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La Chiesa di Noha e i Vescovi di Nardò (Parte 18)
Di P. Francesco D’Acquarica (del 18/05/2018 @ 23:08:54, in La chiesa di Noha e i Vescovi di Nardò, linkato 1800 volte)

Con Mons. Vetta e Mons. Nappi si chiude il l’ottocento. Nuovi vescovi e nuove storie di Nardò e di Noha ci attendono nelle prossime puntate.

La redazione

 

 

LUIGI VETTA (1805 – 1873)

Vescovo dal 20 aprile 1849 al 10 febbraio 1873

Dal 1849 al 1873 Pontefice era:

            Pio IX (1792-1878)                                       Papa dal 1846 al 1878

 

            Arciprete di Noha

            Don Michele Alessandrelli (1812-1882),       parroco dal 1847 al 1882

 

            Luigi Vetta, figlio di Angelo e di Maria Berchinio era nato nel 1805 ad Acquaviva Colle Croci, comune di Acquaviva, diocesi di Termoli, provincia di Campobasso. Studiò lettere e filosofia a Napoli. Il 20 aprile 1849 Pio IX, che si era ritirato a Gaeta invocando l’aiuto delle potenze cattoliche, dopo l’uccisione del presidente dei ministri dello stato pontificio Pellegrino Rossi, lo nominò Vescovo di Nardò.

            Dopo l’ingresso in diocesi decise  di iniziare la visita pastorale, per conoscere più da vicino il suo gregge, per porgere a tutti i suoi figli il suo saluto, la sua parola ed il suo conforto, per conoscere i desideri e le necessità dei medesimi e per poter prestare l’opportuno rimedio ai difetti ed ai mali morali. La indisse il 3 aprile ed il 7 la iniziò e dopo tre anni, il 10 aprile 1853, la portò a termine.

            Fin dall’inizio del suo episcopato si adoperò con tutte le forze per la ri-costruzione dell’episcopio, ed intanto, come i suoi predecessori, andò a risiedere in contrada le Cenate. Perciò le bolle di questo periodo sono datate non dalla curia o dal palazzo vescovile, ma dalla nostra residenza. Il 22 maggio 1850 ordinò al maestro muratore Donato Cimino di continuare i lavori, già iniziati per incarico del Lettieri, e, tre anni dopo, il rustico del palazzo era già pronto. Il 30 novembre 1853, il perito architetto Gregorio Nardò eseguì, per disposizione del Vetta, la stima finale dei lavori, dalla quale risulta che quelli del pianterreno comprendevano la costruzione dalle fondamenta di oltre quindici vani, una scala segreta, due portici, un grande arco di comunicazione tra il palazzo vescovile ed il seminario e la scala centrale con due piccoli ripostigli nel sottoscala; inoltre lavori di intonaco, di pavimentazione e di rifiniture in altri sette vani, già fatti costruire dal Lettieri.

            Il pianterreno richiese la somma di ducati 3.722,82. I lavori del primo piano, invece, comprendevano la costruzione del blasone della scala maggiore, di circa venti vani con accessori e della scala di accesso alla terrazza; inoltre lavori di intonaco, di pavimentazione e di rifiniture a tre vani costruiti prima. Il primo piano richiese la somma di ducati 5.309,69; per cui la somma complessiva fu di ducati 9.032,51.

            Nel febbraio 1854 il palazzo vescovile di Nardò era già completato anche nelle rifiniture.

 

          Il Vescovo Vetta si trovò a Nardò in un periodo storico molto turbolento (1860/1861), allorché il Regno delle due Sicilie fu sconvolto dai moti rivoluzionari per la cacciata della dinastia borbonica, dominante da molti anni, e per l’unificazione con il regno d’Italia, contrastati dalle soldatesche borboniche. Fu bersaglio di persecuzioni da parte dei liberali, fu vittima di violenze, subì il rapimento, l’allontanamento forzato dalla sede e dalla diocesi e il domicilio coatto.

            Nel ministero pastorale di questa diocesi fu coadiuvato dall’arcidiacono Giuseppe M. Leante che era il vicario generale, e dai provicari generali, proposito Francesco Toraldo, dal 1851 al 1858, canonico Salvatore Perrone, dal 1858 al 1872, e primicerio Vincenzo Marinaci, per qualche anno soltanto, nel 1869.

            Fu uno dei padri del concilio ecumenico vaticano I (1869- 1870), indetto da Pio IX, e prese parte alle varie sessioni.

            Verso la fine del 1867 fu colpito da una lunga e crudele malattia, che lo rese quasi immobile per molti anni e che egli sopportò con rassegnazione e con fortezza cristiana.

            Dopo ventiquattro anni di episcopato, all’età di 68 anni, il 10 febbraio 1873, alle ore 17, cessò di vivere. Fu sepolto nella chiesa della B. V. Incoronata, posta a qualche chilometro fuori le mura della città, e sulla tomba fu collocata l’epigrafe che sintetizza bene la sua vita e che qui riporto in italiano:

 

Gesù Maria

Qui riposa

LUIGI VETTA

da Acquaviva Colle - Croci

per circa 24 anni Vescovo di Nardò

Nelle discipline ecclesiastiche

e nelle lettere classiche

dotto

utile alla città e alla diocesi

frugale

assai munifico verso i poveri

la violenza la fuga l’esilio

con animo invitto

per la chiesa per la giustizia

avendo tollerato

a Roma uno dei Padri del grande concilio Vaticano

a 68 anni di età

il 10 febbraio

logorato da lunga e crudele malattia

Improvvisamente morì l’anno 1873

 

 

Relazione con la chiesa di Noha

 

            In questo periodo l’arciprete di Noha era don Michele Alessandrelli, nato a Seclì nel 1812 da Michele e Vita Picciolo: fu Arciprete dal dicembre 1847 fino alla sua morte 17 Settembre 1882. Fu sepolto nel cimitero di Galatina. Bisogna anche aggiungere che era molto devoto di San Michele, sia perchè lui stesso si chiamava Michele e sia perchè era parroco di una parrocchia intitolata a questo Arcangelo.

