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Dillo con un fiore, ma fai attenzione!
Di Albino Campa (del 11/05/2012 @ 14:53:32, in Cultura, linkato 8733 volte)

È capitato, capita e capiterà in secula seculorum di regalare dei fiori nelle occasioni speciali, quando si vuole condividere una gioia con qualcuno o si vuole convincere qualcuno/qualcuna d’avere dinanzi la persona giusta, il principe azzurro o la principessa sul pisello. Difatti un bel mazzo di fiori è una soluzione rapida e sempre efficace, un pensiero elegante, sobrio e mai scontato a cui si ricorre soprattutto quando non si vuole rischiare di fare brutta figura. Con dei bei fiori colorati e profumati, possibilmente di stagione, si va sempre sul sicuro, non si rischia mai di sbagliare (a meno che non siano crisantemi!) o di essere fraintesi.
Su questo siamo tutti d’accordo, anche coloro che non amano i fiori o sono allergici al polline, dovranno infatti, con un po’ di onestà intellettuale, ammettere il potere misterioso che si cela dietro questi … organi riproduttivi. Ops, l’ho detto! È più forte di me, nonostante tutta la buona volontà non riesco a pensare ai fiori diversamente. È questo il rischio che si corre quando si studiano le scienze biologiche: rimanere poi intrappolati in una forma mentis che ti fa vedere le cose che ti circondano con un occhio diverso dagli altri. Non saprei dire se questo è un bene o un male, però in un certo senso mi spiace non riuscire a non pensare a degli organi riproduttivi nel porgere dei fiori a qualcuno e non riuscire a trattenere il sorriso quando l’altro li annusa e compiaciuto ringrazia. Come si fa a non vedere le cose per come sono?
Eppure la struttura di un fiore si studia sin dalle scuole elementari, dove con molta pazienza e professionalità la maestra seziona un piccolo fiorellino e con la bacchetta ci indica il pistillo, ovvero l’organo femminile composto da una base slargata detta ovario, e gli stami, organi maschili formati dai filamenti e dalle antere dove è contenuto il polline. E infine senza arrossire, ci mancherebbe pure, arriva a spiegare all’alunno esterrefatto come avviene l’impollinazione, ovvero come il polline della parte maschile fecondi quella femminile per dare vita ai frutti.
La storiella la conosciamo tutti, eppure nessuno ci fa mai caso quando sceglie di comprare dal fioraio degli organi riproduttivi da regalare alla propria amata o al proprio amato. Forse perché sappiamo che come minimo ci rimarrebbe male! Difatti non è nelle intenzioni di chi regala un fiore offrire “un apparato complesso e composto da schemi riproduttori”, piuttosto del fiore scegliamo e apprezziamo il profumo, il colore, il significato che negli anni gli è stato assegnato. Se così non fosse qualcuno domani potrebbe andare dal macellaio e farsi incartare e infiocchettare testicoli e ovaie come pensiero romantico per l’anniversario di matrimonio o per una dichiarazione d’amore (non fatelo!). Quantomeno verremmo guardati male, se non dichiarati del tutto fuori senno!
Come uscirne fuori? Ovviamente io non ho rinunciato, e mai lo farò, alla bellezza e all’eleganza dei fiori, pertanto ogni volta che li regalo sono poi costretto a tirar fuori la storiella della maestra, quantomeno per giustificare quel risolino sfacciato che puntuale mi si ripresenta sulle labbra. Fare il sapientone non funziona sempre, vi avverto, dipende se la persona che si ha di fronte è in grado o meno di vederci anche con gli occhi dell’intelligenza. Male che vada sarete fraintesi e porterete a casa l’ennesimo ceffone.

Michele Stursi