Di Albino Campa (del 01/10/2011 @ 16:00:00, in Eventi, linkato 3395 volte)

Continua anche oggi Valorizziamo i nostri gioielli, la raccolta firme promossa dal Gruppo Mimì e sostenuta dal circolo le Tre Torri per sottoporre a tutela i beni storico-artistici di Noha. Sono diverse le evidenze architettoniche ancora poco conosciute nella cittadina di Noha: dalla torre duecentesca che conserva la struttura del ponte levatoio, liberata dalla fitta vegetazione che ne copriva interamente il prospetto, le casiceddhre di Cosimo Marra sul terrazzo del castello, i labirinti dei frantoi ipogei che gravitano nel sottosuolo di piazza S. Michele, oggi oggetto di attenzione da parte dell’amministrazione comunale di Galatina affinché possano essere aperti al pubblico. E poi la ricca masseria Colabaldi situata nel punto più alto di Noha, illuminata da una splendida luce autunnale del pomeriggio. Grazie agli Amici del presepe di Noha sarà possibile rivivere gli arredi e le atmosfere di un tipica masseria di fine XIX secolo e visitarla nella giornata di domenica 2 ottobre magari accompagnando i figli a far conoscere la civiltà contadina salentina, ormai scomparsa. Resta ancora chiusa alla curiosità del grande pubblico, l’architettura eclettica e bizzarra della casa Rossa, con le sue grotte artificiali e il bellissimo aranceto e ci auguriamo che queste giornate servano a smuovere gli attuali proprietari per un’apertura straordinaria del sito.
 
Di Albino Campa (del 02/10/2011 @ 00:00:00, in Ipogeo, linkato 7458 volte)

Questa mattina avevo un appuntamento importante con alcuni amici di Noha per visitare il poco conosciuto frantoio ipogeo che si trova tra vico Marangia e piazza Castello a Noha. Mi aspettavo, come poi si è rivelato un luogo da scoprire, pieno di fascino e che potesse conservare ancora qualcosa del passato. Ma non mi aspettavo certo di rivedere lo scjakùddhi. Voi penserete certo che mi sto inventando tutto, ma non ero il solo ad avere le visioni, quindi non penso nemmeno ad una suggestione, visto che eravamo tanti. Comunque presto un filmato dell’amico Albino di Noha.it potrà fare luce sull’accaduto. Infatti il folletto dispettoso di nascosto spiava le nostre mosse e solo la telecamera nel buio dell’anfratto ha potuto cogliere il movimento dell’elfo. Ma facciamo un passo indietro, l’invito a scoprire il frantoio ipogeo, era partito da Marcello D’Acquarica infaticabile cultore del territorio di Noha. Marcello insieme agli altri dell’Osservatore Nohano hanno in progetto di riaprire il frantoio ipogeo al pubblico, per trasformarlo in un contenitore culturale a disposizione di tutti. Infatti successivamente hanno raggiunto il luogo anche l’assessore Carrozzini, l’assessore De Paolis e l’ing. Gianturco per i rilievi del caso, da portare sotto forma di documenti alla sovraintendenza dei beni storico – artistico – architettonici di Puglia per avere un lasciapassare, primo passo per rendere fruibile il bene. Ecco come in un vecchio articolo del mio sito web www.rairo.it descrivo il folletto dispettoso. Lo Scjakùddhi, oppure secondo i luoghi carcalùru, lauru, monacizzu, scazzamurièddhu, uru. Altro non è se non il daimon dei greci, oppure l’incubo dei latini che durante la notte si sedeva premendo sullo sterno, impedendo la respirazione e provocando brutti sogni. Poteva essere ora tormentatore degli uomini, ora benefico. Lu scjakùddhi era descritto come un essere molto basso, ancora più piccolo di un nano, con un cappello rosso a sonagli in testa e ben vestito ( il nostro sembra essere vestito di nero ). Era un folletto tra il bizzarro e l’impertinente, cattivo con chi l’ostacolava o svelava le sue furberie, benefico con chi gli usava tolleranza. Bazzicava volentieri le stalle dove spesso si innamorava della cavalla o dell’asina che meglio gli garbava, l’assisteva e l’accarezzava, nutrendola della biada sottratta alle compagne o alle stalle vicine e intrecciava code e criniere, quando i cavalli non gli permettevano di mangiare la biada con loro. Lu scjakùddihi era il dio tutelare dei frantoi di olio, specie di quelli ipogei sua stabile dimora. In passato, quando nelle fredde serate autunno-vernine si vedevano esalare fumi dai fori sovrastanti il frantoio si pensava allo scazzamurièddhu che veniva considerato come il benefattore dei poveri e il folletto del focolare domestico. Spesso, si immaginava che fosse l’anima di un morto, che non aveva ricevuto i sacramenti.

