apr142015
No, non si tratta solo di uno scherzo da parte di un vecchio marpione improvvisatosi “giornalista”: la quercia vallonea di San Sebastiano la stanno abbattendo per davvero.
Ma mica di notte, come i ladri: giorno dopo giorno, invece, alla luce del sole.
Vabbè, non si sono ancora viste le cinque seghe elettriche descritte nel pesce d’aprile on-line (per ora solo quelle mentali), né i bisonti della terra (per ora solo camaleonti della terra, quelli che un tempo lottavano per lo “stop al consumo di territorio”), né sono stati tagliati i rami più alti di quell’albero monumentale con l’utilizzo di un’autogru (per ora ne hanno solo tranciato di netto un bel pezzo di apparato radicale, così, tanto per fare una prova); ma la quercia vallonea, di fatto, sta per essere ridotta in pellet dalle parole a vanvera di alcuni benpensanti galatinesi (quelli “ché la quercia non ha più di ottant’anni di vita”) e soprattutto dal silenzio-assenso della cosiddetta “politica locale” (immaginatemi mentre traduco queste ultime virgolette con un cenno vago e circolare della mano, come a precisare quanto codesta locuzione si possa utilizzare a Galatina solo a patto di interpretarla in un senso tutt’altro che letterale).
Sì, la quercia vallonea muore, eccome, quando si buttano giù gli alberi come fossero birilli, quando si pensa che la “circonvallazione” (fra virgolette) può finalmente andare avanti nonostante la sua inutilità i costi e soprattutto la sua dannosità, quando il consumo di suolo con cemento e asfalto viene venduto dai boia dell’ambiente con la solita solfa per allocchi (“ricadute occupazionali” e “volano per lo sviluppo”), e quando anziché arrampicarsi sugli alberi per cercare di salvarli ci si arrampica sugli specchi per pararsi il culo.
Questi vandali (o vangàli) di coorte riescono a far danni anche in nome delle buone intenzioni. A Noha, per dirne un’altra, di fronte alle scuole elementari/medie han pensato bene di creare un’area da destinare a giardino botanico (ampollosamente definito orto didattico, anche per giustificare la spesa pubblica dei fondi FESR). Ebbene, non ci crederete: sono stati capaci di fare disastri anche in questa occasione, coprendo una buona percentuale di quell’appezzamento di terreno con larghe carrare di fricciu ed altro materiale da risulta (“sennò i bambini si sporcano le scarpe”), sicché il suolo da adibire alla coltivazione è ormai circoscritto in poche ristrette aiuole superstiti. E qui non si capisce bene se la didattica consista nell’insegnare ai ragazzi la tutela, la salvaguardia e l’utilizzo agricolo di tutti i centimetri quadrati di campagna a disposizione, ovvero come trasformare un appezzamento di terreno in un orto bottanico.
Nel frattempo i signori del palazzo continueranno imperterriti a costruire nuove strade piuttosto che rifare i numerosi asfalti sbiaditi e crepati, cosparsi di gobbe e crateri, anzi pozzi artesiani e tratturi pieni di sassi assetati che bramano di bere alle coppe dell’olio e buche traditrici che complottano attentati ai semiassi. Grandi opere inutili anziché piccole e necessarie.
A Galatina e dintorni funziona così. Pare che qui il vocabolario e la grammatica della “custodia del creato”, visti certi humus, tarderanno ancora un po’ prima di attecchire.
Si vocifera addirittura che per Mimino nostro (sindaco più che di un comune verde ormai di un comune al verde) il lemma “boschi” altro non evochi se non un’avvenente ministra del suo stesso partito.
Commenti
Caro Antonio noto con sommo dispiacere che come al solito non perdi occasione per inveire contro l'amministrazione comunale e contro le famiglie di Noha. ..addirittura contro la didattica locale. Mi preme dirti che tale opera è fruibile a tanti ragazzi di Noha i quali davvero non vedono l'ora di cimentarsi nelle attività per le quali si presta l'orto botanico. Probabilmente la funzionalità dello stesso non ti è nota diverse colture sono state intraprese dai ragazzi che positivamente impegnano il loro tempo libero. Ringrazio le famiglie che ci hanno posto il problema della carrabilita' perché in precedenza i ragazzi tornavano a casa infangati. ..con tutti i disagi del caso.
E comunque caro Antonio puoi venire e constatare di persona il tutto. ..anche con il tuo scarpino di vernice. ..sicuramente non ti sporcherai e potrai andare in Banca con le stesse scarpe.
Antonio Mellone ancora continui a parlare male su quello ke si svolge a noha sul conto dei poveri ragazzi delle scuole loro se tu non sai si divertono e imparano a come svolgere il lavoro dei poveri contadini quindi fa la migliore cosa di tapparsi la bocca x quanto riguarda la zona botanica si vergogni xme è e rimarrai un vekkio zitello !!!!!!!!!!!
LA Buona educazione! le critiche ci possono essere ,ma il rispetto della persona? Chi sei tu per giudicare il tuo prossimo?
Antonio vai avanti!professionalmente sei molto preparato,persone pulite e chiare come te ci sono poche!
Tutto il nostro apprezzamento!!!
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