Ebbene sì, mè scappato un libro. Oddio, Libro è una parola grossa: pamphlet, libercolo, libello o libretto sarebbero denominazioni molto più azzeccate.
Confesso di aver trattenuto il tutto finché mè stato possibile, ma poi non ho più potuto farne a meno. I libri son fatti così: dopo un po sgattaiolano dalle tue mani per andare a finire in quelle degli altri. Il diritto di proprietà privata o dautore funziona indubbiamente, ma fino a un certo punto. Poi le parole hanno bisogno di altri occhi, oltre ai tuoi, e di libertà di stampa: quella che talvolta il digiuno di satira e di sorrisi prova a obliterare. Per fortuna invano.
In questo fascicolo sono rilegati alcuni dei miei brani editi, altri inediti. I primi, però, non furono su carta, ma on-line, vale a dire sullacqua, nellaria, ovunque nellinesorabile dimenticatoio. E certo, perché Internet e poi i CD, le chiavette Usb, la memoria Ram o altre diavolerie simili non hanno chissà quale durata; la tecnologia Libro-di-Carta, invece, come già dimostrato abbondantemente, arriva a superare addirittura i secoli. E la cosa pare funzioni anche se lautore di questa benedetta tecnologia tradizionale dovesse per caso rispondere al nome di un Carneade qualsiasi, come quello di Antonio Mellone.
Il curioso del genere commedia (stavolta tuttaltro che Divina) o chi avesse voglia di ridere (soprattutto di se stesso) si tuffi tranquillamente nelle acque di questo libretto, con la consapevolezza di non aver bisogno di caricarsi in spalla bombole dossigeno per poter arrivare fino in fondo: vista la brevità, o se vogliamo il livello sufficientemente basso della marea, riemergerà dallapnea poco dopo senza alcun rischio di ipossia.
In questo tomo, dove il vero e il verosimile si fondono creando le storie, si parla di banca, di clienti e di colleghi, e quindi di dialettiche (ma soprattutto dialetti) fuori dal comune, di decibel in grado di trasformare la filiale di un istituto di credito in uno scorcio di mercato ittico (onde il concetto di volume non è quasi mai strettamente correlato a quello di libro), di lamentele per laria condizionata che non va (roba da tutto il caldo minuto per minuto), di confidenze su nomi e cognomi di chi usa farla fuori dal vaso (in senso letterario e giacché anche letterale).
Nulla sfugge allocchio e allorecchio del sottoscritto Osservatore Nohano. Ma molto di quel che accade durante il lavoro è giusto e pio che rimanga nella penna, testimone muta di molte cose che essa stessa consiglia, per segreto bancario, di non scrivere.
Non posso star qui a ringraziare uno per uno chi ha permesso la stampa e la diffusione di questo pamphlet, se no non la finirei più.
Per ora mi basti dire che ancora una volta ho avuto la fortuna di non essere un APS, vale a dire un autore a proprie spese: infatti, a meno della mia tesi di laurea, per le mie (modeste) pubblicazioni ho sempre trovato finanziatori, ma chiamiamoli pure editori, ancorché non sempre attaccati al proprio conto economico, sicché talvolta, come anche in questo caso, la motivazione risponde più alle leggi del cuore che a quelle della vecchia economia aziendale.
La copertina (con le caricature dei direttori in prima, e dei miei colleghi di Taviano e di Alliste in quarta) nonché le vignette sparpagliate nel testo sono tutte sgorgate dallincredibile matita a colori di Marcello DAcquarica (e di chi altri sennò), sempre pronto a darmi retta piuttosto che a mandarmi in un indicato paese.
Signore e signori, buona lettura. Ma vi dico subito che se pensate di trovare in Sceneggiate Banconapoletane i dialoghi di Platone probabilmente avete sbagliato libro: se a Platone sostituite Mellone, no.
