Venerdì 6 gennaio ore 17.30: ultimo saluto a L’Osservatore Nohano
Il 6 gennaio 2012 alle ore 17.30 presso i locali del Bar Settebello a Noha, in Piazza San Michele, avrà luogo un incontro (a cui voi tutti siete invitati a partecipare) dal titolo “Addio O.N.”, durante il quale prenderà la parola la giornalista e scrittrice Giuliana Coppola, oltre ad alcuni membri della redazione della tant’amata quanto odiata rivista on-line nohana.
Dopo cinque anni di duro e piacevole lavoro termina quindi l’avventura tutta nohana targata L’Osservatore Nohano. La rivista on-line, priva di sponsor ufficiali, dell’appoggio di partiti politici, di direttori, segretari e amministratori vari, ha raccolto in 47 fascicoli mensili - per un totale di circa 1000 pagine - articoli, vignette e pensieri di semplici cittadini (definiti anche a titolo dispregiativo come pseudo-giornalisti) e si è fatta portavoce di un bisogno di rinnovamento politico, religioso e culturale, che da anni opprime Noha e la nazione Italia. L’Osservatore Nohano non ha voluto mai fare capo a qualcuno, né essere mai iscritto a qualsivoglia registro, credendo che come sancito dalla Costituzione Italiana la libertà di pensiero e di espressione appartenga a tutti e non solo ad alcuni eletti. Perché allora questa scelta improvvisa e radicale che non ammette (almeno per ora) alcun ripensamento? Antonio Mellone, uno dei fondatori della rivista, risponde alla domanda nell’editoriale dell’ultimo numero che verrà distribuito in anteprima il 6 gennaio 2012, del quale di seguito riportiamo un estratto.
[…] Perché non siamo eterni, onnipotenti, onniscienti, ma facciamo nostro il senso della finitezza. Perché comunque crediamo nella resurrezione. Perché c’è una misura in quello che abbiamo da trasmettere, e non dobbiamo pretendere troppa carta e altrettanta pazienza dal tipografo, né troppa attenzione da chi ci sta attorno. Perché consideriamo un complimento il fatto che il migliaio di pagine scritte sino a qui siano comunque poche per molti dei nostri lettori. Perché uno è ospite con la sua scrittura presso la lettura di una persona e deve lasciare la stanza finché è ancora desiderato. Perché qualcuno non vedendoci più s’illuderà che spariremo dalla circolazione, ma la sua illusione durerà l’arco di mezza giornata e dovrà mettersi l’anima in pace in quanto forse in qualche modo ci saremo più e meglio di prima. Perché un crescente numero di ammiratori (ma anche di detrattori) vorrebbe continuare a leggerci ancora, ma per indole e formazione siamo usi andare in direzione ostinata e contraria. Perché senza Osservatore saremo, ove possibile, ancora più liberi nei nostri pensieri e nelle nostre parole. Perché non vorremmo che il giornalino diventi un buon alibi, o qualcosa di simile su cui cullarsi, della serie: “tanto ci sono loro che rompono l’anima”. Perché questa avventura ha già cambiato il corso della storia di Noha e indietro non si torna. […] (dall’editoriale Addio Osservatore Nohano di Antonio Mellone, Osservatore Nohano n°9 anno V).
Michele Stursi
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