feb262015
Partiranno lunedì 2 marzo 2014 i due giovani volontari che, dopo una attenta fase di selezione, saranno impegnati per un anno nel progetto di servizio civile denominato "Tra sogno e realtà", promosso dall'Assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Galatina. Il progetto, che rientra tra gli otto finanziati dalla Regione Puglia, riguarderà il settore assistenza, area di intervento disabili. Si tratta del terzo progetto avviato da questo assessorato, e le notizie provenienti dalla Regione Puglia sui progetti presentati a luglio 2014 fanno ben sperare.
"Quest'esperienza di servizio civile nazionale - spiega l'Assessore Andrea Coccioli – oltre a favorire la realizzazione dei principi costituzionali di solidarietà sociale, permetterà ai volontari di consolidare il senso di appartenenza alla propria comunità e di stimolare, grazie anche al coinvolgimento del mondo associazionistico locale, il senso di cittadinanza e partecipazione per un servizio prestato alle categorie di persone più deboli e che, in momenti di particolare crisi come quello attuale risultano ancora più vulnerabili. Va poi sottolineato che, alla forte motivazione dettata dai principi del servizio civile, si aggiunge anche una motivazione di carattere formativo e professionale: le azioni previste dal progetto permetteranno infatti ai giovani volontari di acquisire conoscenze e competenze spendibili nel proprio percorso professionale."
feb252015
“Eccu è fattu”, sì, carissimo Don Donato, adesso quella Tua espressione più volte ripetuta davanti a situazioni, determinazioni, cose e altrui convincimenti che non rientravano nei Tuoi canoni della ragionevolezza è diventata la mia espressione di stupore, incredulità e velato rimprovero nei confronti di un ineludibile quanto non accettato percorso della vita che porta alla morte: “...eccu è fattu…”.
Carissimo Don Donato, solo adesso, dopo qualche giorno che ci hai lasciato riesco a rendermi capace di pensare, focalizzare l’accaduto e far scorrere nella mia mente come in un film alcuni momenti degli ultimi anni che hanno caratterizzato il nostro rapporto.
Entrando come ero solito fare nella Sacrestia, il mio sguardo andava subito verso quell’angolo e quella sedia che occupava vicino al piccolo scrittoio, il Suo viso si illuminava accogliente, il corpo già appesantito da tanti malanni si muoveva gioioso, con la mano a braccio teso mi invitava a sedere sulla sedia vicino a lui. Subito iniziavano le simpaticissime reciproche schermaglie “…e mo’ ce si venutu cu nzurti, dicu? Ma guarda un po’!”. Ma chi “nzurtava” era Lui. Le Sue provocazioni comunque non erano mai fine a se stesse bensì tendevano a sapere, capire, intuire attraverso loro, il mio modo di pensare su singoli argomenti di attualità su svariate tematiche.
feb252015
Il servizio di TR News sul convegno diocesano di Pastorale della Salute dal titolo "Eucarestia e fragilità. Trasforma il cuore e servi i malati", che si è tenuto a Noha venerdì 30 gennaio 2015 nell'oratorio della chiesa Madonna delle Grazie. Si è parlato della "cura di Dio" e di quella da essere umano ad essere umano, esperienza unica di altruismo puro.
feb242015
Persona semplice, modesta, schiva da ogni forma di protagonismo, ma aperta al rinnovamento, don Donato, alle soglie dei 90 anni, se n’è andato.
L’ultima volta che l’avevo incontrato (qualche mese fa) ero andato a trovarlo per salutarlo, come facevo ogni tanto quando capitavo a Noha, ma anche per chiedere informazioni sulla storia della chiesa di Noha. Per me era come un archivio e mi capitava di tanto in tanto di doverlo consultare.
Anche se so che mi ripeto, mi sembra utile puntualizzare che fu lui a mettermi la pulce nell’orecchio per cominciare a fare le prime ricerche nel 1973 e scrivere su Noha. Quella prima edizione della “Storia di Noha” stampata e venduta sulla porta della chiesa nel 1973 fu promossa da lui. Da lui ho avuto libero accesso, senza nessuna remora burocratica, agli archivi e registri parrocchiali. Fu lui a portarmi per consultare gli archivi della diocesi di Nardò da cui allora dipendeva la chiesa di Noha. Con lui portammo un po’ di novità nel gruppo delle giovani di Azione Cattolica degli anni “Settanta”, quando tornato dall’America, chiedevo di rinnovare il gruppo con nuove esperienze. Anche i vari cori per l’animazione liturgica (siamo ai primi anni del dopo concilio): coro per giovani e coro per giovanissimi nacquero allora. Ma di lui ricordo volentieri anche la sua facilità nell’entrare in nuove esperienze ricreative, formative e di aggiornamento.
feb242015
Ciao caro Antonio e Albino,
ancora sconvolto dalla tristissima notizia per la morte del buon don Donato, rivolgo le mie più sentite condoglianze a te, Antonio, a tutti i suoi familiari e a tutta quanta la comunità di Noha che è molto legata al ricordo del nostro vecchio arciprete.
