Come qualche mio studente sa bene [sì, ne ho qualcuno per hobby: nel senso che vengono a lezione da me per hobby, ndr.], l’Economia per fortuna non veste l’uniforme. Purtroppo nemmeno l’impermeabile, visto quant’è pregna degli umori del potere e dei caratteri dell’antropologia sociale, a loro volta influenzati dai primi. Insomma siamo in presenza del ciuco che si morde la coda.
Si possono avere eccome delle idee diverse in materia. Questo non implica però che il primo che si sveglia la mattina – mancando di categorie e strumenti dell’analisi economica - possa discettare di Economia. Chi s’improvvisa economista non discetta, scetta (che al paese mio significa tutt’altra cosa), oppure è una Cetta. Laqualunque.
Vero è che gli economisti mainstream son convinti del fatto che la loro disciplina sia una scienza esatta [sbagliato: nel senso che l’Economia non è propriamente una scienza, ndr.], e continuano a sfornare teorie-luoghi-comuni in grado di assicurar loro prebende e carriere universitarie, quando non anche politiche. Codesti Diciamo Professori, perlopiù teologi del neoliberismo, li vedi spesso correre al capezzale dello Stato: ma non per rianimarlo, bensì per impartirgli l’estrema unzione. Ubiqui come manco padre Pio, scorrazzano indisturbati sui cosiddetti giornali nazionali e locali, sulle tele-orba a reti unificate, e purtroppo anche nei dintorni del governo del Paese (incluso l’attuale “del cambiamento” che sta facendo di tutto per assomigliare al Precedente Direttorio, in sigla Pd, riuscendovi benissimo), con l’obiettivo di edulcorare la pillola - posto che si tratti di un farmaco assumibile per via orale e non per altri orifizi.
Ma ritorniamo ai cultori dell’Economia allopatica, i cui ragli sono presi come manco il Verbo descritto dall’evangelista Giovanni. Nel clero di codesto falso pluralismo s’annoverano gli accoliti degli organismi sovranazionali meglio noti come troike (con la k, ma anche senza), che ci spingono verso le dimissioni dalla nostra carica di cittadini, sermoneggiando qua e là su quanto la democrazia sia controproducente al nostro bene supremo.
Ci sono poi in ordine sparso: la setta delle politiche economiche del drenaggio di risorse dai molti che s’impoveriscono verso i pochi che s’arricchiscono, la congrega del Santo Briatore, i servitori dello Status quo, l’arciconfraternita del paesaggio-intonso-roba-da-antiquati, i fautori della Deregulation per gli amici e la Regulation per gli altri, gli ortodossi del Meno Stato e Più Mercato (pazienza se poi le mafie dei mono-oligopoli portano al fallimento di questo benedetto mercato), l’associazione degli schiavi moderni che non sanno di esserlo, i flagellanti delle multinazionali (tipo Tap, parlando con pardon), gli idolatri dei centri commerciali h24 incluso il giorno del Signore (degli Agnelli), e tutto il gregge degli adoratori del Pil, oggi e sempre sia lodato.
Il fanatismo (religioso) Pilifero scorda che nel famoso indice non rientrano cose che invece vale la pena di considerare valore, come la pasta e la salsa di pomodoro fatte in casa, i fagiolini dell’orto di tuo fratello, il polpo pescato in riva al mare con la zampa di gallina, ogni dono ai vicini di campagna, la saggezza di molti padri, l’amore di madre, le calze rammendate, il maglione lavorato ai ferri da zia, l’aria frizzante di un’alba a Lido Conchiglie e il tramonto al canneto di Sirgole. In compenso il Pil aumenta con la vendita di armi, con la caduta di ponti, e perfino quando si scrivono stupidaggini su fb.
L’economista eterodosso, quindi scostumato, forse non avrà mai una cattedra alla Business School (il cui numero di docenti sovente supera quello dei decenti), ma aprirà mondi nuovi alle persone e significati diversi al Pil. Che così potrà diventare Poesia: Ispirazione Lirica, ma anche Pensare Insieme Liberamente, oppure Perfetta Ideale Letizia, Piacevole Interpretazione Logica, Promuoviamo Iniziative Lodevoli, e infine, dulcis in fundo, Pasticciotto Incidentalmente Leccese.
“Incidentalmente”, dico, in quanto il Pasticciotto è Inequivocabilmente Galatinese. Pazienza se l’acronimo che ne vien fuori sarà Pig traducibile con Maiale.
L’importante è che non si tratti di un Mega-Porco[1].
