mar242020
Gli uffici postali di Collemeto e Noha riapriranno giovedì 26 marzo per garantire i servizi essenziali ai cittadini, tra cui il ritiro anticipato delle pensioni del mese di aprile.
Dopo l'appello degli assessori Cristina Dettù e Loredana Tundo a seguito di alcune specifiche e reali esigenze da parte dei cittadini, Poste Italiane ha comunicato l'apertura degli uffici postali delle frazioni della Città di Galatina, momentaneamente chiusi a causa dell'emergenza da Coronavirus.
"La decisione di Poste non fa altro che andare incontro alle esigenze della cittadinanza e dei suoi clienti - è quanto affermano gli assessori Dettù e Tundo - nel rispetto e nella tutela della salute dei lavoratori. Auspichiamo che la decisione di Poste possa strutturarsi anche per il periodo post pensioni e garantire così un servizio essenziale minimo ai cittadini evitando spostamenti in città".
Ufficio stampa Marcello Amante, sindaco di Galatina (LE)
mar252020
Nei lavori di restauro e sistemazione del “Castello Baronale” di Noha è riapparsa quello che resta della “chiesetta” dell’Annunziata di cui si parla nella Visita Pastorale del 1719, quando Mons. Antonio Sanfelice (di Napoli 1660-1736 e Vescovo di Nardò dal 24 Dicembre 1708 al 1° gennaio 1736) decise di sospenderne il culto perché era mal ridotta.
L’immagine qui riportata è la copia di una pagina del registro conservato nell’archivio della Curia di Nardò dove si riporta la relazione della Visita Pastorale del 1719 del Vescovo Sanfelice alla chiesa di Noha. Dopo la relazione alla chiesa “piccinna” in fondo (vedi la stellina gialla) si accenna alla cappellina (sacellum in latino) dell’Annunziata nel Castello Baronale. Traduco in italiano quanto si dice della cappellina: visitò la chiesetta (sacellum) di S. Maria Annunziata dall’Angelo che trovò edificata dentro il Castello Baronale. Ma non avendola trovata in ordine ne sospese il culto e decretò che fosse restaurata con cura. Di questa cappella si erano perse le tracce. Ora invece è riapparso l’affresco, almeno in parte, certo molto deteriorato, ma per me importante e significativo.
La saletta di forma quadrata di sei per sei metri quadri circa, è formata da un portale di entrata molto ben visibile all’interno, dove nel restauro a masseria è stato aperto uno sgorbio di finestrino per dare luce al locale. La saletta fino all’altro ieri ha ospitato una enorme botte di legno che fu adoperata (come le altre) per la fabbrica del “brandy galluccio”.
mar262020
Relegati in casa dall’emergenza epidemica che ha imposto anche il blocco di tutte le manifestazioni sportive, non rimane che virare su altre direzioni in mancanza di competizioni agonistiche.
Andiamo a scoprire così uomini e programmi funzionali alla realizzazione di una stagione sportiva pallavolistica, mettendo sotto la lente d’ingrandimento la Salento Best Volley.
Seconda società locale per importanza partecipativa ai campionati di serie e di categoria, dopo l’Olimpia di serie B, ha nella persona del suo presidente Corrado Panico un autentico contagiato dalla febbre del volley.
Personaggio schivo e poco presenzialista, ama lavorare su programmi bilanciati da certezze di risorse umane e finanziare. Emotivamente travolgente ma con gestualità contenute, durante le gare delle sue squadre appare e scompare dal parterre, per poi dare corpo alla sua latitanza girovagando, soprattutto in trasferta, per le strade dei luoghi.
La passione per la pallavolo è una contaminazione subita, accettata e coltivata dalla presenza in famiglia del fratello Fernando, tecnico di valore e personaggio emblema di un volley fatto di valori morali e di didattiche formative.
Quasi un mezzo secolo d’impegno unitamente ad altri amici non lo hanno fiaccato, anzi ne hanno fortificato le convinzioni. Il suo impegno passa da una squadra amatoriale di scout Mafeking (1972), alla Vigor federata Fipav, successivamente a Pallavolo Galatina, quindi a SBV Pallavolo Galatina ed infine a S.B.V. Galatina con diversi incarichi ricoperti che ne fanno uno tra i più longevi dirigenti sportivi in attività.
L’impegnativo lavoro non poteva prescindere, in questo lungo percorso sportivo, dal farsi affiancare dalla presenza e dall’abilità di un compagno di viaggio, che in altro settore è la colonna portante dell’intera organizzazione societaria.
La citazione è per Massimo Quida e dell’incarico affidatogli di reggere la segreteria in tutte le transizioni societarie divenendo un fedele interprete del complesso regolamento Fipav.
mar262020
Il tecnico federale Marco Corina, componente dello staff della Showy Boys Galatina, condivide le sue riflessioni sull’attuale situazione di emergenza Covid-19 e sul futuro del movimento pallavolistico e della Scuola Volley.
