Di Albino Campa (del 22/03/2016 @ 07:45:33, in La Via Crucis vivente , linkato 3173 volte)

Grande successo per la Via Crucis vivente di Noha, organizzata dalla Parrocchia “San Michele Arcangelo” di Noha in collaborazione con l’Associazione Gruppo Masseria Colabaldi di Noha, che ha richiamato un pubblico numeroso, il quale ha seguito con emozione e partecipazione il racconto della Passione di Cristo.

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Di Redazione (del 23/03/2016 @ 18:03:30, in Comunicato Stampa, linkato 1879 volte)

Venerdì 18 marzo, Lucrezia Lante Della Rovere è stata ospite nel Teatro Cavallino Bianco di Galatina, con lo spettacolo IO SONO MISIA - l’ape regina dei geni.

Al centro della scena un’enorme poltrona di velluto verde, luci soffuse, un bicchiere di vino come tramite tra presente e passato, come lasciapassare per le emozioni, come condivisione nostalgica.
Misia Sert siede lì, davanti alla platea. È elegante, intelligente, irrequieta, sognante. Il suo fluire di pensieri è contagioso, è una vera e propria necessità di raccontare e raccontarsi, per stimolare la curiosità ed arricchire la parte intellettuale di ognuno di noi, impedendo che si assopisca. 

Cattura da subito l’attenzione con una serie di aneddoti sulla sua vita amorosa, su eventi, su personaggi che hanno preso parte al Salotto dell’Alta Società che era la sua casa, nella Parigi d’inizio Novecento.

Definita da Marcel Proust “un monumento di storia, collocata nell’asse del gusto francese come l’obelisco di Luxor nell’asse degli Champs Elysées”, scoprì personalità come quella Cocò Chanel.

Una splendida interpretazione, firmata Vittorio Cielo e la regia di Francesco Zecca, che ci accompagna in questo viaggio travolgente, ricco, appassionato. Uno spettacolo fuori dal comune, adatto ad un pubblico colto, capace di apprezzare il genere e di capire il linguaggio a tratti complesso per chi non conosce le figure riportate in vita dalla voce di Misia. Infatti, nonostante che sul palco sia da sola, accompagnata soltanto dalle note di un pianoforte in lontananza, descrive in maniera così vivida tali personalità, da farcele immaginare accanto a lei, come se il monologo diventasse un continuo dialogo. Parigi è la culla dei suoi ricordi, il suo Salotto, il grembo che ha generato quei momenti d’ispirazione, diventati poi realtà concreta, modello esemplare per i posteri.

 
Di Antonio Mellone (del 23/03/2016 @ 18:33:40, in Ex edificio scolastico, linkato 2930 volte)

Egregio Assessore,

a due mesi circa dalla sua cooptazione nella giunta Montagna con la nomina ad assessore ai LL.PP. (vedremo poi il significato che assumerà questo acronimo: per lei e per noi), volevo chiederle se, nel passaggio di consegne, il suo compagno di partito (ormai dipartito), dico l’ineffabile suo predecessore ing. Coccioli, ha avuto modo di parlarle di una sua indagine in corso presso chissà quali uffici (indagine ahimè interrotta sul più bello per intervenute dimissioni) relativa ad uno dei più ingombranti scheletri nell’armadio dell’amministrazione Pantacom tuttora felicemente regnante a Palazzo Orsini: la responsabilità connessa alla dimenticanza di una cabina elettrica necessaria al funzionamento di alcuni impianti e quindi dello stesso centro Polivalente di Noha costato la bellezza di 1.300.000,00 euro di soldi nostri e atteso dagli utilizzatori finali, chiamiamoli così, esattamente da.  

Non pretendo che anche lei indossi i panni di un novello Sherlock Holmes (le cocciolate non sono il mio forte), volevo tuttavia domandarle se e cosa ha escogitato per risolvere questo annoso problema, che – mi dispiace per lei, ma principalmente per noi – ha dovuto ereditare.

Non mi risponda per favore che lei non c’entra nulla, che non sono affari suoi, che non immaginava la complessità delle rogne comunali sul tappeto, ma soprattutto sotto: quando un politico prende il posto di un altro politico accetta l’eredità sic et simpliciter, senza beneficio di inventario.

Gentile Assessore, non vorrei apparirle come un inquisitore papale pronto a puntarle contro un dito lunghissimo e ossuto mentre urla: “Al rogo tutti i pubblici amministratori galatinesi!”, né mi piace stroncare parole, opere e soprattutto omissioni delle cosiddette autorità locali (e dei giornalisti al seguito) per puro esercizio di stile. E’ che quando sento, leggo o vedo alcune corbellerie tali da farmi girare la testa (in verità, in verità le dico, sono altre le cose che mi girano vorticosamente), non posso fare a meno di chiederne pubblicamente conto agli autori e ai loro responsabili, cercando, nei limiti del possibile, di evitare intercalari, epiteti e locuzioni da scomunica pontificia.

