Ci siamo quasi. Voglio dire che a Noha procedono di buona lena i lavori di ristrutturazione di uno dei due marciapiedi di via Castello: il primo, lato palazzo baronale, fu terminato – buona parte a spese dei titolari di Nohasi - verso i primi del mese di maggio di quest’anno; il secondo, dirimpettaio, lo sarà a breve, anche stavolta grazie al maestro Chittani Giovanni (prima il cognome e poi il nome, come usavamo appellarci tra compagni di classe), e ai suoi bravi collaboratori: maestranze a chilometri zero, come si dice, ma note in urbe et in orbe, dunque a più ampio chilometraggio, per serietà, impegno e puntualità.
Sicché, molto probabilmente entro Natale potremmo percorrere, meglio se a piedi, il nostro Boulevard de Noha (da leggere in francese, con l’accento tonico sull’ultima sillaba), con compiaciuto amor di campanile, tra due file di grandi lampade in cima ai pali artistici in ghisa, la nuova pavimentazione non più sconnessa da svariati lustri di comunale sciatteria, e i teneri alberi d’ordinanza al posto dei vecchi pini domestici colpiti dalla sega (sciagurati, “davano fastidio ai camion” [sic]).
Ma c’è un ma: ed è un neo in tutto ‘sto splendore, che continua a lasciare un certo amaro in bocca all’osservatore appena appena attento, ma assolutamente nulla al solito sbadato urbano che non vede, non sente, in compenso parla a vanvera. E non si tratta tanto dell’asfalto stradale che sarebbe appena il caso prima o poi di sostituire con un più decoroso basolato fino a comprenderne tutta piazza San Michele, nonché ovviamente via Aradeo e le altre strade del centro storico del paese (cose che avvengono da decenni non dico a Stoccolma o a Copenaghen, ovvero in alcune comunità del Trentino-Alto Adige o del Veneto, ma in numerosi altri comuni del Salento, frazioni incluse).
Dicevo: il neo, cioè il cruccio che a tratti diventa sconforto se non proprio tormento incazzatura & depressione, sta nel fatto che il famoso villaggio di casette in miniatura edificato all’inizio del secolo XX sulla terrazza di uno degli antichi alloggi un tempo di pertinenza del maniero nohano, parlo del caseggiato artistico meglio noto come Le Casiceddhre, sta cadendo a stozzi, sgretolandosi sotto il bombardamento nucleare dell'insipenza e dell'ottusita molto comuni in queste lande, in uno col paraculismo di cui soffrono o forse godono alcuni esponenti della classe padronale indigena detentrice di codesti peculiari pezzi d’antiquariato trattati come pezza da piedi [vorrei ricordare che il manufatto de quo non è l’unico capolavoro architettonico di pertinenza della nostra piccola patria abbandonato al proprio ineluttabile destino: ché anzi Noha, anche da questo punto di vista, è una discarica a cielo aperto, ndr.].
E non starò qui a confutare per l’ennesima volta la scemenza massima incautamente definita “proposta” dai novelli dadaisti, vale a dire quella della traslazione di codeste pietre scolpite e parlanti alla volta di un qualche museo: le Casiceddhre non sono cose (anzi case) da museo o da piedistallo, né normali soprammobili, men che meno una collezione di icone, ma un deposito di memoria culturale, uno dei simboli dell’identità nohana (stavo per scrivere Dignità, con la maiuscola, ma poi mi è venuto un crampo alle falangi). Ergo fuori contesto non avrebbero nulla da dire, e si dimetterebbero all’istante dal loro ruolo di monumento, di sito locale di interesse comunitario, e di emblema del Genius Loci casalingo.
Ora, è vero che la storia delle Casiceddhre non è in cima alle priorità dell’agenda Draghi, pardon Vergine, ma sarebbe d’uopo che il nostro sindaco intervenisse in qualche modo per dimostrare di avere a cuore persino quistioni annose come questa. Non stiamo mica chiedendo che metta mano al portafoglio delle finanze pubbliche (che, si sa, hanno più grane che grana) per un chimerico restauro, non previsto oltretutto per un bene culturale “privato”; ma soltanto che osasse provare a infrangere un tabù: quello di conferire con la proprietà del suddetto micro-complesso, tentando di spiegarle da un lato quanto sia importante la difesa delle eredità iconiche di un luogo, e quanto queste, se tutelate, contribuiscano a rendere l’ambiente cittadino più prezioso e civile; e dall’altro che gli oneri del restauro di quel che rimane di queste benedette sculture non sarebbero a carico del disponente, ma del gruppo di visionari che, loro sì incrollabili, sognano di salvare il salvabile.
