Di Albino Campa (del 21/01/2010 @ 22:06:24, in Noha Street View, linkato 3112 volte)


Visualizzazione ingrandita della mappa

Le riprese credo siano state fatte ad Febbraio/Marzo del 2009 come dimostra una foto da me scattata mentre aspettavo al semaforo dietro alla macchina di Google mentre riprendeva le strade di Galatina

 
Di Albino Campa (del 18/01/2010 @ 12:38:24, in Eventi, linkato 2578 volte)


DOMENICA 24 GENNAIO
dalle ore 8,15 alle 11,30

VIENI ANCHE TU ad NOHA
nella sede della FIDAS in via Calvario n°15
Tel. 335.6278338
E-mail: noha@fidasleccese.it

Regalati la Gioia di una Donazione di Sangue



Visualizza FIDAS NOHA in una mappa di dimensioni maggiori
 
Di Albino Campa (del 09/01/2010 @ 00:00:00, in L'Osservatore Nohano, linkato 2813 volte)
Osservatore Nohano

n°9 - Anno III

Buona lettura!

(Il file e' in formato Acrobat (Pdf). Nel caso in cui non si disponga del software necessario per la visualizzazione -Acrobat Reader o Adobe Reader-, si puo scaricare gratuitamente dal seguente indirizzo :http://www.adobe.com/it/products/acrobat/readstep2.html)



 
Di Albino Campa (del 06/01/2010 @ 00:00:00, in Eventi, linkato 2975 volte)

Sabato 9 gennaio, l’Associazione FIDAS di Noha, organizza la:

Festa del donatore e di ringraziamento

Programma della serata:

  • ore 18.00 Santa Messa celebrata da Don Francesco Coluccia presso la chiesa Madonna delle Grazie.
  • ore 19.30 Presso il Salone Oratorio Madonna delle Grazie, il saluto di ringraziamento e premiazione dei Soci che hanno raggiunto le 7-15-30-50 donazioni.
  • ore 20.00 Esilerante spettacolo di cabaret di Andrea Baccassino con “Gioventù Bruscata”
  • ore 21.00 Consegna dei premi lotteria ai vincitori del Concorso “Tutti per FIDAS - FIDAS per tutti”.
  • ore 21.30 Seconda parte dello spettacolo di cabaret di Andrea Baccassino con “Gioventù Bruscata”

L’ingresso alla manifestazione è libero.

Festa del donatore e di ringraziamento

 
Di Albino Campa (del 05/01/2010 @ 11:37:12, in NohaBlog, linkato 3812 volte)
romeus jacopo
 Carmine Tundo (Romeus)  Jacopo Ratini
 

Carmine Tundo (di Noha (LE), 21 anni), in arte "Romeus", con l'inedito dal titolo "Come L'Autunno", e Jacopo Ratini (di Roma, 27 anni), con il brano "Su Questa Panchina", sono i vincitori di "SanremoLab - Accademia della Canzone" del 2010, concorso che dà la possibilità a cantanti emergenti - singoli, gruppi e duo - di partecipare, nella categoria "Sanremo Nuova Generazione 2010", al Festival della Canzone Italiana che avrà inizio il prossimo 16 Febbraio. I due artisti, insieme agli altri sei finalisti, sono stati ascoltati dalla commissione "Sanremo Academy", presieduta dal Direttore Artistico Gianmarco Mazzi e composta dagli autori Andrea Lo Vecchio e Massimo Cotto e gli esperti di musica Mariolina Simone e Gigio D'Ambrosio.
I due vincitori hanno superato tutte le selezioni del concorso e si sono giocati la finalissima davanti alla commissione Rai dopo essere arrivati nella rosa degli otto finalisti che comprendeva anche: Roberta Pompa, in arte Maya, 18 anni, di Brescia; Andrea Gioacchini, in arte "Giops", di Galgagnano (CO), concorrente della seconda edizione di "X Factor"; Donato Santoianni, 16 anni, dalla provincia di Varese; Davide Fasulo, da Brindisi; Erika Mineo, da Prato; i "Divario", da Perugia.
L'avventura di "SanremoLab 2010", iniziata a Settembre, ha visto la partecipazione di 312 iscritti, tra gruppi, duo e singoli, per un totale di 418 persone provenienti da tutta Italia. I candidati sono stati selezionati e si sono esibiti davanti alla commissione artistica di "SanremoLab" composta dal presidente Paolo Giordano (giornalista e critico musicale de "Il Giornale"), Nicoletta Deponti (dj di RTL 102.5), Elena Di Cioccio (conduttrice televisiva), Federica Gentile (conduttrice di Radio Rai), Luigi Grasso (esperto di comunicazione musicale) e Bruno Santori (direttore d'orchestra, compositore e arrangiatore).

