mag222023
NOHA nasce anticamente in una posizione determinante sia dal punto di vista commerciale che militare. Si trova difatti all’incrocio di due importanti percorsi che vedono il Salento attraversato in lungo ed in largo.
Ecco quindi Noha che fa da crocevia fra l’antica via che da Otranto porta verso la costa jonica di Gallipoli e la Strada Reale di Puglia, un percorso del tempo dei Messapi che già i Romani utilizzarono unendola alla via Appia (che terminava a Brindisi), portandosi così fino a San Giovanni di Ugento.
Lo stesso Fra Leandro Alberti, frate fiorentino dell'Ordine domenicano, alle pagine 196 e 197 della sua “Descrittione di tutta Italia“ del 1550 descrive quello che vede percorrendo il Salento da Otranto verso Gallipoli. Giungendo da Otranto, nel tratto in cui si avvicina a Noha, scrive:
“….camminando un miglio appare Soleto, molto antico luogo, circa il piccolo colle che riguarda a mezzo giorno, posto, Soletum da Plinio nominato, del quale yiene la signoria il Duca di S. Pietro in Galatina. Non meno è pieno il paese di questo Castello di Olivi di quello di S. Pietro in Galatina sopra nominato. Dopo tre miglia ritrovasi Sternatia, da Otranto discosto tredici miglia, fra questo luogo e Otranto da ogni lato vedensi Ville Contrade e Castella, tra i quali vi è Scuriano discosto dal bastardo otto miglia, e da cui appare il fortissimo castello di Noia posto in forte luogo “.
Quindi Noha sorge alla fine della dorsale di una delle serre salentine, quella che procede da Copertino e Galatina e che si affaccia sulla valle dell’Asso. Da qui si domina un ampio ventaglio di paesi del Salento centrale, che va da Maglie, Corigliano, Cutrofiano, Collepasso, fino a Neviano, Galatone e Nardò.
Da questa posizione, in media a 90 mt sul livello del mare, si aveva (e si ha ancora oggi) il controllo visivo di eventuali pericoli che potevano giungere dalla costa di Gallipoli, nevralgico scalo del mare Ionio.
Possiamo notare ancora oggi su alcune cartografie locali, che la via Soleto giungeva a Noha esattamente dove oggi c’è la Strada Comunale Pozzi, interrotta e parzialmente cancellata nel suo percorso originale da nuove strade e superstrade che portano ovunque (o forse in nessun luogo), e sono più numerose dei fili dell’erba: alla faccia del consumo di suolo tanto decantato, ma mai quanto in campagna elettorale. Ma questa forse è un’altra storia. Temo l’ultima.
Marcello D’Acquarica
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