In questo periodo molti di noi sono affaccendati a trovare un regalo natalizio che sia originale e magari che costi poco. Ma le domande sul mondo che ci circonda arrivano senza nemmeno chiedere. Social, TV, radio ci aggiornano in tempo reale sulle faccende del pianeta. In tutto questo ogni tanto bisogna fermarsi e approfondire una notizia, cosa che vorremmo fare con l'appuntamento alle vecchie scuderie del castello Castriota Scanderebergh in piazza Alighieri Galatina martedì 14 dicembre ore 17.30. In questo vecchio maniero, fondato dal figlio dell'eroe nazionale albanese alla fine del XV secolo, si svelerà ai partecipanti un intrigo internazionale che ha portato al ritiro delle forze armate occidentali dall'Afghanistan e del ritorno dei talebani a Kabul. Ospite d'onore della serata il libro "Inferno a Kabul, la vera storia del ritiro occidentale dall’Afghanistan" . Il libro mette in campo teorie e azioni non conosciute, svelando strategie militari e raccontando politiche che hanno determinato gli eventi. In molti si sono chiesti che cosa possa esserci dietro a quello che è stato indicato come un frettoloso ritiro della coalizione occidentale dall’Afghanistan. Chiara Giannini, brillante reporter di guerra de " Il Giornale ", ha scritto il libro insieme a Simone Platania, esperto di storia mediorientale. Chiara Giannini racconterà in presa diretta i vent’anni della coalizione internazionale e l'improvviso abbandono del Paese orientale. Il racconto palpitante verrà accompagnato dalla presentazione di Raimondo Rodia. La vera storia della fuga degli interpreti afghani, dell'impegno per salvarli dei militari italiani, delle donne rimaste a subire il regime del nuovo regime talebano ma soprattutto di quello che resterà sempre un clamoroso errore occidentale. Un’occasione importante per parlare anche di un eroe nazionale nato proprio a Galatina, Pietro Antonio Colazzo, agente dei servizi segreti italiani che salvò almeno 4 persone prima di venire ucciso a Kabul nel febbraio del 2010, durante un attacco talebano in un albergo della Capitale. Pietro Antonio Colazzo perderà la vita il 26 febbraio del 2010, in un attacco Talebano che semina il terrore per quattro ore consecutive a Kabul, provocando un totale di 18 morti e oltre 30 feriti.
Raimondo Rodia
Il 10 dicembre ricorre la Giornata mondiale dei Diritti Umani. La storia di questa ricorrenza è strettamente legata con quella di un evento fondamentale della storia mondiale, ovvero la proclamazione della Dichiarazione universale dei diritti umani avvenuta il 10 dicembre del 1948.
“I diritti umani iniziano nei piccoli luoghi, vicino a casa, così vicini e così piccoli che non possono essere visti su nessuna mappa del mondo. A meno che questi diritti non abbiano significato lì, hanno poco significato ovunque”, disse Eleanor Roosevelt quando per prima provò a spiegare l’importanza di un’azione concreta che ponesse al centro la libertà e la dignità di ogni essere umano e dello sforzo che ognuno, anche nel suo piccolo, può fare per attuare un cambiamento davvero radicale.
Per questo ogni 10 dicembre torniamo a ricordare che ogni uomo, senza distinzione alcuna, dovrebbe nascere libero ed uguale ad ogni altro. E non soltanto sulla carta.
Il Club per l’UNESCO di Galatina e della Grecìa Salentina, in collaborazione con il Circolo Culturale Athena di Galatina e l’Associazione Culturale Apsec di Lecce, celebrano la Giornata Mondiale dei Diritti Umani con un Concerto che si terrà Domenica 12 Dicembre alle ore 18.00 presso il Teatro Cavallino Bianco di Galatina, con la partecipazione del Musicista Compositore Santino Spinelli in arte Alexian, ed il suo gruppo.
Santino Spinelli è un Rom italiano, nato a Pietrasanta (LU) e residente a Lanciano in Abruzzo. Musicista, compositore, cantautore, è ambasciatore dell’arte e della cultura Romanì nel mondo; ha fondato” l’Orchestra europea per la Pace” elevando la musica folklorica romanì a livello sinfonico; con il suo Alexian group ha tenuto concerti per tre papi, Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco. La sua poesia “Auschwitz” orna a Berlino il monumento eretto nei pressi del Bundestag dedicato alla memoria del genocidio di Sinti e Rom durante il nazismo. Nel 2020 il Presidente Mattarella gli ha conferito l’Onorificenza di Commendatore dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”.
Salvatore Coluccia
Club per l’UNESCO di Galatina e della Grecìa Salentina
La denuncia, riportata in questi giorni sulla stampa online locale, ha avuto amplissima eco. In tantissimi (qualche migliaio) hanno letto la cronaca e visto le immagini impietose dello stato di abbandono in cui viene lasciato il Cimitero di Collemeto – Santa Barbara.
Un luogo tanto caro alle due comunità è tenuto in scarsissima considerazione, in particolare da parte di chi ha ricevuto il mandato per governare il territorio, che è costituito dal Capoluogo e dalle Frazioni, e tutte meritano pari attenzione.
Si può conquistare il titolo di “Città del pasticciotto”, si può abbellire Piazza San Pietro con la giostra “Meravigliosa” o con un albero di Natale carico di scatole regalo alto 15 metri, ma la buona amministrazione la si giudica dalla gestione quotidiana del territorio, e la sua non ha dato prova di privilegiarlo. Ne è testimonianza lo stato comatoso di strade e giardini pubblici (solo la nostra continua denuncia ha costretto ad effettuare rapidi lavori per ridare un minimo di decenza), lo conferma la situazione disastrosa in cui è stato ridotto il Cimitero delle due Frazioni, un luogo che merita il massimo rispetto, dove riposano le spoglie dei nostri cari, parenti, amici e conoscenti.
Il PD di Galatina le chiede di intervenire con la massima urgenza, predisponendo un piano di ristrutturazione, al fine di ridare a tutto il complesso il decoro che merita. Sull’argomento il Partito Democratico vigilerà con grande attenzione, sino alla sua soluzione.
Si segnale, infine, che rimangono pochissimi loculi, e che, come successo nel recente passato, si dovrebbe aspettare giorni prima della sepoltura. Anche questo problema pensiamo vada risolto.
PARTITO DEMOCRATICO
CIRCOLI DI GALATINA E NOHA