E’ stato il monopolio delle squadre baresi a caratterizzare semifinali e finali regionali del campionato Under 13, nella versione 3x3, offrendo delle prestazioni di buon livello e mettendo fuori gioco nei quarti e nelle semifinali i padroni di casa ,rispettivamente OLIMPIA S.B.V. GALATINA E SHOWY BOYS.

La manifestazione indetta dalla FIPAV PUGLIA ed organizzata dalla dirigenza dell’OLIMPIA S.B.V. si è svolta, nelle fasi eliminatorie (quarti e semifinali), in contemporanea sui due impianti galatinesi: Scuola Media “Giovanni XXIII” e Palasport “ Fernando Panico” determinando al termine delle eliminatorie le due squadre finaliste.

Nel primo raggruppamento sono confluite AKITA TEAM VOLLEY S. MARZANO, SCUOLA E VOLLEY ALTAMURA, SHOWY BOYS GALATINA e VOLLEY SAVA.

Fuori subito ai quarti S.Marzano e Sava , l’Altamura non ha trovato ostacoli e ha regolato la Showy Boys garantendosi il diritto di disputare la finale.

Il secondo gruppo invece ha annoverato PALLAVOLO S.VITO, OLIMPIA S.B.V. GALATINA,MATERDOMINI CASTELLANA e PRIMIGI ALBEROBELLO.

Quest’ultimi si sono imposti con facilità sui padroni di casa dell’Olimpia SBV Galatina e poi hanno battagliato con la Materdomini Castellana rimontando un set e conquistando la finale.

Lo spettacolo offerto dai giovanissimi primi attori ha infiammato il pubblico : la folta rappresentanza barese ha  sovrastato gli spettatori indigeni, ormai fuori dai giochi, tifando per i propri beniamini  in un crescendo di gara che alla fine ha visto prevalere la Primigi Alberobello.

Con il titolo di campioni regionali Under 13  è scattata per la Primigi anche la partecipazione alle  Fasi Nazionali  del Campionato in questione, a cui si unirà anche l’altra finalista Altamura a rappresentare il volley pugliese.

 
Di Redazione (del 09/05/2018 @ 13:25:36, in Comunicato Stampa, linkato 870 volte)

Bilancio positivo in casa bianco-verde al termine del campionato under 13 3vs3. Dopo la medaglia d’argento conquistata in campo provinciale, la Showy Boys Galatina si è piazzata tra le prime tre squadre in campo regionale. Grazie al bronzo conquistato ex equo con la formazione barese della Materdomini Castellana ottenuto a conclusione della fase regionale, la società bianco-verde si conferma con il suo settore giovanile ai vertici del volley regionale.

Otto le squadre che hanno gareggiato nelle sfide finali del torneo sul campo del Palazzetto dello Sport "Fernando Panico" e della palestra dell'Istituto Comprensivo Polo 3 di Galatina: Alberobello, Altamura, Castellana. Olimpia Sbv, San Marzano, San Vito, Sava e Showy Boys.

I ragazzi di mister Quida hanno superano nei quarti di finale il Sava, primo classificato della provincia di Taranto, con il punteggio di 2-0 (15-10, 15-14). Stesso risultato per l’Altamura, primo nel girone barese-foggiano, che ha battuto il San Marzano, secondo classificato nel campionato provinciale di Taranto. Invece, escono sconfitti (2-0) l’Olimpia Sbv, prima nel girone leccese, e il San Vito, primo in quello brindisino, fermati rispettivamente da Alberobello, terzo nel girone barese-foggiano, e Castellana, secondo. Le semifinali sono terminate con la vittoria dell’Altamura e dell’Alberobello e nella finalissima a spuntarla è stata la formazione della città dei Trulli che con un perentorio 2-0 ha frenato, un po’ a sorpresa, ogni velleità dei più quotati avversari.

 
Di Antonio Mellone (del 06/05/2018 @ 18:54:53, in NohaBlog, linkato 1845 volte)

Quando una ragazza vi chiede di mostrarle una cappella, voi stupitela facendole vedere una cattedrale.

E così tempo fa accompagnai una delle mie tesiste nella stupenda cattedrale di Nardò, una tra le più belle di Puglia - e alla quale sono particolarmente affezionato. Nossignore, non insegno all’università, ma periodicamente seguo alcuni studenti anche nella redazione della loro tesi di laurea dacché molti professori non hanno il tempo di leggere e correggere gli elaborati dei loro allievi. Sissignore, lo faccio per hobby e, s’intende, gratis et amore Dei. Nossignore, seguo gli universitari di tutti i sessi, non soltanto gli esponenti di genere femminile e di venustà intimidatoria. No, non esclusivamente in Economia, mio pane quotidiano, ma in svariate altre discipline (se no che gusto ci sarebbe). Nossignore, la ragazza dell’immagine non è la tesista di cui sopra, ma mia cugina Martina, una cantante molto brava, ritratta mentre la accompagno (indegnamente) al settecentesco organo a canne della Madonna del Canneto (sic) di Gallipoli. Per dire quanto adoro certi strumenti musicali.

