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Di P. Francesco D’Acquarica (del 19/10/2020 @ 18:52:47, in Le Confraternite di Noha, linkato 1123 volte)

Inizia con questo primo appuntamento, la pubblicazione a puntate su Noha.it di un’interessante ricerca condotta dall’instancabile P. Francesco D’Acquarica. Il pallino di questo nostro illustre concittadino è ancora una volta la Storia di Noha. In particolare, spulciando l’archivio parrocchiale e consumandosi gli occhi su annosi verbali, P. Francesco è riuscito a rinvenire notizie sulle Confraternite di Noha: dati, date, informazioni, nomi e monumenti così lontani nel tempo ma così incredibilmente vicini a noi.

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Premessa

Consultando gli archivi parrocchiali della chiesa di Noha mi sono imbattuto nella famosa relazione di don Michele Alessandrelli che fu arciprete dal 1842 al 1882 e mi ha colpito scoprire che dal 1600 al 1800 anche a Noha sono state vive non una bensì tre Confraternite.

Sarà poi don Paolo Tundo nel 1924, dunque molto prima di diventare parroco, a dare nuovo impulso alla superstite Confraternita della Madonna delle Grazie, che rischiava seriamente l’estinzione.

Ho voluto approfondire la ricerca, e così nascono questi scritti dove ho raccolto testimonianze credo interessanti sulle Confraternite e sulla religiosità del popolo di Noha, oggetto principale dei miei studi.

           

Capitolo primo

Confraternite o ‘congreghe’

Gli inizi delle Confraternite         

Confraternita, dal latino confraternitas, sacrumsodalitium, sacra sodalitas, (nel Regno di Napoli, e Noha apparteneva al Regno di Napoli,  per dire la stessa cosa si preferiva dire ‘Congrega’), indica una società di persone che si riuniscono per celebrare alcuni riti di religione e di pietà ma anche per svolgere impegni sociali.

Nei vari Statuti delle Confraternite ancora oggi esistenti in tante parrocchie, si preferisce questo tipo di definizione:

La Confraternita è un’associazione pubblica di fedeli che tende, a guisa di corpo organico, all’incremento di una vita più perfetta degli iscritti, alla promozione del culto pubblico della Chiesa, ed alle opere di carità e di apostolato, animando, mediante lo spirito cristiano, l’ordine sociale e temporale secondo le proprie legittime tradizioni.

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 26/10/2020 @ 20:47:24, in Le Confraternite di Noha, linkato 1119 volte)

Continua, con questa seconda puntata, l’inedita Storia delle Congreghe della nostra cittadina, donataci dall’instancabile penna di P. Francesco D’Acquarica, missionario giramondo per amore di Cristo, ma di fatto mai “allontanatosi” da Noha.

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Non una ma tre congreghe

Il fenomeno dell’aggregazionismo in confraternite trovò a Noha, come nel resto della Puglia, le sue più immediate motivazioni anzitutto nelle disposizioni del Concilio di Trento (1545-1563), ma anche nel massiccio radicarsi nel territorio di Ordini monastici come quello francescano e domenicano, affiancati dai Gesuiti nella predicazione delle cosiddette missioni cittadine.

Le disposizioni tridentine prevedevano la costituzione di una confraternita dedicata al Santissimo Sacramento in ogni chiesa parrocchiale, e perciò anche a Noha. Questo spiega l’enorme diffusione nel territorio pugliese di confraternite che ancora oggi si fregiano di questo titolo. La rappresentanza sociale era costituita non solo da notabili del luogo, ma anche da rappresentanti dei civili, cioè dai borghesi, dagli artigiani e dai contadini, la cui direzione spirituale ed anche economica era affidata al clero secolare.

A quella del Santissimo Sacramento seguirono le confraternite legate al culto della Vergine del Rosario gestite dai Domenicani, che si diffusero con altrettanta rapidità specie dopo la vittoria cristiana sui Turchi nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571), favorite oltretutto dall’ impulso conferito alla pratica della recita del Rosario da parte di Pio V (1504-1572), papa dal 1566 fine alla morte.

A Noha, tranne il convento di Santu Totaru (che di fatto era un priorato rurale retto dai Basiliani), non si annoveravano cenobi dei grandi Ordini Religiosi nati nel medioevo, e tuttavia non mancavano, almeno fino al 1850, le Confraternite. Che erano addirittura tre:  quella del Santissimo Sacramento, quella del Santissimo Rosario e quella della Madonna delle Grazie.

L’informazione certa ce la dà l’arciprete don Michele Alessandrelli (Seclì 1812 - Noha 1882) che nel 1850 prepara la relazione sulla parrocchia per la visita pastorale che Mons. Luigi Vetta, Vescovo di Nardò, e che eseguirà in tutta la sua diocesi tra il 1850 e il 1854.

 

Nell’introduzione alla relazione l’Alessandrelli scrive:

Questo è l'inventario di tutti i beni stabili, mobili, semoventi, rendite, azioni, ragioni e pesi di qualsivoglia sorte della Chiesa Parrocchiale di Noha, provincia d'Otranto e Diocesi di Nardò, fatto nel quindici aprile 1850 dal Rev. Don Michele Alessandrelli, Arciprete Curato della detta Chiesa in conformità delle disposizioni dell'Ill.mo e Rev.mo D. Luigi Vetta, Vescovo di Nardò, contenute nell'editto della S. Visita in data de' tre aprile 1850.

 

E a proposito delle Confraternite così si esprime:

Nella mano sinistra del Coro vi è uno stipo, nello quale il Priore della Confraternita del Sagramento tiene riposta la cera che abbisogna per le funzioni del Corpus, della terza domenica, e del S. Sepolcro: lo stesso è colorito verde oscuro, detto stipo tiene la sua serraglia e chiave.

Vi sono in questa Parrocchia sei statue, cioè nella chiesa matrice due: una del Protettore S. Michele Arcangelo, l'altra di S. Vito, e la testa della statua di Maria SS.ma del Rosario col Bambino: di questa ha cura, e conserva gli abiti il depu-tato della Confraternita del SS.mo Rosario Vitantonio Benedetto: le altre tre si conservano nella Congregazione di Maria SS. ma delle Grazie, come si vedrà nel descrivere la Cappella. Più una statuetta di Cristo Risorto, ed un'altra dell'Ecce Homo.

 

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 05/11/2020 @ 21:20:12, in Le Confraternite di Noha, linkato 1476 volte)

Con questo capitolo siamo già al terzo appuntamento con la storia delle antiche congreghe di Noha. In questo brano P. Francesco D’Acquarica ci parlerà delle confraternite del Santissimo Sacramento e della Madonna del Rosario, evidenziando quanto la loro genesi sia stata frutto della pietà di alcuni uomini che fecero la storia, e quanto queste pie istituzioni abbiano inciso sulla cultura, l’arte e la fede della nostra Noha.​

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Il Santissimo Sacramento

e il Rosario

           

Tra il 1570 e il 1600 l’arciprete di Noha era don Salvatore Colafilippi, mentre sedeva in cattedra a Nardò il vescovo Ambrogio Salvio. Questo presule era nato a Bagnolo (oggi Bagnolo Irpino) in provincia di Avellino nel 1491. Educato molto cristianamente, di indole buona e pia, fin da ragazzo abbandonò il mondo e si rinchiuse nel convento dei Domenicani di Bagnolo dove attese per molti anni alla sua formazione spirituale, morale ed intellettuale con molto profitto.