          Appassionato della storia locale, oltre al fatto che, come abbiamo già detto, ci ha lasciato nei registri di battesimo un bigliettino su cui annota come suo vanto la scoperta del racconto del miracolo del 1740, attribuito all'intercessione di San Michele, nel 1850 ha compilato un prezioso documento che è la sua relazione per la visita pastorale che Mons. Luigi Vetta condusse alla Diocesi nel 1850-53.

            A Noha il Vescovo venne il 14 maggio 1852, poi anche  l’11 giugno 1855 e infine il 6 giugno 1857. In questa relazione don Alessandrelli descrive con molti particolari la situazione della chiesa di Noha: strutture, beni e persone. Le notizie che ci trasmette, utili per conoscere la storia della chiesa di Noha, per noi oggi si rivelano molto importanti.

            Durante i suoi anni bisogna annotare anche il rifacimento della chiesa di San Michele con l’ampliamento della struttura che inglobava la vecchia chiesa del 1502. Infatti nel 1857 a spese sue personali e col concorso del popolo di Noha, fece costruire dalle fondamenta la chiesa parrocchiale insieme con la sagrestia e la torre campanaria. Il perito architetto Gregorio  Nardò, lo stesso che a Nardò aveva costruito l’episcopio, valutò i lavori, ultimati il 7 ottobre 1857, ducati 411,33.

            Il 12 agosto 1855, scoppiò una terribile epidemia di colera che durò sino a tutto il mese successivo, seminando rovina e morte. A Nardò oltre seicento furono le persone colpite dall'inesorabile male e ben 373 incontrarono la morte. Ogni giorno, senza nessuna eccezione, per due mesi interi, il terribile morbo fece le sue vittime, che da tre nel primo giorno 12 agosto, toccarono il numero più alto il 5 settembre con ben 29 morti.

            Ma si vede che il colera deve essere durato un certo tempo, perché il nostro Arciprete a conclusione dell’anno 1867  nel registro dei morti informa:

          In questo anno decorso dominò in questo paese il Colera Morbus, ma per grazia speciale di Dio misericordioso e del nostro Protettore S. Michele Arcangelo fu moderato e non desolante come negli altri paesi e Città.

 

Sacerdoti presenti a Noha in questo periodo

 

* Don Mario Resta, di cui non abbiamo notizie e che ha sostituito don Alessandrelli negli ultimi tre anni della sua vita come Economo Curato.

* Don Pantaleo Paglialonga, Economo Curato.

* Don Francesco Greco, di Noha, è Vice Parroco. Nella relazione per la visita pa-storale l’Alessandrelli lo descrive così:

Rev.do Sacerdote D. Francesco Greco di questo stesso Comune di anni 39, ordinato a titolo di patrimonio sacro, e sotto il solo titolo della Chiesa. Sostituto autorizzato a richiesta del Parroco da S.E. Rev. ma Monsignor Vetta Vescovo di Nardò.

* Don Nicola Caputo, Economo Curato e poi arciprete

* Il Can. Salvatore Erroi di Galatone, Economo Curato.

 

 

 

Salvatore Nappi (1828 - 1899)                         

Vescovo dal 22 dicembre 1873 al 23 giugno 1876

Dal 1873 al 1876 il Pontefice fu:

            Pio IX (1792-1878)                                              Papa dal 1846 al 1878

 

            Arciprete di Noha

            Don Michele Alessandrelli (1812-1882),       parroco dal 1847 al 1882

 

            Salvatore Nappi nacque a Nola, provincia di Napoli, nel marzo 1828. Era canonico e professore di diritto ed aveva 45 anni quando il 22 dicembre 1873 fu nominato vescovo di Nardò dal Papa Pio IX.

            Il 18 gennaio 1874 prese possesso della diocesi mediante il procuratore canonico Alessio Bona.

            Poche notizie si hanno della sua attività pastorale in questa diocesi, che governò per due anni e cinque mesi circa. Sembra che stesse preparando la visita pastorale ed avesse inviato allo scopo i relativi questionari ai parroci, ma non ebbe il tempo di effettuarla.

  Nel giugno del 1876, per motivi sconosciuti, il Nappi rinunziò alla sede di Nardò. Fu quindi Vescovo ausiliare di Calvi e Teano e poi Arcivescovo di Conza e Campagna in provincia di Avellino. Morì  arcivescovo emerito nel 1899.

            Il procuratore Alessio Bona al capitolo radunato comunicò di aver ricevuto una lettera assicurata dall’auditore del Papa contenente la libera ed incondizionata rinunzia di Salvatore Nappi a vescovo di Nardò e la benigna degnazione del Pontefice ad accettarla .

           

Relazione con la chiesa  di Noha

           

            Non se ne hanno notizie.

[continua]

P. Francesco D’Acquarica

 

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