mar212020
Che la Giunta regionale ha disposto la proroga automatica fino al 30 settembre 2020 della validità dei codici di esenzione dal pagamento del ticket per motivi di reddito, rilasciati a seguito di autocertificazione resa nel corso del 2019, in scadenza al 31 marzo.
La proroga si applica ai seguenti codici di esenzione:
mar192020
Per uscire un po’ dall’Argomento Unico del momento ho deciso di parlarvi di una donna sbalorditiva: Lydia, con la y, classe 1923 (la stessa di mio padre). Ora, quando si parla di Lydia Buticchi non si può non far riferimento a Roberto Franceschi, suo figlio. Voglio dire che non può esistere una senza l’altro: e non c’è Roberto senza Lydia.
Considero Roberto Franceschi come un mio compagno di Università, ma con un particolare: quando nell’87 ho iniziato a frequentarla io, la Bocconi, Roberto Franceschi era ormai il nome di una della aule più grandi del mio ateneo, nonché un megalito però d’acciaio di sette metri d’altezza, issato dieci anni prima all’angolo tra via Sarfatti e via Bocconi dove, a un fischio, precisamente al numero 12, si trovava e si trova tuttavia il pensionato universitario (che mi accolse nelle sue braccia premurose per i quattro anni della magistrale).
Quel monumentale maglio di ferro e carbonio (immagino ve ne siano di uguali solo all’Ilva di Taranto) sorge in memoriam sul luogo dove, la sera del 23 gennaio del 1973, nel corso di una manifestazione organizzata dal Movimento Studentesco, Roberto Franceschi fu colpito alla nuca da un proiettile partito puta caso da un’arma del III reparto Celere di Rumor, ministro del secondo (di una serie troppo lunga) governo Andreotti.
Roberto avrebbe potuto benissimo fregarsene, evitare di esporsi, vivere una vita agiata che la sua famiglia diciamo borghese (mamma Lydia, preside, papà Mario, dirigente d’azienda) gli avrebbe certamente assicurato, e poi fare carriera, magari nella stessa alma mater studiorum: quel ventunenne, colto com’era, aveva d’altronde tutte le carte in regola, una sfilza di trenta sul libretto, capacità di analisi e oratoria brillante.
mar192020
Tra tante cattive, una “buona” notizia: questa mattina si sta procedendo alla rimozione delle onduline - eternit - amianto, da alcuni anni abbandonate nei pressi del passaggio a livello della Sud- Est., lungo la strada Malivendi – due Trappeti di Galatina.
Come più volte sollecitato, da noi, da semplici cittadini, da Legambiente “La Poiana” e da altre associazioni di volontariato, e circa un mese, dal Notiziario GR 3 Puglia, con un ampio e circostanziato servizio nella rubrica mattiniera “Dal nostro inviato speciale”, è stata mantenuta, una volta tanto, la promessa che la zona sarebbe stata bonificata. Assieme all’amianto, come si vede dalla immagini, si stanno raccogliendo i tanti rifiuti che nel tempo si sono accumulati.
Come segnalato più volte, la strada comunale Malivendi – Due Trappeti è molto frequentata da cittadini che svolgono attività fisica e da quanti si recano per fare acquisti di latticini presso la vicina masseria, per fortuna, in questi giorni, date le limitazioni assolute di circolazione per il coronavirus, deserta.
mar172020
È arrivato. Quel tempo che sapevo prima o poi sarebbe arrivato, è giunto ora, all’improvviso. Voi chiamatelo come volete, tempo del coronavirus, tempo di restare a casa, tempo del ce la faremo, per me resta il tempo della quaresima, mai come quest’anno perfettamente coincidente con i decreti ministeriali che vietano quello che fino a qualche giorno fa era consuetudine, una folle consuetudine. Ma lo sappiamo tutti che la quaresima non è un tempo ordinario (almeno per la Chiesa): è un tempo forte nel quale ognuno riscopre di che pasta è fatto e chi lo ha impastato. Ed eccoci rinchiusi, sarcastici e più affettuosi che mai, paurosi e maestri della polemica, complottisti ed ignoranti. Incapaci di fermarci, di riflettere, di respirare.