Antonio Mellone
[1] Il Mega-Porco per antonomasia è il centro commerciale di 260.000 mq di cemento vibrato che alcuni talebani dell’ipermercato vorrebbero ancor oggi colare nell’amena campagna di Collemeto, fraz. di Galatina, convinti come sono che gli asini volteggino nell’aere.
Cari bambini,
la scuola è il luogo in cui imparate a leggere e a scrivere ma anche a sorridere, a piangere, a giocare e a non stancarvi mai di essere curiosi.
Cari ragazzi,
per voi la scuola è pura formazione per un domani forse poco nitido ma che vi potrà consentire di fare ciò che veramente amate. Non accontentatevi mai, sappiate superare gli ostacoli con lo studio e la maturità che acquisirete anno dopo anno.
Cari maestri, cari professori,
definire il vostro come un lavoro sarebbe poco corretto. Avete tra le mani bambini e ragazzi come fossero creta da modellare, ognuno in base alle proprie aspirazioni, al carattere, ai punti di forza e debolezza, nello stesso tempo. Ricordate che sarete punto di riferimento per ciascuno di loro, sia come educatori in grado di ascoltare, sia come maestri pronti a donare il proprio sapere.
Cari dirigenti,
è facile comprendere come abbiate a cuore la scuola come fosse la vostra casa, una grande famiglia da coccolare, in cui organizzare al meglio il lavoro affinché tutto proceda per il meglio, avendo un unico obiettivo: la formazione e la soddisfazione dei vostri studenti. Continuate a dimostrare cura e attenzione per ognuno di loro e per i vostri docenti e a proiettare allesterno in maniera completa la visione della vostra realtà scolastica.
Limpegno dellAmministrazione Comunale tutta sarà quello di preservare la crescita degli studenti, mettendo a disposizione ciò che di autentico, innovativo e reale possiamo offrire perché la scuola è alla base di ogni società civile moderna e futura.
Laugurio più sincero per un anno scolastico vivo, mai stanco, capace di rinnovarsi giorno dopo giorno e, quindi, carico di entusiasmo e soddisfazioni. Crediamo fortemente nella scuola perché possa formare i bambini e i ragazzi di Galatina, Collemeto, Noha e Santa Barbara come donne e uomini in grado di camminare nel mondo di domani sicuri del loro sapere e consci del proprio essere.
LAssessore alla Pubblica Istruzione Cristina Dettù
Il Sindaco Marcello Amante
Cera la fila, ieri, in via Marsala a Galatina dove i legali che ho incaricato per presentare il ricorso contro le scelte scellerate della Regione, avallate dallamministrazione comunale, hanno raccolto le firme a margine del ricorso. Sarà il ricorso dei cittadini di Galatina, abbiamo firmato in quasi 400, contro quella politica arrogante e superficiale che ha calpestato il nostro diritto alla salute. Tantissimi non hanno potuto firmare perché sono venuti a centinaia e mi hanno sollecitato di fare una nuova raccolta firme. Gli avvocati hanno dato la loro disponibilità per il 21 settembre alle 18. Appuntamento sempre in via Marsala 70.
Ma intanto quel famoso polo materno-infantile, così osannato dalla maggioranza che siede a Palazzo Orsini, si sta rivelando quello che era: un bluf. I 10 posti di Ginecologia non saranno attivati perché i medici arrivati da Copertino vogliono trasferirsi al Fazzi di Lecce. Stesso discorso per le ostetriche. La Ginecologia non può funzionare non essendoci un reparto chirurgico in attività e la formula del chirurgo presente al bisogno non è il modo migliore per pianificare le attività. Quindi, prima hanno potenziato il reparto di Ostetricia e Ginecologia e ora lo depotenziano.
E le assurdità sono tante. Qualche giorno fa un ragazzo ha avuto un incidente con lo scooter a pochi passi dallOspedale cittadino ed è stato soccorso da unambulanza arrivata da Nardò e che poi ha trasferito il giovane a Scorrano. Sprecano soldi ed espongono a rischi chi ha bisogno di essere assistito e curato. Sono cose che noi cittadini conosciamo bene e per questo la mia decisione di fare ricorso contro la delibera della Giunta regionale sulla riorganizzazione degli ospedali di Copertino e Galatina è fortemente sostenuta dalla città mentre il silenzio del sindaco Marcello Amante diventa sempre più assordante.
Continuerò questa battaglia senza nessun tentennamento e la Regione dovrà confrontarsi con noi. Noi galatinesi non intendiamo rimanere passivi ci batteremo senza bandiere partitiche, forti della militanza attiva dei cittadini. Il presidente Emiliano parla sempre dellimportanza della partecipazione. Se le sue non sono solo vuote parole venga ad ascoltarci e corregga il disastro che ha fatto sullOspedale.
Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis
Giampiero De Pascalis