sono una cittadina di Noha molto amareggiata, amareggiata e delusa per il modo in cui è trattato il nostro cimitero. Si tratta, nel caso specifico, dello stato di degrado degli ultimi lotti a tre livelli che insistono nella parte nuova, a Sud Est del cimitero (vedi schema allegato).
Non entro nel merito del degrado e del livello di insicurezza che ha raggiunto l’abitato. Mi riferisco alle strade, ai marciapiedi e alla circolazione. Ma il cimitero è un luogo piccolo da manutenere, non ha certo l’estensione di una città, il cimitero è un luogo per noi cittadini che va oltre il sacro, un luogo che va rispettato dalla prima all’ultima pietra per moltissimi motivi, che sicuramente conosce bene.
Veniamo al punto e cerco di descrivere quali sono i problemi che mi hanno rattristato così tanto:
Ne abbiamo avuto prova il giorno in cui è stato riesumato mio padre (01-07-2019), lo possono testimoniare anche gli addetti ai lavori, i quali appena rimossa la prima pietra si sono allarmati per la grande quantità di acqua biancastra che ne è fuoriuscita, a tal punto che vista la straordinarietà dell’evento, stavano per sospendere i lavori di estumulazione.
Non le dico le condizioni dei resti di mio padre, una poltiglia indescrivibile, qualcosa di veramente inqualificabile, cose inammissibili per noi cittadini del terzo millennio e di un Paese che di definisce civile.
Mi chiedo con quale coscienza si lascino adibire a luoghi di sepoltura dei loculi soggetti a continui ristagni delle acque piovane, con i rischi connessi alla sicurezza della salute dell’ambiente circostante, infatti al di là del muro di recinzione del cimitero, il terreno che lentamente riceve le acque “filtrate” dalle salme decomposte, è anche coltivato.
I resti non identificabili in ossa o parti personali del mio papà, nel caso specifico la poltiglia nerastra inqualificabile di cui le dicevo prima, sono stati raccolti dal personale addetto all’esumazione, in un contenitore apposito e lasciato stazionare per ben undici giorni in un angolo all’aperto, alla mercé di tutto e di tutti, e non in un “distinto e adeguato punto di raccolta”, come detta il “Regolamento Comunale di Polizia Mortuaria”, art. 85. (fruibile in rete sul sito comunale: https://www.comune.galatina.le.it/amministrazione/attivita/tutti-gli-atti/item/regolamento-di-polizia-mortuaria)
Ho insisto non poco con gli addetti ai lavori, anche presso gli uffici comunali, affinché riponessero i resti del mio papà in un luogo più discreto e adeguato, ma non ottenendo alcuna soluzione sono stata costretta a rivolgermi alle Forze dell’Ordine, che prontamente, o quasi, hanno risolto la questione dei rifiuti speciali.
Non ho più parole per esprimere la mia indignazione. Può capire benissimo il dolore e il disagio vissuti in questa operazione, Le chiedo pertanto di fare in modo che cose di questo genere, come quelle descritte nei miei tre punti, non debbano più accadere ad altre persone, ma soprattutto di far risanare al più presto i lotti cimiteriali di cui sopra”.
Cordiali Saluti
Marisa Scalese
Secondo appuntamento della rassegna letteraria “Storie d’autore. Cutrofiano incontra”, tra gli appuntamenti più importanti dell’estate cutrofianese. La rassegna, il cui direttore artistico è lo scrittore Marcello Introna è stata organizzata da Fernando Alemanni e Marcella Rizzo dell’associazione culturale Fermamente con il patrocinio del Comune di Cutrofiano . Il 25 luglio è la volta di Franco Arminio, il poeta paesologo una delle voci più rappresentative del panorama culturale italiano. Poeta, scrittore e documentarista, Franco Arminio è nato a Bisaccia in Basilicata in quel Sud di cui ricerca spazi comunitari di civiltà e bellezza. Vincitore nel 2009 del Premio Napoli con Vento forte tra Lacedonia e Candela, nel 2011 vince il Premio Stephen Dedalus con Cartoline dai morti. Nel 2012 vince il Premio Volponi e nel 2013 il Premio Carlo Levi con Terracarne. Tra le sue opere: Viaggio nel cratere (Sironi 2003), Nevica e ho le prove,Cronache dal paese della cicuta (Laterza, 2009), Geografia commossa dell’Italia interna (Bruno Mondadori 2013), Cedi la strada agli alberi. Poesie d'amore e di terra (2017, premio Brancati 2018) e Resteranno i canti (2018). Roberto Saviano ha definito Franco Arminio «uno dei poeti più importanti di questo paese, il migliore che abbia mai raccontato il terremoto e ciò che ha generato».
I versi tratti dall’ultima raccolta “ Resteranno i canti” recitati da Franco Arminio saranno accompagnati dalle canzoni del cantautore salentino Mino de Santis, originario di Tuglie, il cantautore di "Pezzenti", "Radical chic", "Lu fiju a Milanu", "La zoccola", "Spiaggia proletaria" e tantissimi altri successi. Costante la sua presenza nelle piazze del Salento dove tra i primi fan, in estate, ci sono i turisti che attraverso lui hanno conosciuto il dialetto salentino. E' anche noto come il "De Andrè" salentino. De Santis è stato anche ospite della notte della Taranta di Melpignano edizione 2018. La serata si svolgerà in piazza Municipio a Cutrofiano alle ore 20.30 e sarà presentata da Fernando Alemanni mentre Marcella Rizzo e Marcello Introna dialogheranno con Arminio.
Marco Forte