Volete sapere altro? Bene. Dopo questa doverosa (e invero prolissa) premessa, ritorniamo nella Cattedrale neritina.

Ora, confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli, che ogni volta che entro in una chiesa qualsiasi la prima cosa che cerco con lo sguardo è la presenza di un organo a canne. E’ una mia deformazione abbaziale: trascuro tutto il resto, incluso, per dire, un Giotto o un Duccio di Buoninsegna e perfino un Caravaggio (me li tengo per il dulcis in fundo), per andare alla scoperta della fitta palizzata di canne, sovente a mitra di vescovo o a cuspide, svettante da qualche parte.

 

Le argomentazioni della maggioranza sono lunari. Nel caso specifico, la chiusura del centro storico, sono talmente scollati dalla città che i commercianti si sono  rivolti a me per rappresentare le loro ragioni. Nella loro arroganza, unico tratto che li caratterizza, hanno adottato il provvedimento di chiusura calandolo dall’alto e senza preoccuparsi di farlo precedere da un processo di condivisione e di partecipazione.

Il capogruppo di Galatina in Movimento, Vito Albano Tundo, cita l’ordinanza numero 53 del 2017 per giustificare l’inasprimento degli orari di chiusura del centro storico, ma gli sfuggono due ordinanze dirigenziali: la prima riguarda la proroga della zona a traffico limitato, sino al 14 gennaio 2018, dalle  22.30 alle 6 per i giorni feriali, la domenica per tutta la giornata, la seconda che proroga gli stessi orari dal 15 gennaio al 30 aprile. Basta leggere l’ordinanza dirigenziale numero 3 del 2018 per avere conferma.

 

Ancora una volta la solita parte dell’opposizione si avventura in comunicati improbabili con argomentazioni qualunquistiche, opportunistiche e strumentali. Al netto dei soliti sproloqui, mai un’idea concreta, mai una proposta seguita da un progetto realizzabile. Dopo quasi un anno, sembra ancora prigioniera nel film di quella campagna elettorale che l’ha vista sconfitta.

All’ordine del giorno la ZTL e la nostra idea di città, quella chiaramente indicata nel programma elettorale delle Civiche con un centro antico vivo e vissuto, che torni ad essere il cuore pulsante della città.

In quest’idea il “nostro” centro antico non può che essere TOTALMENTE APERTO al commercio, ai ragazzi, alla movida, al passeggio, alla cultura, alle famiglie, alle manifestazioni, non certo al traffico veicolare indiscriminato che inevitabilmente dovrà essere limitato.

Un senso di comprensione verso chi oggi opera nel centro antico ci ha portato a scelte responsabili che riducono solo lievemente l’orario di apertura: un’ora al mattino (posticipando dalle 6 alle 7) ed un’ora la sera (anticipando dalle 20 alle 19), confermata la chiusura del sabato e dei giorni festivi, già prevista lo scorso anno nell’ordinanza 53/D/2017. Un giro di vite, senza salti nel buio ma nella giusta direzione.

 

A quasi un anno di distanza si ripropone il problema della chiusura del centro storico di Galatina e l’immagine desolata del cuore della città deserto. Ancora una volta si tratta dell’iniziativa di una maggioranza che ha poche idee e per giunta confuse. Come è loro abitudine scelgono la strada più semplice per illudersi di agire, ma i rimedi che adottano sono peggiori del male.

Questa mattina gli operatori delle attività produttive del centro storico hanno chiesto il mio supporto dopo che si sono visti calare dall’alto, quindi senza alcuna concertazione, un provvedimento di chiusura ancora più restrittivo rispetto a quello messo in atto lo scorso anno. La chiusura è anticipata alle 19 nei giorni feriali (lo scorso anno era a partire dalle 22.30) e per tutto il weekend a partire dalle 19 del venerdì (lo scorso anno era limitata al sabato sera e alla domenica). Ho ben viva nella memoria la fortissima tensione sociale che si generò con i provvedimenti del commissario straordinario che portarono i commercianti alla serrata, ma non mi sarei aspettato che il sindaco Amante agisse d’imperio dopo aver sbandierato in campagna elettorale che loro erano il nuovo e che le scelte sarebbero state partecipate e condivise.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 04/05/2018 @ 13:39:22, in NoiAmbiente, linkato 1714 volte)

Ecco il risultato di una brevissima ispezione eseguita intorno al centro abitato di Noha con Loredana Tundo, assessore ai lavori pubblici e urbanistica,  Vito Albano Tundo, consigliere di maggioranza  e l’Ispettore ambientale della Monteco S.r.l., signor Gianluca De Iaco.

