Michele Scalese è un ragazzo nohano, vabbè un neo-trentenne, molto coraggioso. E non tanto per certe sue plateali dichiarazioni che avrebbe potuto tranquillamente tenere per sé ma che invece ha ritenuto opportuno rendere pubbliche (si chiama maieutica ed è un’arte), dichiarazioni oltretutto rivoluzionarie entrate ormai nelle pagine più belle della Storia di Noha, sicché finalmente questa frazione di mondo non è più da considerarsi un Jurassic Park; e nemmeno per la denuncia del vile episodio di qualche settimana fa compiuto ai danni della sede del Partito (di cui Michele è segretario politico) da parte del balordo di turno affetto evidentemente da omofobia con numerosi sintomi di ergofobia e l’aggravante dell’epistemofobia, dico di turbe psichiatrico-compulsive che, a richiesta, il nostro Michele potrebbe curare benissimo in una manciata di sedute (visto il suo lavoro di psicologo e psicoterapeuta); coraggioso, dunque, non solo per quanto precede, ma perché gli è venuto il ghiribizzo di invitare il sottoscritto a un convegno organizzato nella storica sezione downtown-Noha dei democratici sul tema dell’AutoTomia Differenziata (scusate, ma non riesco proprio a sostituire la seconda t con la n, ché “autotomia”, vale a dire la capacità di alcuni animali di auto-mutilarsi, rende meglio l’idea alla base di codesta iattura chiamata legge, approvata con atti di bullismo politico in piena notte dalla maggioranza legaiol-destronza in vena di scambio di favori: “Tu approvi l’Autotomia a me, io poi ratifico il Premierato a te e insieme distruggiamo quel che resta della magistratura”).
Dicevo del coraggio di Michele di convocare perfino me, così inviso a quasi tutti i partiti dell’arco costituzionale e a buona parte dei gruppi extraparlamentari, per aver servito loro nel corso del tempo più di un piatto di penna all’arrabbiata, con spruzzata di inchiostro niente affatto simpatico. E fosse soltanto questo: è che, mannaggia, nel corso della mia “carriera” ho portato avanti un sacco di battaglie afferenti la Pòlis - perdendole (quasi) tutte. Sì certo ho stravinto quelle in tribunale, ma non si tratta di battaglie, bensì di corsi di recupero in diritto e buona creanza impartiti a qualche caricatura della politica locale in commercio d’amorosi sensi con le intimidazioni a mezzo querele penose più che penali.
Devo dirla tutta: Michele non ha coinvolto soltanto me, ma anche un bel po’ di belle persone con storie, sensibilità ed estrazioni le più disparate, costituite in Unità Differenziata, pronte a dialogare sull’argomento di cui sopra.
Sarebbe bello che la novella agorà si aprisse ad altre questioni di impellente attualità come la pace (ancor oggi lemma-tabù in certi ambientini), l’escalation militare verso la guerra nucleare, i genocidi ai danni di popolazioni inermi con il silenzio assenso delle “democrazie” occidentali, la libertà condizionata di stampa, la nostra terra ridotta a un hub di rifiuti, cemento, veleni, campi di fotovoltaico e pale eoliche, e, ultimo ma non meno importante, i diritti civili da non slegare mai dai sociali. Dibattiti per molti, s’intende, non per tutti: i camerati nostalgici di saluti romani, per esempio, quelli degli inni e canti sciolti al loro duce con tanto di urlo finale “Presente!”, o peggio mi sento “Sieg Heil!”, potrebbero non esserne punto interessati, attesa la prematura scomparsa dal monitor di ogni segnale di relativa attività cerebrale.
