanitario di Galatina sia aggravato con un aumentoulteriore di tumori è anche denunciato nel Registro dei Tumori 2021 appena pubblicato, coni dati di incidenza che vanno dal 2013 al 2017.Lo stesso principio di precauzione consiglia di non rischiare la salute di giovani famiglie chemettono al mondo bambini, la parte più fragile della società, costruendo abitazioni a ridosso diuna zona industriale insalubre, come invece si sta facendo ancora oggi a Galatina, insistendonell’errore fatto negli anni ’70 del secolo scorso, o ri-attivando impianti insalubri, che andrebberoriconvertiti in green.Siamo convinti che quando si tratta di risolvere problemi di straordinaria importanza, come quellodi 30 o 100 posti di lavoro da tutelare, oppure il pericolo per la salute di 140.000 cittadini inermi,non lo debbano decidere solo alcuni rappresentanti della politica. Quando la questione èstraordinaria, si porta ad un tavolo di concertazione con tutte le forze sociali presenti sul territorio,anche con le nostre associazioni impegnate nella tutela dell’ambiente e della salute nei diversiprocedimenti autorizzativi.Certe responsabilità non devono pesare sulla coscienza o presunzione di nessuno, ne va deldiritto, ne va della democrazia, ne va dello stato di civiltà di una comunità, ne va del futuro deinostri figli.Basta fingere che il primato della più alta mortalità per tumori non esista, Galatina e la provinciadi Lecce sono sul podio. Non aspettiamo che il dolore delle persone che vedono morireprematuramente figli e parenti, diventi rabbia, o peggio ancora rassegnazione a doverbarattare il posto di lavoro con la perdita di salute propria, dei propri familiari o deiloro concittadini, rischiamo lo sfascio sociale.Auspichiamo l’impegno dei rappresentanti istituzionali, che si adoperano per il coinvolgimento dinuovi produttori di rischio, a non aprire le porte ad un altro opificio insalubre, di investire sullariconversione di Minermix in chiave green e di riflettere su quale soluzione possa portare ad unosviluppo sostenibile della nostra città”.

Fonte:  Il Gallo

 

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