Sin dall'inizio del suo mandato, il lavoro svolto dall'amministrazione comunale è stato indirizzato verso la possibilità di una riduzione dei tributi, compresa la tariffa sui rifiuti. Nonostante le evidenti difficoltà economico-finanziarie, si era giunti ad ottenere una riduzione della TARI, dovuta, tra l'altro, al buon risultato della percentuale di raccolta differenziata che, mese dopo mese, dimostrano i cittadini con il loro impegno quotidiano. Tuttavia, prima dell'approvazione del bilancio, è intervenuta una sentenza del Consiglio di Stato che ha condannato 63 comuni salentini, tra cui Galatina, in merito all'adeguamento della tariffa per il conferimento della frazione secca dei rifiuti nell'impianto di trattamento di Cavallino, di proprietà della società Progetto Ambiente. I comuni sono stati condannati al pagamento di una partita da 30 milioni di euro e, per questo motivo, al fine di adempiere alla sentenza, l'amministrazione ha dovuto distribuire la propria quota pari a 700 mila euro all'interno della bolletta della TARI, andando così a neutralizzare quel risparmio che si era riuscito ad ottenere. Se non avessimo lavorato in quella direzione, avremmo corso il rischio di procedere ad aumenti medi all'incirca del 20%.

 
Di Redazione (del 18/05/2018 @ 13:45:38, in Comunicato Stampa, linkato 864 volte)

Sabato 19 Maggio, alle ore 11, a Galatina, presso il Palazzo della Cultura, "Celestino Contaldo", sarà presentata la manifestazione Salento Sport e Vita, giornata dello Sport e della Solidarietà: Zen e Street Workout, a cura dell'assessorato allo Sport del Comune di Galatina e della Asd Zen Shin. Interverranno, tra gli altri, il sindaco di Galatina, Dr. Marcello Amante, Vincenzo Russo, segretario dell'asd Zen Shin, la Dr.ssa Maria Rosaria Giaccari, assessore allo Sport e Serena Sabella, responsabile marketing Sabella Auto.  

 

E’ di questi giorni la buona notizia, apparsa sul sito LecceSette (http://www.leccesette.it/dettaglio.asp?id_dett=52617&id_rub=133),  riguardante la realizzazione del megaparco commerciale in contrada Cascioni a Galatina, il cui taglio del nastro pare sia fissato per il 2020.

Un’opera fondamentale per tutto il territorio di Galatina e dei paesi limitrofi che sembra essere arrivata a compimento dopo anni di battaglie, di ostruzioni e di rallentamenti.

Abbiamo sempre creduto che, in un contesto di recessione e di decadenza che si protrae da anni,  la realizzazione del megaparco commerciale rappresenti per il nostro territorio un’irrinunciabile possibilità di sviluppo e di crescita, anche e soprattutto alla luce di quelli che saranno i riflessi economici, commerciali ed occupazionali che deriverebbero dall’indotto.

Ecco perché nel susseguirsi degli anni e delle varie amministrazioni, a prescindere se si trovasse in maggioranza o in opposizione, il Partito Socialista è sempre stato determinante e fondamentale nella realizzazione del magaparco, votando in ogni occasione con coerenza e convinzione a favore di quest’opera, a partire dall’amministrazione Garrisi in cui proprio grazie al voto favorevole dei consiglieri socialisti poté essere approvato il progetto che altrimenti sarebbe naufragato a causa della spaccatura dell’allora maggioranza.

 

Mio malgrado devo uscire dal coro o meglio dalla scontata retorica che si innesca di fronte a fatti gravi. L’immagine della città ha subito un duro colpo e il sindaco, Marcello Amante, aveva il dovere di venire ieri in Consiglio comunale e dirci cosa ha fatto all’indomani delle notizie di stampa o cosa intende fare. Candidamente ha affermato che non voleva trattare l’argomento in Consiglio. Mi sarei aspettato che venisse in Consiglio a dirci che appena apprese le notizie di stampa si era preoccupato di chiedere un incontro al prefetto di Lecce per valutare eventuali rischi per la sicurezza dei cittadini. Il minimo che poteva fare era una richiesta di maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio, ma evidentemente non ha fatto nulla di quello che un amministratore accorto dovrebbe fare.

La legalità è rispetto delle norme, senza eccezioni. Tutti i consiglieri oggi in carica hanno dichiarato di non aver speso nulla per la campagna elettorale in quanto avrebbero utilizzato materiale prodotto dal partito di riferimento, peccato che queste forze politiche abbiano dichiarato zero spese. Chissà chi ha pagato i comitati elettorali o il materiale distribuito.

