Di Redazione (del 21/12/2020 @ 19:06:37, in Comunicato Stampa, linkato 681 volte)

Il 20, 21, 22 e 23 dicembre, dalle 19.00 alle 21.00, ci penserà Babbo Natale in persona a consegnare le vostre pizze.

Vi basterà contattare “Il Covo della Taranta” in c.so Garibaldi,13 a Galatina al numero 393-5659584 e chiedere, sia in modalità “asporto” che in modalità “consegna a domicilio”, il “Menù Bimbulanza”.

Al costo di 12euro avrete una pizza a scelta tra Diavola, Margerita, Napoletana e Capricciosa, una bevanda a scelta tra birra da 0,33, Coca-Cola e aranciata e una porzione di patatine fritte piccola.

 
Di Andrea Coccioli (del 23/12/2020 @ 13:22:19, in Comunicato Stampa, linkato 960 volte)

E’ consuetudine che, in occasione delle festività natalizie, la Scuola secondaria “G. Pascoli” del 1° Polo di Galatina porga gli auguri di buone feste con il tradizionale “ CONCERTO DI NATALE” presso la Chiesa matrice di SS Pietro e Paolo.Il concerto è tenuto dagli alunni del corso ad indirizzo musicale, fiore all’ occhiello del Primo Polo  ,unica Scuola a Galatina ad avere già da 14 anni questo indirizzo da non confondere con il normale ampliamento dell’ offerta formativa che propongono le altri Istituti cittadini…..

Così ha avviato l’incontro la Dirigente,Anna Antonica, durante l’ Openday del 21 dicembre.

Un incontro organizzato con il massimo scrupolo e il rispetto della norme anti Covid  che ha visto la partecipazione di gruppi di genitori ,non più di 15 alla volta,registrati all’ ingresso ,che hanno fatto conoscenza della mission e della vision dell’ istituto, della sua storia e del suo essere connotato come fucina  di tradizione e innovazione.

Trapelava dalle parole della dirigente la nostalgia per tutto quello che la scuola di ogni anno: l’accoglienza,i progetti nazionali e internazionali, gli stages e i gemellaggi ,i laboratori ….ma l’ ottimismo per un futuro di normalità riaffiorava alle domande dei genitori.

Sono stati presentati ai genitorii docenti e, in particolare, quelli del corso musicale hanno illustrato la peculiarità del loro percorso formativo entrando nello specifico delle specialità strumentali, quali la Chitarra classica, il Violino, il Flauto traverso ed il Pianoforte.

Con la presentazione del personale docente e non, la D. S. ha illustrato il Piano dell’Offerta Formativa nei dettagli, tenendo conto delle linee guida del Ministero riguardo all’emergenza COVID.

 
Di Michele Scalese (del 23/12/2020 @ 13:28:05, in Comunicato Stampa, linkato 748 volte)
Cari compagni,

ci avviciniamo al Natale e alla conclusione di questo 2020. È stato un anno impegnativo per tutti noi, segnato da una situazione che ha stravolto le nostre vite. Malgrado tutto, siamo riusciti a creare nella nostra Noha le condizioni affinchè il Partito Democratico si rafforzasse, ponendo l’attenzione sui giovani e vincendo situazioni che da tempo ci attanagliavano. Ci attendono sfide importanti, amici miei, e per questo sarà necessaria la buona volontà di tutti.

 
Di Antonio Mellone (del 23/12/2020 @ 13:33:24, in NohaBlog, linkato 1792 volte)

Premetto che non frequento gli istituti di bellezza, benché a Noha se ne annoverino almeno quattro e pure molto qualificati: ma non in quanto non creda di non averne bisogno, ma perché sono certo che sarebbe del tutto inutile nonostante talvolta possa capitarmi di udire affermazioni, che dico affermazioni, accenni alla mia venustà da parte delle tipe di turno (si chiama prosciutto sugli occhi), che, per quanto appunto mendaci, scendono dolcissimi alle mie orecchie e mi danno quella che si usa definire un’incontenibile emozione.

Vero è che soltanto una manciata di anni fa i centri estetici erano pressoché preclusi ai soggetti di sesso maschile; oggi invece pare che l’uomo non disdegni il pedicure, e va bene, ma anche la manicure (e io che credevo fosse sufficiente mangiarsi le unghie), la maschera facciale (oltre a quella di circostanza), e non vi dico cosa non arrivi a fare, il suddetto uomo, per le sopracciglia (tra forbici, pinzette, colore e addirittura gel trasparente), per l’epilazione del torso (non sia mai venga catalogato come villoso) e addirittura della schiena e delle gambe con tecniche di toelettatura le più disparate, per non parlare infine dei trattamenti di ringiovanimento o - come idioma tecnico comanda - Antiage a botte di Make up. E comunque non si può certo sostenere che, almeno su questo, e senza i miliardi del Recovery plan, la parità di genere non sia stata finalmente raggiunta.   