fonte: http://lovevideomusicfun.splinder.com/tag/romeus

 
Di Albino Campa (del 02/01/2010 @ 05:00:00, in Eventi, linkato 4542 volte)

Domenica 27 dicembre scorso, bellissima serata di musica. Presso l'Oratorio Madonna delle Grazie di Noha si è esibito il gruppo dei “Sud'Est Ensemble”, composto da Andrea De Lumè (tenore), Carmen De Paolis (pianoforte) Stefania Palma (flauto), Caterina Bufano (chitarra) e infine due giovani talenti nohani: Loredana Calò (sax), alla quale dobbiamo dare merito di aver proposto questo evento a Noha, e Piero Rossetti (tromba) nonché special guest della serata. L’evento è stato organizzato dalla Parrocchia S. Michele Arcangelo e dal Laboratorio Culturale Benedetto XVI. Eccovi alcuni flash della manifestazione culturale

 
Di Albino Campa (del 31/12/2009 @ 00:00:00, in NohaBlog, linkato 1812 volte)
 
Di Albino Campa (del 23/12/2009 @ 22:29:00, in NohaBlog, linkato 1828 volte)
 
Di Albino Campa (del 22/12/2009 @ 14:00:10, in NohaBlog, linkato 4504 volte)

Eccovi di seguito l'n-esimo articolo di Antonio Mellone apparso sulla rivista bimestrale "Il filo di Aracne" nel numero di dicembre 2009. Si tratta della recensione del recente libro "Infanzia Salentina" del nostro amico prof. Gianluca Virgilio