Ma per essere concreti ecco una descrizione dei frantoi ipogei e del commercio dell’olio di Gallipoli.

Gallipoli già dall’inizi del XVI secolo, risultava la maggiore piazza europea in materia di olii per cui l’amministrazione dell’epoca tassava l’immissione degli olii provenienti dall’intera provincia che servivano nella stragrande maggioranza non per usi alimentari, ma in particolare si produceva un tipo di olio grasso e che non produceva fumo, un tipo di olio che serviva ad illuminare le grandi città d’Europa cosicchè Londra, Parigi, Berlino, Vienna, Stoccolma, Oslo, Amsterdam ecc. usarono l’olio salentino per illuminare le strade fino alla fine del XIX secolo quando l’arrivo dell’elettricità mando in crisi l’esportazione del cosidetto olio lampante. La produzione di quest’olio avveniva sottoterra, dove vi erano le condizioni ottimali di calore ed umidità per produrre un olio da esportare, nella stessa Gallipoli vi erano circa 35 frantoi ipogei che lavoravano a ciclo continuo da fine settembre fino a fine aprile due di essi sono stati recuperati e resi fruibili alla visita del pubblico sono quello di Palazzo Briganti in via Angeli e quello di palazzo Acugna-Granafei in via A. De Pace . Della lavorazione niente andava buttato ed anche il sottoprodotto della macinazione e torchiatura delle olive veniva usato per creare un sapone diventato famoso poi, come “sapone di Marsiglia” oppure veniva impiegato nei lanifici. Vi erano molte saponiere in città, tanto che ancora oggi esiste via Saponiere, proprio accanto alla chiesa di S.Francesco. La grande importanza del porto per il commercio degli olii fece accorrere in città vari commercianti, ma anche le rappresentanze di diversi governi europei . Era tanto considerevole il commercio di questo prodotto che papa Gregorio XIII nel 1581 e papa Sisto V nel 1590 accordarono l’assoluzione collettiva a tutti coloro che, impegnati nelle operazioni di caricamento, non avessero santificato la domenica. Per tutto il XVII secolo nel porto di Gallipoli da documenti dell’epoca si ricava la presenza di innumerevoli navi fino a punte di 70 di esse in un solo giorno. Nel secolo successivo la presenza divenne massiccia tanto che Gallipoli ebbe, seconda nel regno dopo Napoli il Consolato del Mare 29 Gennaio 1741, esattamente un mese dopo Napoli che era anche la capitale del regno. Il celebre pittore Filippo Hackert su incarico del re dipinse una tela raffigurante il porto di Gallipoli, questa tela, destinata alla reggia di Caserta insieme alle altre meraviglie del Regno si trova oggi nel museo di S.Martino . In Gallipoli ebbero sede, fino al 1923 i vice consolati di molte nazioni europee : Austria, Danimarca, Francia, Inghilterra, impero Ottomano (Turchia), Olanda, Portogallo, Prussia, Russia, Spagna, Svezia e Norvegia. La nomina a vice consoli avveniva per rilascio di patenti da parte del ministero degli esteri della nazione interessata convalidate dal ministero degli affari esteri Italiano. A corredo del nostro articolo corredato dalle foto del celebre quadro di Hackert, una vasca ed una antica macina per le olive presente nei frantoi ipogei , riportiamo la foto del documento datato 26 Marzo 1877 in cui si rilascia la patente di nomina di vice console di Svezia e Norvegia al commerciante gallipolino Vincenzo Palmentola, ed un paio di foto del palazzo che fungeva da vice consolato di Svezia e Norvegia nel cuore del borgo antico della città a due passi dalla Cattedrale di S.Agata.

