In occasione della Giornata del Ricordo, il Comitato provinciale dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) di Lecce ha emesso il seguente comunicato, che mi preme far conoscere a quanti hanno rispetto per questa giornata, ma che non vogliono confondere il loro pensiero con chi intende approfittare di questa ricorrenza per gettare fumo negli occhi, mettendo sullo stesso piano carnefici e vittime, di coloro che subirono le tragiche conseguenze delle deportazioni naziste e fasciste nei campi di sterminio hitleriani, o che da partigiani combatterono e si sacrificarono nella guerra di Liberazione, per ridare all’Italia la Libertà, che il ventennio mussoliniano aveva soppresso, e cacciare dall’Italia l’invasore nazista.
“Come ogni anno il 10 febbraio ricorre “Il giorno del ricordo” per i massacri delle foibe e l'esodo giuliano dalmata. Istituito con la legge 30 marzo 2004 n. 92 vuole «conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale». Ma la complessità ed il contesto vengono sempre più ignorati. Purtroppo l’occasione è diventata molto ghiotta per chi vuole fomentare la denigrazione dell’antifascismo e della Resistenza europea, decontestualizzando la tragedia delle foibe che coinvolse anche innocenti, oltre che camicie nere e fascisti, ignorando i crimini del nazifascismo, parlando prima di migliaia di vittime, poi di centinaia di migliaia, quindi di milioni, cosa del tutto falsificante.
Siamo sempre più nel bel mezzo di una battaglia sulla memoria pubblica e civile. Si vogliono titolare strade e piazze a Norma Cossetto, presa a simbolo e a pretesto. Si vogliono equiparare vittime e carnefici della guerra fascista e del nazifascismo alle vittime chi vi si oppose con sacrificio. Si fa retorica nazionalistica e in nome di immaginarie pacificazioni si esalta una ambigua italianità, come con ben due manifesti a Nardò firmati da affini a CasaPound ed “Andare Oltre” che ora rivestono incarichi pubblici. L’uso pubblico della Giornata del Ricordo, quindi, appare sempre di più in chiave faziosa e niente affatto storica e di memoria civile europea da parte della destra nazionalista e sovranista, oltre che neofascista.”
Ninì De Prezzo