Il vocabolario d’italiano della mia famiglia non contemplava il lemma “vacanza”: che invece credeva fosse (e crede tuttora sia) arabo.
Sicché, come detto altrove, nell’infausto mese di giugno da noi iniziava la Raccolta Del Tabacco e sul tema non erano previsti margini per chissà quali speculazioni filosofiche da parte di uno sbarbatello come il sottoscritto che prima di diventare un No-Tap era giustamente un No-Tab (Tab = tabacco).
Si partiva senza indugio con il frunzone, cioè le prime foglie in basso, quelle che toccavano terra, le peggiori, le più infide. Io raccoglievo ginocchioni queste benedette foglie, strisciando nella polvere della dura gleba manco fossi un devoto pellegrino genuflesso in uno dei santuari del Prodotto Interno Lourdes (Pil).
Avevo le ginocchiere a quei pantaloni inguardabili di due taglie più grandi. Nel frattempo ogni foglia strappata alla pianta era un’imprecazione dentro di me e una fervida preghiera a Zeus, dio del fulmine, affinché benigno scagliasse su quelle piantagioni la più portentosa delle sue sajette. Credo di essere stato uno dei precursori, se non proprio l’inventore, della Giornata Mondiale Senza il Tabacco che tanto successo riscuote oggi in ogni angolo della terra.
La raccolta avveniva la mattina presto prima del canto del gallo. Per dirvi il livello di disperazione ero arrivato a invidiare perfino quello stupido pollastro che, per quanto stupido, aveva comunque il privilegio di svegliarsi dopo di me. E voi non potete nemmeno immaginare il groviglio dei miei pensieri all’indirizzo dei suoi avi defunti.
Si lavorava dunque al lume di luna e stelle: e io mi sentivo alternativamente un po’ Giacomo Leopardi pervaso dal pessimismo cosmico, a tratti un licantropo (il famoso lupo mannaro americano a Noha), e talvolta un vampiro ormai terrorizzato dalla luce del sole.
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Il tabacco si cuciva con l’acudeddhra, un ago lungo trenta o quaranta centimetri. Quest’aculeo d’acciaio, venduto anzi spacciato dagli zingari al mercato del giovedì di Galatina, presentava una cruna dove si infilava lo spago di circa un metro di lunghezza. Io da quella cruna m’aspettavo di veder passare tranquillamente un cammello, piuttosto che il ricco di turno - che si stava viepiù arricchendo anche grazie al mio indefesso lavoro - entrasse nel regno dei cieli.
Quando si riempiva la filza si staccava dall’ago e, doppiandola, la si parcheggiava di fianco insieme a tutte le altre. C’era anche una sorta di gara fra poveri cristi su chi ne sfornasse di più. Anni dopo all’università appresi che questa abiezione si chiama produttività, ovvero asserto di Kunta Kinte (quest’ultimo enunciato è copyright del sottoscritto).
Le mani era praticamente impossibile proteggerle con i guanti di plastica o con preservativi di altro materiale, tanto che in breve si riempivano di quella sorta di grasso nero appiccicoso e insopportabile, altrimenti detto siu. In quei frangenti, intrattabile com’ero, era pressoché impossibile avvicinarmi, pena la topica imprecazione icastica idiomatico-liberatoria indirizzata urbi et orbi che suona: cu butti lu siu.
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Dopo l’infilatura o la cucitura bisognava appendere le corde al telaio (taralettu) per l’essiccatura.
Ebbene. Quando il tempo si annuvolava o quando iniziava a piovere (chissà come mai i temporali estivi capitavano proprio quando avevi da poco posato il capo sul cuscino per la sacrosanta pennichella pomeridiana) eri costretto ad alzarti dalla branda per correr fuori all’impazzata a ricoprire i telai/taraletti con la Manta Di Plastica. Chi se ne fregava se t’inzuppavi con l’acqua dei gavettoni scagliati dagli angeli del cielo in vena di scherzi da caserma: l’importante era non farla prendere al tabacco che poteva sciuparsi o assumere un colore sgradito al monopsonista acquirente dotato di cravatta in senso letterario e in senso letterale. Per la cronaca nessun tabacco, nemmeno il più curato nei dettagli, fu mai pagato adeguatamente e soprattutto per pronta cassa. E tu, insieme a molti altri, eri costretto ad ascoltare sotto le volte del magazzino di consegna la solita salmodiante voce del padrone che faceva: àggili bbire [i.e. aspetta e spera].
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Decenni dopo arrivò Marchionne (parce sepulto), amministratore delegato della fabbrica dei consensi, incensato dal clero mediatico-giornalistico dell’ordine del neoliberismo, e applaudito dal gregge di fedeli precarizzati e senza coscienza.
Ancora fumo. Di quello buono.
Antonio Mellone
In attuazione del Decreto “Resto al Sud”, la Regione Puglia inserisce Galatina nella ZES JONICA con la definizione di un Piano Strategico che ha comportato un fitto confronto tra amministrazione regionale e amministrazioni locali, in sinergia con l’amministrazione provinciale leccese che sin dal primo momento si è attivata per meglio mettere a fuoco le potenzialità delle singole aree, individuando le priorità di sviluppo future.
Con l'inserimento del territorio di Galatina in una Zona Economoia Speciale si riporta la città nella centralità economica salentina, oltre che geografica, creando i presupposti per un suo rilancio complessivo, obiettivo fondamentale perseguto con determinazione, sin dal suo insediamento, dall'amministrazione Amante.
