L’attuale arciprete don Francesco Coluccia nel 2008 ha fatto restaurare la tela dell’altare del 1717 dedicato alla Madonna di Costantinopoli. Grazie a questo restauro sono apparse con grande evidenza le lettere COD, iniziali del committente: il Chierico Orazio Donno. Orazio Donno era un cittadino di Noha, molto pio e devoto, visto che nei registri parrocchiali è classificato come chierico “selvaggio” o “cresto”, facoltoso e “sagrestano”.
Per quanto riguarda la cappella di via Collepasso dedicata alla Madonna di Costantinopoli possiamo aggiungere quanto segue.
C’è un altro atto notarile molto interessante tra i protocolli del notaio Marc’Antonio Cesari di Galatina datato 23 febbraio 1720, stipulato tra “OratiaPaglialonga vedova del fu Donat’Antonio Donno Doctoris Jure Romano, et Natalitia Donno sua figlia e Oratio Donno dello stesso Casale di Noha, Procuratore della Venerabile Cappella o Chiesa di Santa Maria de Costantinopoli sempre di Noha”. Con molta evidenza qui si parla di una “chiesa” e il riferimento alla nostra attuale chiesetta è indubbio. Madre e figlia vendono un terreno con “arbori sedici di olive sito nel feudo di Noha loco detto Sozzurella vicino li beni di Pietro Mastria da levante, li beni dell’heredi di D. Angelo Vonghia da borea, li beni di Ramondo Capano da gerocco, et altri confini il cui valore, secondo quanto stabilito da esperti comunemente eletti, è di ducati trenta. Ma essendo la proprietà pignorata per quindici ducati da parte di Angelo Antonazzo, Orazio Donno [si tratta sempre del nostro Orazio Donno, ndr.] si impegna a versare i quindici ducati all’Antonazzo per estinguere il debito, e con li restanti ducati quindici alle dette madre e filia in moneta argenti. Il detto Orazio “per sua devotione delega alla detta Venerabile Cappella li detti trenta ducati col peso di celebrarsi lì una Messa l’anno in perpetuum secondo la sua intentione nel giorno della festività del Corpus Domini all’Altare di detta Cappella”.
Si può dunque con certezza concludere che nel 1720 (non con la struttura attuale) esisteva la chiesa della “Madonna di Costantinopoli” sulla via Collepasso.
Oltretutto nel registro dei defunti di Noha del 1746 il parroco don Andrea Soli così scriveva:
A 13 Febraro 1746 si trovò nella cappella della V. di Costantinopoli fuori del Casale una figliola di pochi giorni morta con un biglietto et diceva = è battezzata, cioè ha avuto l'acqua dalla mammana, solo li mancano le cerimonie della chiesa: si chiama Angelina. Fu da me portata dal Sindico morta, ho letto il biglietto e li ho data l'ecclesiastica sepoltura in questa mia chiesa come di sopra. Firmato dall’arciprete Don Andrea Soli.
In un documento del 1829 leggiamo :
N.169 - Noha li 19 Novembre 1829 - Tommaso Verdicchia figlio de’ coniugi Luigi e Rosa Memmi ambedue di Casarano trovandosi di passaggio si sgravò vicino alla Cappella di Costantinopoli, e li convenne cercar asilo in questo Comune, nacque a dì 15 d. ad ore 20. Li Padrini furono Pasquale Chittani e Giovanna Tundo e fu da me battezzato. Nicola Valente Arciprete Curato.
[Continua]
P. Francesco D’Acquarica i.m.c