mag032018
In questo capitolo si racconta anche della perduta autonomia di Noha, definitivamente “confusa” con il Comune di Galatina, senza che alcuno osasse alzare ciglio. La Storia (che si studia, non si giudica) è fatta anche di momenti strategici e di persone giuste al posto giusto. Quella stessa storia che, dei se e dei ma, ride beffarda.
La redazione
CARMINE FIMIANI (1740 – 1799)
Vescovo dal 27 febbraio 1792 al 1799
Dal 1792 al 1800 i Pontefice è ancora:
Pio VI (1717-1799) Papa dal 1775 al 1799
L’arciprete di Noha è:
Don Oronzio Stifani (1746-?), parroco dal 1774 al 1822
Carmine Fimiani nacque nell’anno 1740 a San Giorgio di Nocera da Vincenzo e da Giovanna Pecoraro. I genitori lo educarono cristianamente e ben presto, alla età di nove anni, lo inviarono a Napoli per essere affidato all’insegnamento di maestri famosi.
Seguendo la vocazione per la vita religiosa divenne Sacerdote Carmelitano, consacrando tutta la sua vita all’ordine clericale ed allo studio delle leggi romane e canoniche. Conseguita la laurea in teologia, all’età di 29 anni, ottenne la cattedra di Diritto Canonico nell’Università di Napoli. Per la sua VASTA cultura e per il riconosciuto carisma, il Cardinale Giuseppe Capece Zurlo, Arcivescovo di Napoli, il giorno 12 maggio dell’anno 1790 lo nominò Canonico della Chiesa di San Gennaro.
Giuseppe Maria Capece Zurlo (Monteroni di Lecce, 3 gennaio 1711 – Napoli, 31 dicembre 1801) è stato cardinale e arcivescovo di Napoli.
Sin da piccolo ricevette un'educazione religiosa a cura dei Padri Teatini, nella cui congregazione entrò nel 1727. In seguito fu inviato a Roma, dove studiò filosofia e teologia e dove fu ordinato sacerdote il 19 dicembre 1733.
Rientrato a Napoli, insegnante presso i Teatini dei SS. Apostoli, entrò nelle grazie del Cardinale Giuseppe Spinelli, ma fu richiamato a Roma dove ricevette da papa Benedetto XIV nel 1756 la nomina a Vescovo di Calvi. Divenne Arcivescovo di Napoli nel 1782, successore del Cardinal Serafino Filangieri. Contemporaneamente, nel concistoro del 16 dicembre 1782, fu nominato cardinale e nel gennaio 1783 ricevette il titolo di Cardinale presbitero di San Bernardo alle Terme Diocleziane. Morì nel 1801a Napoli.
Finalmente nel 1792 il Fimiani fu eletto Vescovo di Nardò. Per la sua riconosciuta eccezionale statura culturale, il Papa Pio VI, in occasione della Consacrazione Episcopale, lo accolse con segni di stima esclamando: “Cum Fimianum vidimus, magnum virum vidimus”.
Era assai dotto, maestro in sacra teologia e dottore nelle due leggi, aveva pubblicato varie opere e per più anni a Napoli era stato preside nelle pubbliche scuole.
Il 16 maggio 1792 fece l’ingresso in diocesi. Dopo qualche tempo tenne un sinodo diocesano, durante il quale emanò molte disposizioni, riguardanti la chiesa cattedrale, il capitolo ed il clero della città e della diocesi. Gli atti però di tale sinodo non sono pervenuti sino a noi.
Visitò il seminario diocesano e si compiacque dello stato in cui lo trovò, sia negli edifici, sia nella disciplina. Fece però subito apportare delle modifiche nella cappella e nelle aula scolastiche. Avendo appreso che nella cassa di deposito vi era una considerevole somma di denaro e constatato che il seminario aveva bisogno di altri locali, nell’agosto del 1792 dispose l’esecuzione di lavori di ampliamento.
Nell’anno 1799, all’età di 59 anni, colto da grave malattia, si ritirò a San Giorgio presso il suo palazzo e lasciò questo mondo il 13 novembre dello stesso anno.
Relazione con la chiesa di Noha
E’ probabile che il nostro arciprete don Oronzo Stifani abbia partecipato al sinodo diocesano del 1792. Ma non abbiamo notizie certe in tal senso.
Dopo la morte del Vescovo Carmine Fimiani si aprì per la diocesi di Nardò un periodo abbastanza lungo di sede vacante: 19 anni dal 1800 al 1819. Il Capitolo della cattedrale provvide al governo della diocesi con la nomina di due vicari capitolari, l’arcidiacono Achille De Pandis e, alla morte di questi, l’arcidiacono Giuseppe Maria Zuccaro.