“Siamo fermi ormai da più di due settimane per affrontare questa emergenza diventata pandemia mondiale. Non parlo con cognizione di causa, non essendo un virologo, ma, da acuto osservatore di ciò che sta succedendo nel mondo, credo che si sarebbero potute attuare in anticipo delle misure più rigorose. In questo momento, le prospettive, purtroppo, non sono delle migliori ed è quanto mai difficile fare una programmazione per il futuro. Nel nostro campo, quello della pallavolo, è prematuro pensare se e come potrebbero riprendere le attività sportive. E’ chiaro che tutti ci auguriamo di poter tornare presto in palestra anche perché allenatori e atleti avvertono molta pressione, ma al contempo credo che aspettare il completo arresto della pandemia sia doveroso. Non vorrei essere nei panni degli organi preposti ad assumere le decisioni perché non sarà facile trovare una soluzione che possa accontentare tutti.
mar262020
I tributi e i canoni comunali devono essere sospesi e azzerati o ridotti per tutta la durata dell’epidemia da coronavirus, mentre i componenti la giunta comunale, i consiglieri e componenti delle commissioni dovrebbero devolvere indennità e gettoni di presenza in favore dell’ospedale Santa Caterina Novella, per l’acquisto di attrezzature sanitarie.
Presenterò la richiesta di sospensione dei tributi nel prossimo Consiglio comunale, oggi ho inviato la richiesta di inserire la mia mozione nel prossimo ordine del giorno al sindaco di Galatina, Marcello Amante, e al presidente del Consiglio comunale Raimondo Valente.
Analoga richiesta abbiamo presentato con i colleghi dell’opposizione Paolo Pulli e Giuseppe Spoti, ma in questo caso si tratta di una mozione volta a destinare tutte le indennità e i gettoni di presenza all’ospedale di Galatina affinché possa acquistare le attrezzature sanitarie necessarie al nosocomio cittadino.
mar262020
Sul portale della porta accanto alla chiesetta dell’Annunciazione sono venute alla luce alcune
lettere di una scritta che quasi certamente si riferisce al Duca di Galatina “SPINOLA” che fu anche padrone di Noha.
Come si può vedere dall’albero genealogico qui riportato, da Gio.Filippo Spinola (1677-1753) nacque Maria Teresa Spinola che sarà la moglie di Gio. Battista Scotti. E proprio costui avrà dagli Spinola in eredità il feudo di Noha, che quindi apparterrà alla famiglia Scotti.
Nel mio libro “La Storia di Noha” avevo già scritto:
Nel 1754 morì Francesco Maria Spinola, Duca di San Pietro in Galatina. La vedova Anna Maria, tutrice dell'unica figlia ed erede universale Isabella Maria Spinola, si affrettò a prendere possesso del patrimonio ereditario.
Noha ne faceva parte ed è probabile che quella scritta si riferisca alla volontà di far sapere che anche il Palazzo Baronale di Noha con proprietà annesse appartenga agli Spinola/Scotti.
Giulio Cesare De Noha fu l'ultimo Barone di Noha. Non essendoci alla sua morte (1583) discendenza maschile il feudo della famiglia De Noha si divise. Il Casale
di Merine passò alla famiglia Palmieri. Quello di Giurdignano agli Alfarano Capece e quello di Cellino ai Chiurlia, Conti di Lizzano. Restò solo la Terra di Noha con i suffeudi di Pisanello e di Padulano che le appartenevano. Questo residuo dell'antica baronia toccò in eredità ad Adriana, figlia primogenita del defunto Barone Giulio Cesare. Quando costei si sposò con Geronimo Montenegro*, Marchese di Marigliano, gli portò in dote l'eredità avuta dal padre.
I Montenegro* furono un antichissimo casato genovese, le cui prime vestigia, rimontano al 1130, propagatosi, nel corso dei secoli, in diverse regioni d'Italia. La famiglia, passata in Napoli, già al tempo di re Federico II, il 14 aprile 1573, divenne possidente di alcuni terreni, tra cui il contado di Marigliano, in provincia di Napoli, grazie all'acquisto effettuato da Geronimo Montenegro, banchiere napoletano e tesoriere del Regno. In data 23 dicembre 1578, lo stesso Geronimo, ottenne il titolo di marchese di Marigliano, dall'Imperatore Filippo II. Nel 1611 Geronimo si sposò con Adriana figlia del nostro barone Cesare De Noha.