È un mondo folle quello in cui viviamo, un mondo che non conosce tappe, nessuna fermata: l’ordine impartito è procedere sempre e comunque senza mai rallentare, anche davanti ad un muro che non si scosta e sul quale ci si sbatte con una violenza inaudita. Cosa rimarrà dopo questo impatto? Della carrozzeria sulla quale siamo sbadatamente seduti ben poco, se non un ammasso di ferraglia aggrovigliata e senza forma. Ciò che si spera è che si salvino quante più vite possibili di quelle che erano a bordo dell’abitacolo di una macchina impazzita, senza freni. Infatti, questo mondo che ci appare immenso e sconfinato altro non è che un piccolo abitacolo di un’automobile all’interno del quale o ci si salva tutti, o si muore, chi prima sul colpo, e chi dopo, nonostante le cure. È un mondo folle dove il silenzio non trova spazio anche se il silenzio è la casa del dialogo con il proprio io: senza silenzio, dunque, io non mi conosco. E ho paura, tutti abbiamo paura di conoscerci perché potremmo scoprire di essere quello che non pensavamo. Così, per ammazzare il silenzio e non rischiare di restare soli con se stessi neanche per un attimo, il tempo di una tazza di tè o la pagina di un buon libro, ci si inventa di tutto, dai flash mob ogni giorno sui balconi alle idee complottistiche con cui intasiamo i social, ripetendo agli altri come un mantra ciò che bisognerebbe fare per attenuare il nostro senso di claustrofobia.
mar162020
La morte di don Donato Mellone fu per me come un tuono nel cuore e il fatto di non aver potuto partecipare al suo funerale mi lasciò per giorni come in una nottata tempestosa. Oggi apprendo della morte di Antonio Guido e vedo Noha con una finestra chiusa: è un’epoca che oggi è finita del tutto poiché don Donato e lu Pasulu erano due universi dipinti su una medesima tela. Questa tela oggi è stata staccata dalla parete e appesa chissà dove, sicuramente anche nei miei cari ricordi.
Hanno condiviso lo spazio e il tempo. Amore e odio, sacro sarcasmo e indicibile rispetto l’uno per l’altro. Don Camillo e Peppone di una Noha passata e che mi manca indicibilmente; fintamente nemici, amorevolmente fratelli, come di sangue, più che di sangue.
mar162020
In questo periodo funesto, se n'è andato anche il nostro 'Ntoni Pasulu (a Noha se dici Antonio Guido non riesci a individuare precisamente di chi si parla).
'Ntoni non stava bene da un bel po'. Non lo si vedeva in giro da tempo a bordo del suo scooter elettrico per anziani disabili, con il quale, nonostante la malattia, aveva sempre voglia di scorrazzare in lungo e in largo per la cittadina.
Ironia della mala sorte, ha tolto il disturbo proprio quando per decreto ministeriale sono vietati i funerali: lui, sempre presente alla messa quotidiana, alle celebrazioni solenni, e a tutti i funerali dei nohani, non potrà essere accompagnato fisicamente alla sua ultima destinazione da alcuno dei suoi concittadini, ma certamente dal loro affettuoso ricordo.
In tanti sentiranno ancora nelle proprie orecchie l'inconfondibile bip continuo del suo scooter bordeaux in manovra, e per molti anni ancora il suono delle cinque campane della chiesa Madonna delle Grazie, donate da nunnu 'Ntoni alla sua amata comunità di Noha: le quali, pur senza funerale, oggi suoneranno per annunciare a tutti la scomparsa di un brav'uomo e di un grande benefattore.
Riposa in pace, carissimo 'Ntoni Pasulu.
La redazione
mar152020
Il mondo dei social si mobilita con il messaggio #andratuttobene: un messaggio di speranza e di condivisione che in questi giorni circola sia su Face-book che su Whatsapp.
Si tratta degli arcobaleni realizzati da tanti bambini, insieme alle loro mamme e ai papà (e quando il caso anche dai nonni) su fogli, cartoncini o lenzuola da tenere in casa o da esporre sul balcone.
