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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Marisa Scalese: "Sono amareggiata e delusa per il modo in cui è trattato il nostro cimitero"
Di Redazione (del 24/07/2019 @ 19:27:17, in Lettere al direttore, linkato 3185 volte)

Illustrissimo Signor Sindaco,

sono una cittadina di Noha molto amareggiata, amareggiata e delusa per il modo in cui è trattato il nostro cimitero. Si tratta, nel caso specifico, dello stato di degrado degli ultimi lotti a tre livelli che insistono nella parte nuova, a Sud Est del cimitero (vedi schema allegato).

Non entro nel merito del degrado e del livello di insicurezza che ha raggiunto l’abitato. Mi riferisco alle strade, ai marciapiedi e alla circolazione. Ma il cimitero è un luogo piccolo da manutenere, non ha certo l’estensione di una città, il cimitero è un luogo per noi cittadini che va oltre il sacro, un luogo che va rispettato dalla prima all’ultima pietra per moltissimi motivi, che sicuramente conosce bene.

Veniamo al punto e cerco di descrivere quali sono i problemi che mi hanno rattristato così tanto:

  1. I lotti di tombe evidenziati nello schema hanno i solai invasi dalle piante selvatiche che con le loro radici stanno lentamente inficiando la tenuta della copertura, con il conseguente allagamento delle tombe sottostanti.
  2. Nel caso del lotto indicato con la lettera “A”, la situazione è ancora più grave, in quanto il piano su cui è stato edificato tutto il blocco di loculi ha una evidente pendenza che porta le acque piovane ad ammucchiarsi nella zona attigua, e non essendoci impianti di scolo delle acque stesse, tutte le tombe del piano terreno restano completamente a mollo per molto tempo.

Ne abbiamo avuto prova il giorno in cui è stato riesumato mio padre (01-07-2019), lo possono testimoniare anche gli addetti ai lavori, i quali appena rimossa la prima pietra si sono allarmati per la grande quantità di acqua biancastra che ne è fuoriuscita, a tal punto che vista la straordinarietà dell’evento, stavano per sospendere i lavori di estumulazione.

Non le dico le condizioni dei resti di mio padre, una poltiglia indescrivibile, qualcosa di veramente inqualificabile, cose inammissibili per noi cittadini del terzo millennio e di un Paese che di definisce civile.

Mi chiedo con quale coscienza si lascino adibire a luoghi di sepoltura dei loculi soggetti a continui ristagni delle acque piovane, con i rischi connessi alla sicurezza della salute dell’ambiente circostante, infatti al di là del muro di recinzione del cimitero, il terreno che lentamente riceve le acque “filtrate” dalle salme decomposte, è anche coltivato.

  1. Ed eccoci al terzo motivo che mi ha costretta perfino a chiedere aiuto alle Forze dell’Ordine (I Carabinieri di Galatina in via della Costituzione).

I resti non identificabili in ossa o parti personali del mio papà, nel caso specifico la poltiglia nerastra inqualificabile di cui le dicevo prima, sono stati raccolti dal personale addetto all’esumazione, in un contenitore apposito e lasciato stazionare per ben undici giorni in un angolo all’aperto, alla mercé di tutto e di tutti, e non in un “distinto e adeguato punto di raccolta”, come detta il “Regolamento Comunale di Polizia Mortuaria”, art. 85. (fruibile in rete sul sito comunale: https://www.comune.galatina.le.it/amministrazione/attivita/tutti-gli-atti/item/regolamento-di-polizia-mortuaria)

Ho insisto non poco con gli addetti ai lavori, anche presso gli uffici comunali, affinché riponessero i resti del mio papà in un luogo più discreto e adeguato, ma non ottenendo alcuna soluzione sono stata costretta a rivolgermi alle Forze dell’Ordine, che prontamente, o quasi, hanno risolto la questione dei rifiuti speciali.

Non ho più parole per esprimere la mia indignazione. Può capire benissimo il dolore e il disagio vissuti in questa operazione, Le chiedo pertanto di fare in modo che cose di questo genere, come quelle descritte nei miei tre punti, non debbano più accadere ad altre persone, ma soprattutto di far risanare al più presto i lotti cimiteriali di cui sopra”.

Cordiali Saluti

Marisa Scalese