Appena i suoi superiori constatarono le capacità intellettuali del giovane Fra’ Ambrogio Salvio, pensarono che fosse opportuno inviarlo a Bologna (famosa già nel medioevo per la sua università) per permettergli di completare la sua formazione. Dopo pochi anni conseguì cum laude il dottorato in sacra Teologia. Mentre studiava a Bologna conobbe il domenicano Padre Michele Ghislieri, futuro Papa e Santo, S. Pio V, con il quale strinse un sodalizio culturale che durò nel tempo, anche quando le strade dei due santi uomini dovettero separarsi per via degli uffici che in seguito si trovarono a ricoprire.

Il Ghislieri, divenuto Pontefice nel 1566 con il nome di Pio V, in molte occasioni si valse dell’opera del suo coltissimo amico. Oltretutto fu questo Papa a nominarlo Vescovo di Nardò, concedendogli non pochi privilegi: e l’avrebbe certamente elevato in dignità ed onori, se la morte non gliene avesse tolta anzitempo la possibilità.

Conseguita la laurea, il Salvio fu inviato a Napoli come lettore di Teologia nel Monastero di S. Domenico. Da lì a pochi anni, crescendo la sua fama, fu nominato maestro degli studi alla Minerva di Roma, distinguendosi per dottrina, ingegno, zelo e umiltà. Pare che sia stato lui l’inventore del tabernacolo per la custodia della SS. Eucaristia.

Nel 1559 fu eletto provinciale del suo Ordine. Nel 1566 per arginare la corruzione e gli abusi che dilagavano tra i fedeli, Pio V inviò in tutta l’Italia vari predicatori apostolici. Fra essi c’era anche fra’ Ambrogio Salvio, il quale, con la propria predicazione e con l’esempio, contribuì alla devozione e alla recita del Rosario, ed eresse molte confraternite del Rosario, ottenendone dal Pontefice indulgenze e privilegi. Il 26 agosto 1569 fu nominato Vescovo di Nardò dallo stesso papa Pio V.

Il Salvio avrebbe preferito l’esonero da così arduo compito sia per l’età già avanzata, aveva ormai 78 anni, sia per le molte fatiche sopportate nei precedenti ministeri. Il Pontefice praticamente lo obbligò ad accettare, dispensandolo perfino dal pagare le bolle, ordinando che gli fossero spedite gratuitamente e gli procurò anche i fondi per affrontare le prime spese del suo nuovo impegno. Ambrogio Salvio accettò per obbedienza il ministero episcopale e venne a reggere la diocesi neritina. Suo primo intento fu quello di conservare in tutto il vigore e nell’antico splendore i grandi privilegi di cui trovò già insignita la diocesi di Nardò - immediatamente soggetta alla Santa Sede -  ristabilendo la disciplina ecclesiastica gravemente decaduta, e risollevando i costumi e la moralità dei fedeli (da tempo trascurati). Si adoperò soprattutto di provvedere le parrocchie di ottimi parroci, che attendessero con zelo alla cura delle anime e con decoro alla dignità ecclesiastica.

Speciale attenzione dedicò alla riforma, alla correzione e al miglioramento dei costumi sia del clero che del popolo. Infatti, come del resto altrove, anche nella nostra diocesi si registravano episodi di corruzione, nonché vizi ed abusi da far spavento, nel clero, nei religiosi e tra le religiose.

Ambrogio Salvio s’impegnò in una serie di riforme, con la parola e soprattutto con l’esempio, precedendo tutti, indicando la retta via da percorrere per una vita veramente cristiana. Prendeva parte immancabilmente al coro, insieme con i suoi canonici, e ogni giorno festivo teneva al popolo la sua fervida lectio divina, biasimando fortemente i vizi, spianando la via al rinnovamento dei costumi, amministrando personalmente i sacramenti. Non era infrequente trovarlo in confessionale, dando così a tutti la possibilità di conferire con lui (anche senza chiederne preventiva udienza), non solo per il sacramento della confessione, ma anche per dispensare i suoi preziosi consigli di Padre. Attese all’insegnamento della dottrina cristiana, non solo nelle chiese, ma anche nelle strade, nelle piazze, nelle case e nelle botteghe, ai fanciulli, ai ragazzi, agli adulti. Per evidenziare la “modernità” di questo Presule del ‘500, diciamo che non si chiuse mai in episcopio, ma spesso e volentieri, uscendo in  strada, con l’uso di un campanello, riusciva a radunare i fanciulli in chiesa per istruirli nelle verità della fede.

Dopo aver gettato le basi di una completa riforma morale, nel 1570 intraprese la visita pastorale della diocesi, che condusse minuziosa, laboriosa e rigeneratrice, senza badare a disagi e a sacrifici, nonostante la sua “ingravescente aetate”. Lasciò ovunque ordini rigorosi per la fedele osservanza della legge divina e delle costituzioni ecclesiastiche. Di tale visita si conserva tuttora una breve relazione, anche se in molti punti illeggibile in quanto logorata dal tempo e dall’umidità. Grande dolore provò quando scorse che, in qualche luogo, alcuni eretici venivano dai paesi vicini, seminando false dottrine ed eresie contro i sacramenti, in particolare contro la Santissima Eucaristia. Non si concesse riposo, ma con la parola, l’autorità e, quando fu necessario, con minacce e pene, riuscì a ridurre ai minimi termini (se non proprio a estirpare) ogni traccia di abusi ed errori dottrinali: e la fede cristiana, integra ed inalterata, rifiorì in ogni angolo della diocesi. Fu lui che introdusse a Nardò e nel resto della sua area pastorale l’esposizione del Santissimo Sacramento in forma di Quarantore: pratica pia che ancora oggi ha luogo durante il tempo del carnevale in tutte le chiese.

Si può ragionevolmente pensare che con un Papa domenicano (S. Pio V) e con il carisma del suo confratello mons. Salvio, Vescovo di Nardò, anche per la chiesa di Noha fosse arrivato il vento del rinnovamento. Con molta probabilità dobbiamo considerare di questo periodo l’origine sia della Confraternita della Madonna del Rosario e sia di quella del Santissimo Sacramento.

Anche a Noha la devozione delle Quarantore risale ai tempi del Vescovo Salvio, come pure la devozione per il domenicano San Vincenzo Ferreri. Qualcuno ricorderà che nella chiesa “piccinna” vi era una grande pala d’altare della Madonna delle Grazie con ai lati San Vincenzo Ferreri e San Vito.

L’arciprete Alessandrelli nella sua relazione del 1850 specifica anche quale fosse il compito della Confraternita del Santissimo Sacramento: Nella mano sinistra del Coro vi è uno stipo, nello quale il Priore della Confraternita del Sagramento tiene riposta la cera che abbisogna per le funzioni del Corpus, della terza domenica, e del S. Sepolcro.

È chiaro che questa confraternita si occupava esplicitamente della diffusione del culto eucaristico e perciò anche dell’organizzazione della solennità del Corpus Domini, nonché dei riti relativi alla celebrazioni del Triduo della settimana santa, specialmente quelli del Giovedì Santo (giornata eucaristica per definizione), e poi l’organizzazione del ‘Sepolcro’ e la partecipazione alle funzioni della terza domenica del mese, domenica che faceva parte dei programmi di questa confraternita (per inciso, aggiungiamo, che per statuto ogni confraternita stabiliva una domenica al mese di partecipazione comunitaria e obbligatoria alle pratiche di pietà e alla formazione religiosa dei confratelli. Come vedremo in seguito, la confraternita della Madonna delle Grazie fisserà la prima domenica del mese).