Don Oronzo Stifani, ci ha lasciato il registro dei matrimoni, scritto in latino, ed è in buon stato di conservazione. Non così quelli di battesimo e quello dei morti.
La grafia di Don Stifani è molto cangiante, pur essendo evidente che è quasi sempre la stessa persona che scrive. I matrimoni registrati in questo lungo periodo sono in numero di 183. Non ci sono registrati matrimoni negli anni 1784 /1794/1821. Poi mancano completamente gli anni dal 1810 al 1815. Sembra strano che per tanti anni di seguito a Noha non vi siano stati matrimoni, mentre sono registrati regolarmente i nati e i defunti. Forse i matrimoni ci sono stati, ma non furono registrati. Il manoscritto ha tutte le pagine, quindi non si può pensare che le registrazioni siano andate perse. Intanto bisogna dire che ogni due anni c'era la visita pastorale del Vescovo di Nardò e il suo incaricato controllava tutti i registri e vi apponeva la firma. Nel Registro di Don Stifani le cose sono andate regolarmente fino al 6 marzo 1782, poi risulta annotata una visita il 14 marzo 1796. Dopo quella data non ci sono più riscontri o controlli da parte del visitatore della Diocesi, perché per la diocesi di Nardò (come abbiamo già detto) si aprì un lungo periodo di sede vacante. Dopo 49 anni di servizio pastorale, don Stifani lasciò la parrocchia di Noha e forse si ritirò a Galatone a causa dell’età avanzata.
In fondo al registro dei Nati e dei Morti c’è questa nota:
Io Arciprete D.Oronzio Stifani ho consegnato li sudetti libri.
Io D.Nicola Valente Economo Curato ho ricevuto li d. libri.
Sono espressioni che sanno tanto di passaggio di consegne della parrocchia al successore, che in realtà sarà, come vedremo fra poco, Don Nicola Valente. Per cui deduciamo che lasciò la parrocchia per ritornare al suo paese natio, Galatone.
In questo periodo ci sono diversi sacerdoti che collaborano con il parroco.
Nel 1796 troviamo il Chierico Nicolò Valente originario di Galatina, annota l’arciprete Pignatelli. In realtà la sua famiglia era di Bisceglie, ma residente a Noha: nel 1822 gli succederà come Parroco di Noha.
Nel 1779 c’è Don Oronzo Manta di Neviano e anche Don Pasquale De Micheli. Nel 1798 c’è Don Fedele Papadia con Don Francesco Saverio Isabella di S. Pietro. Nel 1800 troviamo Don Rosarius Sponzielli civitatis S. Petri e cioè di Galatina. Nel 1814 c’è Don Gaetano Marato della Terra di Cotrofiano.
Nel 1822 c’è Don Vito Paglialonga di Noha. Questi era nato il 3 novembre del 1795 da Domenico e Grazia Chiroj. Nel Marzo del 1818 è diacono: e con il permesso del parroco, don Oronzo Stifani, può amministrare il battesimo ad un suo parente. A 24 anni è Sacerdote. Sarà vice parroco negli ultimi anni di don Stifani come anche del successore don Nicola Valente.
In questo periodo di sede vacante per la sede episcopale di Nardò, Noha diventa purtroppo frazione di Galatina.
Il Comune di Noha diventa frazione di Galatina
Don Oronzo Stifani, arciprete di Noha per quasi mezzo secolo (e lo diciamo ancora una volta), durante il suo lungo tempo di arcipretura a Noha non ci ha lasciato nulla che meriti di essere ricordato o meglio un evento anche negativo per Noha c’è.
Non si sa come, quando nel 1811 fu pubblicata la nuova circoscrizione territoriale che divise la provincia di Lecce in Comuni, Circondari e Distretti, il Comune di Galatina considerò Noha come sua frazione e le tolse abusivamente tutte le rendite confondendole in una sola cassa comunale.
Nessuno dei cittadini di Noha protestò per quella decisione. Anzi, pare che il passaggio a frazione fosse stato, come dire, indolore. L’arciprete don Oronzo Stifani, di Galatone, ma parroco di Noha per ben 49 anni, non ebbe nulla da dire e neanche il sindaco Fortunato Tondi. Purtroppo pure la diocesi di Nardò era in un momento difficile, perchè senza vescovo.