Raimondo Rodia
 
Di Albino Campa (del 03/10/2011 @ 23:54:14, in I Beni Culturali, linkato 2977 volte)
I Beni Culturali di Noha in spv (stato vegetativo permanente) resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

icon Indice
icon 1. NOHA
icon 2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
icon3. ARCHITETTURA CIVILE
icon4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
icon5. ARCHITETTURA MILITARE
6. ARCHITETTURA RURALE
7. ARCHITETTURA RUPESTRE

8. ARCHITETTURA FUNERARIA
9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI CULTURALI E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI CULTURALI LIBRARI

 
Di Albino Campa (del 04/10/2011 @ 00:00:00, in NohaBlog, linkato 3707 volte)

Quella odierna è stata una mattinata particolare per gli alunni della scuola elementare e media di Noha. Appena iniziata la prima ora, i loro increduli occhi, hanno notato alcune strane persone con la maglietta blu ed una scritta che riportava:”Citta Nostra – Associazione di promozione sociale – Galatina”.

I volontari dell'associazione galatinese, armati di scope, palette e detersivi erano li per ripulire la palestra che, a causa della mancata pulizia, dovuta all'insufficienza del personale ausiliario, era in condizioni igieniche e di sicurezza talmente gravi, da non poter essere utilizzata.

Per salvaguardare la salute e il diritto degli alunni di frequentare una scuola pulita, Città Nostra, con i propri mezzi e le proprie forze, è intervenuta con una pulizia capillare degli spazi dedicati all'educazione fisica, dei bagni e dei corridoi attigui. Una soluzione, questa, solo momentanea, ma che è volta a sensibilizzare e informare sia i cittadini, che le autorità competenti.

 
Di Albino Campa (del 07/10/2011 @ 00:00:00, in NohaBlog, linkato 3441 volte)

Del frantoio ipogeo e dello Scjakuddhi vi avevo relazionato, ma quella mattina del 1 Ottobre 2011 oltre la presenza del mitico folletto, abbiamo scoperto ed individuato in questo luogo buio ed umido, alcune cose, che faranno ancora parlare e discutere. Intanto la situazione delle sciave, cioè le stive dove venivano conservate le olive momentaneamente prima della loro molitura, murate e rese come deposito dei reflui fognanti delle case sopra il frantoio, sfruttando il camino di ingresso posto all’esterno, dove si svuotavano i sacchi di juta pieni delle preziose olive. Poi abbiamo scoperto un passaggio scavato nella roccia, che porta ad est dell’abitato, chiuso male da un muro posticcio non legato da calcina. Dove porta ? fa parte di una via di fuga ? e poi le vasche intonacate delle cisterne poste proprio sotto il marciapiede accanto all’ingresso superiore del palazzo baronale. Le stalattiti che pendono dalla parete, la data incisa 1771, la mancanza delle vasche di macina, dei torchi, delle lampade ad olio di terracotta, delle ruote di pietra delle stesse macine, ci fa pensare che in passato qualcuno si è impossesato di questi materiali, che hanno un senso solo se posti nel luogo dove si trovavano. Poi cosa ancor più straordinaria dello scjakuddhi è il ritovamento di ossa umane, si, ossa umane, poste sotto un mucchietto di vasellame sminuzzato. In particolare l’osso sacro, di chi è ? Come è finito sotto il frantoio ? Era un uomo ? Oppure una donna ? sarà stato vittima del tremendo ” Trabocchetto ” in cui sparivano le persone indesiderate posto in essere in tutti i castelli ? Quale sarà stata la sua vita, da quanto tempo si trova lì, perchè ? il resto dello scheletro ? spero di potervi aggiornare e rispondere alle mille domande. Ma quel sabato le scoperte non finivano mai.

 
Di Albino Campa (del 08/10/2011 @ 00:01:12, in NohaBlog, linkato 2333 volte)
Carissimi amici e lettori,

