Seconda parte della pubblicazione di cui è autore P. Francesco D’Acquarica, nohano, missionario della Consolata, autore di diversi lavori di ricerca storica condotta negli archivi parrocchiali e diocesani. Con questo testo, corredato di immagini, P. Francesco ha voluto studiare i nessi tra chiesa particolare nohana e ordinario diocesano.
La redazione
GIOVANNI DE EPIFANIS (1365-1435)
Vescovo di Nardò dal 1413 al 1422
Dal 1413 al 1422 i Papi furono:
Gregorio XII (1326-1417) papa dal 1406 al 1415
Giovanni XXIII (1370-1419) antipapa dal 1410 al 1415
Martino V (1369-1431) papa dal 1417 al 1431
Eugenio IV (1383-1447) papa dal 1431 al 1447
Non si conoscono i nomi degli Arcipreti di Noha di questo periodo. Dal 750 fino al 1450 circa Noha era di rito e culto greco. Nei documenti rintracciati si parla di un protopapa, che identifica la figura dell’arciprete, senza tuttavia rivelarne il nome.
Primo Vescovo della ripristinata sede vescovile fu Giovanni De Epifanis. E da allora la serie dei Vescovi non si è mai più interrotta.
Il De Epifanis, benedettino, discendeva dalla nobile stirpe dei principi di Benevento, che diede alla società del tempo molti personaggi famosi come comandanti di esercito, Vescovi, Cardinali, e Vittore III (1026-1087) che fu papa dal 1086 alla morte. Perso il principato di Benevento, questa nobilissima famiglia si stabilì a Nardò. Giovanni, quindi, nacque a Nardò da Raimondo De Epifanis e da Giovannella dei Falconi, casati tra i più illustri della città. Vestì l’abito di S. Benedetto nel monastero di S. Maria di Nardò, il cui abate esercitava l’ufficio di Vescovo. Divenne sacerdote dello stesso ordine benedettino e fu abate cantore* del monastero.
* Nei monasteri il "cantore" si occupava dei canti durante i servizi divini. Era anche uno dei tre monaci che conservava le chiavi del monastero. Il Concilio Vaticano II ha ripristinato il ruolo tardo-antico del cantore come guida del canto dell’assemblea, ma la maggior parte di coloro che assumono tale ruolo, purtroppo oggi ha solo una modesta preparazione musicale.
Spinto anche da re di Napoli Ladislao (1376-1414), si adoperò per ottenere il ritorno della sede vescovile a Nardò. Il 12 gennaio 1413 fu eletto Vescovo della sede neretina. Verso la fine del 1422, desideroso di quiete e tranquillità, rinunziò alla cattedra e si ritirò a vita privata, sempre a Nardò, dove morì il 19 ottobre 1435 all’età di 70 anni.
Ampliò il palazzo vescovile, assegnò ai canonici sicure e migliori rendite, edificò un nuovo convento con chiesa propria per i monaci Benedettini, che dovettero abbandonare il vecchio monastero, divenuto palazzo vescovile.
Relazione con la chiesa di Noha
Per quanto riguarda Noha è importante sottolineare la “Relatio” che Giovanni De Epifanis, indirizzò al Papa nel 1412, mentre ricopriva ancora la carica di Abate. Il papa (che in quel tempo era l’antipapa Giovanni XXIII*) ricevette codesta interessante relazione contenente la storia della diocesi di Nardò e le sue vicende attraverso i secoli, proprio per ottenere il ripristino della sede vescovile.
* Giovanni XXIII antipapa - Baldassarre Cossa (Napoli 1370 circa - Firenze 1419), creato da Bonifacio IX cardinale (1402), ebbe parte principale nella convocazione del Concilio di Pisa, e grande influenza sotto il pontificato del debole Alessandro V, cui successe nel 1410. La Francia, l'Inghilterra e molti stati italiani e tedeschi ne riconobbero la legittimità, da altri negata. Aiutò l'impresa di Luigi II d'Angiò contro Ladislao, ma finì col venire a patti con quest'ultimo (1412). Convocò a Roma un concilio per la riforma della Chiesa, che si limitò alla condanna del teologo britannico John Wyclif (1320-1384). Costretto a fuggire da Roma davanti a Ladislao (1413), dovette consentire a Sigismondo, re dei Romani, la convocazione del Concilio di Costanza, che dopo alcune drammatiche vicende lo sospese e lo depose (1415). A lungo prigioniero, nonostante avesse accettato la sentenza del concilio, fu liberato per ordine di Martino V. Fu creato cardinale vescovo di Tuscolo (1419) poco prima della morte.