Antonio Mellone
Sono felicissimo per la mia crescita tecnica e orgoglioso della mia società. Si può riassumere con questa breve ma significativa dichiarazione il percorso sportivo di Francesco Schiattino, classe 2002, allievo della Scuola Volley Showy Boys e in forza alla squadra che milita in serie C e under 18. Ragazzo simpatico e solare, Checco, come viene chiamato dai suoi compagni, sorride e scherza prima di iniziare a raccontarci la sua esperienza in casa bianco-verde.
Quando quattro anni fa decisi di cambiare sport, di lasciare il karate per iscrivermi al corso di pallavolo ma non avevo contezza di quanto questo sport mi potesse coinvolgere con il trascorrere del tempo. Oggi posso dire di essere contento del mio, se pur breve, cammino sportivo e posso considerarmi fortunato ad avere avuto lappoggio della mia famiglia che è sempre stata lì a spronarmi, ad andare avanti, ad impegnarmi sempre di più, anche nei momenti di difficoltà.
Dopo il mio primo anno di attività, lassociazione del mio paese natio, per motivi di forza maggiore, si sciolse e insieme ad alcuni miei compagni di corso decidemmo di guardarci intorno per capire in quale società poter continuare a coltivare la nostra passione. Grazie anche ai suggerimenti del nostro amico Piero e alla sempre piena disponibilità dei genitori, decidemmo di iniziare a frequentare la Scuola Volley della Showy Boys e oggi posso affermare che non ci fu scelta migliore.
Francesco ricorda molto bene il suo primo incontro con i dirigenti galatinesi. Era il mese di agosto del 2016 e ci ritrovammo in piazza San Pietro a Galatina, dove ha sede il club bianco-verde, per conoscere lo staff della mia attuale società. Un grande gruppo dirigenziale che prima dei risultati sportivi ha sempre guardato con attenzione alla crescita tecnica e umana degli allievi del settore giovanile. Non è un caso se la Showy Boys ha ricevuto dalla Fipav prima il riconoscimento di scuola regionale di pallavolo e lo scorso anno il marchio dargento quale certificazione di qualità dellattività giovanile.
Sono trascorsi più di due anni e Francesco ha visto sviluppare le sue doti grazie allimpegno personale e ai preziosi consigli tecnici. Mi sono dedicato in tutto e per tutto a questo sport, applicandomi negli allenamenti sotto lattenta guida del mister Gianluca Nuzzo che è diventato per me un secondo padre, sempre presente, sia nel mio cammino sportivo che in quello scolastico, pretendendo il massimo dei risultati. Certo, i primi anni sono stati molto duri, mi applicavo negli allenamenti e durante le gare, ma spesso non ero tra i titolari in campo. Supportato dalla mia famiglia non ho mai mollato e, come accade nelle più belle favole, alla fine dello scorso campionato mi sono ritrovato ad essere convocato prima nella selezione provinciale Fipav e poi nella prima squadra impegnata in serie C. Non dimenticherò mai lo stato danimo in quella partita, il tremolio delle gambe, il battere del cuore tanto da sentirmi soffocare. Al fischio dellarbitro, però, tutto è andato via e disputai la mia partita. Oggi mi trovo a giocare nuovamente in prima squadra nel campionato di serie C e, nello stesso tempo, a competere nel torneo provinciale di categoria under 18.
Il centrale Francesco Schiattino ha ancora parole di elogio per la società e per il suo allenatore Nuzzo. Ringrazio la dirigenza e il tecnico che stanno credendo in me. Loro hanno anche fatto una scelta molto coraggiosa e in controtendenza schierando in serie C i ragazzi classe 2001, 2002 e 2003 e offrendoci così una ghiotta opportunità di crescita.
Il giovane atleta ribadisce, infine, limpegno per il prosieguo della stagione: Continuerò ad allenarmi con dedizione, sacrifici e rinunce sapendo che solo con un impegno costante si possono raggiungere grandi risultati nella vita, nello studio e nello sport. Il nostro claim recita Noi siamo la Showy; ecco noi siamo un vero gruppo e non deluderemo le aspettative della società e del mister.
www.showyboys.com