mar062018
Eccoci giunti alla parte ottava della ricerca di P. Francesco D’Acquarica. In questa puntata si parla tra l’altro di due Sinodi diocesani, ai quali partecipò anche Noha con due sacerdoti.
La redazione
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CESARE BOVIO (verso il 1530 - 1583)
Vescovo di Nardò dal 1577 al 1583)
Dal 1577 al 1583 i Pontefici furono:
Gregorio XIII (1502-1585) Papa dal 1572 al 1585
Sisto V (1521-1590) Papa dal 1585 al 1590
Arciprete di Noha:
Don Salvatore Colafilippi (1550-1600), parroco dal 1570 al 1600 circa.
Cesare Bovio, fu eletto Vescovo di Nardò (il 14° della serie) da Gregorio XIII il 15 aprile del 1577. Era nato a Bologna verso il 1530 ma oriundo di Brindisi.
Era specializzato in diritto civile ma specialmente nelle discipline ecclesiastiche che aveva appreso dal fratello Carlo (1522-1570), famoso Arcivescovo di Brindisi. Curò l’osservanza della disciplina ecclesiastica, la formazione dei chierici e di tutti gli addetti al culto, guidandoli all’onestà della vita.
Appena giunse in diocesi, complimentandosi per il bene operato dal suo predecessore e dell’ottimo stato spirituale in cui la trovò, disse queste famose parole: Io trovo il terreno della mia diocesi ben governato, senza alcun’erba trista, di modo che non c’è bisogno d’altro che di ottima semenza.
mar062018
Ai nostri concittadini, che nelle elezioni politiche di domenica 4 marzo, sono stati eletti in parlamento con il Movimento 5 Stelle, Leonardo Donno alla Camera dei Deputati e Cataldo Dino Mininno al Senato della Repubblica, lo staff di Noha.it augura Buon lavoro.
mar062018
ELEZIONE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
ELEZIONE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA
mar062018
Il Comune di Galatina e il Comitato territoriale di Arci Lecce presentano "Storie di donne e di identità", un convegno per celebrare la Giornata internazionale della donna, in programma giovedì 8 marzo, ore 10.00, presso la sala Celestino Contaldo del Palazzo della Cultura.
L'incontro vedrà la partecipazione delle quarte e quinte classi del liceo scientifico A. Vallone, dell’Itc M. Laporta e il liceo Classico P. Colonna di Galatina. Saranno presenti e dialogheranno sul tema Marcello Amante, (sindaco di Galatina), Maria Giaccari (assessore alle Pari Opportunità), Noel Alberto Vergine (presidente Commissione Pari Opportunità), Anna Caputo (presidente Arci Lecce).
Una giornata che nasce con l'obiettivo di approfondire i diritti delle donne in Italia e nel mondo, gli usi e i costumi delle nazionalità di provenienza.
Il convegno sarà aperto da una video-testimonianza sulle violenze subite e praticate sistematicamente sui migranti in Libia, tratta da un'intervista a una ragazza ospite in un progetto di accoglienza gestito da Arci Lecce.
A seguire le "iniziative di cittadinanza" con una serie di interventi, moderati da Gianluca Carrisi, operatore dell'accoglienza Arci Lecce, per conoscere da vicino le singole storie di chi si trova spesso a fronteggiare una doppia discriminazione, prima come donna e poi come migrante.
Il dibattito coinvolgerà gli studenti delle scuole di secondo grado di Galatina, le beneficiarie ospiti nel progetto Sprar "Safia Ama Jan" di Galatina e le ragazze frequentanti il laboratorio audio-visivo all'interno del progetto EnFem, avviato lo scorso novembre con donne migranti e donne locali dai 16 ai 50 anni.
