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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 01/09/2018

Premetto che adoro la Notte della Taranta. Il sistema dei concerti a ragnatela nei diversi paesi del Salento. La iatrodanza e la iatromusica, la contaminazione, la ricerca e la sperimentazione di nuovi linguaggi musicali, gli artisti nostrani, e i “forestieri” che si cimentano con il dialetto della mia terra. E ammiro tutto il lavoro di organizzazione che ci sta dietro.

La seguo fin dagli esordi, quando i concerti melpignanesi si tenevano in piazza San Giorgio all’ombra della chiesa madre. E mi auguro di poter continuare a farlo in futuro.

A dirla tutta, negli ultimi tre o quattro anni - sarà per via dell’età -, assisto alle prove il giorno prima della prima, cioè il venerdì che precede il Concertone: lo spettacolo inizia a un orario ragionevole, non termina il giorno dopo, non trovo chissà quale confusione, e riesco ad arrivare fin sotto lo stupendo palcoscenico senza alcun rischio di agorafobia.

Insomma siamo in pochi intimi, vale a dire i soliti 30/40.000 spettatori (più o meno un terzo rispetto a quelli dell’indomani).

Premetto ancora che anche questa volta ho ascoltato e visto tutto fino alla fine, e l’ho trovato sublime. Durante le esibizioni ho pure suonato il mio tamburello - ma non ballato onde evitare di fare la figura di un ulivo colpito da Co.di.ro [per la cronaca io ballo da solo, quando non mi vede nessuno. Vabbè, ho pure frequentato un corso di Latino-Americano ma ho imparato solo il latino; ma questa è un’altra storia, ndr.].

Detto questo, confesso che quest’anno già sin dal mio arrivo a Melpignano, nel pomeriggio della vigilia, più o meno intorno alle 18, è come se non mi sentissi completamente a casa mia, una sensazione come quella che credo provi un pesce nell’acquario di una pescheria. Qualcosa non mi quadrava punto.

E non è stato tanto il problema dei primi cinque euro per il parcheggio (incustodito) nella zona industriale “gentilmente” richiestimi dall’esponente della società, mi pare, del Veneto (a proposito di km 0 e di incentivi alle aziende del territorio), quanto il fatto che non c’era la solita atmosfera di comunità. Non so se mi spiego: voglio dire che sì, si sentiva nell’aria odore di collettività, ma non profumo di comunità. Ecco.

 

Insomma, m’avvio a piedi verso la grande arena del concerto, con il mio tamburello in mano, un borsello a tracolla acquistato ventiquattro ore prima a saldo in quel di Andria, bermuda d’ordinanza e la mia bella maglietta No-Tap rosso fuoco: indumento che sfoggio nelle migliori occasioni, tipo prime comunioni, cresime, matrimoni e concerti di alta classe.

Appena superate le barriere di cemento antisfondamento (evidentemente per la solita fobia dell’Isis), un energumeno in vestito d’orbace – forse irritato dal rosso come manco una Tarantata - mi chiama: “Eia, eia, alalà?”. Mi volto: “Prego?”. E il camerata di rimando: “Devi aprire il borsello”.

Insomma ispezione. Chissà cosa l’addetto alla “sicurezza” pensava nascondessi in quel minuscolo marsupio. Probabilmente un bazooka telescopico, una bomba ad aria compressa, un contenitore di antimateria disinnescabile solo da Robert Langdon, il prof. di 'Angeli e Demoni' inseguito dalla setta degli Illuminati (o forse erano i Fulminati). Sta di fatto che l’energumeno di nero vestito mi lascia entrare nella zona “rossa” [magari fosse stata rubiconda, anziché corvina, ndr.] senza batter ciglio, non accorgendosi, il poveretto, che un’arma portentosa c’era eccome, e in bella vista, in quella tasca da spalla con cinghia regolabile: ed era la mia penna.