Scomparsa la confraternita, rimase la devozione all’Eucaristia. Io ricordo molto bene quando, durante la mia infanzia (ero chierichetto), per tutta la settimana che seguiva la festa del Corpus Domini, ogni sera, per otto giorni di seguito,  aveva luogo una breve  processione con il Santissimo Sacramento in piazza San Michele, un tempo, quando non c'erano veicoli, sempre gremita di popolo, soprattutto uomini. All’uscita della processione tutti si toglievano il cappello, e sostavano in adorazione. Anche quando si portava la Santa Comunione agli infermi, lo si faceva in maniera pubblica e solenne. Nel giorno stabilito il parroco portava il Santissimo Sacramento, come in processione, procedendo con tanto di baldacchino e ombrello liturgico. Chierichetti e laici addetti alla liturgia attendevano poi in strada l’uscita del Celebrante dalla casa dell’ammalato al quale era stato portato il pane eucaristico.

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 13/11/2020 @ 18:27:54, in Le Confraternite di Noha, linkato 1179 volte)

In questa quarta parte P. Francesco D’Acquarica entra nel vivo del discorso sulla terza congrega religiosa di Noha, quella con la quale abbiamo forse più dimestichezza, per avervi, molti di noi, conosciuto di persona alcuni suoi confratelli: stiamo parlando della Confraternita della Madonna delle Grazie. In allegato a questa sezione si troverà lo statuto della suddetta Comunità di fedeli suddivisa in NOVE (e in quanti sennò?) capitoletti.

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Ho già spiegato che le confraternite sono associazioni cristiane ancora presenti in molti paesi anche del nostro Salento. Furono fondate con lo scopo di promuovere l'aggregazione tra i fedeli, esercitare le opere di carità e di pietà, nonché incrementare il culto. I loro componenti conservavano lo stato laico e restavano nella vita secolare. Essi non avevano quindi l'obbligo di prendere i voti o di condurre vita in comune, né di conferire il proprio patrimonio e la propria attività nella confraternita. Per adempiere le opere cristiane e per testimoniare la fede, l’umiltà, la carità e la penitenza i congregati sentirono il bisogno di indossare un saio e non mostrarsi pubblicamente, nascondendo la propria identità e il proprio volto coprendolo con un cappuccio, annullando in tal modo completamente la propria personalità: ed ecco spiegata la tradizione tuttora in uso in molte Confraternite.

 

L'organizzazione interna

 

Gli Iscritti

Dai registri consultati si riesce a ricavare il numero degli iscritti, ma soltanto per alcune annate. Tra gli iscritti si annoverano uomini e donne: i confratelli e le consorelle.

Gli Ufficiali

Tre maggiori: ''Priore - Primo e Secondo Assistente" e otto minori: "Segretario - Cassiere - due maestri di Cerimonie - Sacrestano - Organista - due Revisori dei conti".

Il Consiglio

Era un gruppo di confratelli, chiamati generalmente Ufficiali, che costituivano il "Consiglio" con degli incarichi codificati: gli Ufficiali, o organi statutari della Confraternita, venivano eletti ad una data fissa e duravano per un periodo stabilito dallo statuto.

Per quanto riguarda la Congrega della Madonna delle Grazie, dallo Statuto sappiamo che le votazioni avvenivano la terza domenica di dicembre. Il giorno di Capodanno o la domenica più prossima a detto giorno, venivano presentati i neo-eletti che prendevano possesso ufficiale e si cantava il Te Deum.

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 19/11/2020 @ 19:08:08, in Le Confraternite di Noha, linkato 1444 volte)

Con questa quinta passeggiata nei boschi narrativi della storia di Noha, P. Francesco D’Acquarica inizia a entrare nel dettaglio degli statuti, degli accadimenti, delle curiosità, ma soprattutto delle persone (a noi più vicine, e tanto care) che fecero parte delle Confraternite di Noha.

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La divisa

Anche se non abbiamo documenti o foto a proposito dell’abito delle Confraternite del Santissimo Sacramento e della Madonna del Rosario per analogia si può facilmente immaginare quale fosse la loro divisa.

Confraternita del Santissimo Sacramento

Gli iscritti alla Confraternita del Santissimo Sacramento indossavano l’abito di rito composto dalla mozzetta con medaglione raffigurante il Santissimo Sacramento, il camice bianco con cappuccio bianco, che veniva calato sul volto per i riti penitenziali della Settimana Santa, cingolo rosso legato in vita, scarpe nere e calze bianche.

Confraternita della Madonna del Rosario

Quelli della Confraternita della Madonna del Rosario indossavano la mozzetta nera a somiglianza della mantella dei frati domenicani con appuntato sulla sinistra un medaglione con l'effigie della Madonna del Rosario, camice bianco con cappuccio bianco, da calare anche questo sul volto durante i riti penitenziali della Settimana Santa, cingolo bianco e corona del Rosario alla cinta, scarpe nere e calze bianche.

Confraternita della Madonna delle Grazie

Anche la Confraternita della Madonna delle Grazie di Noha aveva la sua divisa.

Nello Statuto così viene descritta:

Art.39 - Nelle funzioni, processioni ed accompagnamenti funebri, i fratelli indosseranno un sacco bianco, legato ai fianchi con una fascia celeste, una mozzetta celeste; uno scudo metallico su cui è incisa l'immagine della Madonna, ed un cappuccio bianco in testa.

Art.40 - Ogni fratello custodirà in casa il proprio sacco; lo custodirà scrupolosamente, e per nessuna ragione lo farà mai indossare da altri che non sia un confratello.

A Noha abbiamo visto l’abito indossato dai soci della Confraternita fino alla morte dell’ultimo confratello, Pietro Costa (u Malampu), avvenuta alla fine del 2012. Ora non c’è più nessun iscritto e perciò possiamo considerare la Confraternita giuridicamente sciolta. Ricordiamo qualcuno degli ultimi confratelli, oltre a Pietro Costa, Andrea Miri, Michele Paglialunga (Pichinnanni), Nino Specchia e Gerardo Paglialonga (Pata).

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 01/12/2020 @ 19:19:15, in Le Confraternite di Noha, linkato 1272 volte)

P. Francesco D’Acquarica s’è consumato gli occhi per decifrare le grafie cangianti e a tratti indecifrabili dei verbali della storica confraternita della Madonna delle Grazie di Noha. E in questa sesta parte, e nelle prossime, ce ne fa dono “ad maiorem Dei et Nohae gloriam”.

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I verbali della confraternita

dal 1924 al 1970

 

Oggi a Noha non esiste più alcuna Confraternita. Di quella della Madonna delle Grazie rimane però un segno storico di grande importanza: è il cappellone nel camposanto che, dirimpetto alla chiesa cimiteriale, ospita confratelli e consorelle defunti.

Le Confraternite sono state il punto di riferimento materiale e spirituale per molti nohani. Se nel 1850 nella nostra cittadina erano attive ben tre Confraternite significa che più o meno tutto il paese ne era coinvolto.

E’ vero che i tempi sono cambiati, ma forse anche lo spirito cristiano è venuto meno. Le speranze sono tante, e io credo che i problemi si siano addirittura aggravati per via dei modelli di vita lontani dall’etica cristiana.