L’abate De Epifanis fu dunque eletto primo Vescovo della diocesi neretina ricostituita. La sua Relatio è un manoscritto di complessive 27 cartelle, segue la numerazione per fogli (dal f.36 al f.41) scritti sia sul recto che sul verso, ad eccezione del f.36 utilizzato solo sul recto per il titolo stesso della Relatio. Vi è il resoconto delle terre, casali e oppida con la suddivisione della popolazione in greci e latini. Il documento si conserva nell’archivio diocesano di Nardò.
In questa relazione vengono elencati i diversi paesi che appartengono alla Diocesi: Galatone, Copertino, Parabita, Casarano, Matino, Taviano, Melissano, Alliste, Racale, Felline, Seclì, Neviano, Aradeo, Noha e altri casali ora non più esistenti. Noha è così descritta: Terra Noje similiter Graecorum distat a Nerito passuum millia septem, et habet animas 710 circiter. (La terra di Noe, dei Greci, dista da Nardò 7 mila passi, ed è abitata da 710 persone circa).
Nel documento citato i luoghi descritti hanno la qualifica di Oppidum = paese, Terra = regione, territorio, Casale = villaggio, borgo. Noha è qualificata come “terra”. In questi luoghi il Vescovo o l’Abate di Nardò nominava i rettori o arcipreti rurali, i quali ogni anno prestavano l’obbedienza al presule di Nardò, il 15 agosto intervenendo alla solenne Messa pontificale. Noha dunque nel 1412 aveva il suo “Arciprete”, anche se non ne conosciamo il nome.
Riporto qui una mia traduzione del documento in questione.
Relazione di Giovanni De Epifanis
Relazione sull’antico e recente stato della Chiesa di Nardò fatta da Giovanni de Epifanis, dal Capitolo e dal Convento dei Monaci per Giovanni XXIII nell’anno del Signore 1412.
La Venerabile Vostra Santità si è degnata di darci il mandato di Abate del Convento sia dei Canonici che dei Monaci di questa santa sede di Nardò per produrre fedelmente e diligentemente un documento scritto sullo stato decoroso antico e moderno sia delle sede abbaziale che della Diocesi, perché Sua Santità possa decidere, con più maturità e conoscenza, una nuova erezione a chiesa cattedrale con un suo documento scritto con l’autorità apostolica. Dunque la città di Nardò ha ricevuto la fede in Cristo già dai tempi apostolici insieme a molte altre Città e Province: come è documentato nell’antico libro Chronicon Japigiae, che si conserva sia nell’archivio del Palazzo della città e anche nel nostro Archivio. La chiesa principale della stessa città di Nardò è quella della Assunzione della Beata Vergine Maria qualificata col vocabolo di antichissima, e si fa di essa espressamente ricordo dopo 500 anni sia in lettere apostoliche e sia in diversi privilegi dei Principi dei Longobardi: i quali scritti insieme con tutti gli altri o singolarmente possiamo mostrare per maggior sicurezza con tanto di annotazioni documentate. Inoltre in questi scritti questa chiesa è documentata non come una cosa nuova ma antichissima esistente molti secoli prima. A quei tempi dopo essere stata soppressa per la cura delle anime e la giurisdizione spirituale della Diocesi sia stata affidata successivamente a Vescovi e Arcivescovi della diocesi di Brindisi, a quella la Città il Popolo si affidò con il permesso della Sede Apostolica e a quella solevano dare annualmente la decima: come appare da antiche lettere e scritture del nostro archivio della chiesa di Nardò. La stessa lettera al Clero e al Popolo del Papa Paolo con data Roma 4 settembre nella 15ma Indizione dopo il Consolato di Costantino nell’anno ventiduesimo, proibisce al Clero e al Popolo di non eleggere Vescovi senza l’autorizzazione della sede apostolica, ma comanda ai Monaci di sostenersi con i redditi della chiesa. Riguardo allo stato dei luoghi della Diocesi e il numero delle anime, oltre alla città di Nardò, che ha 15 mila e 700 anime, ci sono anche i seguenti luoghi popolati di cui alcuni sono tra i migliori e più nobili e sono formati dal numero di anime come segue.