Ma non volevo discettare del Maschio Alfa (men che meno del Maschio Analfa), bensì del bel centro estetico della Maria Agata Paglialonga denominato “Ninfea” - dal nome di un fiore acquatico, particolarmente profumato, ricco di significati simbolici, ritratto centinaia di volte dal maestro dell’impressionismo francese Claude Monet (1940-1926) e cantato giustamente dai poeti, tra i quali Antonia Pozzi (1912-1938), i cui versi a tema iniziano così: “Ninfee pallide lievi - coricate sul lago – guanciale che una fata risvegliata – lasciò sull’acqua verdeazzurra […]), per poi continuare viepiù struggenti.

Ebbene, il Centro Estetico Ninfea di via Pirandello ha appena compiuto la (appunto) bellezza dei 15 anni di vita, ma visto il contesto è proprio il caso di dire che non ha manco una ruga. Anzi, non solo è fresco di maquillage diciamo edilizio (oltretutto, causa pandemia, i mesci son dovuti ritornare dopo poco per ulteriori interventi), ma anche di strumentazione all’avanguardia per i trattamenti di viso e corpo: mi vengono ora in mente il solarium, il vaporizzatore, il laser, e tutta l’apparecchiatura per la pressoterapia. Ma a dirla tutta il primo attrezzo del mestiere di Maria Agata e delle sue collaboratrici specializzate (frequentano mille corsi di aggiornamento, sono brave, e casualmente pure belle - come la loro capa) sono le orecchie. Sissignore, non può non essere l’Ascolto (ergo l’empatia) il più importante strumento di ogni lavoro, ma specialmente di un’attività che possa fregiarsi della qualifica di artigianale e che abbia quale punto di riferimento basilare la Persona. Prima che mi scordi vi dico pure i nomi delle professioniste che lavorano in questo studio: intanto c’è Ester che si occupa dell’accettazione (cortesissima, ma non mi farebbe accedere al centro per fare domande manco se le citassi a memoria tutti i loro prodotti di Nutrietica), poi Lorena Rossetti (la veterana, ma pur sempre giovanissima eh), e quindi Maria Luisa Pasca e  Chiara Lupo (non presenti nelle foto in quanto entrambe in maternità: la prima neo-mamma, la seconda bis-mamma) e infine, ma non meno importante, la Sofia, diciannovenne, figlia d’arte (cioè della principale).

Ora. Se volessi incentrare il discorso sul concetto di Benessere non la finirei più, con il rischio serio di farvi venire il latte alle ginocchia, i peli superflui, e pure le borse sotto gli occhi con tanto di zampe di gallina a corollario. Qui, invece, mi limiterei a ribadire il fatto che è vero che il benessere e la bellezza non possono non provenire che dal “di dentro”, cioè dall’Essere interiore, ma non tutti possono essere dei mistici alla Meister Eckhart: sicché credo sia giusto pensare che si possa tendere a un certo bilanciamento tra il mondo sensibile e quello endogeno, cercando possibilmente la versione migliore di se stessi (piuttosto che la solita brutta copia di qualcun altro) grazie anche a botteghe come la Ninfea di Noha.              

Compatendomi non poco, Maria Agata nella sua indulgenza plenaria sembra volermi dire che, lavorandoci un po’, ossia sodo (d’altronde, come si dice in paese, “Se bellu voi parìre, doja de core t’ha sapìre”), qualche speranza potrebbe esserci persino per il sottoscritto. Traduzione: se mi sottoponessi per esempio a qualche massaggio rilassante potrei risparmiarmi tranquillamente quell’aria così British che talora fa somigliare le mie movenze a quelle di un maggiordomo dei Windsor - quando invece altro non sarebbe che rigidità dei muscoli del collo dovuta al diuturno stress.    

Vi confesso che la titolare mi ha quasi convinto. Mo’ non mi resta che superare l’ultimissimo scoglio: il terrore della ceretta.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 25/12/2020 @ 09:44:59, in NohaBlog, linkato 1036 volte)

Auguri di buona Rinascita a tutti i Nohani e a tutti quelli che, in un modo o nell’altro, sono legati a Noha da un sentimento o da un ricordo. Li facciamo con l’immagine del Bambinello della chiesa madre di Noha, quello che nel corso degli anni cinquanta del secolo scorso, durante l’archipresbyteratus di don Paolo, si salvò (unica statua di quel presepe) da un violento incendio causato dal calore delle candele. Fatto emblematico in un tempo, questo, in cui si sente il bisogno di una Rinascita civile, culturale, politica e probabilmente pure sentimentale.  

Noha.it

 
Di Redazione (del 27/12/2020 @ 16:29:48, in Istituto Comprensivo Polo 2, linkato 1264 volte)

Dirigente, insegnanti, alunni e genitori del Polo 2, scuola Primaria di Noha, hanno inventato le Scatole Nohane (non cinesi) per augurare a tutti Buon Natale. 

 
Di Antonio Mellone (del 27/12/2020 @ 16:38:59, in NohaBlog, linkato 1196 volte)

Una buona fetta di galatinesi è a stento consapevole di quel che capita sul marciapiede di casa sua, salvo poi essere perfettamente al corrente su molti altri fatti (tipo cosa hanno mangiato a Natale e con chi gli “amici” di fb).

