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In memoria di Giovanni De Benedetto
Di Redazione (del 06/01/2013 @ 00:22:55, in NohaBlog, linkato 3149 volte)

Eccovi di seguito il discorso dell'ultimo saluto a Giovanni De Benedetto pronunciato a Noha nella chiesa dedicata alla "Madonna del Consiglio" dall'avv. Daniela Sindaco il 2 gennaio 2013.

SALUTO AL MIO AMICO E COMPAGNO GIOVANNI DE BENEDETTO (di Daniela Sindaco)

“Pronto, Giovanni?”
“Ehi, ciao Daniela, dimmi” - mi rispondeva sempre così…
Quante telefonate, quante riunioni, quanti veleni, quante angosce, quante gioie, quanto abbiamo condiviso insieme a tutti i nostri compagni.
Oggi siamo qui per darti un ultimo saluto. Ma a me piace pensare che così con sarà. Perché ci ricorderemo sempre di te così com’eri, anzi come sei, perché sei sempre vivo in tutte le nostre menti e ci lascerai un segno tangibile ed indelebile che ci accompagnerà nel nostro cammino.
Tu Giovanni che hai dato tanto a tutti noi, a me personalmente hai insegnato tanto, soprattutto a mantenere la calma in tante circostanze (a noi ben note di pensieri comuni). In particolare quando per determinati aspetti c’era da alzare la voce od arrabbiarsi, tu mi rispondevi: “citta, spetta, calmati, non fare così, mo’ ragionamu, mo’ cuntamu, poi vidimu. Ma camina camina, citta citta. Allora se senti c’è dice la Maria mia?!”.
Sin da ragazzo sei sempre stato vicino alla politica, ti sei accostato con grande passione, hai militato dapprima nel P.C.I. di poi nei D.S. e poi da ultimo la nostra esperienza nel P.D.
Mi ricordo ancora, dopo il nostro ingresso nel P.D., noi facevamo parte del gruppo dei Socialisti di Mimino Montagna, il nostro attuale Sindaco. E quando siamo confluiti come intero gruppo nel Partito Democratico, non credo di averti fatto una bella impressione iniziale. Forse perché ci vedevi come quelli che stavano arrivando per sgominare qualcosa. Ma poi, dopo questo piccolo incidente, ci siamo visti, abbiamo parlato, ci siamo chiariti, abbiamo ragionato ed abbiamo apprezzato tanto la tua sincerità e la tua manifestazione di voler essere il nostro segretario. Insieme abbiamo deciso che Tu dovevi fare il Segretario. E da qui il lungo percorso sempre insieme perché abbiamo capito alla fine chi eravamo veramente. 
Sei stato, sei, un uomo dalla bontà infinita, sempre dedito alla famiglia, al bene comune, vicino ai lavoratori nella Cooperativa, nel mondo dell’Associazionismo, con la lotta per la difesa delle classi più deboli, dei contadini, dei coltivatori diretti: lotte per far emergere i loro diritti.
Hai così tanto aiutato le fasce deboli e soprattutto i nostri contadini, fino a tal punto, che alla fine, hai anche pagato di persona e con la tua pelle tutto il tuo altruismo. Come dimenticare?
“Per far del bene vedi tu”.
Sei stato Consigliere Comunale per quasi due legislature, finite male, ma non importa, ciò che conta è l’esperienza vissuta, soprattutto quella che ci ha visti lottare insieme per ottenere la dignità che ci siamo sempre meritati, abbiamo chiesto con forza, ma senza minacciare mai scissioni, la nostra integrazione, rivendicato e facendo valere la nostra autonomia per essere un tutt’uno, un amalgama (“noi come circolo di NOHA!!!” dicevi tu…).
Abbiamo condiviso tanti atti da colleghi consiglieri, dopo il tuo ingresso in Consiglio a seguito delle dimissioni dell’avv. consigliera Maria Rosaria Cafaro. Abbiamo lottato per Noha e non solo, per ottenere dei fondi, degli investimenti utili alla nostra gente, ai Nohani….
Quindi perché proprio ora? Era, è troppo presto, dovevamo continuare nel nostro cammino, con le nostre idee, con i nostri progetti. Ma in un certo qual modo, so che ci sei e che ci sarai sempre. Lavoreremo ancora, insieme, saremo vicini alla tua famiglia, a Maria, ad Alice e a Pasquale. Condivideremo ancora tante esperienze.
Voglio raccontarvi un episodio che ricordavo stamattina insieme all’infermiera e compagna Ada.
Il giorno che è nata la mia Viola, sei stato tanto caro e buffo; sei venuto in Ospedale con un mazzetto di roselline rosse, ed alla domanda dell’infermiera nostra compagna: “a ddhru sta bbai cu ddhri fiur? Pe’ mie suntu?”, tu hai risposto: “sta bau trovu la Daniela Sindacu ca ave parturito”, sprigionando un affetto ed il sorriso di tutti i presenti.
Per non parlare della figura che dicevi di aver fatto al compleanno di Viola. Tu e Maria vi siete presentati al rinfresco il pomeriggio, sbagliando l’orario, e quindi a festa conclusa da un pezzo. “Mannaggia” - hai detto - “ma quarda bbidi nu pocu ddhra Maria. Ave sbaiatu l’orario, e ca mia puru vestutu de 4 novembre!
Il mio Segretario, ti chiamavo, grande uomo, grande padre di famiglia, esempio di vita per tutti noi.
Hai vissuto la tua malattia con grande dignità, non parlandone affatto, vivendola in maniera riservata, quasi andasse sempre tutto bene. Come se non stessi lottando contro la sua insorgenza e contro la sua incalzante progressione.
Rimani vivo nella nostra mente e nei nostri pensieri, ti ricorderemo così, sempre sorridente e con la battuta pronta, non ci perderemo d’animo e vivremo con te accanto come nostro consigliere. Guarda caso oggi ci troviamo nella Chiesa “Madonna del Buon Consiglio”…
Non aggiungo altro. Ti saluto. Ti salutiamo in particolare noi, amici e compagni del circolo di Noha (così come ci chiamavi Tu: a Daniela Sindacu, l’ingegnere Luigi Paglialunga, u Gianni Miri, u Massimilianu Curdeddhra, u nunnu Michelinu Santunuddhru, u Michele Contaldu, u Vitu Caddhripulinu, lu Alfredu Negusini, u zi’ Adrianu Luceri, u Pantaleo Cisotta, u Brunu Gattu, mesciu Toniu Idulu, l’Antonio Marianu, u Michele Gianturco cu la Lavinia, lu Leonardu cu la Patrizia, lu Michelinu cu la Dora, u capastru, e tutti gli altri compagni (che non me ne vorranno se non li nomino tutti) dicendoti insieme: ciao Giovanni, ti vogliamo bene e te ne vorremo ancora. Sarai sempre nei nostri cuori e pensieri, beddhru, proprio come ti chiama la tua Maria, o come la chiamavi tu, “la Maria mia”.                                                                        

Con affetto,
Daniela Sindaco