Purtroppo oggi sembrano farla da padrone il potere oppressivo, il capitalismo disumano, lo sfruttamento dei lavoratori, gli egoismi personali e collettivi con spinte irrazionali all’autoaffermazione costi quel che costi, e quindi arrivismi, spesso prevaricazioni, talvolta sopraffazioni e comportamenti malavitosi. Sembra che l’unico intento sia quello di conseguire profitti sempre e comunque, successi materialistici ed effimeri, soddisfazioni edonistiche, anche a costo di venire a patti con la coscienza e la dignità della persona.

 

L’ultimo articolo dello Statuto proclama:

Art.50 - Speriamo che queste regole siano sufficienti, con l'aiuto divino, non solo a stabilire questa confraternita, ma a farla progredire ed aumentare sempre più per la maggior gloria di Dio e della B. V. delle Grazie, e pel vantaggio spirituale e temporale di tutti gli ascritti. Così sia.

Lasciamo perdere la prima parte di questo articolo dove si augura che “queste regole siano sufficienti non solo a stabilire questa confraternita ma a farla progredire sempre più”. Però nelle associazioni e nei gruppi parrocchiali di oggi  un po’ più di spirito cristiano non guasterebbe.

Nel registro dei verbali negli anni 1924/1925 troviamo 49 Confratelli iscritti, e anche 35 Consorelle. Le iscrizioni proseguirono fino al 1956 raggiungendo gli oltre cento associati tra confratelli e consorelle.

La votazione delle cariche all’interno della Confraternita a scrutinio segreto avveniva (come già detto sopra) attraverso il sistema della fava e del pisello. La fava indicava parere positivo, il pisello parere negativo.

Leggendo i verbali si ha l’impressione che la preoccupazione principale era quella di avere un fondo cassa, che si alimentava grazie alle quote di iscrizione dei soci e anche dalle  multe inflitte agli assenti ingiustificati: il tutto per pagare le spese ordinarie, le spese per il funerale  e del posto tomba di ogni confratello e consorella.

Esistono due registri delle entrate ed uscite:

Uno per le entrate ed uscite ordinarie che va dal 1938 fino al 1956.

L’altro per le entrate e le uscite per la costruzione nel cimitero del cappellone per le sepolture dei Confratelli e Consorelle che va dal 1947 al 1956.

Dalla lettura dei registri della contabilità si può notare che la spesa ordinaria principale era quella del contributo mensile al Padre Spirituale per la celebrazione delle Messe di suffragio per Confratelli e Consorelle defunti, e lo “stipendio” al sagrestano.

Le entrate maggiori provenivano dall’affitto delle sedie disponibili per chi veniva in chiesa (non esistevano ancora i banchi per tutti), e gli introiti per il contributo di ogni Confratello o Consorella iscritto, oltre alle offerte di qualche benefattore che di solito era il Sig. Pietro Congedo, detto “l’Ursula” (padre della buonanima di don Severino Congedo).

NB. “Don” Pietro Congedo soprannominato “l’Ursula” era nato a Galatina il 01/01/1893 ma residente a Noha dove morì il 09/05/1970. Persona benestante, dall’animo buono e generoso, aveva fatto scrivere a mano, a suo spese, la copia dell’Inno a San Michele per ogni strumento musicale della banda musicale di Noha. Questi spartiti erano  conservati da un certo “Pipìu” che era il factotum dell’Ursula. 

In un verbale del 1936 per esempio si annota l’invito ai confratelli a mandare una lettera di ringraziamento al benefattore Congedo Pietro per aver donato un apparato completo di candelieri di bronzo dorato, tutti si associano ed accettano ancora di nominare confratello onorario il sig. Pietro Congedo.

Nel secondo registro sono annotate con molta meticolosità le uscite inerenti la costruzione della cappella cimiteriale, tipo i pagamenti all’impresa costruttrice, con i dettagli dello scavo (ricordo che il cappellone ha anche una cripta), il progetto e la direzione dei lavori da parte dell’ingegnere, le opere in muratura e l’acquisto del materiale edile, come mattoni, calce e cemento.

Nella voce delle entrate sono registrati i prestiti che alcuni soci liberamente anticipavano alla Confraternita: questi prestiti venivano poi restituiti, con l’interesse del 4% annuo,  non appena il fondo cassa presentava la capienza sufficiente.

Della formazione spirituale dei confratelli bisogna dire che, dato il livello di scolarizzazione del tempo, non è che si tenessero convegni di teologia dogmatica o di ecclesiologia, tanto è vero che nei registri si parla di un “pensierino religioso” da parte del Padre Spirituale: ma a volte il senso più profondo di una fede è l’amore verso Dio e verso il prossimo (e questo è forse il concetto spirituale più semplice ma al contempo il più complesso da insegnare e soprattutto praticare).

La Cappella delle tombe della Confraternita fu costruita in tre momenti diversi. La prima fase va da fine 1947 a tutto il 1953, per scavo e costruzione seminterrato e primo piano: l’impresa designata era quella di “Mesciu” Vito D’Acquarica. La seconda fase parte nel 1954 e termina nel 1957 ed è relativa al sopraelevamento del primo piano. Il terzo momento inizia il 1957, con ancora il sopraelevamento del primo piano, ma con un’altra Ditta: quella di D’Acquarica “Antonio”, figlio di Vito. In realtà il figlio di Vito si chiamava Donato (ecco perché ho usato le virgolette), ma in dialetto era chiamato anche Uccio, abbreviazione di Donatuccio, diminutivo di Donato. Da qui l’equivoco di scrivere nei verbali Antonio per Donato.

Il primo ad essere sepolto in questa cappella fu Giuseppe Cisotta morto il 25 giugno 1949.

Nelle prossime puntate pubblicheremo i verbali conservati in un registro tutto scritto a mano. Credo siano di grande interesse storico per il curioso, lo studioso, il ricercatore, e chiunque abbia la carica di cittadino di Noha.

 

[continua]

P. Francesco D’Acquarica

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 08/12/2020 @ 09:43:40, in Le Confraternite di Noha, linkato 1227 volte)

In questa settima parte, P. Francesco D’Acquarica ha trascritto parola per parola gli antichi verbali della Confraternita della Madonna delle Grazie di Noha. Qui si parla di cerimonie solenni, di espulsioni di confratelli venuti alle mani, di nuovi statuti, di compensi e di “urnie”, e sono riportati i nomi di confratelli e consorelle che diedero il nome ai loro nipoti e pronipoti, che oggi possono qui di seguito leggere la storia dei loro avi (esponenti delle fam. Tundo,  Guido, Specchia, Nocco, Costa, Colazzo, Prastaro, Lagna, Gentile, Piscopo, Nocera, Bianco, Fico, Giordano, Mastria, D’Acquarica, Paglialunga, Costantini, Campa, Micali, Luceri, Zerbi, eccetera).

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Trascrizione dei Verbali

dal 1924 al 1940

 

Credo che possa essere utile leggere i verbali delle riunioni perché danno l’idea della vitalità e degli obiettivi della Confraternita, una pagina gloriosa della Storia di Noha.

Anno 1924

L’anno 1924 si è cercato di organizzare la Confraternita “Maria SS delle Grazie”: confraternita che da oltre 20 anni si era disorganizzata, così scriveva don Paolo Tundo nel 1924.

Disorganizzata significa che al tempo dell’arciprete don Vitantonio Greco (Noha 1867-1932, Arciprete dal 1895) la Confraternita era stata poco curata dal punto di vista organizzativo e direi anche spirituale, e certamente il parroco aveva le sue responsabilità.

