mag222018
Se pensassimo per un attimo ad una infografica riassuntiva delle elezioni politiche post 4 marzo, riguardante il Pd, i concetti più rilevanti sarebbero i seguenti: Scenario Tripolare, Perdita di Voti, Mobilità elettorale, Crisi, Paura, Vulnerabilità, Insicurezza, Incertezza, Questione meridionale, Nuovi bisogni, Protezione.
Spunterebbe anche un doveroso e necessario sostantivo: Analisi.
Se nel mondo occidentale il campo progressista non convince più, se in tante democrazie il popolo è in rivolta verso l'establishment, se negli Stati Uniti si è preferito Trump ad Hillary Clinton, se nel Regno Unito vince la Brexit, se dall’Austria alla Polonia, dall’Ungheria alla Grecia, fino al Belgio e Danimarca i movimenti populisti, nazionalisti, ed euroscettici si prendono i Parlamenti e i governi europei, qualcosa evidentemente sta cambiando nella percezione che il popolo ha dei cosiddetti partiti storici. Tre grandi mutamenti legati alla globalizzazione come deindustrializzazione, apertura delle frontiere e stagnazione economica hanno messo a dura prova le risposte dati sinora dai partiti tradizionali.
In Italia il vento di rabbia e di frustrazione si è gonfiato con l’impatto di una crisi che ha prodotto danni economico-sociali in termini di reddito, di occupazione, di disoccupazione, di povertà e di diseguaglianza sommata ad una crescente preoccupazione per i problemi legati all’immigrazione.
Così il sentimento, anzi il risentimento potente e nuovissimo dell'esclusione e della paura, ha preso il sopravvento.
La scommessa dei partiti socialdemocratici sarà quindi quella di lavorare per creare un’alternativa possibile riconoscendo i propri limiti, ridefinendo le priorità, rilanciando i propri obiettivi politici, e soprattutto smettendola con lo scontro tra tifoserie.
Perciò oggi più che mai è necessario un dibattito all'interno della comunità democratica. Ecco che un incontro diventa un'opportunità per guardare agli errori commessi, per cercare alternative e soprattutto per tracciare una linea futura.
Venerdì 25 maggio h.20 (Chalet delle Rose, Piazza Alighieri, Galatina)
ci confronteremo, oltre che con iscritti e simpatizzanti, con tutti coloro che avranno voglia di partecipare ad uno spazio di discussione libero e inclusivo, aperto a nuove energie e nuove narrazioni.
Con Dino Amenduni, docente di comunicazione politica ed elettorale dell'Università di Bari, socio Proforma ( agenzia di comunicazione politica) scrive su repubblica.it; e Ubaldo Villani Lubelli, ricercatore di Storia del Pensiero politico dell’Università del Salento. Scrive su Huffingtonpost.
Introduce Andrea Coccioli, Segretario Circolo PD Galatina.
PARTITO DEMOCRATICO
Circolo di Galatina
Piazza Toma, 54
www.pdgalatina.it
Commenti
Secondo me, alla base c'e' il renzismo,che e'emerso in tutto il suo squallore.
Ci sarebbero,potuti essere dei leaders validi e credo a Cuperlo,lo stesso valido Bersani ( un signore),la stessa Rosy Bindi la Finocchiaro ( donne autoritarie e caparbie molto valide), anche la concittadina Antonica avrebbe potuto avere un ruolo importantissimo, in sede nazionale.
Schiacciata dal renzismo devastante.
Io,non credo lega/M5S credetemi mi suonano male.
Perché altrimenti il presidente Mattarella avrebbe gia' dato incarichi da un bel po'.
Io considero anche, il Rosatellum una "boiata" enorme e questo ci abbia spiazziato tutti/e.
Adesso,non credo in Martina oppure Orlando oppure che posso dire, Emiliano ( e cambia bandiera), credo nella buona bonta' nazionale di Antonica come elemento catalizzatore futuro non fosse altro che,e' galatinese.
Detto cio'anche Serracchiani e'in gamba, Franceschini non politici che comunicano con diavolerie (come faccio io adesso ), come ex-premier Renzi,che al programma un giorno da pecora fa il presentatore.
Due partiti ci si deve focalizzare in futuro PSE, e poi un altro...il resto eliminati.
Bipolarismo non cozzaglie, buon lavoro per il venerdì,ciao.
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