Il testo che segue è riportato nel latino originale, senza la traduzione italiana, in quanto mi pare si tratti di un latino non molto ostico, anzi intelligibile da parte di tutti.
Omnia supradicta Oppida, Casalia, et Terrae babent suas ecclesias Parrocchiales, et proprium Archipresbyterum, quae successiue ab Abbate Monasteri Neritoni constituitur, et eligitur. (Tutti i Casali, Terre e Villaggi sopradetti hanno la chiesa parrocchiale e il proprio arciprete costituito ed eletto dall’Abate del monastero di Nardò).
La conclusione, che ho riportato in neretto, è molto importante perché ci informa che nel 1412 a Noha c’era la chiesa parrocchiale con il suo arciprete nominato dall’Abate del monastero di Nardò.
Inoltre a chiare lettere si dice:
Terra Noje, Graecorum, distat a Nerito passum millia septem, habet animas 710 circiter. (La terra di Noje, dei Greci, dista da Nardò 7 mila passi, ed è abitata da 710 persone circa). Il Tanzi nel suo libretto dal titolo “L’università di Noha, documenti e note - Lecce 1906” invece di 710 anime scrive 710 focolari, il che significa 4260 abitanti circa.
Oltre alle predette Terre e Luoghi abitati, l’Abbazia di Nardò ha molti altri feudi e luoghi non abitati a lei soggetti dal punto di vista spirituale.
Segue poi l’elenco delle abbazie.
[continua]
P. Francesco D’Acquarica
Nardò e Galatina insieme in un progetto di Archeoclub Terra d’Arneo e Bushido Durante
“Sbulla il bullo” è il titolo del laboratorio finalizzato a sensibilizzare sul problema del bullismo, proposto dall’associazione culturale Archeoclub Terra d’Arneo e dall’A.S.D. Bushido Durante, patrocinato dai Comuni di Nardò e Galatina e già partito negli istituti di scuola secondaria di primo grado degli stessi comuni. Il laboratorio nasce dall’esigenza di coinvolgere ed educare una delle fasce più critiche e deboli della società, cioè i ragazzi dagli 11 ai 13 anni, attraverso i quali il bullismo va affrontato in modo capillare e tenuto sotto controllo. Sono in corso, infatti, una serie di incontri per definire e illustrare questo fenomeno ormai dilagante e che si manifesta, purtroppo, in molteplici forme. Le tematiche e gli argomenti trattati sono diversi: dal bullismo al cyberbullismo, dal vandalismo a semplici tecniche di ju jitsu a scopo di difesa personale. Fondamentale, in questo contesto, anche la presenza e la collaborazione delle forze dell’ordine. Il laboratorio si concluderà con un concorso di idee tra le classi aderenti che si svolgerà a maggio.
“Ho voluto sostenere il progetto presentato dalle Associazioni Archeoclub e Bushido Durante - spiega l’assessore ai Servizi Sociali e all’Istruzione Maria Grazia Sodero - perché ritengo che l’educazione al rispetto dell’altro rappresenti una tappa fondamentale nella crescita delle nuove generazioni. Purtroppo, i modelli negativi si sprecano, pertanto, le istituzioni hanno il dovere di intervenire ogni volta ciò sia possibile”.
“La scuola - aggiunge l’assessore alla Cultura e all’Istruzione del Comune di Galatina Cristina Dettù - è incubatrice dei cittadini del domani. E per questo abbiamo sposato senza alcun dubbio il progetto presentatoci dall’associazione Archeoclub e dal suo presidente, Antonietta Martignano, al fine di sensibilizzare le giovani generazioni al bullismo. Si tratta di un progetto portato avanti parallelamente dalle due amministrazioni di Galatina e Nardò, esempio di collaborazione e dialogo, fondamentali anche tra gli stessi ragazzi per fare emergere tutti quegli episodi di violenza e prepotenza che troppo spesso rimangono taciuti”.
Ufficio stampa Marcello Amante