*

Superati nell’ordine Security, Vigili Urbani, Polizia, Carabinieri, Esercito, Aeronautica, Servizi Segreti, Kgb e pure la Cia (la zi’ Cia, per la precisione) arrivo nella grande arena del concerto.

Ma dove sono tutti quei ragazzi degli altri anni accampati con le tende e i teli, e dove i coloratissimi venditori di tutto, dalle bibite con il ghiaccio nelle vasche di plastica alle crepes, dai braccialetti etnici alle noccioline, dalla scapece ai mustaccioli, dai fichi alle fette di Mellone paesano? Dov’è andato a finire il grande prato proletario del tempo che fu?

Vuoi vedere che la famosa Deregulation funziona solo per le grandi aziende – mi son detto - mentre per piccoli commercianti e artigiani la Regulation diviene ferrea?

E dov’è andato a cacciarsi quel pizzico di anarchia, vale a dire di libertà (art. 33 Cost.) che rende ancor più belle Arte e Cultura? Che fine ha fatto la lotta che è voce del verbo amare?

 

Di grazia, in quale anfratto di Melpignano, recondito e insonorizzato, saranno mai state proferite le parole “Paesaggio e Terra”, fil rouge pare della Notte della Taranta 2018? Mi domando infine e en passant perché mai tra gli altri (bravissimi) artisti, sulla scena di Melpignano e dintorni non possano esibirsi, per dire, pure i Sud Sound System e qualche altro gruppo magari meno mainstream.

*

A corroborare le mie impressioni alcuni amici mi han riferito che all’indomani, durante il concerto, l’unica bandiera No-Tap presente in zona è stata sottratta e ammainata in malo modo da una squadra di squadristi della security (scusate: pleonasmo e allitterazione mi son venuti così). Dicono che il suo garrire al vento desse fastidio alle telecamere della Rai (cioè la diciamo nuova Rai del governo del diciamo cambiamento). Mi chiedo se non sarebbe bastato chiedere gentilmente allo sbandieratore di farsi leggermente un po’ più in là, senza calpestare - come troppo spesso sta succedendo - l’articolo 21 della Costituzione e senza il bisogno di passare d’amblée da tappisti a teppisti.

Comunque tutta la mia solidarietà ai poveri esponenti del politically correct terrorizzati da un piccolo drappo. Pare non se la passino tanto bene.

Per non parlare poi dei loro mandanti, se possibile messi peggio.

Antonio Mellone

 

La tutela della salute e la salvaguardia del nostro ospedale sono punti prioritari della nostra agenda politica. Già durante la campagna elettorale abbiamo posto l’attenzione, insieme a tutta la coalizione, sulla necessità di salvaguardare l’ospedale Santa Caterina Novella rispetto ad un suo smembramento e svuotamento. Ancora oggi il Partito Socialista è pronto a dare il proprio contributo schierandosi accanto a tutte quelle forze politiche che hanno l’obiettivo di restituire dignità all’ospedale, ai sui operatori ed a tutta la nostra comunità offesa e mortificata dal piano di riordino della sanità regionale voluto da Emiliano.

 In tal senso diamo atto a Giampiero De Pascalis, oggi consigliere di opposizione, di aver proseguito con coerenza la battaglia a favore del nostro nosocomio, iniziata già durante la campagna elettorale, quando tutti ci accusavano di strumentalizzare l’argomento per finalità elettorali. Oggi che la campagna elettorale è passata, il consigliere De Pascalis pagando di tasca propria il ricorso al TAR contro lo smembramento del nostro ospedale, dimostra che questa battaglia non è strumentale ma al contrario è condotta nell’esclusivo interesse della nostra comunità, come ci saremmo aspettati che facesse invece il Sindaco Amante in qualità di massima autorità sanitaria locale.

