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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 11/01/2013

Di Marcello D'Acquarica (pubblicato @ 23:21:53 in NohaBlog, linkato 3368 volte)

Cara amica ti scrivo e siccome l’anno è passato, di terra ancora ti parlerò. “Questo tuo libro - mi dici quasi sussurrando, - è presa di coscienza”. Parlare di coscienza per te è sacro. Mi sembra che tu abbia paura che qualcuno ci senta e pensi di te come ad una persona all’antica e lo bisbigli piano. Lo ripeti ancora che è presa di coscienza, a voce bassa . La coscienza, questa sconosciuta, è:

 …una grossa novità, l’anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va.
Continua così la canzone poesia del grande Lucio: “L’anno che verrà”. Poi ti fai coraggio e annunci ai nostri 25 amici che: “Cultura è solidarietà incondizionata, è educazione, è la famiglia, è l’esperienza degli anziani, la salute pubblica, l’acqua, l’aria, la terra, la scuola, i sentimenti, la condivisione, l’attenzione all’altro, il sacrificio per il bene comune, l’amore disinteressato, non discriminante”.

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione…
Si la trasformazione. Quella che molti amano esteriorizzare a spese della povera gente, dei giovani e del loro futuro.

…e tutti quanti stiamo già aspettando.
Cara amica mia, la presa di coscienza è scivolosa, è su di una strada irta di asperità, lunga quasi quanto una vita. Non sempre si compenetra con le ideologie. Le ideologie, che siano religiose o politiche, sono sempre sani principi, peccato però che ognuno le confonda con la propria im-maturità. Che delusione.
Cara amica mia, Marco è un ragazzo di Noha ed ha 27 anni. Suo papà ha fatto enormi sacrifici per farlo studiare all’università di Pistoia. I sacrifici di suo papà non sono briscole, tu sai che parliamo di rinunce forti, di denti rotti, di malanni trascurati, di mani gonfie, di ossa doloranti e di rughe profonde.
Mica come i sacrifici che (non) fanno i falsi profeti e seguaci di questa crescita infelice che mostra oggi più che mai tutta la sua impotenza. Quando un padre di Noha fa sacrifici è davvero sudore e sangue. Marco sognava di trovare un lavoro, ha studiato con profitto perché sperava. Adesso ha capito, dice guardandomi quasi con rabbia, che la colpa di questo suo fallimento è nostra. E indica me con l’indice della sua mano destra. Mi ferisce come con una pugnalata. Poveri figli nostri. Allora fanno bene tutti quei giovani come Tommaso, Anita, Antonella, Antonio, Tonino, Oreste, Alfredo, e tanti altri ancora, tutti laureati, mica "choosy" come si ostina a crederli qualcuno, a stendere nella piazza di Galatina i loro striscioni di protesta contro quest’ennesimo atto di bieca stupidità.

…ogni Cristo scenderà dalla croce…
Ho chiesto al mio Vescovo di invitare  i suoi sacerdoti, in nome del Vangelo, a condannare chi inquina senza scrupoli, facendo morire di malattie i miei amici. Gli ho chiesto di aiutarmi a capire chi sono i mercanti da cacciare dal Tempio, se quelli che gridano in difesa della salvaguardia della terra o chi si affanna a spargere tonnellate di morte nelle nostre campagne? Chi sono i violenti? Quelli che distruggono la Val di Susa e la sventrano con i carri armati o le famiglie che vi si oppongono disarmate in nome del dialogo?
Che tristezza amica mia.
Dagli altari nessun monito in difesa della terra che è la vita, che è Dio. Anzi spesso si tace e (ahimè) a volte si vuole  perfino far tacere.

Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno…
Per adesso stanno crocifiggendo la nostra terra. Nostra, ma soprattutto dei nostri figli e nipoti. Gli alberi di ulivo di mio zio, si lo zio Santo, Marti Santo, classe 1918, sono poco distanti da contrada Cascioni, temono la morte che scava, scava e cola cemento, ne sentono l’odore. A guardarlo ti si riempie il cuore di amarezza. Zio Santo, e prima di lui quattro secoli di famiglie, ha passato tutta la vita crescendo i suoi figli con molta dignità avvinghiato come l’edera a quegli ulivi che si ricordano della sconfitta dei Saraceni. Oggi è vecchio, onorevolmente vecchio. Vede poco, solo ombre, con cui rivive e racconta il suo passato. E’ quasi sordo, a volte piange altre volte sorride e quando canta la dentiera balla a ritmo della sua canzone.
Che dolcezza amica mia.