Nel 1913 un caso analogo sarà quello di Collemeto, quando l’Arcivescovo e la curia metropolitana di Otranto accampavano pretese sulla frazione di Collemeto, che civilmente appartiene a Galatina, città dell’archidiocesi di Otranto, ma che era nella Diocesi di Nardò. Mons. Nicola Giannattasio, che fu Vescovo neretino dal 1908 al 1926, sostenne validamente l’appartenenza di Collemeto alla diocesi di Nardò. Siccome nessuna delle due parti intendeva cedere, la questione fu portata davanti alla Sacra Congregazione, la quale, esaminati i documenti esibiti dalle due parti, stabilì che Collemeto era da sempre appartenuta alla diocesi di Nardò e doveva continuare a farvi parte.
Nel nostro caso il Vescovo di Nardò non c’era (sede vacante), e probabilmente Arciprete e Sindaco non ebbero consapevolezza dei lati negativi della perduta autonomia, benché per tutto l’ottocento nei documenti si continuò a scrivere Comune di Noha. L’Arciprete don Michele Alessandrelli, parroco dal 1847 al 1882, in una sua relazione del 1850, quando parla del Comune di Noha, lo definisce “aggregato a quello vicino di Galatina”. E che fosse così lo dimostra anche il fatto che sulla facciata della chiesa madre (rifatta e ingrandita nel 1901) fu scolpito l'antico stemma del 'Comune di Noha', che tuttora spicca solenne, ricordando a tutti la gloria (e l’antichità) del 'Comune di Noha'.
Stemma del Comune di Noha (alto rilievo sulla facciata della Chiesa Madre)
Leopoldo Corigliano (1759 - 1825)
Vescovo dal 4 giugno 1819 al 15 dicembre 1824
Dal 1819 al 1824 i Pontefici furono:
Pio VII (1742-1823) Papa dal 1800 al 1823
Leone XII (1760-1829) Papa dal 1823 al 1829
Arciprete di Noha
Don Nicola Valente (1771-1834), parroco dal 1823 al 1834
Leopoldo Corigliano nacque a Corato, diocesi di Trani, provincia di Bari, verso il 1759. Era licenziato in sacra teologia, oratore sacro e canonico teologo della metropolitana di Bari, quando nei primi mesi del 1819 fu eletto Vescovo di Nardò da Pio VII Papa dal 1800 fino alla morte. Il 6 giugno fu consacrato ed il 21 dello stesso mese prese possesso della diocesi mediante il procuratore arcidiacono Giuseppe Maria Zuccaro.
Nel 1820 e 1821 compì la visita pastorale della diocesi, di cui sono pervenute fino a noi solo poche e frammentarie notizie.
Ebbe quali convisitatori i canonici: Francesco Donadei, provicario generale, Vincenzo Alessandrelli, penitenziere, Didaco Giuranna, cerimoniere, e Salvatore Fedele, cancelliere. Visitò solo alcuni Comuni della diocesi. In archivio vi sono poche notizie e pochi documenti che lo riguardano.
Il 14 settembre 1824, per ragioni a noi ignote, rinunziò alla sede vescovile e si ritirò a vita privata.
La S. Sede, vagliate le ragioni, accettò definitivamente la rinunzia e dichiarò vacante la sede il 16 dicembre 1824 . Morì a Bari il 16 marzo 1825.
Relazione con la chiesa di Noha
L’arciprete di questi anni era Don Nicola Valente, parroco di Noha per 11 anni, dal 1 Agosto 1823 fino al 1834.
Don Nicola nato a Noha nel 1771 da Gio:Domenico Valente e Rosa Calente provenienti da Bisceglie e residenti a Noha. Morì e fu sepolto a Noha il 23 Marzo 1834.
Lo troviamo la prima volta come Padrino di Battesimo, ancora seminarista all’età di 25 anni. Qualche anno dopo (nel 1799) ormai sacerdote ancora padrino di battesimo. Verso i 50 anni è Economo Curato dell’Arcipretura di Noha.
Quando don Oronzo Stifani non c’è più, nel 1823 alla bella età di 52 anni il Valente è Arciprete di Noha. Stupisce che l’arcipretura di Noha, sempre tanto ambita, perché ricca di possedimenti, abbia avuto un anno di sede vacante e infine sia stato nominato come arciprete un anziano: così si era qualificati in quel tempo quando si aveva solo 52 anni.
Questo è il suo atto di morte:
N.184 - Nohe 25 Marzo 1834 - D.Nicola Arciprete Valente figlio delli coniugi Giovandomenico e Rosa Calente, ad ore quattordici di anni sessanta due, fornito de’ SS Sacramenti passò in pace all’altra vita, ed il suo corpo fu sepolto in questa chiesa. Damiano Marcuccio Econ. Cur.
Nessuna annotazione si ricava dai documenti della Curia che riguardi Noha.
Antico organo a canne del 1700, demolito nel 1971: si noti lo stemma del Comune di Noha
[continua]
P. Francesco D’Acquarica
Commenti
Lascia un messaggio