è da tempo ormai che l’Italia versa in una situazione più che preoccupante. Quello che sta avvenendo oggi, però, sotto gli occhi rassegnati di tutti, è l’ennesima dimostrazione di mancanza di responsabilità e non solo, direi completa assenza di un che minimo scrupolo di coscienza onorevole e matura. E se tutti siamo consapevoli dei problemi in cui tergiversiamo, dovremmo essere anche tutti consci delle soluzioni da adottare per risolverli, restituendoci un minimo di dignità per l’intelligenza che ci caratterizza. Ma quello per cui una volta ci distinguevamo e cioè l’ingegno, oggi si è tramutato, a scapito di molti, in furbizia criminale di una efferatezza inconsueta. I nostri problemi non vengono dall’esterno, sia ben chiaro, ma da una intimità ammuffita da tempo. La crisi di cui oggi tutti parlano (e di cui tanti in verità si beffano) non è dovuta soltanto ad una situazione instabile globale. Se l’imbarcazione fosse stata costruita nei modi dovuti, la tempesta non ci avrebbe completamente catapultato in questi flutti cupi e burrascosi. La realtà, invece, è che siamo stai sempre non in balia delle onde, ma degli stessi marinai che avrebbero dovuto garantirci una serena traversata.

 
Di Albino Campa (del 09/10/2011 @ 00:00:00, in L'Osservatore Nohano, linkato 3705 volte)
L'Osservatore Nohano

n°6 - Anno V

LA SOLITA SOLFA O TUTTA UN'ALTRA MUSICA? SIGNORE E SIGNORI ECCO A VOI IL NUOVO NUMERO DE "L'OSSERVATORE NOHANO". BUON ASCOLTO!

 
Di Albino Campa (del 11/10/2011 @ 23:08:39, in Un'altra chiesa, linkato 3150 volte)

Continua la nostra rubrica 'un'altra chiesa' con gli interessanti articoli di don Paolo Farinella. I preti-manager a volte si sentono talmente investiti da Dio da ritenere che per le loro "opere" sempre e comunque il fine giustifichi i mezzi

In un mio articolo su La Repubblica, chiedevo al cardinale Bagnasco di urlare. Ha urlato Bagnasco? E’ stato efficace? Non riesco a partecipare al carosello di plauso verso il cardinale Bagnasco che avrebbe parlato chiaro, forte e, come dicono gli esegeti anche laici, ha rotto con Berlusconi. Ascoltando il cardinale e le sue parole accorate, provavo un senso di pena per lui e quelli che gli stavano attorno. Egli, come è nello stile clericale, ha parlato con partecipazione anche fisica e mimica, ma non si rendeva conto che appena avrebbe finito le parole generiche e di buon senso, gli altri, quelli cioè a cui avrebbero dovuto essere indirizzate, hanno preso le distanze: il cardinale ha fatto bene (e ti pareva!), ma non bisogna strumentalizzarlo, il suo discorso è rivolto a tutti e non ad una sola persona. Certo, un po’ di più a Berlusconi che è un po’ «birichino», ma mai e poi mai il cardinale ha inteso dire che bisogna cambiare governo. «Comportamenti vacui»?Parlare di «comportamenti vacui e di cambiare aria» non significa nulla perché, come sempre, nel discorso del cardinale mancava un ingrediente essenziale, quello che fa la differenza: Nome Cognome, indirizzo, Cap e possibilmente C.F. Nel caso: Il Disonorevole Silvio Berlusconi,
 
Di Albino Campa (del 11/10/2011 @ 23:19:50, in NohaBlog, linkato 2740 volte)
Voglio fare una riflessione, rischiando forse (anzi, di sicuro) d’andare controcorrente e d’inimicarmi non pochi di voi. Abbiate però la pazienza di seguire il mio ragionamento.
Lo scorso 5 ottobre è morto Steve Jobs, uno (e non il, come qualcuno si ostina a sostenere) dei fondatori di Apple, e noi subito a piangergli dietro, osannare, ricordare. Succede sempre più spesso nell’era della globalizzazione di affezionarsi a figure sconosciute con cui non abbiamo mai avuto alcuna relazione, che magari abitano a migliaia di kilometri da casa nostra, di cui abbiamo sentito solo parlare, delle quali apprezziamo gesta, idee e carisma, e di affezionarsi a tal punto da arrivare a piangerne la morte. Oggigiorno capita sempre più spesso di seguire con accanimento matrimoni e funerali di vip, politici e reali, di arrivare ad assumere una tale confidenza con gli imputati nei processi di omicidio o con le loro vittime da spingerci a chiamarli per nome come fossero o fossero stati nostri intimi amici (lo zio Michele, Erica e Omar, Amanda e Raffaele, Meredith, Sarah e così via). Tutto merito della benamata tv commerciale!
 

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