L’operazione della Procura di Lecce, a cui va tutta la mia solidarietà per il difficile compito che vede i magistrati chiamati quotidianamente, insieme alle forze dell’ordine, a garantire la sicurezza di noi cittadini, è stata utilizzata dal sindaco per vestirsi da eroe in quanto – a settembre 2017 – decise di mettere i lucchetti allo stadio comunale.  

 

Domenica 20 Maggio dalle ore 10:00 saremo a Galatina in Piazza Dante Alighieri con il nostro gazebo per informare i cittadini delle tante cose importanti che abbiamo inserito nel contratto di Governo.
Insieme agli attivisti di Galatina e frazioni saranno presenti il portavoce in consiglio comunale Paolo Pulli, il portavoce alla Camera dei Deputati Leonardo Donno e il portavoce al Senato della Repubblica Dino Mininno.

Vi aspettiamo..

 #IoSonoNelContratto


MoVimento 5 Stelle Galatina

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 18/05/2018 @ 23:08:54, in La chiesa di Noha e i Vescovi di Nardò, linkato 1733 volte)

Con Mons. Vetta e Mons. Nappi si chiude il l’ottocento. Nuovi vescovi e nuove storie di Nardò e di Noha ci attendono nelle prossime puntate.

La redazione

 

 

LUIGI VETTA (1805 – 1873)

Vescovo dal 20 aprile 1849 al 10 febbraio 1873

Dal 1849 al 1873 Pontefice era:

            Pio IX (1792-1878)                                       Papa dal 1846 al 1878

 

            Arciprete di Noha

            Don Michele Alessandrelli (1812-1882),       parroco dal 1847 al 1882

 

            Luigi Vetta, figlio di Angelo e di Maria Berchinio era nato nel 1805 ad Acquaviva Colle Croci, comune di Acquaviva, diocesi di Termoli, provincia di Campobasso. Studiò lettere e filosofia a Napoli. Il 20 aprile 1849 Pio IX, che si era ritirato a Gaeta invocando l’aiuto delle potenze cattoliche, dopo l’uccisione del presidente dei ministri dello stato pontificio Pellegrino Rossi, lo nominò Vescovo di Nardò.

            Dopo l’ingresso in diocesi decise  di iniziare la visita pastorale, per conoscere più da vicino il suo gregge, per porgere a tutti i suoi figli il suo saluto, la sua parola ed il suo conforto, per conoscere i desideri e le necessità dei medesimi e per poter prestare l’opportuno rimedio ai difetti ed ai mali morali. La indisse il 3 aprile ed il 7 la iniziò e dopo tre anni, il 10 aprile 1853, la portò a termine.

            Fin dall’inizio del suo episcopato si adoperò con tutte le forze per la ri-costruzione dell’episcopio, ed intanto, come i suoi predecessori, andò a risiedere in contrada le Cenate. Perciò le bolle di questo periodo sono datate non dalla curia o dal palazzo vescovile, ma dalla nostra residenza. Il 22 maggio 1850 ordinò al maestro muratore Donato Cimino di continuare i lavori, già iniziati per incarico del Lettieri, e, tre anni dopo, il rustico del palazzo era già pronto. Il 30 novembre 1853, il perito architetto Gregorio Nardò eseguì, per disposizione del Vetta, la stima finale dei lavori, dalla quale risulta che quelli del pianterreno comprendevano la costruzione dalle fondamenta di oltre quindici vani, una scala segreta, due portici, un grande arco di comunicazione tra il palazzo vescovile ed il seminario e la scala centrale con due piccoli ripostigli nel sottoscala; inoltre lavori di intonaco, di pavimentazione e di rifiniture in altri sette vani, già fatti costruire dal Lettieri.

            Il pianterreno richiese la somma di ducati 3.722,82. I lavori del primo piano, invece, comprendevano la costruzione del blasone della scala maggiore, di circa venti vani con accessori e della scala di accesso alla terrazza; inoltre lavori di intonaco, di pavimentazione e di rifiniture a tre vani costruiti prima. Il primo piano richiese la somma di ducati 5.309,69; per cui la somma complessiva fu di ducati 9.032,51.

            Nel febbraio 1854 il palazzo vescovile di Nardò era già completato anche nelle rifiniture.

 

          Il Vescovo Vetta si trovò a Nardò in un periodo storico molto turbolento (1860/1861), allorché il Regno delle due Sicilie fu sconvolto dai moti rivoluzionari per la cacciata della dinastia borbonica, dominante da molti anni, e per l’unificazione con il regno d’Italia, contrastati dalle soldatesche borboniche. Fu bersaglio di persecuzioni da parte dei liberali, fu vittima di violenze, subì il rapimento, l’allontanamento forzato dalla sede e dalla diocesi e il domicilio coatto.

