Oggetto:
Progetto per un impianto di digestione anaerobica per il trattamento di rifiuti speciali non pericolosi con produzione di biometano, sito in agro di Soleto, zona industriale Galatina-Soleto.
Ente proponente FORENERGY SRL.
"Gentile signor sindaco, assessori e consiglieri del comune di Galatina, signore e signori".
Tornando ai rifiuti, mi sono fatto due conti, giusto per avere un'idea pratica del volume che occuperebbero le 40.000 t/a del prodotto solido chiamato “digestato" che fuoriuscirebbe da questo fantomatico impianto, ovviamente dopo averne emunto il biogas, che poi il vero affare è nel biogas, che oltretutto se si brucia genera CO2.
A dire il vero, qualche settimana fa leggevo il piano di sostenibilità di Colacem appena pubblicato, e quindi il calcolo l'ho fatto considerando le 50.000 tonnellate di carbone che Colacem brucia da 73 anni, ogni anno sotto il nostro naso, tanto che c’è vicina, e non ci sono filtri che tengano, tranne i nostri polmoni, che secondo quanto continuano a dire i medici, sono gli unici filtri che trattengono le nanoparticelle di veleni. Scusatemi ancora per la digressione di argomento, ma va ricordato che la VIS (Valutazione di Impatto Sanitario – che è una procedura che consente d’individuare e analizzare gli impatti sulla salute umana), così come previsto in fase di delibera dell’AIA di fine 2021, sta durando da tre anni, e non è ancora finita. Cosa ci dice Sindaco di questo ritardo su un tema così importante per la salute dei cittadini?
Quindi, che siano 40.000 o 50.000, questo ammasso di materiale che si vuole far passare come fertilizzante per ortaggi e piante per cibo umano, secondo i miei calcoli occuperebbe uno spazio grande all’incirca come un campo di calcio, come la Villa Comunale di Galatina per intenderci, con uno spessore in altezza di circa 4 m. Vi invito a fare uno sforzo e a immaginare come saranno le nostre campagne nel giro di qualche anno, che si pregiano di coltivazioni ben specifiche, addirittura doc. ve le immaginate ricoperte da tonnellate e tonnellate di quel minestrone contenente- forse- sconosciute q.tà di metalli inquinanti e sostane tossiche? Ve lo immaginate che danni economici e sanitari ne ricaverebbero i galatinesi? Soprattutto in salute?
Oltre ai danni sanitari non sono da sottovalutare anche quelli economici. Tanto si sa che i debiti pubblici alla fine li paghiamo sempre noi. Secondo il DL semplificazioni 2020, con la deroga Spalmaincentivi 145/2013 e poi ancora potenziata ulteriormente dal DL PNRR 7/11/2021, sarebbero quindici gli anni di incentivi che spettano agli impianti che producono biogas, con un rimborso di 28 centesimi a kilowatt da biogas, mentre sul mercato l’energia non vale più di 7, e già questo dovrebbe far venire dei dubbi sul vero obiettivo di certi progetti. Ma noi ci preoccupiamo di più della nostra salute e di quella delle future generazioni, poiché come dice sempre il dottor Giuseppe Serravezza della Lilt di Lecce, noi siamo già morti.
Fra le altre cose note del progetto in questione, ce n’è una in cui si dichiara che fra le potenzialità dell’impianto vi è anche quella di produrre combustibile per il coincenerimento. Guarda caso calza giusto a pennello con le dichiarazioni del Presidente Emiliano fatte nel mese di marzo, durante il convegno dei quadri generali dei rifiuti, in cui annunciava che tutti i rifiuti dei comuni in provincia di Bari, di Foggia e di Taranto, che non riescono a fare la differenziata, potranno essere inceneriti dai cementifici. Che poi in Puglia non è che ce ne siano tanti, ma il più grosso lo abbiamo a Galatina. E così il rispetto della circolarità richiesta dalla Direttiva Quadro Rifiuti UE 2018/851, recepita in Italia dal d.lgs. 116/2020 e il recupero delle materie prime, finiranno in fumi, tossici ovviamente.
Ha ragione Lei Sindaco nel dire che qui si stanno mettendo in discussione L’ Art. 9 della Costituzione che tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi ponendoli tra i principi fondamentali, anche nell’interesse delle future generazioni.
E L’Art. 41 che detta: L’iniziativa economica privata è libera. Ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
A conferma della grave situazione della nostra area si aggiunge il CNR, secondo cui Galatina spicca per le emissioni industriali. Erano state prodotte delle mappe. Se si guardano per esempio le mappe prodotte nel 2015, reperibili in rete, la macchia rossa è su Galatina. Furono rilevate nel 2015 tonnellate annue di alcuni inquinanti (*COV; NOX; SO2 E PM10) che vedono Galatina con una incidenza nettamente superiore a quella degli altri comuni limitrofi. (*"Composti Organici Volatili" sono una classe di inquinanti, tra cui figurano molteplici sostanze chimiche)
Marcello D’Acquarica
di NoiAmbiente e Beni Culturali di Noha e Galatina
Accogliamo certamente con gran soddisfazione la pronuncia della Corte costituzionale sulla legge n. 86 del 2024 in materia autonomia differenziata. Purtroppo la rilevata parziale incostituzionalità non cancella la legge dal nostro ordinamento giuridico, sicché al fine di arrivare alla sua completa abrogazione (la legge rimane vigente per la parte non dichiarata incostituzionale) abbiamo ancora molto da studiare e lottare insieme, se non altro contro una certa decrepita (probabilmente ancestrale) attitudine tutta volta ad adattarsi la Carta a proprio uso e consumo. E d’altro canto il referendum abrogativo che abbiamo promosso come comitato Galatina e Frazioni contro l’Autonomia Differenziata non perde, per ora, il suo oggetto.
Sulla base dei contenuti del comunicato, e in attesa delle motivazioni della suddetta decisione, possiamo attestare che avevamo visto lungo sul conto di una riforma che mortifica il Parlamento e costruisce un modello di devoluzione di poteri e competenze niente affatto coerente con la natura stessa della nostra Repubblica, una e indivisibile, fino a prova contraria, per volere dei nostri padri costituenti.
A questo punto possiamo ritenere sostanzialmente accantonata la pretesa di trasformare il Paese in decine di piccole patrie indifferenti ai principi di uguaglianza tra cittadini e di equità tra territori: ma il rischio non può assolutamente considerarsi del tutto azzerato, visto quanto la tentazione secessionistica sia costantemente in agguato.
Aggiungiamo a mo’ di chiosa quando sia evidente il fatto che non possa essere il Governo o peggio ancora un comitato di nomina governativa a determinare unilateralmente i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) su materie strettamente connesse ai diritti fondamentali del cittadino, parliamo di sanità, istruzione, mobilità e via discorrendo. Su temi come questi dovrà essere quanto meno il Parlamento a esprimersi, con l’auspicio, per quanto ovvio, che prevalga sempre il bene comune rispetto all’interesse di bottega.
Riteniamo che il nostro Comitato abbia svolto un rilevante lavoro di sensibilizzazione su temi concernenti la sopravvivenza stessa dello stato di diritto, anche attraverso la raccolta di circa 1300 firme, il dibattito democratico, la cittadinanza attiva, la promozione di convegni, insomma l’esercizio della libertà “che è partecipazione”. Ma non siamo che alla metà di un percorso che crediamo sia necessario consolidare ulteriormente e rilanciare, anche grazie a iniziative culturali in programma che vi comunicheremo nelle prossime settimane.
Michele Scalese