Infanzia Salentina, un esorcismo generazionale

Avevo poco più (o poco meno) di cinque anni.
Quella mattina verso le otto, mentre ero pronto per andare alla scuola materna che frequentavo, non ricordo come (forse mia madre mi ci aveva portato mezzo addormentato all’alba), mi trovavo nella casa della nonna, ad un fischio dalla mia, sempre a Noha.
Quella mattina mia madre prendendomi in disparte mi disse: “Oggi la nonna è andata in cielo”.
Io corsi subito sulla terrazza di quella casa - allora una delle poche abitazioni nohane al primo piano, essendo le altre quasi tutte al piano terra - alzai lo sguardo per scrutare il cielo, cercando di avvistare mia nonna.
Era primavera, il cielo era terso, azzurrissimo. Ma mia nonna non la vidi punto.
Rientrai in casa un po’ confuso. Ci pensò mia madre stessa - che dall’espressione sembrava volermi dire: stupidino! - ad indicarmi in anteprima, cioè prima che iniziassero le visite di parenti e amici per le condoglianze, la mamma di mio padre composta nella sua bara.
Sembrava dormisse, ed io non avevo realizzato ancora che mia nonna (quella brava donna che, prima di chiederti se ne volevi, aveva già preparato la fetta di panetto con pomodoro olio e sale) non c’era più. Non avevo cioè compreso che mia nonna era morta. Tanto che alla scuola materna (mi ci mandò comunque mia madre in quella mattinata di trambusto) le suore chiesero a me ed a mio cugino se la nonna fosse ritornata dall’ospedale.
Mio cugino era all’oscuro delle ultime novità. Infatti mia zia Giovanna, sua madre, non l’aveva reso edotto di “tutto”. E rispose alle suore che nonna Maria Scala (proprio questo era il suo nome, mentre il cognome era Tundo) era ancora in ospedale; io invece che ormai sapevo “tutto” dissi subito che era ritornata, e che l’avevo addirittura vista in carne ed ossa in mattinata. Ma non precisai che l’avevo vista in una bara, né che, come m’era stato riferito, se ne fosse volata in cielo. Non avevo ancora preso coscienza del concetto di bara e soprattutto di un accadimento che, come in seguito capii, era (ed è) cosa molto frequente: la dipartita di una persona.  
Questa è una delle mille storie che mi sono frullate per la testa mentre leggevo il bellissimo affresco di una generazione: “Infanzia Salentina” di Gianluca Virgilio (Edit Santoro, Galatina, 2009, 172 pagg.).
Sì, perché leggere questo volumetto significa pensare a tanti accadimenti, tante coincidenze, tante storie affini od opposte, tanti ricordi.
Come ancora ad esempio il tempo delle vacanze, che Gianluca, figlio di professore, trascorreva a Santa Maria di Leuca, mentre io, figlio di contadino, trascorrevo (lavorando!) in campagna, nel mare del tabacco le cui foglie ed i cui taraletti si aggrappavano alla mia infanzia per non staccarsene più. O come il fatto delle giostre che nel corso della festa di San Michele venivano montate fin nei pressi del portone di casa mia (l’ingresso più utilizzato coincideva e coincide anche oggi con il garage), tanto da consentire appena il nostro accesso pedonale, ma non quello della nostra 500 Bianchina, che rimaneva fuori allo scoperto per i tre giorni della festa. Ma nonostante i borbottii dei miei, io ne ero contento, perché mi trovavo nel centro del paese dei balocchi, ed anche perché i giostrai a volte mi facevano omaggio di qualche gettone per le auto-scontro, forse quale forma di risarcimento per il loro disturbo (che per me non lo era affatto).
O come l’amicizia con la famiglia Papadia: quei Papadia che vantano nel loro albero genealogico messer Baldassarre Papadia, autore delle Memorie storiche della città di Galatina nella Japigia, ma anche la (contemporanea) gentile signora Maria Cristina, custode gelosa della stupenda biblioteca paterna, che ho più volte visitato; questa amica che insieme al consorte Paolo, non più tardi di qualche settimana fa, m’ha invitato nella sua bella e storica dimora (adiacente alla Basilica di Santa Caterina) proprio per farmi esaminare le diverse raccolte di giornali d’epoca, di quaderni, di “Domenica del Corriere”, di libri non ancora catalogati nella suddetta biblioteca. Rovistando ben bene tra quelle carte sono certo che si troverebbe l’emeroteca delle riviste di parole crociate, quelle sulle quali il papà di Cristina, il signor Raffaele, capo dell’ufficio imposte di Gallipoli, si esercitava nel tempo libero delle famose vacanze leucane…      
Il libro di Gianluca Virgilio, come gli altri suoi libri di cui ho avuto modo di parlare altrove, ricorda la svelta forma tipografica dei tascabili dell’editore Sellerio, l’editore dei famosi libri di Andrea Camilleri e Gianrico Carofiglio. Ma qui siamo di fronte ad una casa editrice galatinese e non di Palermo, la Edit Santoro; e poi siamo in presenza di un caro figlio di Galatina, dal quale ormai ci aspettiamo anzi pretendiamo un romanzo!
“Infanzia Salentina” è un libro di storie e sentimenti, di tramonti giallo-oro e di schiamazzi di bambini dalle ginocchia sbucciate, di mamme e di zii, di scuola e di febbre per lo sviluppo, di primi turbamenti amorosi e di amicizie che durano una vita, di bagni domenicali nella vasca verde (la mia, pur sempre di plastica, era azzurra) e di giochi in mezzo alla strada: un libro non soltanto di memoria individuale, ma anche, se vogliamo, di esorcismo generazionale. Un libro che ti fa capire che il bisogno di scrivere ed anche di leggere è un tutt’uno con la vita. E chi legge “Infanzia Salentina” non legge Gianluca Virgilio, legge se stesso.

Antonio Mellone

 

Canto notturno di un pastore ...

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