Nossignore, non ho (ancora) appeso la penna al chiodo, e non sono rimasto a corto di argomenti - ché anzi non saprei proprio da dove iniziare per trattare pensieri parole papere e omissioni dei nostri piazzisti di pentole antiaderenti, meglio noti quali personaggi in cerca di elettore: dall’alte alle basse cariche istituzionali, dalla cosiddetta Europa alla supposta Italia, senza tralasciare il comune de Nohantri con i suoi Totò e Peppino divisi a Galatina (dopo Berlino).
È che subito dopo il Dantedì di Casaranello del 25 marzo scorso, la Roberta Viva di Levèra mi chiama e mi fa: “Che ne dici di una replica della tua Lectura Dantis nel nostro teatro?”
Io non credo ai miei occhi e alle mie orecchie: “Lampu, – obietto - da quando in qua uno è profeta in patria?”
E lei sempre dolcissima: “Mèna, ché non abbiamo tanto tempo da perdere: fammi sapere entro una mezzoretta”. Io penso a chi potrebbero essere i miei compagni di avventura, cioè la Valentina De Pascalis, danseuse étoile e coreografa, e Christian Rizzo, pianista e compositore, che certamente non si tireranno indietro nei momenti come dire più drammatici, e mi rassereno; prendo il coraggio con due mani, rincorro mezzo morto la Viva, e prima che ella rientri nella sua auto diretta alla volta di nuovi orizzonti artistici le annuncio trionfante: “Sine, facciamola ‘sta cosa, ma non sia la replica del Dantedì passato, bensì un diciamo spettacolo nuovo di zecca sul Canto V dell’Inferno”. E lei: “Dannazione!”. E io: “Ecco, più o meno”.
Et voilà due settimane e mezzo di studio matto e disperatissimo post-lavoro condensati in “La bocca mi basciò tutto tremante”, un recital di 60 minuti, con inizio alle 20.30 di domenica 13 aprile 2025, sempre al Teatro Levèra di Noha, in via Bellini 24, ingresso (ovviamente) libero. Un cartellone fuori cartellone.
Poi se andrà male è solo perché questa domenica Levèra è senz’Alibi.
Antonio Mellone
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