Impresa titanica, lo sappiamo bene, tanto che sul tema sono in tanti (ma non tutti) ad aver gettato la spugna e da tempo. Ma magari il novello primo cittadino potrebbe pure farcela ricorrendo alle sue doti manageriali, all’innata leadership, all’ormai proverbiale ars oratoria e, con il permesso di Kant, alla dialettica trascendentale.
Oppure, senza permesso, al dialetto.
Antonio Mellone
Sono già trascorsi i primi mesi di amministrazione e sebbene sia ancora troppo presto per i bilanci riteniamo utile e doveroso informare i cittadini dei frutti dei nostri primi giorni di lavoro.
L’impegno profuso dal Sindaco Fabio Vergine e da tutta l’Amministrazione comunale per la frazione di Noha è massimo.
Coerentemente con il nostro programma elettorale e con i nostri obiettivi, uno dei primi risultati raggiunti è stato il ripristino del decoro del cimitero. Grazie all’attenzione ed all’operatività della Giunta ed all’interessamento del Consigliere Sparapane è stato possibile pulire, diserbare ed abbellire l’area interna e procedere ad alcuni interventi di manutenzione tra cui la tinteggiatura del cancello tutt’ora in corso e che verrà completata in questi giorni. Inoltre per fare in modo che la pulizia ed il decoro oltre che essere ripristinati potessero anche essere mantenuti, abbiamo destinato alcuni percettori di reddito di cittadinanza allo svolgimento del servizio di uscierato, sorveglianza e pulizia durante l’orario di apertura del cimitero.
Allo stesso modo e con la stessa attenzione e solerzia abbiamo provveduto ad aumentare la frequenza del diserbo delle strade di Noha che in questo modo è tornata ad essere pulita e ordinata, a ripristinare alcune lampade fuori uso in centro, ad installare nuovi cestini per la raccolta dei rifiuti e, grazie all’interessamento dell’Assessore Ugo Lisi, a ripristinare i pannelli della pensilina della fermata del bus di Piazza San Michele che da tempo era abbandonata a se stessa. Non ultima la chiusura delle buche non solo nel centro abitato ma anche nella periferia, intervenendo sul dissesto presente da tempo in strada comunale Conella, dove oltre ai residenti transitano quotidianamente numerosi mezzi di lavoro.
Inoltre, in linea con la nostra volontà di rafforzare la presenza delle istituzioni nelle frazioni, abbiamo individuato unitamente al comando della Polizia Locale una soluzione operativa iniziale che, tenendo conto del numero degli operatori del corpo e compatibilmente con i servizi da svolgere, permetta di destinare alcune unità a presidio del centro cittadino di Noha in orari alterni. Una novità questa che si va ad aggiungere al piantonamento all’entrata ed all’uscita delle scuole che viene puntualmente garantito.
Nella stessa direzione si colloca la scelta del Consigliere delegato a Noha di stabilire il ricevimento dei cittadini presso l’ufficio comunale distaccato di via Calvario, a cui abbiamo restituito dignità e decoro attraverso piccoli interventi come l’installazione delle bandiere che mancavano da anni.
Negli stessi giorni ed orari del ricevimento, il Consigliere delegato è a disposizione per fornire supporto, informazione e orientamento sui servizi che il comune mette a disposizione dell’utenza.
Da segnalare inoltre l’avvio di un percorso di dialogo e collaborazione permanente con le attività commerciali e con le Associazioni, iniziato già in occasione dell’organizzazione di alcuni eventi della scorsa estate, che faciliti la programmazione ed il supporto ad iniziative ed eventi come quelli che stiamo predisponendo per le festività natalizie.
Siamo consapevoli che tutti questi siano interventi ordinari, rimasti irrisolti da tempo, e che ci sia ancora tanto lavoro da fare. Tuttavia, mentre sono allo studio progetti strutturali, possiamo dire che tutte queste azioni rappresentano un punto di partenza ed un segnale concreto che testimonia la volontà dell’intera Amministrazione di dare a Noha tutta l’attenzione e la considerazione che merita.
Pierluigi Mandorino
Consigliere comunale con delega alla frazione di Noha