“Andrà tutto bene” è uno slogan rivolto a tutti gli italiani, con l’invito a essere responsabili, restando chiusi in casa (cercando così di limitare per quanto possibile i contatti e quindi i contagi), in attesa che sia definitivamente debellata la diffusione del Coronavirus.
È un'iniziativa sociale per infondere fiducia e speranza, soprattutto tra i bambini. Non è un caso che sia stato scelto l'arcobaleno quale simbolo dell’iniziativa. L’arcobaleno è infatti quel fenomeno che quasi sempre appare dopo i fenomeni meteorologici della pioggia o della tempesta.
L'idea è stata condivisa in pieno anche dagli alunni della scuola Materna, Primaria e Secondaria dell'Istituto Comprensivo "POLO 2" di Noha e Galatina.
Grazie a Giorgia Giannico tutte le immagini degli arcobaleni, frutto della fantasia e dell’impegno dei nostri ragazzi, sono state raccolte in questo breve video da lei realizzato avvalendosi anche dell’aiuto di Rossetti Natascia, con la certezza che davvero “Andrà tutto bene”.
Albino Campa
mar152020
Con delibera numero 276 del 6 marzo 2020 la Asl di Lecce ha assunto, per un anno, un’addetta stampa utilizzando una graduatoria del Policlinico di Bari. In un momento emergenziale, qual è quello che stiamo vivendo in tutta Italia, desta perplessità che la priorità della Asl sia quella di reclutare una giornalista quando mancano medici e infermieri negli ospedali.
La Asl si preoccupa di aspetti che in questo periodo non sono essenziali visto che la comunicazione sul coronavirus è centralizzata a Bari e le uniche informazioni che stanno catalizzando l’attenzione di tutti sono quelle che riguardano l’epidemia.
Senza voler sminuire l’importanza di un ufficio stampa in Asl, ora abbiamo bisogno di ben altro. In primo luogo le assunzioni del personale necessario a fronteggiare l’epidemia e il potenziamento dell’Ospedale di Galatina con la riattivazione della Cardiologia. I medici e gli infermieri stanno lavorando in condizioni difficili, stanno pagando un prezzo altissimo per il rischio contagi. L’Ospedale di Copertino è momentaneamente chiuso perché si era sviluppato un focolaio di infezione. Persone che lavorano con turni massacranti, compresi i tanti precari che prestano servizio anche nei pronto soccorso. Ci aspetteremmo supporti concreti a queste persone, ci aspetteremmo interventi strutturali per la sicurezza degli ambienti sanitari, ci aspetteremmo che si risolvesse lo scandalo di un solo servizio igienico nel pronto soccorso di Galatina: sia per i casi sospetti, sia per tutti gli altri, ci aspetteremmo concorsi per l’assunzione dei precari, ci aspetteremmo un mea culpa sul piano di riordino. E cosa fa la Asl? Assume l’addetta stampa.
mar152020
Tutti in casa impegnati a fronteggiare l’espandersi del Coronavirus, tutti chiamati a rispettare, con responsabilità e senso civico, le misure del governo per contribuire al contenimento della diffusione del Covid-19. Così anche il mondo dello sport si è fermato, come ordinato dal DPCM del 9 marzo 2020 che blocca tutte le competizioni e gli allenamenti. In questo delicato momento per l’intero Paese, agli sportivi è richiesto uno sforzo particolare che è quello di restare lontani dal campo di gioco e impegnarsi a riorganizzare, tra le mura domestiche, le proprie giornate che, sino a poco tempo fa, erano scandite da ore di attività fisica, momenti di aggregazione e preparazione delle partite.
Da qui l’idea del format “#iorestoacasa e … mi alleno” che la Showy Boys Galatina ha proposto agli allievi della Scuola Volley per riempire questo periodo certamente difficile con immagini e video che, svelando il lato più “casalingo”, possano offrire un piccolo contributo alla campagna di sensibilizzazione volta ad incoraggiare il rispetto delle norme attuate dal Governo nella limitazione dell’espansione contagiosa del Coronavirus.