Don Paolo Tundo, giovanissimo sacerdote di solo 35 anni con appena dieci anni di sacerdozio, trovandosi a Noha, con l’incarico di “sostituto del Parroco” dal 1920 al 1933,  prese l’iniziativa di dare una svolta alla Confraternita Maria SS. delle Grazie e ne venne eletto anche Padre Spirituale (o Rettore Spirituale). Il testo che segue sono le sue parole scritte nella prima pagina del nuovo Statuto della Confraternita.

Nel gennaio 1924 si è cercato di riunire alcuni Fratelli tra vecchi e nuovi iscritti. Si sono iscritti  N.45 i quali hanno formulato uno Statuto, promettendo di attenersi ad esso scrupolosamente.

Lo Statuto che qui si dice “formulato” dagli iscritti di quell’anno è il medesimo che abbiamo analizzato sopra, sicuramente con qualche adattamento e aggiornamento.

Nel 1924 dunque la Congrega non nasce da zero, infatti si parla anche dei “vecchi” iscritti: solo che da oltre 20 anni era disorganizzata.

Nota: da ora in poi nei verbali che ho trascritto riporto in grassetto il nome del Priore di turno.

 

Il verbale del 1924 così continua:

Il 2 Febbraio 1924 detti Fratelli si sono riuniti in Congregazione: hanno approvato alcune spese fatte ed indispensabili; hanno proceduto alla nomina degli Ufficiali.

Sono così riusciti eletti ad unanimità:

Priore:                                 Prastaro Cosimo

1° Assistente:                      Tundo Luigi fu Giuseppe

2° Assistente:                      Guido Lorenzo fu Vincenzo

Segretario:                          Guido Vincenzo di Raffaele

Cassiere:                             Piscopo Antonio di Beniamino

Tabellario:                            Lagna Michele di Vito

Cerimonieri:                        Bianco Michele di Paolo

                                            e Specchia Gioacchino

Revisori d. conti:                 Gentile Pietro e Vito D’Acquarica di Donato

Organista:                           Piscopo Paolo di Beniamino

Sacrestano:                         Nocco Giovanni.

N.B. Ricordo molto bene come negli anni della mia infanzia facendo il chierichetto, mi colpiva la presenza costante dei due Piscopo Paolo, l’organista e suo fratello Piscopo Antonio, il cantore, (citati nell’elenco sopra) per le numerose Messe da morto (quasi quotidiane) che si usava celebrare prima del Concilio: Paolo alla tastiera del vecchio organo, Antonio che cantava, e io che servivo la Messa rigorosamente tutta in latino.

Dappiù si è nominato il Rettore Spirituale nella persona del Sac. Don Paolo Tundo. Si è stabilito anche il compenso da dare al Sacrestano, organista e Rettore; e cioè L.60,00 annue al sacrestano ed organista per tutte le funzioni solite a farsi nella Confraternita; e L.200.00 al Rettore. In ultimo si è stabilito di sottoporre alla competente Autorità Ecclesiastica lo Statuto e la nomina del Rettore, per le necessarie approvazioni oppure osservazioni.

NB.  Siccome in questa relazione spesso si parla di denaro è opportuno tenere conto del suo valore all’epoca dei fatti.

Dalla Relazione dell’Alessandrelli sappiamo che nel 1850 al Padre Spirituale spettavano 36,00 ducati all’anno. Al sagrestano spettavano 7 ducati l’anno e all’organista 3 ducati l’anno. Ora si sa che un ducato equivaleva a 10 carlini e 10 carlini erano uguali a 100 grana. Nel 1924 don Paolo Tundo si adegua all’economia del tempo e in congrega si stabilisce L.60,00 al sagrestano e all’organista e L.200,00 al Padre Spirituale.

Se vogliamo capire il valore del ducato in relazione all’uro potremmo fare il seguente ragionamento nel seguente modo: tenendo conto del valore della lira dell’anno 2001 quando entrò in vigore l’uro, si hanno questi valori.

Ducato              =             L. 31.028,90           . 16,03

Carlino              =             L.   3.102,89          .   1,60

Grana                =             L.       310,29         .   0,16

Tornese             =             L.       155,14         .   0.08

Cavallo              =             L.         25,86         .    0,01

 

Il giorno 13 aprile 1924,domenica delle Palme la Confraternita ha fatto la sua inaugurazione ufficiale. Previa la benedizione delle insegne fatta dal Rettore, si è celebrata la S. Messa in cui i Fratelli hanno fatto la S. Comunione, offrendo pure alla SS. Vergine una candela.

La sera poi del 17 corr. giorno del Giovedì Santo, tutta la confraternita ha preso parte alla Processione del Cristo Morto; processione che ha destato uno spettacolo meraviglioso di fede e di pietà religiosa. Lo stesso si è praticato la mattina del Venerdì Santo. [N.B. Un tempo le processioni con il Cristo Morto e l’Addolorata si tenevano il Giovedì Santo e il Venerdì Santo all’alba. La tradizione continua a perpetuarsi nelle città dove le confraternite di antica anagrafe continuano a esistere, anzi a incrementarsi anno dopo anno con i nuovi iscritti, come per esempio nelle città di Gallipoli e di Taranto].

Il giorno 27 Aprile, domenica in Albis, si è riunita la Confraternita in seduta straordinaria, previo avviso personale ai Confratelli.

Si è parlato e discusso per la Cassa mortuaria (Vedi nota nel verbale del 1931). Ad unanimità quasi si è stabilito la tassa di L.15.00 per ogni Fratello e Sorella: salvo ad aumentare detta cifra di qualche poco, quando sarà conosciuto l’importo finale della Cassa. Dappiù si è parlato per l’Ebdomada ai Fratelli defunti. A maggioranza quasi assoluta di voti si è stabilito che l’Ebdomada resterà in carica finché non abbia accompagnato un Fratello o Sorella defunta. Dopo ciò, subentrerà l’altra Ebdomada. 

NB. Ebdomada di per sé significa incarico settimanale. Leggendo lo Statuto si comprende che i confratelli venivano incaricati per l’accompagnamento funebre, noi  oggi diremmo a turno. Ecco perché in questo verbale si dice che “l’ebdomada resterà in carica finchè non abbia accompagnato un fratello o sorella defunta”.

Il giorno 18 Maggio 1924 si è riunita la Confraternita in seduta straordinaria, previo avviso personale ai Confratelli. Ad unanimità di voti si è stabilito che ciascun Fratello e Sorella dovrà pagare la tassa stabilita per la Cassa mortuaria, lasciando però a facoltà dei singoli volere approfittare o meno in caso di decesso. Si sono anche tirate a sorte l’Ebdomade per l’accompagnamento funebre.

 

Anno 1925

La terza domenica di dicembre 1925, riunitasi la congrega in adunanza straordinaria, si è proceduto alla nomina degli Ufficiali.

Sono stati eletti:

Priore:                     Mastria Michele

1° Assistente:          Specchia Gioacchino

2° Assistente:          Nocera Luigi

Segretario:              D’Acquarica Vito

Cassiere:                Gentile Pietro

Cerimonieri:            Fico Luigi e Lagna Salvatore

Razionali:               Giordano Paolo e Piscopo Antonio

La 3° domenica di Luglio riunitasi la Congrega in seduta straordinaria si è discusso per la Festa della Madonna (8 Settembre).

Si è stabilito che non si dovesse ricorrere agli estranei; ma che ogni Fratello pagasse la tassa di L.10,00; lasciando facoltà ai singoli di sottoscrivere di più.