            Nel ministero pastorale di questa diocesi fu coadiuvato dall’arcidiacono Giuseppe M. Leante che era il vicario generale, e dai provicari generali, proposito Francesco Toraldo, dal 1851 al 1858, canonico Salvatore Perrone, dal 1858 al 1872, e primicerio Vincenzo Marinaci, per qualche anno soltanto, nel 1869.

            Fu uno dei padri del concilio ecumenico vaticano I (1869- 1870), indetto da Pio IX, e prese parte alle varie sessioni.

            Verso la fine del 1867 fu colpito da una lunga e crudele malattia, che lo rese quasi immobile per molti anni e che egli sopportò con rassegnazione e con fortezza cristiana.

            Dopo ventiquattro anni di episcopato, all’età di 68 anni, il 10 febbraio 1873, alle ore 17, cessò di vivere. Fu sepolto nella chiesa della B. V. Incoronata, posta a qualche chilometro fuori le mura della città, e sulla tomba fu collocata l’epigrafe che sintetizza bene la sua vita e che qui riporto in italiano:

 

 
Di Albino Campa (del 19/05/2018 @ 12:34:43, in PhotoGallery, linkato 1834 volte)

Domenica 13 maggio l'associazione "FareAmbiente di Noha" insieme al "Gruppo Speleologico di Tricase" hanno effettuato una visita ispettiva per verificare le condizioni della Vora  e valutare un intervento di pulizia della stessa. 

Guarda la photogallery su Noha.it

Guarda la photogallery su Facebook

 
Di Antonio Mellone (del 19/05/2018 @ 15:08:15, in Necrologi, linkato 2080 volte)

Michelino è ormai un’altra bella pagina della Storia di Noha, scritta finalmente con la maiuscola.

Certo, la sua, durata 92 anni, non è una delle storie tipiche di questo mondo enfatico e competitivo fatte di successi, paillettes o vicende detonanti, ma quella di una persona semplice, da sempre costretta a fare i conti con una malattia che gli aveva procurato visibili e dolorosi postumi alle gambe.

Mai vinto, Michelino aveva aderito naturalmente al Partito Comunista alla ricerca di una nuova legge di gravità, dove le cose gravi sono le ingiustizie, le maledette povertà e le prepotenze di stato, mentre le meno gravi sono la resistenza e le violenze che vi si oppongono.

Quando a Noha cercavamo di lottare contro le multinazionali senza scrupoli pronte a riempirci la campagna di pannelli fotovoltaici, nell’indifferenza generale e nella connivenza delle cosiddette istituzioni di ogni colore politico, eravamo in quattro gatti: non sufficienti per fermare lo scempio economico ed ecologico che oggi è sotto gli occhi di tutti.

Ma Michelino era insieme a noi. E ci esortava: “Se dobbiamo raccogliere firme, o se dobbiamo andare a Galatina o a Lecce per manifestare o scioperare, io sono il primo a venire con voi”. E questo, va riconosciuto, in più di una battaglia, spesso condotta in solitudine insieme ai soliti rompicoglioni allergici al divano.

Il suo terrore era in effetti quello di fare la fine di molti suoi ex-compagni di partito: cioè morire democristiano, avvolto nella bandiera del capitalismo e del neo-liberismo di rapina piuttosto che in quella rossa del lavoro defraudato.  

No, Michelino non è morto da democristiano. Ma da lottatore, sognatore e resistente. E ha dimostrato che la forza e la fragilità a volte sono due modi diversi per chiamare la stessa cosa.

Ora, liberato dal peso del corpo e dai suoi limiti, senza più l’ausilio di bastoni stampelle o sedia a rotelle, Michelino è pronto a correre verso il paradiso laico (se ne esiste uno non può che esser laico) e a brillare come il più francescano dei santi: Santu Nuddhru, appunto.

 

Il libro che sottoponiamo alla Vostra attenzione si intitola “Alla Vita e per La Vita”  ed è un’opera desiderata della maestra Ada Palamà, innamorata della poesia e della gioia che con essa colora la vita. 

Vi chiediamo di regalarci un'oretta del vostro tempo per condividere insieme “un atto di pace”, così come dice Pablo Neruda.

L’evento è organizzato da Fareambiente Laboratorio di Galatina-Noha, che si adopera per la salvaguardia dell’ambiente, in collaborazione con Cuore e Mani aperte verso chi soffre, che si prodiga per alleviare le sofferenze fisiche e sociali dei più bisognosi.

Alla fine della presentazione di “Alla Vita e per La Vita “, vi invitiamo al piccolo buffet e a brindare con noi alla bellezza della poesia e “Alla Vita e per La Vita”.

Fareambiente Laboratorio di Galatina-Noha

 

Canto notturno di un pastore ...

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