Strano modo di salvaguardare la salute. Veramente strano modo di amare la Natura. Non entriamo nel merito del rapporto che dovrebbe esserci fra l’uomo e la Terra, del dovere dell’uomo nei confronti della Natura, e nemmeno vogliamo  entrare nel merito del diritto sacrosanto del lavoro, e il metodo giusto adoperato, che sappia equilibrare l’economia con l’ambiente, quello  praticato da chi si guadagna da vivere mediante il lavoro della Terra, ma lo spettacolo a cui abbiamo assistito stamane, è a dir poco raccapricciante.

Non ci sono dubbi sui rifiuti di tipo domestico, materassi, cianfrusaglie varie e mobilia scassata, buttati al margine del campo, addirittura sotto le finestre delle abitazioni di via Catullo, non ci sono dubbi, dicevamo, che gli autori di questo scempio da sesto mondo, siano degli imbecilli, quei famosi elementi che non brillano di intelligenza.

E va bene, pazienza, gliela togliamo noi l’immondizia da sotto il naso. Anche perché fra poco l’incendio stagionale del solito piroglione nostrano  la farebbe respirare (l’immondizia) a tutti i cittadini sotto forma di diossina concentrata.

Ma la Terra, che colpa ne ha la Terra che stiamo lasciando ai nostri figli? E che colpa ne hanno i nostri stessi figli?

 

L'Assemblea si svolgerà giovedì 10 maggio 2018 alle ore 19.00, in PIAZZA XXIV MAGGIO a NOHA, davanti alla nostra Antica Trozza.

Interverrà l'Assessore, Loredana Tundo, per informare la comunità sui progetti in agenda per Noha e anche delle ultime novità riguardanti la Trozza e i principali Beni Culturali di Noha.

 

TUTTI SONO INVITATI A PARTECIPARE.

 

FareAmbiente
Laboratorio Galatina-Noha

 

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 03/05/2018 @ 19:39:04, in La chiesa di Noha e i Vescovi di Nardò, linkato 1731 volte)

In questo capitolo si racconta anche della perduta autonomia di Noha, definitivamente “confusa” con il Comune di Galatina, senza che alcuno osasse alzare ciglio. La Storia (che si studia, non si giudica) è fatta anche di momenti strategici e di persone giuste al posto giusto. Quella stessa storia che, dei se e dei ma, ride beffarda.

La redazione

 

CARMINE FIMIANI (1740 – 1799)

 Vescovo dal 27 febbraio 1792 al 1799

Dal 1792 al 1800 i Pontefice è ancora:

            Pio VI (1717-1799)                    Papa dal 1775 al 1799

 

            L’arciprete di Noha è:

            Don Oronzio Stifani (1746-?),   parroco dal 1774 al 1822

 

            Carmine Fimiani nacque nell’anno 1740 a San Giorgio di Nocera da Vincenzo e da Giovanna Pecoraro. I genitori lo educarono cristianamente e ben presto, alla età di nove anni, lo inviarono a Napoli per essere affidato all’insegnamento di maestri famosi.

            Seguendo la vocazione per la vita religiosa divenne Sacerdote Carmelitano, consacrando tutta la sua vita all’ordine clericale ed allo studio delle leggi romane e canoniche. Conseguita la laurea in teologia, all’età di 29 anni, ottenne la cattedra di Diritto Canonico nell’Università di Napoli. Per la sua VASTA cultura e per il riconosciuto carisma, il Cardinale Giuseppe Capece Zurlo, Arcivescovo di Napoli, il giorno 12 maggio dell’anno 1790 lo nominò Canonico della Chiesa di San Gennaro.

Giuseppe Maria Capece Zurlo (Monteroni di Lecce, 3 gennaio 1711 – Napoli, 31 dicembre 1801) è stato cardinale e arcivescovo di Napoli.

Sin da piccolo ricevette un'educazione religiosa a cura dei Padri Teatini, nella cui congregazione entrò nel 1727. In seguito fu inviato a Roma, dove studiò filosofia e teologia e dove fu ordinato sacerdote il 19 dicembre 1733.

Rientrato a Napoli, insegnante presso i Teatini dei SS. Apostoli, entrò nelle grazie del Cardinale Giuseppe Spinelli, ma fu richiamato a Roma dove ricevette da papa Benedetto XIV nel 1756 la nomina a Vescovo di Calvi. Divenne Arcivescovo di Napoli nel 1782, successore del Cardinal Serafino Filangieri. Contemporaneamente, nel concistoro del 16 dicembre 1782, fu nominato cardinale e nel gennaio 1783 ricevette il titolo di Cardinale presbitero di San Bernardo alle Terme Diocleziane. Morì nel 1801a Napoli.

 

 

Canto notturno di un pastore ...

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