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Noha e la chiesetta della Madonna di Costantinopoli (Aggiornamenti a cura di P. Francesco D’Acquarica – Parte Prima di Quattro)
Di P. Francesco D’Acquarica (del 01/11/2023 @ 15:54:13, in NohaBlog, linkato 791 volte)

A Noha, appena fuori del paese, direzione Collepasso, s’incontra la bella chiesetta dedicata alla “Madonna di Costantinopoli”.

Quando è stata costruita quella chiesa o una prima di quella?

Grazie alla collaborazione dell’Ingegner Giovanni Vincenti ho potuto consultare un documento di tre secoli fa composto da due atti rinvenuti presso l’Archivio di Stato di Lecce, nei Protocolli del Notaio Marcantonio Cesari che parlano appunto di questa chiesetta.

Intanto è bene ricordare che già nella visita pastorale del 1452 del Vescovo di Nardò Ludovico de Pennis alla sua diocesi si dice che nel territorio di Noha erano elencate 13 chiese, oltre alla chiesa di Sant’Angelo, la più importante e la più ricca di beni immobili.  Due di quelle chiese avevano il titolo di “Santa Maria”, anzi una di queste era detta “S. Maria de…” (non essendo leggibile il titolo completo si può pensare a “de Costantinopoli”: ma questa del 1452 è soltanto un’ipotesi).

Il tipo iconografico di S. Maria di Costantinopoli ritrae, tra l’altro, la città cinta di mura in preda alle fiamme che alcuni storici descrivono come un imponente incendio; altri spiegano quel fuoco, più realisticamente dal punto di vista storico, come conseguenza di un assedio di saraceni.

Sappiamo inoltre con ragionevole certezza che nel 1700 nella chiesa madre di Noha c’era un altare dedicato alla medesima Madonna. La pala di questo altare esiste tuttora, ed è appesa sulla parete a destra di chi entra dalla bussola principale. La tela di autore ignoto è di dimensioni tre metri per due, e ritrae la Madre di Dio in alto con tanti angioletti intorno. In basso sono effigiati, oranti, San Nicola di Bari (Patara di Licia 270 – Myra 343) e San Francesco da Paola (Paola 1416 – Tours 1507).

San Nicola è uno dei santi più popolari del cristianesimo. Il suo emblema è il bastone pastorale e tre sacchetti di monete (o anche tre palle d’oro), perché secondo la tradizione il vescovo Nicola aiutò tre ragazze che non potevano convolare a nozze per la mancanza di dote gettando nelle loro stanze, attraverso una finestra, dei sacchetti di denaro per tre notti consecutive. Ma è facile identificare anche San Francesco di Paola, in quanto i puttini svolazzanti intorno a lui indicano il motto “Charitas”. Tra i due santi, ancora una volta, si intravede Costantinopoli in fiamme.

L’altare nella chiesa madre fu eretto nel 1717 per devozione del Sig. Orazio Donno (1659 - 1729), come risulta nei Protocolli dell’archivio di Stato di Lecce del notaio Marc’Antonio Cesari. L’atto notarile è del 28 gennaio 1717 redatto dal notaio Domenic’Antonio Palamà della Terra di S. Pietro in Galatina e il Chierico Orazio Donno Rettore della Venerabile Cappella di S. Maria di Costantinopoli Casalis Noha come per sua devotione, e per accrescersi il culto de’ fedeli alla Cappella di Santa Maria di Costantinopoli, e per appicciarsi in quella la lampada, e per altri suoi giusti motivi, e perché così li pare e piace, intende donare come che da oggi dona […]alla detta Cappella una curte con una capanda sgarrata sita fuori il Casale di Noha vicino li beni della Baronal Corte da levante e borea, li beni della Parrocchial Chiesa di Santo Angelo, et altri confini”.

*

A proposito di questa lampada don Michele Alessandrelli arciprete di Noha nel 1850, e cioè circa 130 anni dopo, scriveva che “la lampada con branca di ferro fissata al muro, deve rimanere sempre accesa, perché la parrocchia, per l’adempimento di questo obbligo, ha in eredità un orticello murato di stoppelli uno in circa seminatoriale sito in feudo di Noha, e propriamente poco fuori dell'abitato. Un altro orticello di stoppelli due in circa semensabile, ed arbustato sito in feudo di Noha, e propriamente dietro le Case del menzionato Orazio Donno. Oggi si possiede dall’erede Ferdinando Donno, [Ferdinando è il nipote del nostro Orazio Donno, ndr.] confina il giardino della Baronal Corte da Levante ed altri confini. La manutenzione della lampada è a carico del su detto Ferdinando Donno per sei mesi ogni anno. Gli altri sei mesi spettano a Don Gaetano Congedo di Galatina, come compratore della prima stoppellata adiacente al suo giardino, e perchè asserisce di avere acquistato franco, e libero da ogni peso; per tale riflesso non riconosce l'obbligazione di accendere per gli altri sei mesi annualmente la lampada. Tiene e possiede detto altare l’infrascritti beni, della rendita de’ quali si dovessero in detto altare celebrare Messe numero quattro in perpetuum,cioè una nel giorno della sua festa, ch’è il primo martedì di Marzo, l’altra nel giorno di Pasqua di Resurrezione, l’altra la seconda festa del SS.mo Natale, e l’altra nel giorno del Corpus Domini” [brano tratto dalla relazione di don Michele Alessandrelli].

[Continua]

P. Francesco D’Acquarica i.m.c.

 

Commenti

  1. # 1 Di  Salv. (inviato il 02/11/2023 @ 08:42:38)

    Giustissimo, ricordare questa pregevole chiesetta ...a Galatina vi è una chiesetta puntellata non, so da quanti anni, via x Noha Santa Lucia.

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