Anche i muti potranno parlare e i sordi già lo fanno.
Al consiglio comunale di Galatina e anche di Rivoli, la città in cui risiedo, tutti si riempiono la bocca di crescita, di ricadute occupazionali, di rilancio dell’economia. Ai suoi tempi chi aveva gli alberi di ulivo non andava via, restava a casa. Adesso non servono più, dicono che con l’olio non ci si guadagna più e la crescita felice richiede sacrifici. Felicità e sacrificio, due significati incompatibili. Allora via tutto, anche se ci sono voluti secoli per farli diventare opere d’arte, al loro posto è meglio un grande centro commerciale. Centro fuori dal centro e commerciale per pochi. Lo chiamano megaparco, grande parco, così si tacita la coscienza. Quanto durerà questo delirio, quanto lavoro darà questo scempio? Quanto, amica mia.

E senza grandi disturbi qualcuno sparirà.
Già.. quanti giovani e quanti Giovanni! Il dottor Serravezza e la sua splendida squadra di medici e infermieri che io stesso ho visto all’opera con grande umanità e calore mercoledì della scorsa settimana, al quarto piano, nel reparto di oncologia dell’ospedale di Casarano, continuano  imperterriti a curare i nostri cari ammalati di tumore, e con che amore li curano!  Da anni scrivono  del più alto tasso di mortalità per colpa del cancro nell’area tagliata dall’asse Lecce Maglie.  
Chi e cosa porta la morte fra la nostra gente, dottor Serravezza? E se fosse proprio colpa di questo falso  progresso? Per favore, aiutaci a capire.

Vedi cara amica cosa si deve inventare… per continuare a sperare.
Cara amica ti scrivo e del dolore della mia coscienza ancora ti parlerò  …e più forte ti scriverò.

Grazie Giuliana, grazie Lucio.

Marcello D’Acquarica

 
Di Antonio Mellone (pubblicato @ 23:15:01 in NohaBlog, linkato 2344 volte)
In merito al mio articolo dal titolo <<Il parroco, il mega-parco ed i “moderati”>> apparso giorni fa su galatina2000 - e prontamente rimosso - in seguito ad un colloquio franco e direi anche cordiale avuto recentemente con don Cosimo Nestola, il parroco di Collemeto, ho il piacere (sì, il piacere) di comunicarle che ho sbagliato, chiedendo al contempo scusa all’interessato ed ai lettori.
Devo rettificare dunque quanto riportato in quel brano (sebbene scritto utilizzando più volte il condizionale) in questi termini: non è vero quanto riferitomi dalla mia fonte. La quale evidentemente o è stata erroneamente informata, oppure, riferendomi quella “notizia”, probabilmente non ha fatto altro che corroborare quella che era una sua personale convinzione.
Ricapitolando: non è vero che il parroco di Collemeto stia strenuamente lottando insieme ad alcune delle sue pecorelle affinché il mega-parco in agro di Collemeto veda finalmente la luce, ed è parimenti falso che don Nestola non veda l’ora di aspergere con l’acqua benedetta quella nuova spianata delle moschee (o delle mosche).
Concludo dicendo che, viste le mie lotte portate avanti con l’intento di evitare che in quell’area stupenda la facciano da padrone il cemento, l’asfalto ed il sado-masochismo economico-ambientale, questa smentita mi riempie di gioia. 
Sarei davvero contento se, oltre a questa, potessi dar corso a molte sconfessioni e ad altrettante rettifiche ai miei pezzi sul tema.
Saluti cordiali.
Antonio Mellone
 
Di Albino Campa (pubblicato @ 23:00:00 in Eventi, linkato 2379 volte)

Domenica 13 gennaio si incomincia dalle ore 8:30 alle 11:30 con la donazione del sangue nella Casa del Donatore in Via Calvario, 15.

Alle ore 18:00 celebrazione s. Messa nella  Chiesa Madonna delle Grazie, al termine trasferimento presso il Salone dell’Oratorio dove alle ore 19:15 ci sarà il saluto del Presidente a seguire la premiazione dei soci Benemeriti che hanno raggiunto le 7-15-30-50 donazioni al 31/12/12 e consegna dei premi della Lotteria pro-FIDAS.

Si continua alle ore 20:00 con lo spettacolo di cabaret con gli Alti & Bassi dal nome “C’è poco da ridere”, tra la I^ Parte e II^ parte dello spettacolo ci sarà un buffet offerto dall’Associazione.

 

Fotografie del 11/01/2013

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