 

Anno 1926

La 3° domenica di dicembre (19 dicembre 1926) riunitasi la Congrega in seduta straordinaria ha proceduto alla nomina dei suoi ufficiali. Sono rimasti eletti a maggioranza di voti segreti:

Priore:                     Michele Tundo

1° Assistente:           Michele Bianco

2° Assistente:           Fico Luigi

Segretario:              Guido Vincenzo di Lorenzo

Cassiere:                Piscopo Antonio

Cerimonieri:            Paglialunga Vincenzo di Antonio e

                               Paglialunga Antonio di Vitangelo.          

Inoltre si è stabilito di elevare la tassa mensile, giusta disposizione dell’Ordinario Diocesano Mons. Giannattasio, a L.10,00 all’anno.

 

Negli anni 1927 e 1928 nei registri non risulta alcun verbale

 

Anno 1929

Cariche speciali per l’anno 1929

Il Priore:                       Prastaro Cosimo

1.mo Assistente:           Paglialunga Cosimo

2° Assistente:               Guido Vincenzo di Raffaele

Cassiere:                      Specchia Gioacchino

Segretario:                   Guido Vincenzo di Lorenzo

Revisori dei conti:        Bianco Salvatore e fratello M. mazzieri.

La prima Domenica di Aprile 1929 è stata riunita in seduta straordinaria, ha deliberato l’aumento del mensile annuale da L.10 è stato portato a L.12. Il priore Prastaro Cosimo, il Segretario Vincenzo Guido.

 

Anno 1930

Cariche speciali 1930.

Priore.                                 Nocera Luigi

1° Assistente:                       D’Acquarica Vito

2° Assistente:                      Lagna Salvatore

Revisori d.conti:                  Piscopo Antonio e Gentile Pietro

Segretario:                          Guido Vincenzo di Lorenzo

Cassiere:                            Specchia Gioacchino.

 

Anno 1931

In questo giorno è stata riunita la Confraternita in seduta straordinaria. Ha deliberato che la tassa di ogni socio povero invece da c.20 è stata portata a c.70.

(Tutto questo è poi stato segnato come abolito)

Nella detta seduta è stato pure deliberato che si affittasse l’urnia per la somma da L.110. Però la stessa congrega deve fare a proprie spese la cassa di abete rustica e il ritorno dell’urnia dal cimitero.

Il segretario Vincenzo Guido, il priore Nocera L.

NB. Per capire il senso di questa decisione bisogna tenere presente che in quel tempo i defunti di Noha erano portati al Cimitero di Galatina. I più benestanti potevano permettersi il trasporto della bara su lu sciarabà trainato da un cavallo. E se no, il morto veniva trasportato in spalla, percorrendo a piedi la distanza dalle chiese di Noha al Cimitero di Galatina per la strada più breve che era la cosiddetta “via curve curve o via nova” o Via S. Lucia. Per lunghi anni, e cioè dal 1867 al 1951, il che vuol dire per 84 anni, Noha non solo aveva perso il suo diritto di Comune indipendente ma anche il diritto di seppellire i propri morti entro le sue mura. Tutto questo è vergognoso, ma fu così.

L’“urnia”, di cui si parla nel verbale, era la cassa esterna dentro la quale si poneva la cassa di abete rustica con il cadavere. Una volta portato il morto al Cimitero, l’urnia ritornava a Noha; ma nel 1931 la Confraternita non possedeva detta cassa esterna e veniva ogni volta affittata a canone di L. 110.

             

Nel 1932 non ci sono annotazioni

Anno 1933

Cariche speciali

Priore:                     Bianco Michele

1° Assistente:           Lagna Michele

2° Assistente:           Campa Antonio e

Segretario:                Lagna Cesare e Costantin Biagio

Revisori:                   D’Acquarica Vito e Guido Vincenzo di Raffaele

Organista:                 Piscopo Paolo

Sagrestano:              Specchia Salvatore

Cassiere:                   Specchia Gioacchino.

 

Il 19 Marzo 1933 riunita la Confraternita ha deliberato che per essere fratello onorario deve pagare:

1. la tassa di ammissione secondo l’età

2. L.15 per l’urnia

3. L.50 per ogni anno, e non più tardi del 31 luglio per ogni anno.

 

Anno 1934

Cariche speciali

Priore:                                Giordano Paolo

1° Assistente:                     Bianco Arcangelo

2° Assistente:                     Paglialunga Vincenzo

Maestri di cerimonie:          Lagna Cesare e Costantini Biagio

Revisori dei conti:               D’Acquarica Vito, Guido Vincenzo di R.

Organista:                          Piscopo Paolo

Cassiere:                           Specchia Gioacchino.

 

Anno 1935/1936

Cariche speciali:

Priore:                                Nocera Luigi

1°Assistente:                        Lagna Michele

2°Assistente:                        D’Acquarica Vito

Segretario:               

Maestri di cerimonie:         Nocco Angelo, Piscopo Paolo

Revisori d.conti:                D’Acquarica Vito, Gentile Vito

Sagrestano:                      Luceri Vito

Organista:                        Piscopo Paolo

Cassiere:                         Specchia Gioacchino.

 

Anno 1936/1937

Il giorno 20 dicembre 1936, previo avviso a tutti i confratelli si è tenuta l’adunanza nella Chiesa della Confraternita per l’elezione delle Nuove Cariche.

Recitata l’orazione e dopo poche parole di raccomandazione del Padre Spirituale, ha avuto luogo  l’elezione col metodo di fava (favorevole) e pisello (negativo).

Al primo scrutinio è risultato eletto Costa Angelo come Priore, con voti favorevoli 16 ed uno contrario.

Al 2° scrutinio è risultato eletto Campa Giuseppe come 1° Assistente con voti favorevoli 15 e due contrari. Al 3° scrutinio è risultato eletto Paglialunga Donato come 2° assistente con voti favorevoli 18 su 18.

Confratelli presenti nell’adunanza N.18, assenti giustificati N.7 perché soldati. Essendo perciò in maggioranza rimangono eletti i sunnominati, salvo l’approvazione ecclesiastica.

Su proposta del Confratello Giordano Paolo si chiede di trovare il mezzo che tutti i confratelli in morte abbiano a spese della Confraternita il “mezzo funerale”. Tutti i presenti accettano la proposta e si riserbano di discuterla in altra adunanza.

NB. C’è la proposta del Parroco (il parroco è ormai don Paolo Tundo e il Rettore Spirituale è sempre don Liberato Dimitri) di mandare una lettera di ringraziamento al Benefattore Congedo Pietro per aver donato un apparato completo di candelieri in bronzo dorato, tutti si associano ed accettano di nominare Confratello onorario il Signor Pietro Congedo.

Noha, 20 dicembre 1936/XV, Firmato:

Il priore:                            Costa Michele;

Il segretario:                       Nocera L.

Visto il Padre Spirituale:    Sac. Liberato Demitri.

NB. Il numero romano, accanto alla data, indica l’anno del regime fascista: XV sta per quindicesimo dal suo avvento. Si era obbligati a indicarlo in ogni occasione. Nei registri della confraternita quest’ordine, per fortuna (o per dignità), viene spesso disatteso.

 

3 Gennaio 1937

Verbale di nomina del segretario e Cassiere.

Nelle ore pomeridiane del 3 Gennaio 1937 nella chiesa della Confraternita si sono riuniti il Priore ed i due assistenti, prendeva pure parte il P. Spirituale; recitate le preghiere di comune accordo hanno nominato il Segretario nella persona del confratello Nocera Luigi e dopo hanno confermato nella carica di cassiere il confratello Specchia Gioacchino che da più anni copre tale carica con zelo e rettitudine. Recitate le dovute grazie al Signore si è sciolta la riunione.

