Il guardare una cosa è ben diverso dal vederla. Non si vede una cosa finché non se ne vede la bellezza. (Oscar Wilde)
Vedere, così come anche ascoltare, sono due sensi che in testa alla gente possono stare, volendo, in almeno due dimensioni: quella istintiva, pari cioè al boccheggiare tanto per non morire, e quellaltra che alloggia in pochi logorati dallimpotente lotta contro la cocciutaggine di chi non vuole (o finge) né vedere né ascoltare.
Alle volte però capita dessere costretti a vedere spettacoli inaspettati, tipo il taglio dei pini e il degrado stesso di tutta la struttura. Ma per nostra fortuna, la bellezza è ancora salva. E non certo grazie ai palazzi e ville di comparto, tutta architettura copia e incolla, testimone della nostra stessa incapacità creativa e/o damor proprio.
Non è certo la sottilissima coltre di neve a determinare la bellezza di un posto. Certo leffetto della nevicata sulle storiche case della Baronal Corte del Castello di Noha (http://www.noha.it/noha/articolo.asp?articolo=2564)con in cima, a fare dornamento, le casiceddhre di Cosimo Mariano, la coltre sottile di neve, dicevo, ha dato nuova luce allo scenario di cui tutti possiamo godere. Ma provate voi a immaginare se tutto dun tratto la folle idea di qualche mentecatto facesse scomparire, per esempio, il copricapo alla Fornarina del Raffaello, oppure il diadema di gioielli alla Regina Vittoria, avrebbero queste opere la stessa bellezza?
Ecco, mi vien da dire che in fondo la mafia siamo anche noi, quando non vogliamo vedere la vera bellezza.
Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di unarma contro la rassegnazione, la paura e lomertà. Allesistenza di orrendi palazzi sorti allimprovviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più labitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.
Queste sono parole di Peppino Impastato, giornalista iscritto a Democrazia Proletaria, che nella sua città natale, Cinisi, ha lottato contro la mafia fino al suo stesso assassinio, il 9 maggio 1978.
Marcello DAcquarica
Le feste ormai volgono al termine e da un punto di vista politico si rende necessaria unanalisi di come lAmministrazione comunale abbia gestito gli eventi, le decorazioni e gli intrattenimenti.
Non facciamo della critica la nostra prerogativa avendo più volte dato la nostra disponibilità a collaborare con la maggioranza su questioni concrete e di interesse pubblico, venendo sempre ignorati a prescindere.
Dobbiamo constatare però che a parte limpegno di alcuni commercianti e a parte la generosità di alcune aziende che hanno permesso linstallazione dellalbero in Piazza San Pietro, il comune ha fatto poco o nulla per rendere interessante il Natale galatinese, nonostante linvestimento di almeno 25.000 € destinato allassociazione Città Nostra per gestire lintrattenimento. Proprio per questo nei prossimi giorni verificheremo in che modo sono stati utilizzati questi soldi pubblici.
Ma se da un lato abbiamo assistito al peggior Natale galatinese degli ultimi ventanni, dallaltro, sempre nellultimo mese, abbiamo continuato a perdere finanziamenti su finanziamenti, questa volta a causa della mancata presentazione di progetti da parte del nostro comune.
Stiamo parlando dei bandi inerenti interventi di ripristino di opere pubbliche o di pubblico interesse danneggiate da calamità naturali; interventi per la realizzazione e manutenzione di opere pubbliche e di interesse pubblico; realizzazione di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria sul demanio idrico superficiali.
Molto spesso i progetti presentati da questa Amministrazione si sono collocati nella seconda parte delle graduatorie venendo puntualmente esclusi dal finanziamento. Questo però non deve in alcun modo portare il nostro comune a rinunciare a partecipare a bandi che potrebbero portare importanti risorse economiche per il nostro territorio. Ciò è imprescindibile soprattutto se consideriamo i crescenti tagli alle risorse finanziarie statali destinate ai comuni e se consideriamo che mai come in questo periodo la Regione Puglia sta mettendo a disposizione dei comuni ingenti fondi. E un vero e proprio periodo doro per i comuni capaci di intercettare queste risorse, che però a causa dellincapacità e dellinesperienza di questa Amministrazione non sta portando alcun vantaggio alla comunità galatinese.
Una comunità mortificata da una maggioranza di governo cittadino che non solo dimostra di non essere idonea a risollevare le sorti di questo territorio, ma soprattutto fa capire di non avere una prospettiva, una programmazione e unidea di città. Se ci fosse unidea di città infatti la maggioranza, aiutata da un apparato burocratico costoso e che tra laltro la fa da padrone, programmerebbe i progetti da presentare in funzione di ciò che si vuol realizzare in maniera organica e intelligente.
Invece assistiamo alla fiera dellimprovvisazione in cui a volte si sceglie di partecipare e a volte di non partecipare ai bandi senza che ci sia una logica, una programmazione o una coerenza nelle proprie decisioni. Quando poi si decide di partecipare ai bandi, nella maggior parte dei casi veniamo esclusi dal finanziamento.
Galatina non può galleggiare in attesa che passino i cinque anni di mandato di questa amministrazione. Bisogna intervenire subito per evitare che questa città muoia e per questo, alla luce dei risultati, chiediamo al Sindaco Marcello Amante di intervenire operando le dovute modifiche nella propria squadra di governo e nelle professionalità di cui si avvale. Se ciò gli è impossibile allora metta da parte larroganza e la superficialità e si faccia aiutare da chi ha le competenze e le capacità di far fronte ai problemi urgenti della nostra città.
Giuseppe Spoti
Consigliere comunale Partito Socialista