NOHA nasce anticamente in una posizione determinante sia dal punto di vista commerciale che militare. Si trova difatti all’incrocio di due importanti percorsi che vedono il Salento attraversato in lungo ed in largo.
Ecco quindi Noha che fa da crocevia fra l’antica via che da Otranto porta verso la costa jonica di Gallipoli e la Strada Reale di Puglia, un percorso del tempo dei Messapi che già i Romani utilizzarono unendola alla via Appia (che terminava a Brindisi), portandosi così fino a San Giovanni di Ugento.
Lo stesso Fra Leandro Alberti, frate fiorentino dell'Ordine domenicano, alle pagine 196 e 197 della sua “Descrittione di tutta Italia“ del 1550 descrive quello che vede percorrendo il Salento da Otranto verso Gallipoli. Giungendo da Otranto, nel tratto in cui si avvicina a Noha, scrive:
“….camminando un miglio appare Soleto, molto antico luogo, circa il piccolo colle che riguarda a mezzo giorno, posto, Soletum da Plinio nominato, del quale yiene la signoria il Duca di S. Pietro in Galatina. Non meno è pieno il paese di questo Castello di Olivi di quello di S. Pietro in Galatina sopra nominato. Dopo tre miglia ritrovasi Sternatia, da Otranto discosto tredici miglia, fra questo luogo e Otranto da ogni lato vedensi Ville Contrade e Castella, tra i quali vi è Scuriano discosto dal bastardo otto miglia, e da cui appare il fortissimo castello di Noia posto in forte luogo “.
Quindi Noha sorge alla fine della dorsale di una delle serre salentine, quella che procede da Copertino e Galatina e che si affaccia sulla valle dell’Asso. Da qui si domina un ampio ventaglio di paesi del Salento centrale, che va da Maglie, Corigliano, Cutrofiano, Collepasso, fino a Neviano, Galatone e Nardò.
Da questa posizione, in media a 90 mt sul livello del mare, si aveva (e si ha ancora oggi) il controllo visivo di eventuali pericoli che potevano giungere dalla costa di Gallipoli, nevralgico scalo del mare Ionio.
Possiamo notare ancora oggi su alcune cartografie locali, che la via Soleto giungeva a Noha esattamente dove oggi c’è la Strada Comunale Pozzi, interrotta e parzialmente cancellata nel suo percorso originale da nuove strade e superstrade che portano ovunque (o forse in nessun luogo), e sono più numerose dei fili dell’erba: alla faccia del consumo di suolo tanto decantato, ma mai quanto in campagna elettorale. Ma questa forse è un’altra storia. Temo l’ultima.
Marcello D’Acquarica
I musei non hanno solo la funzione di conservare opere d’arte in ambienti adatti e protetti ma, al contrario, rivestono un ruolo importante anche in ambito educativo.
Le classi prime e seconde dell’Istituto Comprensivo Polo 1 di Galatina e Collemeto, che ha avviato una collaborazione col Polo Bibliomuseale di Galatina, hanno aderito al progetto “Scuola e Museo: percorsi comuni. I nostri pomeriggi al Museo”. Un Museo, il “Pietro Cavoti”, che ha previsto percorsi, laboratori, attività e visite guidate dedicate, studiate appositamente per coinvolgere gli studenti di età diverse e permettere loro di vivere un’esperienza positiva e motivante. La preparazione di percorsi ad hoc e l’attenzione che si pone verso gli utenti in età scolare sono particolarmente importanti perché contribuiranno alla “costruzione” dei fruitori del museo in futuro.
Guidati ed accompagnati dalle docenti di Arte e Immagine e dalle esperte operatrici del Museo, hanno fatto conoscere l’intera collezione presente e vivere, ai ragazzi, il Museo.
I quattro incontri pomeridiani, tenutisi nel mese di maggio, hanno riguardato una visita guidata al museo in generale, la riflessione sugli anni della partecipazione alla Prima Guerra Mondiale di Gaetano Martinez, la conoscenza del patrimonio di pergamene possedute sulla dinastia degli Scanderberg.
Situato nel Palazzo della Cultura (ex Convento dei Domenicani), il Museo Civico custodisce la straordinaria collezione disegni, schizzi, taccuini e stampe, frutto del genio di Pietro Cavoti e le opere dello scultore visionario Gaetano Martinez. Non trascurabile è la sezione dedicata all’arte contemporanea che vede tra i diversi autori presenti il maestro Luigi Caiuli, con un’area dedicata interamente al fenomeno del Tarantismo. Oltre a questo si possono ammirare tanti oggetti come la lastra di iscrizione messapica e documentazioni storiche sullo sviluppo culturale ed evolutivo Galatinese.
La visita al museo rappresenta un ottimo strumento nella didattica scolastica per accompagnare lo studio di alcune materie e consentire agli studenti di vivere un’esperienza più diretta in relazione ad argomenti molto spesso lontani dall’esperienza quotidiana. Inoltre, permettere ai ragazzi di familiarizzare con il museo costituisce un’ottima base per creare una consapevolezza riguardo al patrimonio culturale del proprio Paese.
Alla conclusione del progetto possiamo affermare che è stata una visita al museo che ha coinvolto, stimolato ed emozionato i nostri alunni!
Fiorella Mastria