Anche questa volta, noi i soliti "quattro sognatori" di "NoiAmbiente e Beni Culturali di Noha e Galatina, siamo riusciti a offrire la nostra fatidica seppur piccola goccia che compone l'oceano. Quell'oceano buono che si contrappone con forza a quell'altro fatto di indifferenza e di maltrattamenti alla Natura.
Abbiamo preso parte ad un evento straordinario che vede contrapporsi sempre più questi due mondi: il primo, il prodotto dei vizi dell'uomo che con i suoi rifiuti tenta di soffocare questo paradiso, in questo caso la riserva delle Cesine, un luogo fantastico, e il secondo, tantissime persone soprattutto giovani, che con la loro semplice generosità riescono a fare tutti insieme cose inimmaginabili.
In queste occasioni di operatività ci si trova insieme a tanti amici e amiche e si prova quella grande emozione di unione, di forza e del sentirsi meno soli, che dà conforto e fa ben sperare.
Purtroppo davanti a certe orribili scene di rifiuti imbrigliati nella vegetazione e fra gli scogli lambiti dalle onde marine, come quelli visti oggi, si oscura il cuore.
Oggi, 29 agosto sulla spiaggia delle Cesine, un velo di tristezza (ma anche di speranza) calava davanti alla vista di quelle mani e di quei giovani volti che imperterriti non volevano mollare la presa di plastiche che solo a sfiorarle spesso si sbriciolano in mille pezzettini.
Ve lo diciamo sinceramente: forza ragazzi, forza Daniele S. e Daniele T., forza Chiara, Valentina, Giorgio, Clara, forza tutti voi ragazzi e ragazze del CAS, con la vostra partecipazione ci avete fatto capire che siete oltre la barriera dell’indifferenza e che è necessario agire.
Francesco Cino con il suo dire insistente ha seminato bene: “Tutti insieme per il bene comune”
Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni Culturali Odv
Avete presente quel nuovissimo stabilimento balneare tutto bianco en pendent con le white cliffs non di Dover ma di Santa Caterina di Nardò, zona chiapparu, il primo, pare, di una nuova serie?
Dai, quello con a fianco il gruppo elettrogeno diesel silenziosissimo che sembra non emetta gas di scarico nocivi, tipo ossido di carbonio e di azoto, e altri composti volatili, bensì ossigeno allo stato puro, vapori salutari, e aerosol balsamico come manco un camino della Colacem.
Mannaggia, non mi viene proprio in mente: ricordo soltanto che faceva rima con Iattura srl, ma la denominazione precisa in questo momento mi sfugge. Insomma quello che proprio in questi giorni è stato chiuso (ma tranquilli, solo la sera e per meno di una settimana) a causa di mascherine, cosiddetti assembramenti, danze & balli, musica a palla dopo una certa, e altre menate del genere.
Si sa: questuraprefetturaepretura devono pur trovare qualche pagliuzza fuori posto (pagliuzza, puntualizziamo, non trave) e sanzionarla a dovere per alimentare il contatore delle statistiche: altrimenti come fai a vendere al popolo la famosa legalità finalmente ripristinata con le buone o con le cattive.
Pazienza se qualcuno penserà che si tratti di una foglia di fico (d’India) e che una serrata del genere, con tanto di multa incorporata, è l’imprimatur definitivo, voglio dire la legittimazione decisiva per tenere aperto tutto l’ambaradan da qui fino all’eternità, con la benedizione sottintesa della stampa locale, paladina di indipendenza tra un’inserzione pubblicitaria e l’altra, e specchio della pacificazione ecumenica che ormai mette tutti d’accordo, vincitori e vinti, oppressori e oppressi.
Ché se no, signora mia, freni l’economia, e quindi sviluppo, crescita, ricadute occupazionali (e attrattività), secondo il panegirico dei clerici della teocrazia mercatale. E poi vuoi mettere, un luogo così discreto, elegante, frequentato dalla meglio piccolo borghesia compiaciuta della distruzione creativa di un angolo che un tempo i soliti “quattro comitatini” (con dentro sicuramente qualche rasta e punkabbestia) osavano addirittura considerare alla stessa stregua di un bene comune. Tra l’altro proprio all’ingresso del bar di cotanto lido v’è pure un bel panel promozionale sulla sal-va-guar-dia del-la Na-tu-ra, sponsorizzato per caso da una multinazionale - per dire l’ambientalismo assertivo di certe grandi opere. Cos’altro andate trovando. Sì, ci mancherebbe giusto una nave crociera ancorata al largo, ma pare che certe fortune siano appannaggio soltanto di Otranto. Per ora.
Stavo quasi per adeguarmi al pensiero egemone (il marketing fa miracoli eh), quando, a proposito di pagliuzze, una mattina di queste mi accorgo dei cuscinoni, o come cavolo si chiamino, sempre rigorosamente white in tinta con gli ombrelloni (vabbe’ un po’ ingialliti, mica si può star lì ogni santo giorno a sanificarli con spugna e amuchina) sparpagliati sulle white cliffs di cui sopra a mo’ di installazioni artistiche: cuscini dunque oltre il recinto, area spiaggia “libera” (si chiama esportazione della democrazia), a ogni ora del giorno e della notte, pronti ad accogliere le terga di turno per una manciata di euro, forse dieci.
Te li trovi già belli e pronti sin dal primo mattino, come quegli ombrelloni un tempo ‘mpizzati sulla spiaggia pubblica sin dalla sera prima dai soliti “terroni” (così definiti dagli stessi conterronei) per assicurarsi la poltronissima per il giorno seguente. E poi dicono che la lotta di classe sia scomparsa dalla circolazione: per fortuna in loco è viva e vegeta, e l’esproprio al proletario è ormai quasi del tutto perfezionato a favore delle società di capitali.
Chissà quando i Sì-Tut (quelli che dicono di sì a tutto) s’accorgeranno dell’imbagascimento onza onza di questa terra e di questo mare.
Antonio Mellone