 
Di Albino Campa (del 24/03/2016 @ 16:57:02, in La Via Crucis vivente , linkato 2428 volte)

La Via Crucis Vivente di Noha di domenica 20 marzo 2016

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Di Antonio Mellone (del 25/03/2016 @ 00:00:45, in NohaBlog, linkato 2721 volte)

La Settimana Santa inizia con la Domenica delle Palme, giornata di intensa spiritualità, che a Noha parte dal mattino, con l’adunanza del popolo sull’ampio piazzale del Calvario per la benedizione dei ramoscelli d’ulivo e delle palme, e termina a notte fonda (a partire da quest’anno) con la straordinaria rappresentazione della Passione Vivente.

Il Giovedì Santo la Chiesa ricorda l’istituzione del Sacramento dell’Eucarestia. I fedeli seguono la messa in coena Domini, nel corso della quale, con la “lavanda dei piedi” viene ricordata l’ultima cena di Gesù con gli Apostoli.

Alla fine della messa, il sacerdote ripone le ostie consacrate nel “Ciborio” dell’altare appositamente addobbato con stoffe sapientemente drappeggiate, fiori, luci, candele e piatti di grano fatto germogliare al buio. Nel frattempo tutti gli altri altari vengono spogliati dei sacri paramenti, i candelieri reclinati, le campane “legate”, l’organo ammutolito.

Le Ostie rimarranno esposte solennemente fino all’indomani pomeriggio per permettere l’adorazione da parte dei fedeli. E’ tradizione ab immemorabili visitare i “Sepolcri” (così impropriamente definiti dal volgo) allestiti nelle diverse chiese di Noha. Il primo è in Chiesa Madre, quest’anno apparecchiato per la prima volta sull’altare maggiore (negli scorsi anni era presso l’altare del Cuore di Gesù), nella Chiesa Madonna delle Grazie e nella Cappella della Madonna del Buon Consiglio.

Ogni allestimento ha un leitmotiv di fondo: l’agnello sacrificale e quindi pasquale in Chiesa Madre; il sepolcro vuoto con il sudario piegato e la pietra occludente rotolata via dal Cristo trionfante, nella Cappella della Madonna del Buon Consiglio; il Panis Angelicus in una grande immagine effigiata sull’altare maggiore, nella Chiesa della Madonna delle Grazie.

 
Di Albino Campa (del 25/03/2016 @ 07:21:22, in La Via Crucis vivente , linkato 2145 volte)

La Via Crucis Vivente di Noha di domenica 20 marzo 2016

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Di Albino Campa (del 25/03/2016 @ 17:30:00, in La Via Crucis vivente , linkato 2202 volte)

La Via Crucis Vivente di Noha di domenica 20 marzo 2016

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Di Antonio Mellone (del 26/03/2016 @ 14:53:39, in NohaBlog, linkato 2855 volte)

Ci sono delle parole, la maggior parte tronche, cioè accentate sull’ultima sillaba, che si utilizzano sovente per sintetizzare l’identità civile di una popolazione. Si parla così di napoletanità per indicare il complesso dei valori spirituali, culturali e tradizionali caratteristici della città partenopea e della sua gente; così come si parla di romanità per esprimere la caratteristica di chi (o di cio che) è romano. Ancora, si usa meridionalità, milanesità, o leccesità, per indicare quelle rispettive (intuitive) peculiarità.

Abbiamo finanche trovato in qualche scritto galatinesità per indicare il modo specifico di essere cittadini di Galatina: si fa riferimento alla cadenza della lingua, alla flessione stessa della voce, a determinati comportamenti, addirittura al modo di pensare e di agire.

E’ ovvio qui ribadire che non sarebbe scientifico generalizzare e che è difficile pensare ad esempio che un ideal-tipo galatinese abbia caratteristiche specifiche che lo possano distinguere nettamente da un collepassese o da un abitante di Strudà. Ma, in molti casi, pur non disponendo di categorie sociologiche basate sull’osservazione empirica o matematico-rigorosa, quando siamo di fronte ad un galatinese, ma questo vale per chiunque  anche per un trentino o un calabrese, riusciamo il più delle volte ad indovinarne la provenienza per quel non so che di noumeno che da qualche parte dovrà pur derivare.

Ma poniamo che in un ipotetico esercizio accademico sia possibile ricercare anche delle peculiarità specifiche di Noha, la nostra cittadina (ché di questo ci stiamo occupando); quale sostantivo, quale parola tronca potremmo utilizzare? Ebbene, in un processo di deduzione logica, se per Napoli questo sostantivo è napoletanità, se per Galatina è galatinesità, per Noha (che in dialetto è Nove) non potrà che essere NOVITA’.

 
Di Albino Campa (del 28/03/2016 @ 22:08:30, in PhotoGallery, linkato 2395 volte)
 

Canto notturno di un pastore ...

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