ott302018
Siamo alle solite. I vandali a quanto pare, sono duri al ragionamento. Uno o più personaggi, armati di un micro cervello avariato, ha (o hanno) per l’ennesima volta, scaricato i propri rifiuti nei campi a ridosso dell’abitato, e non contenti, forse per cancellare ogni traccia che potesse individuarli, hanno dato fuoco a tutto. Così una colonna altissima di fumo nero, venerdì 26 ottobre, ha attirato l’attenzione di alcuni cittadini, che prontamente hanno segnalato alle autorità il crimine. Fra i resti del falò ancora in corso sono stati intercettati alcuni elementi che probabilmente identificano la “specie” di criminale.
Non è la prima volta che fra i rifiuti abbandonati, lo sporcaccione nostrano, lascia evidenti tracce di se. Come per esempio la batteria di auto gettata nell’erba in via Contrada Naje, che poi immancabilmente viene incendiata nel momento opportuno insieme alle altre masserizie abbandonate. Oramai molti oggetti sono codificati, e con l’aiuto della tecnologia informatica non è impossibile risalire al titolare.
Anche l’Amministrazione Comunale ha finalmente dato inizio all’impianto di fototrappole sul nostro territorio ( http://galatina.lecceprima.it/fototrappole-territorio-comunale-sanzioni-.html).
Insomma, diciamo che il crimine di basso livello come quello di gettare e bruciare rifiuti, che andrebbero riciclati attraverso la raccolta differenziata, ha vita breve, speriamo, nell’interesse della salute di tutti i cittadini di questa comunità.
Fino a quando non capiremo che anche questi atti apparentemente di piccola entità, del gettare i rifiuti in giro nei campi, sono dannosi all’Ambiente, non potremo mai sognarci di capire il rischio che corriamo in quanto a salute, non preoccupandoci per esempio della cattiva gestione di centrali a carbone come quella di Cerano, dell’Ilva, dei siti di stoccaggio di materiali speciali, dei fitofarmaci usati (o forse bisogna dire abusati) in agricoltura e di ogni tipologia di impianto pseudo industriale, compreso l’ultimo nato impianto TAP di San Foca, che seppure determinati da limiti di legge (limiti spesso contrari alla difesa della vita), sono produttori di malattie e distruttori della Natura.
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