Non so da chi abbia preso Michele, magari da nonna Saia (quando parla di lei mi fa piangere), perché lu vagnone oltre che coraggioso è anche capace di sopportazione e ascolto: una volta per istrada, eravamo in via Trisciolo, gli attaccai un bottone di dieci interminabili minuti sul concetto di lotta orizzontale tra servi, precari, sfruttati, vinti, ultimi e penultimi (in sintesi plastica i capponi di Renzo Tramaglino), che purtroppo in quest’era post-ideologica sembra aver preso il posto dell’antica lotta verticale, quella contro l’oppressore, il neoliberismo illiberale, le angherie più insostenibili, il mercato deregolamentato, l’ingiustizia promossa a sistema, e i padroni del pensiero: “Non esistono poteri buoni”, chiosai, citando De André. Mi rispose con un “grazie”, e non fu per svignarsela.
Chiudo qua. Non vorrei che, dopo aver letto queste righe, Michele Scalese mi convocasse per cantarmene quattro: ché il ragazzo, per chi ancora non lo sapesse, è anche un ottimo tenore, oltre che un eccellente organista.
Che invidia.
Antonio Mellone
Nulla di fatto nella gara di andata del play out che il Ct “Giovanni Stasi” di Galatina ha giocato contro il Jt Perugia in casa, sulla terra rossa di contrada Guidano, domenica scorsa.
C’era molta attesa per il primo round della sfida che si chiuderà il 7 luglio a Perugia e che decreterà quale tra le due squadre potrà salvarsi e disputare il prossimo campionato nella serie cadetta B1 e quale team dovrà invece retrocedere in B2.
Ecco tutti i risultati degli incontri disputati: Fuele Matyas Lajos contro Casucci Gilberto 6-3/6-3, Bellifemine Alessandro Raffaele contro De Bernardis Alessio 6-1/6-3, Cardinale Andrea contro Casucci Giulio 3-6/6-2/1-6, Duma Jacopo contro Trivunac Nikodije 0-6/3-6. Nei doppi Cardinale Andrea / Duma Jacopo contro Casucci Gilberto / De Bernardis Alessio 1-6, 0-6 e Bellifemine Alessandro Raffaele / Novo Ignacio contro Trivunac Nikodije / Casucci Giulio 6-4/7-6(7-5).
«Oltre al caldo e a tutte le difficoltà del caso – dichiara a fine gara il Capitano e direttore tecnico Donato Marrocco – la squadra ha dato il massimo. Sapevamo che sarebbe stato difficile: puntavamo alla vittoria di Andrea Cardinale, ma si è dovuto arrendere al terzo set contro un avversario davvero ostico. Abbiamo assistito a un doppio molto equilibrato e ben giocato da Bellifemine / Novo, vinto al tie break del secondo set. Sappiamo che a Perugia sarà molto dura, ma rimaniamo fiduciosi e positivo: daremo più di quello che si potrà dare per rimanere in B1».
Ufficio Stampa Circolo Tennis “Giovanni Stasi” Galatina
Si svolgerà a Galatina il prossimo 7 luglio un casting moda nell’ambito della manifestazione Festival dell’aria consapevole.
Un'occasione importante per le ragazze salentine di vivere una nuova esperienza avvicinandosi al mondo della moda, ma non solo.
Infatti, il casting porterà alla selezione delle modelle che saranno protagoniste di un importante evento che si terrà a Galatina il 21 agosto prossimo, dove la moda incontrerà la musica e le tradizioni.
Il casting vedrà la partecipazione di un parterre d’eccellenza e di conseguenza offrirà grande visibilità a tutte le partecipanti.
Anche chi non sarà prescelta entrerà in contatto con l’organizzazione perché l’evento del 21 agosto è solo il primo di una lunga serie di eventi targati Pro Loco, che ha la mission di valorizzare la bellezza del territorio, oltre ad essere garanzia di professionalità e correttezza.
Appuntamento quindi domenica 7 luglio in viale Don Bosco alle ore 19. Le ragazze minorenni dovranno essere accompagnate da un genitore.
Per requisiti e contatti fare riferimento alla locandina dell’evento.
Lorenza Pascali, Presidente Pro Loco APS Galatina