Neanche due mesi fa, in occasione del mio trentesimo compleanno, ho ricevuto da parte di don Donato un messaggio vocale di augurio che è stato molto gradito. Ho pensato molto ma poi ho deciso, nonostante il mesaggio fosse strettamente personale, di metterlo a disposizione di tutta quanta la comunità per dare la possibilità di sentire ancora una volta la sua voce. Questo perchè credo che sia uno dei pochissimi se non l'unico audio che faccia sentire chiaramente la sua voce e che non sia vecchio di anni (ripeto, risale a neanche due mesi fa). Ho deciso anche di darvelo per il fatto che in esso, come era suo solito fare, scherzosamente parla della sua età avanzata e, come nel suo solito, riesce ancora a far ridere. Credo che sia l'ultima testimonianza che abbiamo della sua personalità, per questo vi propongo di pubblicarlo sul sito.
feb222015
La “Via Crucis” di don Donato, mio zio, ha raggiunto lentamente il suo “Calvario” proprio ieri sera, verso le ventuno, allorché, con l’ultimo respiro, si è abbandonato nel bacio del Signore.
La “sosta” in quel di Casarano, all’Euro-Italia prima, e al reparto di Ortopedia dell’ospedale civile di quella città poi, è durata un paio di mesi all’incirca: tanti quanti bastano per dare l’ultimo tocco alla vita d’un uomo che ha vissuto la sua santità nel più semplice e schietto dei modi, nella più intima e sofferta unione con Cristo crocifisso. Lì, in quel reparto, in quella “terza parrocchia” (dopo quelle rispettivamente di Santa Maria al Bagno e poi di Noha) don Donato ha celebrato ogni giorno le sue messe più belle, quelle dove poneva sull’altare delle offerte la sua sofferenza, “a completamento delle sofferenze di Cristo, a pro del suo Corpo, che è la Chiesa” (cf. 1 Cor 1, 24).
Ma i malanni di don Donato partono da lontano.
Io davvero non ho mai capito come mio zio riuscisse ad essere sempre gioviale, sorridente e spiritoso con tutti, oltre che a partecipare, negli “anni ruggenti” della sua “arcipretura”, a tutte le celebrazioni liturgiche, ad organizzare il coro, a seguire i diversi gruppi parrocchiali, a dare una mano ai bisognosi, ad impelagarsi nella costruzione di una nuova chiesa, insomma a fare il prete (anzi, di più: il parroco), nonostante gli acciacchi che lo tormentavano da decenni, come ad esempio i gravi problemi alla vista (forte miopia da sempre, e poi distacco di retina - con l’aggravante di un intervento chirurgico mal riuscito che gli aveva fatto perdere la funzionalità dell’occhio destro già a partire dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso – e ancora glaucoma, e infine una cataratta non operabile, all’altro occhio, quello “buono” diciamo), le disfunzioni alla circolazione sanguigna a gambe e piedi, e successivamente l’“artrite reumatoide deformante” alle mani già a partire dai primissimi anni ’90, e la gotta che martoriava molte delle sue articolazioni (“sento come tante punture di spilli” diceva), tanto che le processioni solenni erano per lui un vero e proprio supplizio (al quale, non so come, si sottoponeva con gioia), l’abbassamento di udito…
feb212015
Oggi si è spento don Donato Mellone parroco emerito di Noha.
feb212015
Dopo un lungo periodo, che parte sin dal 2010 con il Commissario Straordinario, ed un articolato e tribolato percorso che ha interessato ben 4 amministrazioni il progetto di recupero parziale dell’ ex convento di Santa CHIARA da destinare A CENTRO POLIVALENTE DI AMBITO PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA e’ giunto a CONCLUSIONE con il finanziamento ,quasi integrale, della regione puglia NELL’AMBITO DEI PROGRAMMA INTEGRATO DI RIGENERAZIONE URBANA ( PIRU ) a valere sui fondi PO FESR 2007-2013.
Tutto sembrava liscio e tranquillo da iniziare a mettere in essere gli atti per la predisposizione del Bando di gara per l’appalto dei lavori. Ed invece no. La grave arroganza e eccessiva supponenza dell’Amministrazione Montagna che pure con tanto zelo si è prodigata per raggiungere l’obbiettivo della realizzazione del bel progetto sociale ora rischia di essere ritardato enormemente per delle irregolarità che sono contenute negli atti, sino ad oggi posti in essere dall’amministrazione Montagna.
feb212015
La situazione del complesso del disseccamento rapido degli olivi sta diventando veramente problematica. Sono state pubblicate sul Bollettino ufficiale della Regione, le “Misure fitosanitarie obbligatorie per il contenimento delle infezioni di Xylella fastidiosa” da attuare nella zona infetta, cioè in tutto il Salento.
L’obiettivo è, visto che non si riesce a curare gli alberi malati, agire sull’insetto vettore (Cicalina), tramite un uso massiccio di fitofarmaci mai visto prima. Se si immagina di voler debellare un insetto quasi più piccolo di una mosca in tutto il Salento, si fa presto a capire lo scenario che ci si prospetta.
Il testo dice chiaramente che è fatto obbligo ai proprietari o conduttori dei terreni ricadenti nell’area infetta di eseguire le misure obbligatorie, distribuendo insetticidi su tutta la superficie dei campi e conservare le ricevute dell’acquisto di fitofarmaci, attrezzi, ecc, per almeno 3 anni, come prova dell’avvenuto trattamento. È fatto obbligo di utilizzare gli insetticidi indicati nel documento sia sugli olivi, che sui campi, sull’erba, sull’incolto, sui muretti a secco, addirittura sulla macchia mediterranea. Se qualcuno dovesse rifiutarsi di compiere tale atto, i funzionari regionali sono legittimati ad accedere ai campi e fare quello che non è stato fatto. Tutto questo avrà ricadute tragiche su l’intero ecosistema, la falda, il terreno, l’aria, gli insetti impollinatori, e dunque la salute di tutti. Le api morirebbero, questo è chiaro, con tutte le ricadute sulla fertilità delle piante e l’impollinazione delle stesse. Sarà una strage, una tabula rasa.