Noha 3 Gennaio 1937

Il Priore Costa Michele; il segretario Nocera L.                

Visto il P.SpiritualeSac. L. Demitri.

 

30 Maggio 1937

Oggetto: Comunicazione

e lettura nuovo Statuto Confraternita.

Il 30 Maggio 1937 avvisati con biglietto personale tutti i Confratelli si è tenuta l’adunanza nella propria Chiesa nelle ore pomeridiane per mettere a conoscenza dei Confratelli le nuove e comuni disposizioni riguardanti le Confraternite. Sono stati presenti tutti i dirigenti della Confraternita ed i confratelli in tutto N.18. Si è disposto che tutti nel termine stabilito e secondo le proprie mansioni mettano in regola tutto ciò che riguarda il retto procedimento della confraternita. Recitate le preci si è sciolta l’adunanza.

Noha 30 Maggio 1937, XV - Il priore Costa Michele, il segretario Nocera L. Visto il P. Spirituale Sac. L. Demitri.

 

6 Novembre 1937

Oggetto: relazione all’Uff. amministrativo

situazione Patrimoniale

Il 6 Novembre 1937, in seguito ad invito dell’Ufficio Amministrativo per presentare lo stato Patrimoniale ed economico della Confraternita, previo invito personale, si sono riuniti tutti i componenti del Consiglio Direttivo della Confraternita e si è risposto alla Circolare N.162 Prot. al sudetto Ufficio: dicendo che la confraternita possiede due buoni fruttiferi postali uno di L.1000.00 N.D.000028; e l’altro di L.500.00 N.D.000032; più un libretto a piccolo risparmio presso la Banca popolare di Galatina di L.500.00 inoltre un giro di capitale di circa L.800.00 ricavato da mensile dei confr/e, questue ed offerte di sedie. Tutti i suddetti titoli sono intestati al cassiere Specchia Gioacchino il quale ha dichiarato che rilascerà titolo legale dicendo che le sudette somme non appartengono alla famiglia ma alla Confraternita.

Letto il presente verbale si approva e si sottoscrive.

Noha 6/XI/1937- XVI

Il Priore Costa Michele, Il segretario

Visto il P. Spirituale L. Demitri

 

14 Novembre 1937

Oggetto: Richiamo in vigore pagamento multe.

Espulsione Giordano Paolo

Il 14 Novembre 1937 in seguito ad avviso scritto a tutti i Confratelli si è tenuta l’adunanza nella Chiesa della Confraternita. Dopo le preci del Padre Spirituale si è parlato di onorare la titolare col dovuto culto anche esterno; dopo si è a lungo parlato di mettere in pratica la legge già approvata, che i Confratelli mancanti a processioni obbligatorie o associazione di confratelli, eccetto il caso di giustificata assenza, come malattia. Tutti accettano i mancanti pagare le multe stabilite. Tutti i presenti in N. di 18 hanno approvato.

Infine di seduta per futili motivi il Confratello Giordano Paolo [mesciu Paolo Giordano, già Priore, ndr.] muoveva lite con un altro Confratello, tanto da venire alle mani. Il Padre Spirituale li esortava alla calma più volte. Il Giordano continuando a provocare disubbidiva al P. Spirituale e disconosceva la sua autorità in Confraternita. Conscio del mal fatto il Giordano domandava la cancellazione dalla Confraternita. E’ stata accetta e si è mandato verbale alla Curia per la ratifica.

Noha 14 Novembre 1937. Il priore Costa Michele, il segretario Nocera Luigi, visto il P. Spirituale L. Demitri.

 

20 Novembre 1937

Oggetto: Licenziamento del Confr. Giordano dalla Confraternita.

Il 20 Novembre 1937 la reverendissima Curia accettava il licenziamento di Paolo Giordano dalla Confraternita e data la sua grave insubordinazione decretava di non poter essere più ammesso ad altra istituzione Cattolica. Il Giordano ne ha ricevuto formale avviso.

Noha 20 Nov.1937. Il Priore Costa Michele, Il segretario.

Visto p. Spirituale L.  Demitri.

 

19 Dicembre 1937

Oggetto: Nomine nuove cariche

Il 19 Dicembre 1937 dietro regolare avviso si è riunita la Confraternita per eleggere i nuovi ufficiali; erano presenti 21 su trenta. Dette le preci  si è proceduto alla nomina del Priore con votazione di fava e pisello, fave 20, piselli 1.

E’ stato eletto per

Priore:                     Mastria Michele con voti 20;

1° assistente:            Bianco Michele e

2° assistente:             D’Acquarica Vito con voti 20.

Recitate le preghiere si è sciolta l’adunanza.

Noha 19/XI/1937. Il Priore Costa Michele, il segretario Nocera,

visto il P. Spirituale Sac. L. Demitri.

 

Anno 1938

16 Gennaio 1938

Oggetto: Bilancio ed ammissione nuovi ascritti

Il 16 Gennaio 1938 si è riunita la confraternita in N.18. dette le preghiere dal P. Spirituale il cassiere ha letto gli introiti e gli esiti del 1937 e si è approvato il bilancio con un esito di L.273.39 e con un maggior introito di vecchie rate in L.488.00 in modo che il totale è risultato in cassa di L.3260.39. Tutti hanno approvato l’operato del Cassiere. Dopo si è proposto ed approvato che i nuovi confratelli sino ai 18 anni paghino in complesso compreso il medaglione ecc. L.10.00 e la tassa annuale, metà degli effettivi. In caso di morte avranno diritto all’urna con cassa semplice e L.40.00.  Sono obbligati ad intervenire a tutte le associazioni come i confratelli. Avranno diritto solo a le messe piane e ad una cantata nel 7° giorno. Letto ed approvato. Noha 16/1/1938. Il Priore Mastria Michele,

Il segretario Nocera, visto il P. Spirituale Sac. L. Demitri.

 

2 Febbraio 1938

Oggetto: Ricezione nuove consorelle.

            Il 2/2/1938 si sono ricevute le nuove consorelle: Colazzo Carmela, Paglialunga Addolorata, Bianco M. Luce, Micali Paola e Campa Addolorata pagando relativamente compreso il medaglione, tassa di ammissione e cassa funebre L.52.00+ 58.00+ 43.00 +183.00+52.00. Tutte hanno fatto la comunione e sono state in fine della Messa ricevute solennemente.

Noha 2/2/1938. Il Priore Michele Mastria,

Visto il P. Spirituale L. Demitri.

 

19 Marzo 1938

Oggetto: Norme per le Consorelle

Il 19 Marzo alle ore 2 pomer. dietro invito personale si sono riunite le consorelle in N. di 24 presenti e si è stabilito quanto segue:

Recitate le preghiere, si è proposto ed approvato il distintivo proprio della Confraternita (ciò il giorno della SS. Annunziata); inoltre si sono tutte obbligate a partecipare alla processione della titolare, le assenti non giustificate pagheranno una multa di L.2.00; tutte sono tenute a recitare nella morte di un confratello o consorella un Rosario (5 poste); nella morte di una consorella sei di  esse a turno parteciperanno al funerale in chiesa recitando in comune il Rosario. Infine si è stabilito che le nuove Consorelle da ammettersi da 40 in sopra pagheranno il doppio della tassa d’ammissione attuale, salvo il caso di infermità per cui il Consiglio stabilirà la tangente opportuna.