Dopo l'”anomalo" consiglio comunale monotematico, nel quale non è stato votato alcun deliberato, alle parole non sono seguite  azioni né tentativi di mettere insieme trasversalmente le forze politiche, per studiare di concerto con la Regione una soluzione che potesse dare una prospettiva al Santa Caterina Novella, come anche noi avevamo proposto in quell’occasione. Questo assordante silenzio, unito all'inerzia e alla mancata partecipazione del Sindaco agli incontri sull’ospedale voluti dal consigliere De Pascalis, conferma oggi che quel consiglio monotematico rappresentava, come peraltro era facilmente immaginabile, solo un evento formale  volto a salvare la faccia davanti ad un manifesto immobilismo rispetto al problema. E’ chiaro a tutti ormai che il Presidente Emiliano ha in ostaggio il Sindaco Amante che, per saldare la cambiale politica nei suoi confronti è costretto oggi a tacere, scaricando sui cittadini le conseguenze dei propri accordi e debiti politici.

Allo stesso modo ci saremmo aspettati che l’elezione dei due parlamentari galatinesi del movimento cinque stelle potesse in qualche modo portare ad un livello superiore la tutela della nostra comunità, assente da troppo tempo dalle sedi che contano. Sappiamo bene che il piano di riordino della sanità afferisce alle competenze regionali, ma ci saremmo comunque aspettati un loro intervento incisivo a favore del nostro ospedale.  Il loro silenzio invece appare imbarazzante soprattutto se consideriamo che potrebbero contare sulla possibilità di un confronto diretto con il Ministro della salute anche esso pentastellato, Giulia Grillo, alla quale potrebbero chiedere un intervento diretto sulla questione. 

A questo punto, considerato tutto ciò, non resta che  rinnovare  l’invito a tutte le forze politiche cittadine libere, operanti nelle varie istituzioni, a fare fronte comune con i medici, con gli operatori del settore e soprattutto con i cittadini di Galatina nell’evitare che questo delitto perfetto possa essere portato a termine.

 

Giuseppe Spoti

Consigliere comunale – Partito Socialista Italiano

 
Di Redazione (pubblicato @ 13:36:22 in Comunicato Stampa, linkato 758 volte)

E’ iniziato il conto alla rovescia in vista dell’inizio della preparazione precampionato. La Showy Boys, impegnata per il secondo anno nel massimo torneo regionale di serie C, aprirà ufficialmente le sedute di allenamento in palestra Martedì 4 settembre alla presenza del responsabile dell’area tecnica Gianluca Nuzzo e dello staff dirigenziale.

Per la stagione sportiva 2018-19, l’allenatore bianco-verde ha scelto di puntare sui più giovani in un progetto più ampio, condiviso con il club galatinese, che vede il coinvolgimento degli allievi del settore giovanile provenienti del gruppo under 18.

“Nella fase di avvio sarà effettuato un programma indirizzato più alla preparazione fisica per poi inserire gradualmente la parte tecnica – dichiara mister Nuzzo – da considerare che nell’organico di serie C rientrano i ragazzi del vivaio e il lavoro in palestra ha bisogno di maggiore dedizione”.

La squadra che affronterà il prossimo campionato regionale è composta da giovani atleti che la Showy Boys prepara nella sua Scuola Volley e sui quali società e tecnico stanno concentrando le loro attenzioni.

“Il gruppo è molto motivato e desideroso di fare bene – aggiunge Gianluca Nuzzo – i ragazzi hanno tanto entusiasmo e sono impazienti di dare inizio alla preparazione. Sono consapevoli delle insidie di un campionato così difficile come quello di serie C in cui sono presenti organici di primissima fascia ma la voglia di misurarsi e di aumentare il proprio tasso tecnico va oltre qualsiasi sfida agonistica. L’idea di inserire in prima squadra i più talentuosi allievi del vivaio è stata da tempo condivisa con il nuovo gruppo che ha aderito al progetto apprezzandone modalità e finalità”.

Ora, con la fiducia del tecnico e della società, spetterà alla “giovane” Showy Boys trasferire in campo tutta la passione e la gioia di giocare che contraddistingue i ragazzi bianco-verdi classe 2001 e 2002.

www.showyboys.com

 

Fotografie del 01/09/2018

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