In un atto notarile del 1611 il Marchese Geronimo dichiarò di essere signore e padrone della Terra di Noha situata in Terra d'Otranto, con i feudi di Pisanello e di Padulano. Questa Terra confinava con Galatina, Soleto, Corigliano, Sogliano e altri confini.
mar272020
Dall’inizio della pandemia dovuta all’infezione da covid19 il Presidio Ospedaliero “Santa Caterina Novella” di Galatina, nonostante il recente riordino l’abbia sottoposto a tagli, è impegnato in prima linea con il suo personale medico e paramedico nel fronteggiare l’emergenza con tutte le risorse disponibili. Tutti gli operatori sanitari, ad ogni livello, hanno dimostrato efficienza, competenza ed una grandissima umanità; con l'evolversi del quadro epidemiologico hanno però bisogno di un massiccio impiego di risorse strumentali, dai presidi di protezione indispensabili a limitare il contagio, ai materiali diagnostici.
In queste ore in tantissimi, tra cittadini e associazioni, aziende si sono chiesti come fare a sostenere l’ospedale di Galatina. Per non disperdere in tanti rivoli le iniziative di solidarietà e destinare i contributi raccolti unicamente al presidio di Galatina con destinazione d’uso, le Associazioni:
hanno deciso di promuovere la campagna di raccolta fondi “DONIAMO AIUTIAMO VINCIAMO”.
Tutto il ricavato sarà utilizzato a rendere più funzionale il reparto di Malattie Infettive secondo le indicazioni della direzione medica dello stesso.
Chiunque volesse dare il suo contributo alla suddetta raccolta fondi per aiutare l’Ospedale di Galatina a combattere l’emergenza covid-19, può fare la sua donazione tramite bonifico sul conto corrente bancario, DEDICATO e ESCLUSIVO per la campagna raccolta fondi in oggetto, IBAN: IT63O0103079651000011729180 intestato a APS Inondazioni presso la Banca Monte dei Paschi di Siena di Galatina (se possibile prediligere la modalità bonifico immediato) con causale:
Covid19 Ospedale di Galatina - donazione.
L’occasione è opportuna per ringraziare la Monte dei Paschi di Siena ed in particolare la filiale di
Galatina per la disponibilità e la sensibilità dimostrata nei confronti del territorio.
Nelle prossime ore sarà possibile donare anche attraverso la piattaforma Facebook.
Le stesse Associazioni offrono a tutti gli altri operatori la loro disponibilità a coordinare ogni azione utile a perseguire il comune obiettivo.
Per info:
Whatsapp: 324-5848736
Email: doniamoaiutiamovinciamo@gmail.com
Pagina FB: https://www.facebook.com/doniamoaiutiamovinciamo
Uniti ce la faremo…
mar292020
Carissimi Fratelli e Sorelle,
ci ritroviamo come Comunità parrocchiale intorno alla mensa della Parola di Dio. Egli è la nostra vita! E se Dio è con noi chi sarà contro di noi? Chi potrà mai separaci dall'amore di Dio. San Paolo dirà che:«Né morte, né vita, né presente, né avvenire, niente potranno mai separaci dall'amore di Dio in Cristo Gesù» (Rm 8,35-39). Bene cari amici, la Parola di questa domenica V di Quaresima ci fa toccare con mano come Gesù ci chiami alla vita e ci strappi dal potere della morte. Quindi nessuna paura, nessun'ansia deve prendere il sopravvento in noi. Allarghiamo il cuore, allora, ed ascoltiamo il Vangelo.
Dal Vangelo secondo Giovanni (11, 1-45)
In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
mar302020
Le considerazioni dell’allenatore bianco-verde Stefano Rosato sull’emergenza Coronavirus e la speranza di un ritorno alla normalità per poter affrontare tutte le nuove sfide.
“L’attuale situazione di emergenza che ci costringe in casa, porta a renderci conto della fortuna che abbiamo e della quale però non ne apprezziamo mai il valore. Spesso siamo coinvolti da un quotidiano tran tran che non consente di fermarci a riflettere e apprezzare i valori reali della vita. Questo stop forzato si ripercuote negativamente sullo sport perché interrompe di netto un cammino di insegnamento verso la tecnica di gioco e dello stare in campo. Questo ci metterà così nella condizione di dover riprendere tutto il lavoro appena ci verrà data la possibilità. Lo faremo sicuramente con una marcia in più, ma anche con maggiore fatica. Questo a noi non spaventa perché le sfide ci sono sempre piaciute e non vediamo l’ora di affrontarne un’altra. Chiaramente anche lo stop ai campionati è un grosso problema perché annulla tutti gli sforzi fatti dalle società per il raggiungimento di un obiettivo stagionale che non è solamente correlato alla vittoria di un torneo ma più genericamente alla costruzione di un gruppo solido che possa crescere e migliorare insieme fino al raggiungimento di un risultato prefissato. Certo la speranza è che questo incubo possa finire presto dandoci così la