Un’altra porzione degli stessi è venuta a conoscenza solo per puro caso del fatto che ‘scappano’ i pini di viale don Bosco - nel senso che gli alberi se la squagliano proprio da questa città che evidentemente non li vuole e forse non li merita - ma la curva dell’elettroencefalogramma di codesti concittadini continua a rimanere appiccicata con il Super Attack all’asse delle ascisse, onde non storcono muso né muovono polpastrello sullo schermo tattile del personale smartphone né per dissentire (certuni credono che il verbo dissentire abbia endemicamente a che fare con il sostantivo dissenteria), né per appoggiare questa politica della sega (che a quanto pare sembra provocare l’acme del piacere). Sta di fatto che, come cantava quello, Là dove c’era l’erba ora c’è una citta (Citta, senza accento, mi raccomando, se no la traduzione dal vernacolo sarebbe diversa da Zitta, Muta, Remissiva, o Consenziente).

Abbiamo poi un’altra parte, “informatissima”, crediamo la stragrande maggioranza, che lungi dal prendersela con i propri pubblici amministratori (e perché dovrebbe visto che la rappresentano alla perfezione) per questa cosa che altrove chiamerebbero devastazione, scempio, sterminio, rovina del paesaggio o coglionaggine, è convinta sia cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza togliere di mezzo questi benedetti alberi di alto fusto, oltretutto in ottima salute, “visto che disturbano il traffico” (non viceversa), “possono essere pericolosi” (gli alberi sono pericolosi eh, mica i mattoni, il cemento, i muri, gli autotreni, le auto e le moto che sfrecciano a tutta birra su quel viale del tramonto), e poi “vuoi mettere i rischi con questo clima che sta cambiando repentinamente?” (qui evito commenti da querela), e infine, signora mia, “rovinano tutto quanto l’asfalto” (giuro, lo dicono ma soprattutto lo pensano veramente).

 
Di Redazione (del 29/12/2020 @ 19:47:50, in Comunicato Stampa, linkato 635 volte)

Gerardo Aprile è un appassionato costruttore di presepi che realizza ogni anno seguendo un tema che lo ha particolarmente colpito. Se nel 2019 ha deciso di ambientarlo a Venezia dopo l’alluvione che la colpì, quest’anno ha realizzato il presepe a tema pandemia.

Da dove nasce l’idea di ambientare il presepe in un ospedale?

Ogni anno prendo spunto da quello che succede nel mondo per realizzare il presepe  e senza dubbio quest’anno la pandemia ci ha fatto soffrire  un po’ tutti, ma in particolare chi per colpa del virus ha perso persone care o ha dovuto affrontare lunghi periodi di malattia. Credo che Gesù Bambino nasca proprio nei luoghi in cui c’è la sofferenza più vera e profonda e, quindi, ho deciso che quest’anno tutto il presepe dovesse essere ambientato in un ospedale e la grotta nel suo pronto soccorso, come simbolo di speranza per i giorni che verranno.

 Da quanto tempo ci stai lavorando?

La progettazione è iniziata già da Agosto ma da Ottobre ho iniziato a costruire l’ospedale, i lettini e il personale sanitario con il polistirene, aggiungendo poi man mano le luci, gli effetti sonori e tutti gli altri dettagli.

A chi lo vuoi dedicare?

 
Di Redazione (del 29/12/2020 @ 19:51:21, in Comunicato Stampa, linkato 942 volte)

La Tangenziale, che l’Amministrazione Provinciale sta realizzando a Ovest di Galatina, è un’unica arteria che dovrà collegare Via Vecchia Noha con Via Collemeto, superando alcuni passaggi a livello della Sud – Est. Per la sua realizzazione si sono superati e si dovranno superare altri ostacoli. Il primo tratto, quello che va da Via Noha a Via di Gallipoli, è stato realizzato alcuni anni fa, per il secondo , Via di Gallipoli – Via Roma,  si è dovuto attendere cinque anni.

Ebbene, pur essendo una strada unica (i due tratti sono divisi da una rotatoria in Via di Gallipoli), presenta aspetti diversi e contrastanti. In questi giorni, dopo l’ultimazione dell’asfalto e la segnaletica orizzontale, si è provveduto alla posa in opera di quella verticale, con i segnali di circolazione. Mentre per il primo tratto si è proceduto in modo corretto, per il nuovo si è deciso diversamente.

Lungo il percorso vi è anche un passaggio pedonale molto ampio (accanto alle illuminazione canonica dell’ENEL, verrà installata una più bassa, per fare luce, appunto, ai pedoni), dove sempre più numerosi, sono i galatinesi che fanno una semplice passeggiata, svolgono attività fisica,  camminata veloce o corsa, tanti i bambini che, accompagnati dai genitori, lo percorrono in bici o in macchinina. Non a caso è stata battezzata “La strada della salute”. I segnali installati, lo hanno fatto diventare un percorso ad ostacoli, essendo stati piazzati al centro del camminamento, persino quelli che potevano trovare posto ai lati.

 

Canto notturno di un pastore ...

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