“È un’ottima notizia per la città - ha dichiarato l’assessore al commercio Nico Mauro - un’opportunità, nella consapevolezza che il successo di una ZES dipende dalla capacità di attivare uno sviluppo strutturale che permetta di ottenere benefici duraturi capaci di attrarre investimenti, soprattutto esteri, in modo stabile. La ZES Jonica sarà un laboratorio in cui promuovere e sperimentare nuovi modelli di produzione basati sul paradigma dell’economia circolare e sui principi della riduzione dell’utilizzo delle risorse naturali quindi sul riciclo e sul riutilizzo di scarti e sottoprodotti; su questa strada continueremo con determinazione a lavorare”
La Regione Puglia propone un sistema di agevolazioni fiscali e finanziarie, fondato su ricerca ed innovazione, competitività ed occupazione, sostenibilità e qualità ambientale, merito e lungimiranza che, nei prossimi anni, sarà un fondamentale strumento per la crescita, aumentando la competitività delle imprese locali, rafforzando il tessuto produttivo con la creazione di nuovi posti di lavoro.
Ufficio Stampa Marcello Amante
Vestiranno anche nel prossimo campionato i colori blu-celeste della società che rappresenta la massima espressione del volley a Galatina, i due liberi che nella passata stagione hanno contribuito alla permanenza in serie B.
Sotto l’aspetto tecnico il loro utilizzo da parte di mister Stomeo ha avuto una doppia interpretazione pratica , affidando il ruolo di ricettore a Pierri e quello di difesa ad Apollonio, per poi orientarsi sulla presenza di un solo libero, dando stabilità e certezze ai due atleti stessi.
Nonostante l’asfittico girone di andata e la risalita in crescendo nella seconda parte del campionato, i due giocatori hanno espresso sotto l’aspetto agonistico un esempio di spirito combattivo e di lotta che ha stimolato il gruppo, impedendogli di spegnersi.
La scelta gerarchica a favore di Pierri, non ha minimamente limitato il livello d’impegno partecipativo di Apollonio che, nonostante qualche infortunio, ha sempre dato garanzie al tecnico e stimoli competitivi al compagno.
Le notevoli prestazioni dell’atleta di Squinzano hanno attirato le attenzioni degli addetti ai lavori di alcune società di serie maggiore, che hanno tentato di acquisirne i servizi, trovando il veto di mister Stomeo che ha chiesto alla società di confermare, senza alcun dubbio, la coppia di liberi.
“Ho dato la mia disponibilità alla società ed al tecnico, dichiara Apollonio, sicuro di poter dare il mio contributo in modo più costante, rispetto al passato in cui alcuni infortuni mi hanno limitato nel rendimento. Sarò, come sempre, partecipativo e mai remissivo: la graduatoria di merito spetta a mister Stomeo ed io farò di tutto per creargli dei dubbi, lavorando però per il bene comune”.
Quasi fosse un faccia a faccia gli fa eco Pierri : “Sono contento di questa mia riconferma e ringrazio la società per averla proposta. Ho accettato senza pensare alle voci di mercato che vengono alimentate solo per fare notizia giornalistica : mi trovo bene in questo gruppo e ringrazio il DG Stefanelli che mi ha rinnovato la fiducia. Avrò in Giuseppe Apollonio un compagno che stimolerà ancor più il mio impegno, conoscendo le sue qualità di ottimo atleta. Poi come sempre accetterò le decisioni di mister Stomeo.”
Piero de lorentis
AREA COMUNICAZIONE
EFFICIENZA ENERGIA
Non si ferma il lavoro di pianificazione della Showy Boys per la stagione sportiva 2018-19 che è da poco iniziata. La dirigenza galatinese è impegnata in questi giorni su più fronti con gli ultimi dettagli da definire in seno alla programmazione tecnica e con la consueta attività amministrativa che riguarda l’avvio della nuova stagione.
L'ufficio di segreteria è particolarmente attivo e già in data 1 luglio aveva provveduto alla prima e obbligatoria pratica federale quale il rinnovo dell'affiliazione alla Federazione Italiana Pallavolo. Il secondo step, invece, è stato quello di formalizzare l'iscrizione al campionato nazionale di I° livello serie C, a cui la Showy Boys partecipa dopo la meritata permanenza acquisita lo scorso anno.
La società bianco-verde ha da tempo pianificato didattica e obiettivi che riguardano la stagione 2018-19 e le attenzioni di dirigenti e tecnici saranno concentrate sulle attività della Scuola Volley e della prima squadra che, come detto, si appresta a disputare un altro torneo regionale.
“Ci sono novità rilevanti che interessano il settore giovanile e la serie C - spiegano dallo staff della Showy Boys – siamo soddisfatti delle scelte fatte e soprattutto di aver condiviso, anche con l’area tecnica, idee e progetti che saranno proiettati al futuro. La squadra maggiore si dovrà confrontare in un campionato molto ostico e con un tasso tecnico elevato, ma sono fattori che, in virtù di quelli che sono i nostri obiettivi, non ci preoccupano, anzi aggiungono nuovi stimoli e voglia di migliorare. Ci attendono nuove sfide, difficili sicuramente, ma ci piace pensare a quanto di positivo stiamo costruendo e continueremo a costruire con il nostro progetto sportivo – concludono i dirigenti bianco-verdi – pazienza, umiltà e tanto lavoro in palestra faranno la differenza. Ne siamo certi”.
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