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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 17/05/2023

Di Antonio Mellone (pubblicato @ 18:43:41 in NohaBlog, linkato 690 volte)

Non soffro affatto di quella tendenza o di quella fisima che il latino rende con la locuzione horror vacui da cui scaturirebbe la tendenza a riempire meticolosamente gli spazi vuoti. Al contrario, per indole e formazione io prediligerei il minimalismo, prima di tutto in casa mia e poi altrove (invero più nell’arredamento d’interni e nel resto delle arti figurative che nella letteratura, atteso il fatto che sovente vengo tacciato di eccessivi ghirigori quando non di divagazioni barocche – tipo queste - prima di centrare l’argomento dei miei, chiamiamoli così, articoli). Ma certi vuoti o certe assenze ti appaiono così irrefutabili che non puoi non interessartene direttamente: dandoti dunque da fare, cercando il meglio possibile su piazza e fuori, senza indugiare nell’illusione che siano i fantomatici “altri” a occuparsene.

Ora, come molte chiese parrocchiali, anche quella del mio paese è dotata di un battistero. Lo trovi appena entri sul lato sinistro della bussola, come vuole la tradizione che lo ha quasi sempre collocato in un luogo distinto dal presbiterio, segno del percorso della iniziazione cristiana che parte appunto dal fonte battesimale per culminare sull’altare dell’Eucarestia.

Il battistero di Noha, settecentesco, di forma esagonale, con vasca sorretta da un piedistallo decorato e chiusa da una cupola poligonale, è finemente scolpito in pietra leccese. Sulla facciata principale, al centro, appena sopra l’oblò circolare con portella in legno intarsiata con croce greca, si può ammirare in bassorilievo la colomba dello Spirito Santo radiante (con raggi a ventaglio indirizzati verso il basso);sul lato opposto è riportato in rilievo un catino dal quale emerge un’elegante brocca dal manico culminante con la testa di un drago; nei restanti quattro frontespizi sono effigiati, sempre a sbalzo, altrettanti volti di putti molto delicati, tutti rispondenti ai canoni della bellezza, vale a dire Claritas, Integritas et Proportio, dunque in netto contrasto con il detto salentino “Diavuli ‘n terra e angeli ‘n cielu”, secondo il quale le sculture in blocchi lapidei locali sarebbero decisamente più apprezzate se ammirate da lontano (“in cielo”) più che da vicino (“in terra”), dove magari gli eventuali difetti della loro manifattura potrebbero risultare più evidenti. Invece no: la raffinata sorgente della cristianità nohana fatta in pethra aurea salentina appare nella sua semplicità come un’opera d’arte di pregevole lavorazione, onde la creatività e l’ingegno non avrebbero potuto fissarsi meglio di così su quei blocchi di pietre antiche e belle.

Ebbene, l’apice di codesta architettura termina con una lanterna, sempre esagonale, sulla quale non si sa bene se ab origine fosse mai stata issata, seppur prevista, un’icona rappresentativa del primo fra i sette sacramenti. Voglio dire che non abbiamo trovato progetti o documenti d’archivio o testimonianze in grado di dirci se sulla sommità del nostro battistero fosse istallata una croce, un segno, una figura, o un gruppo scultoreo raffigurante il battesimo del Cristo nelle acque del Giordano per mano del suo secondo cugino Giovanni. Il fatto è che sarà stato per una qualsiasi forma di diciamo iconoclastia (trafugamento, distruzione od omissione) oggi quest’opus monumentale appare ai più, se non come incompiuto, passibile di completamento. Per esigenze di completezza bisogna aggiungere che una quarantina di anni fa Mario D’Acquarica, concittadino dimorante ora a Torino, colandolo nel suo calco, realizzò in gesso un grazioso battesimo del Cristo, collocandolo poi sul tiburio del fonte. Tuttavia da un trentennio a questa parte codesto manufatto risulta scomparso dalla circolazione, distrutto come fu per caso nel corso di maldestri lavori di ristrutturazione al solaio della chiesa madre.

Tutto questo per dire che da tempo pensavo a un nuovo Battesimo del Cristo da innalzare sul nostro battistero. Lo volevo in pietra leccese, possibilmente di quelle che non si sfarinano, dunque dura, vale a dire stagionata al punto giusto (stagionatura secolare, se non addirittura millenaria), e la sognavo perfetta.

Non mi rimaneva altro che rivolgermi a quel realizzatore di sogni che risponde al nome di Virgilio Pizzoleo, lo scultore di Poggiardo, noto dalla Lombardia alla Calabria, dall’Est all’Ovest dell’Italia e nel resto del mondo per l’originalità e la magnificenza dei suoi lavori, pregandolo dunque di ideare, riportare su carta l’idea e, in seguito all’imprimatur da parte del parroco di Noha, procedere con la scultura, indi con il suo collocamento nella sua, come dire, sede naturale.

Ci son voluti giusto nove mesi di gestazione per un gruppo scultoreo che verrà inaugurato domenica prossima [a breve i dettagli su questi stessi schermi, ndr.], ed ecco in anteprima il risultato: non so agli altri, ma a me dà l’impressione che l’opera arrivi nel profondo dei sentimenti con immediatezza assoluta, grazie alle sue figure che sembrano mettere in armonia tanto l’aspetto solenne e celebrativo quanto, soprattutto, l’umano.  

Antonio Mellone

 
Di Redazione (pubblicato @ 18:34:57 in Necrologi, linkato 1239 volte)

Serenamente se n’è andato il carissimo Marino Congedo, persona mite, buona, riservata, oltretutto sempre disponibile con noi altri di Noha.it.

Ricordiamo eccome quando avevamo qualcosa da stampare e pubblicare: ci veniva incontro non badando mai al conto economico della sua azienda (di sicuro ci perdeva).

Chi non ricorda L’Osservatore Nohano che ogni mese per cinque anni consecutivi e per un numero di pagine variabile, talvolta superiore a trenta, faceva uscire puntuale dalle sue rotative il Nove del mese, spesso fermandosi in tipografia anche oltre l’orario di lavoro.

E quanti libri, manifesti, opuscoli, volantini, striscioni predisponeva per conto nostro e per la maggior gloria di Noha.

Ci sono persone che non usano mai sbandierare ai quattro venti il bene che fanno senza tregua per la propria comunità: e sono i pochi, e sono i migliori.

Questo era Marino nostro.

Ci stringiamo affettuosamente intorno ai suoi figli e nostri amici, Antonio ed Elisabetta, alla moglie, signora Rita Gabrieli, al genero e al nipotino, e agli altri parenti e amici.

Noha.it

 

Il Club per l’UNESCO di Galatina e della Grecìa Salentina, invita la comunità alla Presentazione della Riedizione del Testo d’Arte “Gli Affreschi di Galatina”, saggio di storia e filosofia dell'Arte di Antonio Antonaci, già pubblicato nel 1966 dall'Editore Maestri di Milano, arricchito ora dalla iconografia a colori degli Affreschi dopo il restauro degli stessi; la presentazione avverrà

sabato 20 Maggio 2023 alle ore 19.30 presso la Basilica di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina.

Il volume gode della prefazione della Dott.ssa Antonella Cucciniello, già Dirigente Storica dell'Arte del Ministero della Cultura per l'Italia Meridionale, e attualmente Dirigente Storico dell'Arte del Complesso Monumentale e della Biblioteca dei Girolamini a Napoli.

Salvatore Coluccia
Club per l'Unesco di Galatina e della Grecìa Salentina

 

Fotografie del 17/05/2023

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