mar062018
... abbiamo preso il paese ridotto in uno stato pietoso lo abbiamo salvato dai morsi degli sciacalli in agguato (ci avete chiamato amici dei banchieri), abbiamo ridato sostegno al reddito ad una parte di popolazione mortificata dalla crisi (l'avete chiamata mancia elettorale), abbiamo dato dignità agli esclusi della società con leggi inclusive e di diritto (avete fatto spallucce se non avversate), abbiamo promosso una riforma della costituzione che avrebbe cambiato in meglio in nostro paese rendendolo finalmente snello e governabile con una sola camera, eliminava province ed enti mangiasoldi ed inutili come il CNEL (lo avete affossato con il referendum), abbiamo dato tutela a milioni di lavoratori e creato un milione di nuovi posti di lavoro, abbiamo promosso leggi contro il caporalato, contro le dimissioni in bianco delle donne (ci avete accusato di schiavismo), abbiamo sbloccato i contratti nelle pubbliche amministrazioni, abbiamo assunto 160.000 precari nella scuola (avete promosso scioperi nelle piazze), abbiamo dato soluzione a centinaia e centinaia di aziende in crisi salvando dal licenziamento migliaia di lavoratori, abbiamo bloccato finalmente gli sbarchi di clandestini nel nostro paese (continuate a parlare di invasione). Potrei continuare riempiendo decine di pagine su soluzioni e interventi di cui si è fatto carico il PD senza guardare a rendite di posizione e sondaggi. Ma in ultimo e non per ultima per importanza, avete rigettato e osteggiato una legge elettorale che avrebbe determinato un vincitore certo la sera stessa delle elezioni, invece siamo arrivati a varare una legge di compromesso che inchioda il paese a ricercare maggioranze improbabili a suon di passaggi di casacca. Il popolo sovrano ha votato premiando e inseguendo estremismi, populismo e scatole vuote. Il PD aveva presentato un progetto puntiglioso e realizzabile, di contro gli altri partiti promesse mirabolanti e irrealizzabili sbandierate dai megafoni mediatici. Noi fieri e orgogliosi di consegnare un paese rimesso in carreggiata andiamo con dignità a leccarci le ferite di una immeritata sconfitta, agli altri il compito di dare concretezza a quanto promesso in campagna elettorale...
mar052018
“È possibile rendere il giovane capace di scegliere, e prepararlo ad essere un conquistatore della libertà: educare alla rottura significa allora soltanto educare a effettuare le scelte, non fornire le scelte già fatte.”
Con queste parole Giuseppe Lazzati(1909 – 1986), educava il giovane – ma anche l’adulto del tempo (non di meno lo avrebbe fatto anche per gli uomini dei nostri giorni, che antepongono il benessere del proprio Io e la moralità personale, al senso di appartenenza ad una comunità sociale caratterizzata da regole per il benessere collettivo e la costruzione di legami), a compiere scelte finalizzate alla cura, alla tutela e al graduale processo di costruzione del bene comune. Lazzati conosceva bene il territorio tanto da scegliere in prima persona di partecipare all’opera di ricostruzione della vita civile nel Paese del secondo dopoguerra.
A riguardo è proprio uno dei lavori di questo grande politico e intellettuale del Novecento, militante in Azione Cattolica, a dare il titolo al XXXVIIIo Convegno Bachelet tenutosi a Roma il 9 e 10 Febbraio presso la Domus Mariae, al quale ho avuto l’onore di partecipare come membro d’èquipe diocesana del Settore Giovani di AC e come giovane tra i giovani che vive quotidianamente il territorio e nel territorio, un giovane che vuole essere il protagonista delle dinamiche dei suoi spazi per la cura del bene comune. Con me avevo Sabrina Esposito, Incaricata Regionale del Settore Giovani per la Puglia ed insieme abbiamo affrontato questa bella esperienza di formazione.
mar032018
Io vorrei cercare la rabbia nella mia terra, ma non vedo tanta rabbia nei dintorni di casa mia. Al massimo irritazione. Un cruccio privato, un po’ di risentimento per le cose che non vanno, e per i drammi personali e famigliari. Ma nessuna rivolta, poca lotta, e una coscienza di classe pressoché azzerata.
C’è attesa, sì, attesa che qualcosa cambi. Attesa magari di un treno. Che ovviamente non passerà mai. Sembra che la rassegnazione prevalga ancora sull’azione, la rinuncia sulla denuncia, il ricatto sul riscatto.
