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Una storia da cinema
Di Antonio Mellone (del 25/01/2020 @ 11:30:01, in NohaBlog, linkato 1451 volte)

Il bello del mio lavoro è che mi porta in giro a conoscere cose fatti e persone. Da tre anni abbondanti - dopo non so più quante tappe per la Penisola italica - mi trovo a dirigere la filiale di una banca in quel di Taviano, e giacché, con gli stessi soldi (voglio dire un unico stipendio), anche quella di Alliste.

Un bancario vero (da non confondere con la figura del banchiere) s’immerge nel territorio, lo vive, impara le sue storie. A volte, come questa, pur senza calarsi nei panni del Franco Arminio della situazione, gli capita di stupirsi, rimanere a bocca aperta.

Insomma, tre anni or sono conosco Antonio Mosticchio, gestore dell’indigeno cinema-teatro, eretto nei primi del ‘900 a un fischio dal centro storico di Taviano. Non vi dirò, per intuibili considerazioni legate al segreto bancario, se costui è o meno tra i miei clienti: di certo, se lo fosse, godrebbe di ampio credito.

Il Mosticchio, dunque, figura minuta, sinapsi velocissime come il suo eloquio, idee ingegnose, vista e pensiero lunghi, da una ventina d’anni, forse più, gestisce la sala Fasano (di proprietà dell’omonima famiglia), contro ogni granitica convinzione secondo cui i cinematografi di provincia sono perennemente in crisi e dunque costantemente sul punto di chiudere.

Sta di fatto che questo complesso no-logo è un multisala che non ha nulla da invidiare ai multiplex griffati tutti soldi e megalomania, spesso costruiti nelle immediate adiacenze di un centro commerciale (orrore), o nel bel mezzo di una zona Pip (orrore al quadrato). Il Fasano del Mosticchio ha dunque tre sale: le due di 120 posti cadauna sono ricavate al primo piano della diciamo Aula Magna che invece ne annovera 700. Ma non crediate che giungere a Taviano per una prima visione significhi spingersi in partibus infidelium, ché qui all’opposto c’è il meglio della tecnologia moderna: dal suono Dolby Digital Surround o qualcosa del genere all’Alta Definizione, dagli occhiali per la visione in 3D quando il film lo esige (“Modestamente il mio fu il primo cinema in Puglia con il sistema di lenti attive a schermi LCD” – dice) al bar con i pop-corn da sgranocchiare caldi e profumati appena scodellati.

Gestire una sala cinematografica e far vivere un teatro è lavoro duro, niente affatto un passatempo. E Antonio lo fa con una passione tale che i suoi collaboratori, bravissimi, talvolta non riescono a stargli dietro. Lui riesce a riempire le sue sale, tutte, prendendo le persone per mano, quasi una per una: sceglie il film giusto, che non sempre è quello che il marketing delle distribuzioni multinazionali vorrebbero rifilargli per i loro interessi; non chiude d’estate, anzi raddoppia e, come un novello padre Pio con il dono della bilocazione, proietta i film all’aperto anche al mare, alla rotonda di Mancaversa per la precisione; s’inventa i compleanni al cinema per bambini e ragazzi, ma l’han capito anche gli adulti che ‘sta cosa è originale proprio: nulla a che vedere con gli schiamazzi delle ludoteche o il gozzoviglio del ristorante; s’inventa le convenzioni con la rosticceria di fronte per un biglietto unico chiamato “cine-pizza”. Crede insomma che il futuro non possa non essere fatto di civiltà, arte, bellezza. E comunità. Non per nulla sta procedendo pian piano, pezzo dopo pezzo, al restauro di quei locali del secolo scorso, dai camerini, al bar, al foyer, al sipario di velluto, con tanto di riguardo per storia e genius loci.

Antonio Mosticchio, quando non in giro di qua e di là nel suo cinema (gli spettacoli li vede a spezzoni, a volte partendo dalla fine) lo vedi a spasso per Taviano e dintorni con la sua improbabile automobile ad attaccare i manifesti dei film o della stagione teatrale, ma soprattutto a incontrare persone.

Perché il sold-out al cinema (o al teatro, o altrove) si fa con le relazioni intelligenti. Non soltanto con Tolo Tolo.

Antonio Mellone

 

Commenti

  1. # 1 Di  s.cito (inviato il 01/02/2020 @ 11:49:32)

    Ho letto,con grande attenzione - il trafiletto...lo trovo molto interessante - bisogna coinvolgere sempre in ogni momento - diro' di piu' ieri Genova suora aggredita da un balordo...solidarieta' all'unisono e grazie sempre per le opere di indubbio valore propedeutico,che svolgete -

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