Letto e approvato il 19/03/1938-XVI

Il priore Michele Mastria, Il segretario,

visto il P.SpiritualeSac. L. Demitri.

 

18 Dicembre 1938

Oggetto: Nuove cariche e riammissione in Confraternita del confratello Giordano Paolo

Il 18 dicembre 1938 previa approvazione della Rev.ma Curia si sono riuniti i confratelli in numero di 19; hanno proceduto alla nomina delle cariche e per votazione segreta con mezzo di fave(sì) e pisello(no) è stato nominato Priore il signor Bianco Michele con 15 voti su diciannove e Campa Antonio e Nocco Angiolino rispettivamente 1° e 2° assistente. Inoltre i suddetti hanno nominato due mazzieri nella persona di Gentile Pietro e Zerbi Giuseppe, segretario Nocera Luigi e Cassiere Specchia Gioacchino. Inoltre dietro domanda del Signor Giordano Paolo di essere riammesso nella Confraternita tutti hanno accettato purché si metta a corrente coi pagamenti.

Letto il verbale e recitate le preci si è sciolta la seduta.

Noha 19/12/1938. Visto ecc.

 

Anno 1939

17 dicembre 1939

Oggetto: nuove nomine

Il 17 dicembre 1939 si sono riuniti i Confratelli per la nomina delle nuove cariche.

Su proposta di un confratello accettata all’unanimità dagli altri 20 presenti, è stata confermato in carica l’amministrazione uscente e cioè:

Bianco Michele                   Priore

Campa Antonio                    1 assistente

Nocco Angelo                      2 assistente

Gentile Pietro e Zerbi Giuseppe    mazzieri

Nocera Luigi                        Segretario

Specchia Gioacchino           Cassiere

Letto il verbale e recitate le preci di uso si è sciolta la seduta.

Visto ecc.

 

Anno 1940

29 Dicembre 1940

Oggetto: nuove cariche (confermate quelle del precedente verbale).

Nota Bene. Mentre trascrivevo questi verbali, mi veniva di formulare i sensi della mia gratitudine nei confronti degli estensori di questi registri e anche del supporto (cartaceo) che è giunto fino a noi. E mi veniva un dubbio su quello che tra cento anni i nostri pronipoti riusciranno a scoprire di noi attraverso i “documenti” digitali diversi dalla carta. La carta è storicamente, almeno finora, il più duraturo e il più efficiente dei mezzi di trasmissione di dati e notizie attraverso i secoli. Tra cento anni chi vivrà vedrà.

 

[continua]

P. Francesco D’Acquarica

 
Di Redazione (del 14/12/2020 @ 20:38:57, in Le Confraternite di Noha, linkato 1922 volte)

Con questa ottava parte si conclude il viaggio nel tempo delle antiche Congreghe della nostra Cittadina. Ringraziamo P. Francesco D’Acquarica, ormai di diritto cittadino onorario di Noha, per averci ancora una volta dato un passaggio sui suoi straordinari mezzi di trasporto, fatti di storie, memoria, personaggi, ma soprattutto amore per la sua e nostra Piccola Patria.

Noha.it         

 

Piccola premessa

Prima di procedere nella lettura dei verbali che seguono è opportuno tenere presente questa osservazione.

Come si può constatare, dal 1940 al 1945 le riunioni sono rarissime. Siamo durante la tragedia della seconda guerra mondiale. Anzi nel 1942 e nel 1943 non viene registrato alcun verbale. Il Padre Spirituale della Congrega ora è nuovamente l’arciprete Don Paolo Tundo, ma i bisogni della gente sono tanti e più urgenti delle riunioni di una Congrega.  Si sa, le guerre non hanno mai fatto bene a nessuno. Seminano lutti, rovine, miseria, stanchezza, scoraggiamento, disorientamento morale e religioso.

Nel mese di giugno del 1943 ci fu anche il bombardamento dell’aeroporto di Galatina, a una manciata di chilometri da Noha, dove lavoravano anche giovani della nostra cittadina. Ci fu spargimento di sangue, morti, feriti. Oltre ai soldati che erano al fronte, Noha pagò il suo triste tributo anche in termini di fame, sofferenza, malattie. Don Paolo soccorreva, aiutava, andava incontro ai suoi parrocchiani, aiutando tutti senza far distinzione di persone tra parenti, amici o semplici conoscenti. Smarrimento, povertà, distruzioni, questo era il contesto di quegli anni tremendi.

In questo quadro bisogna capire (ma forse non scusare) quanto racconto nella nota del prossimo verbale, vale a dire la storia dei ladri nell’abitazione delle monache ospiti di Noha.

Anno 1941

5 Maggio 1941

Oggetto: offerta di Beneficenza

Il 5 Maggio 1941 si sono riuniti i Confratelli. Hanno deliberato L.100 a favore delle Suore costituite a Noha. Il Priore…

           

 NOTA IMPORTANTE

Questa offerta di L. 100 per le Suore costituite a Noha fu occasionata dal fatto che le Suore (si tratta delle Suore “Oblate di S. Antonio di Padova” presenti in quel tempo nella nostra cittadina, dedite all'Asilo Infantile, al doposcuola e all'insegnamento del catechismo e dell’arte del ricamo), furono danneggiate non poco da un furto. Nel 1941 io non avevo ancora compiuto i sei anni e frequentavo quella scuola materna, ma ricordo molto bene quando il fatto accadde. Una notte i ladri assalirono l'abitazione delle Suore, situata all’inizio di Via Cadorna, per derubarle delle loro vettovaglie. Le Suore, nonostante l’offerta della Confraternita, tremendamente spaventate da quella vicenda decisero di abbandonare definitivamente Noha.

Per questo motivo alcuni anni più tardi (nel 1955) l’arciprete don Paolo Tundo, che tanto teneva all’educazione dei bambini (“il domani del paese” - diceva) volle assolutamente che il suo popolo avesse la garanzia di un futuro migliore, preparando i bambini con la prima alfabetizzazione e socializzazione. Tra infinite difficoltà, spendendo i suoi risparmi e bussando alle porte di “chi poteva” riuscì a costruire su un terreno di sua proprietà un’opera monumentale che donò alla Congregazione “Discepole di Gesù Eucaristico”. Le suore di questa congregazione si impegnarono a restare per sempre a Noha. La convenzione tra don Paolo e le Suore “Discepole di Gesù Eucaristico” fu firmata il 29 settembre 1957.

 

21 Dicembre 1941

Oggetto: Multa per gli assenti alle processioni e sedute

Il 21 dicembre 1941, XX, riunita la Confraternita in riunione ed in numero legale, si è stabilito quanto segue:

1.  Chi si assenta dalle riunioni indette con biglietto personale senza un giusto motivo è sottoposto alla multa di L.2.00. Non intervenendo per tre volte consecutive resta espulso dalla Confraternita e riceverà la notifica per iscritto.

2.  Chi si assenta dalle Processioni prescritte è sottoposto alla multa di L.10.00. Non intervenendo per tre volte consecutive, oppure chi si rifiuta di pagare la multa in cui è incorso, resta espulso dalla Confraternita e riceverà notifica per iscritto.

Il Priore Bianco Michele, il segretario Nocera,

Visto il Rettore D. Paolo Tundo.

Non intervenendo all’accompagnamento funebre, quando è di ebdomada, è sottoposto alla multa di L.20.00

 

Anno 1942

27 Dicembre 1942

Oggetto: nuove cariche

 

Canto notturno di un pastore ...

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