Il popolo continua a esprimere il suo voto pneumatico ostinandosi a eleggere non chi gli riconosce il potere di decidere, ma chi glielo sottrae, questo potere. Persevera nel dare il suo suffragio universale diretto ai buoni a nulla (e capaci di tutto), tipo il Ras locale, che spesso coincide con il solito personaggio che seguita a bearsi della sua cronica disinformazione in ogni campo, si compiace del suo frasario inurbano (per non parlare del suo traballante commercio con le Lettere – basti leggere certi suoi post sgrammaticati su fb) nonché della sua dizione altrettanto meschina, si crogiola nell’agghiacciante disinvoltura con cui cambia casacca, spara slogan orripilanti (o credibili come un “ti amo” pronunciato con la pistola alla tempia), racconta balle iperboliche, se la prende con la verità (tipo che il re è nudo), sigla impegni che non rispetterà mai anche perché non ci crede punto (l’ultimo in ordine di tempo in quel di Melendugno è la firma apparente contro Tap, mentre in Europa i suoi stessi compagni di partito, non i miei, proprio l’altro giorno hanno votato a favore del finanziamento BEI di 1,5 Mld - nel mio paese questa cosa si chiamerebbe sciacallaggio politico o, più prosaicamente, presa per il culo). Insomma, roba da far inorridire le persone normali, ma non ovviamente i lobotomizzati (in senso letterario, non letterale - meglio specificare, non si sa mai), e quindi la sua stessa portatile claque.
mar012018
Chi l’avrebbe mai detto che nel corso di questa esilarante campagna elettorale la bandiera No-Tap avrebbe messo d’accordo quasi tutte le cosiddette forze politiche in Diciamo competizione (prodromica delle prossime venture grandi intese).
Da un lato abbiamo addirittura il proletario Berlusconi (già presidente-partigiano, nonché presidente-operaio) che si mette a sciogliere inni e canti a favore di chi si oppone a un’opera “anacronistica e devastante” [il cavaliere decaduto parla appunto di Tap e non anche, per dire, del Ponte sullo Stretto che invece sembra essere la soluzione di tutti i mali d’Italia e soprattutto di Sicilia - tipo il Traffico di Johnny Stecchino, ndr.]; dall’altro lato (della stessa medaglia), nientepopodimeno che Mr. D’Alema, leader Massimo di Leu (acronimo di Lies Easily Uploads: bugie facilmente scaricabili), il quale, in compagnia dei suoi novelli ineffabili cortigiani in lista (d’attesa), è diventato d’emblée così convintamente No-Tap, che al confronto Gianluca Maggiore sarebbe un consulente marketing della multinazionale di ‘sto gas (ovvero uno dei tanti troll a costo zero per perorarne la causa).
A volte mi vengono dei dubbi atroci, e mi chiedo: Ma se tutti sono contro questa Tap, vuoi vedere che alla fin fine la Tap l’ho voluta io (magari a mia insaputa)?
mar012018
L’ERREDI Taranto frena la corsa di recupero dei salentini , imponendo loro lo stop al quinto set di una gara tecnicamente ed emotivamente partecipata dai due sestetti.
I ragazzi di mister Narracci , confortati dal colpaccio messo a segno domenica scorsa a Potenza, mettono in campo tecnica e spavalderia, per poi rivedere quest’ultimo atteggiamento quando capitan Guarini e compagni prendono il largo.
La risposta del gruppo di mister Stomeo è determinata , con un’applicazione nella lettura degli schemi avversari che la vedono guidare sempre in testa(6-2,12-7,19-19) , per poi subire il sorpasso definitivo degli jonici(25-22), complici cinque errori punto in battuta.
Nel secondo set la reazione dei bianco-blucelesti è decisa ma lucida: i punteggi parziali dicono 8-5, 16-9, 21-13 evidenziando la buona vena di Lentini e Iaccarino che incrementano le loro percentuali d’attacco, rispettivamente con 56% e 67%, portando in parità la gara.
Il ritorno ,nel terzo set, dei padroni di casa con un break importante di + 7, viene rintuzzato punto a punto da un Buracci puntiglioso ed efficace che trascina i suoi sul 21 pari ,con un Calò che dopo aver dato il cambio a Muccione mette a segno un punto importante. Uno svarione arbitrale sul 20-20 penalizza l’Olimpia SBV che cede il set a 23 .
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